-Il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha ratificato l’ampliamento del piano di acquisto del debito dei Paesi UE per 600 miliardi, a fronte dei 500 previsti dai mercati, e la sua proroga fino al giugno del 2021 (o comunque fino ad emergenza superata) per contrastare la crisi economica scaturita dalla pandemia di Covid19.
-Intervento in videoconferenza del Premier Conte al seminario EY Digital Talk “Italia Riparte” , nel corso del quale ha parlato del rilancio del Paese dopo il Covid19, delle riforme, dell’Europa, dei giovani e del futuro. Sul tavolo della Maggioranza anche un regime fiscale speciale per il Sud e un Dl sulla sburocratizzazione. Intanto, confronto da remoto tra la ministra dell’Istruzione Azzolina, il Presidente del Consiglio Conte , i rappresentanti dei partiti di Maggioranza e i principali attori della Scuola,sul protocollo di sicurezza per il ritorno in aula degli studenti, mentre i sindacati confermano lo sciopero per l’8 giugno. Audizione del Ministro dell’Economia Gualtieri presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche in cui si è detto “cautamente ottimista sulle misure per la liquidità”.
-Sul fronte dei lavori parlamentari, dopo il sì alla fiducia posta dal Governo su entrambi i provvedimenti, via libera, rispettivamente alla Camera e al Senato, ai Dl Scuola e Imprese.
di Federica Marengo giovedì 4 giugno 2020
La Banca Centrale Europea ha deciso di ampliare di 600 miliardi e prorogare fino al giugno 2021 o fino a quando la crisi post-Covid19 non sarà finita, il piano di acquisto di debito legato all’emergenza pandemia (Pepp), stupendo così i mercati, che attendevano un importo di 500 miliardi,e facendo abbassare lo Spread (differenziale tra Btp e Bund tedeschi) a 172 punti base.
Tale scelta, si legge nel documento elaborato dal Consiglio Direttivo dell’Eurotower, al termine della riunione di questa mattina e illustrato dalla Presidente Lagarde in conferenza stampa, è stata motivata dalla necessità di rispondere al ribasso delle stime sull’inflazione previste per via degli effetti della pandemia “e che faciliterà ulteriormente la politica monetaria generale, sostenendo le condizioni di finanziamento nell’economia reale, in particolare per le imprese e le famiglie”.
“I dati giunti nelle ultime settimane confermano che l’area Euro sta assistendo a una contrazione economica senza precedenti, con forti perdite di lavoro e reddito che hanno portato a cadute significative di spese per consumi e investimenti”, ha spiegato la Presidente Lagarde, continuando:
Si registrano segnali che fanno pensare che si sia toccato il fondo, anche se la ripresa sarà tiepida dopo la fine delle restrizioni. La Bce si attende che un rimbalzo dell’economia dell’area Euro inizierà nel terzo trimestre ,anche se l’entità del rimbalzo resta molto incerta. Alcuni ritengono che la crisi avrebbe toccato il fondo a maggio. Coerentemente con il suo mandato, il Consiglio Direttivo è determinato a continuare a sostenere famiglie e imprese nel far fronte all’attuale perturbazione dell’economia e alle condizioni di maggiore incertezza, al fine di salvaguardare la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Infine, un plauso alla UE per il Recovery Fund e l’illustrazione di alcune stime macroeconomiche per l’Eurozona: “Accogliamo con favore il Recovery Funfd. Per il momento è una proposta su cui andrà trovato consenso a livello di Governi e che poi andrà ratificata in Parlamento. Ma non ho dubbi sulla determinazione dei leader europei a rispondere alla sfida posta dalla pandemia e ai bisogni dell’economia in vista della ripresa. Le nuove stime macroeconomiche mostrano nello scenario di base un Pil pari a -8,5% nel 2020 e a +5,2% nel 2021 e a + 3,3 nel 2022, con una forte revisione al ribasso per il 2020 (-9,5 punti), rispetto alle stime di marzo e al rialzo per il biennio successivo. Ma queste stime dipendono dal successo delle politiche per mitigare gli effetti della pandemia. I rischi restano comunque al ribasso. L’inflazione nell’Eurozona è attesa a una crescita pari allo 0,3% nel 2020 per risalire allo 0,8% nel 2021 e all’1,3% nel 2022”.
Una sfida, quella della pandemia, a cui si appresta a rispondere anche il Governo italiano, dopo l’inizio ufficiale della Fase3, apertasi ieri , con il via libera al ripristino della mobilità tra le Regioni e all’apertura delle frontiere con i Paesi dell’area Schengen.
E proprio sulle riforme necessarie al rilancio del Paese, illustrate ieri, durante il discorso e la conferenza stampa svoltisi nel cortile di Palazzo Chigi, è tornato quest’oggi il Premier Conte, intervenuto in videoconferenza al seminario “Ernst & Young Digital Talk-Italia Riparte. Analisi, prospettive e strategie per l’Italia post Covid-19″.
“Serve una fortissima cooperazione fra i popoli, fra i mercati e i Paesi. L’Unione Europea sembra averla accolta questa sfida. Questo progetto è molto importante e farà compiere ai Paesi decisi passi avanti. Prevede un fondo per la ripresa da 750 miliardi di euro”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio, sottolineando: “E’ una occasione storica per recuperare il divario di crescita che ci ha allontanato dagli altri Paesi europei. Con l’emergenza, rischiamo di vedere un divario fra la capacità fiscale, significherebbe distruggere l’Europa. Il Governo è al lavoro per un piano. Dobbiamo modernizzare il Paese con incentivi alla digitalizzazione per i pagamenti elettronici, rafforzare l’interconnessione fra le banche. Lo smartworking ci ha mostrato l’importanza di ridurre il divario digitale nel nostro Paese. Inoltre dobbiamo sostenere le filiere produttive con tutti gli investimenti e le misure fiscali”.
Vari, gli ambiti da riformare , elencati dal Premier,a cominciare dalla Pubblica Amministrazione: “Vogliamo realizzare una riforma che consenta ai pubblici amministratori di essere celeri nella loro amministrazione, circoscrivendo meglio la responsabilità erariale e più controlli sui ritardi, sulla inerzia del pubblico funzionario, ad esempio quando si spendono maggiori somme rispetto a quelle preventivate”, per proseguire poi con la Giustizia, civile e penale: “ E’ impensabile che, rispetto ad altri Paesi come la Francia o la Germania, che hanno introdotto in anni recenti riforme significative, il nostro codice civile risalga al 1942 e non si abbia ancora la forza, la volontà, la capacità di riformarlo in modo organico. Alcuni di questi progetti di riforma sono già all’esame del Parlamento, quindi abbiamo già presentato le leggi delega. C’è solo da lavorare per l’approvazione, potremo subito approvarli in breve tempo e partire subito con i decreti legislativi. Occorre una volontà politica, occorre determinazione. Riformiamo il codice civile, riformiamo il processo civile per accelerare i tempi, e interveniamo anche sulla giustizia penale che suscita un grande dibattito nell’opinione pubblica. Se ragioniamo sulla possibilità di accelerare i tempi, credo che possiamo trovare veramente una grande sinergia con tutte le forze politiche e comunque con le forze migliori del Paese”.
E poi ancora, tra gli obiettivi di riforma: la transizione energetica, la svolta sostenibile, gli investimenti su Università e Ricerca , su Giovani e Sud: “Un green new deal e migliaia di posti per giovani ricercatori, per far tornare i nostri giovani dall’estero e avviare un programma di ricerca pubblico e privato per affrontare le grandi sfide del futuro. Se ragioniamo di accelerare i tempi, possiamo trovare una grande sinergia con tutte le forze politiche del Paese. Negli ultimi 13 anni, oltre 2 milioni di persone hanno lasciato l’Italia, svuotando in modo particolare il Mezzogiorno di molte delle sue energie più preziose. Abbiamo il dovere, tutti insieme, di uno sforzo corale, per recuperare questo “ventennio perduto”, per ricostruire uno sviluppo basato sulla coesione sociale, sulla sostenibilità, sull’innovazione tecnologica e su una vera e propria rivoluzione delle competenze”.
Quindi, una riflessione sul Recovery Plan, sulla crisi dell’economia italiana post Covid19 e su ciò che attende il Paese, duramente provato dalla pandemia, in attesa dell’inizio, fissato per la prossima settimana,a Palazzo Chigi, degli “Stati Generali dell’economia”, con parti sociali e Opposizioni: “Nei prossimi giorni completerò un lavoro che abbiamo già iniziato con il comitato guidato da Colao. Avremo gli Stati Generali dell’economia a Palazzo Chigi con tutte le forze economiche e sociali del Paese per poter pubblicizzare e condividere con tutti questo nostro Recovery plan. Le somme che arriveranno dal Recovery Fund non sono un tesoretto, ma una risorsa per il futuro del Paese. La sfida della ripartenza che abbiamo davanti non può esaurirsi in un ritorno alla normalità: il Pil tornerà ai livelli del 2000 con questa crisi, abbiamo il dovere di uno sforzo corale per una vera rivoluzione delle competenze, il modello di sviluppo nei Paesi occidentali pur avendo creato molta ricchezza non ha rafforzato la coesione sociale, serve un investimento straordinario nella sanità, nel welfare, nell’istruzione, in infrastrutture e trasporti e nella connettività digitale. Abbiamo una serie di difficoltà dovute al rallentamento e all’interruzione di tante attività del sistema produttivo ed economico. In questo periodo, i medici e gli infermieri in prima linea, i lavoratori della grande distribuzione, della filiera alimentare, e di tutte le produzioni che hanno continuato a operare durante il lockdown, sono state le colonne portanti del nostro Paese. Nel frattempo, gli uffici del privato e del pubblico, la scuola, l’università e la ricerca hanno compiuto un grande sforzo di adattamento e innovazione, utilizzando il lavoro agile su una scala mai sperimentata prima, e che non avremmo mai pensato di sperimentare. Una grande incertezza ha pervaso, a vari livelli, tutti coloro che hanno dovuto fermare le proprie attività: gli imprenditori, i commercianti, gli autonomi, i lavoratori dello spettacolo, dello sport, e molti altri. All’emergenza sanitaria si è affiancata da subito un’emergenza economica di cui non siamo ancora in grado di conoscere la portata fino in fondo. Di fronte a uno scenario così critico, il Governo ha messo a disposizione dell’economia 80 miliardi di euro di interventi diretti in deficit per rafforzare la sanità, sostenere il reddito dei lavoratori, ridurre la pressione fiscale, aiutare le famiglie, e ha attivato garanzie pubbliche e private rendendo ad esempio più facile la capitalizzazione delle imprese, varie moratorie sui prestiti bancari. L’urgenza con cui è stato necessario mettere in campo queste risorse, che superano l’entità di due manovre finanziarie, è stata anche l’occasione per iniziare a tagliare drasticamente alcuni passaggi burocratici eccessivi, come è avvenuto ad esempio nel caso della procedura per la cassa integrazione in deroga”.
Sul tavolo della Maggioranza, poi, nell’ambito di una riforma del Fisco allo studio, un regime speciale per il Mezzogiorno. Si tratta di una delle misure contenute in un dl presentato dai deputati dem del Sud , che ha tra i primi firmatari l’ex ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il capogruppo in Commissione Politiche europee Piero De Luca, e che si pone l’obiettivo di attrarre imprese e Holding.
“Costituire un regime fiscale e amministrativo speciale, che consenta il dimezzamento delle aliquote Ires e l’esenzione totale della tassazione su utili, dividendi, royalties e interessi, di qualunque natura, distribuiti agli azionisti dalle cd Holding, ossia da società di capitali di diritto UE, che stabiliscano i propri insediamenti industriali o le proprie sedi societarie nelle aree qualificate Zes del Sud, durante i primi 7 anni dalla data di stabilimento, con possibilità di proroga per ulteriori 7 anni”: questa, dunque, la proposta dei dem, tra i punti del programma per il rilancio del Paese, presentato dal segretario del Pd Zingaretti (digitalizzazione, green new deal, semplificazione , Università e Ricerca, protagonismo dell’Europa), in linea con il piano illustrato da Conte agli italiani.
Forze di Governo, ricompattate quindi, dopo la mediazione del Premier, che ha operato una sintesi tra le istanze dei partiti della Maggioranza, armonizzando le priorità del Pd (green e digitale) con quelle del M5S (riforma del Fisco) e di Italia Viva (piano shock di investimenti, Scuola, FamilyAct), il cui leader e fondatore, Renzi, ha rassicurato su eventuali rimpasti o crisi dell’Esecutivo , paventati dalla stampa: “La legislatura durerà fino al 2023. Le considerazioni fatte ieri da Conte sul piano di Rinascita sono condivisibili; sui temi posti siamo assolutamente d’accordo, condividiamo l’impianto, ci ritroviamo al 95%. A patto che si scelga la politica e non il populismo, l’aspettativa di vita del Governo è la più lunga possibile. Un cambio di Governo non lo vedo all’orizzonte, c’è un Presidente del Consiglio che gode della fiducia parlamentare, una Maggioranza cui noi partecipiamo”.
Intanto, sul fronte dei lavori parlamentari, dopo la fiducia posta dal Governo, su entrambi i provvedimenti, via libera , rispettivamente alla Camera e al Senato, al Dl Scuola (305, i voti a favore, 221, i contrari) e al Dl Imprese (156 i sì, 119, i no).
In merito al Dl Scuola, nella giornata di domani, i lavori dell’assemblea sul provvedimento proseguiranno con l’esame degli ordini del giorno, poi, il testo, con le misure urgenti sulla regolare conclusione e l’ordinato avvio dell’anno scolastico e sullo svolgimento degli esami di Stato, già approvato dal Senato, dovrà incassare l’ok definitivo di Montecitorio entro il 7 giugno.
Sempre nell’ambito Scuola, riunione a Palazzo Chigi, in videoconferenza, nel tardo pomeriggio di oggi , presieduta dal Premier Conte e dalla ministra dell’Istruzione Azzolina con i capidelegazione di Maggioranza e alcuni attori del comparto scolastico sul protocollo di sicurezza per il rientro in aula a settembre degli studenti, tra i motivi, insieme alla questione della mancata stabilizzazione dei precari , alla base dello sciopero proclamato dai sindacati per l’8 giugno.
Quanto al Dl Imprese, invece, ok definitivo al testo, che adesso è legge, in merito al quale, il ministro dell’Economia Gualtieri, audito in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, ha espresso un “cauto ottimismo sui concreti risultati delle misure per la liquidità, varate dal Governo, dopo le difficoltà iniziali, anche se persistono una criticità e un panorama molto differenziato fra i diversi istituti bancari”, definendo poi la moratoria sui prestiti , giunta a quota 260 miliardi, “un successo”.
Scettica sul piano di rilancio e sulla possibilità di collaborare realmente alla Ricostruzione del Paese, l’Opposizione di Centrodestra, con Forza Italia , che, ribadendo la volontà di partecipare alla scrittura delle riforme nell’interesse dell’Italia, ha presentato alla Camera un emendamento al Dl Rilancio ( 10mila, le proposte di modifica avanzate al testo da Maggioranza e Opposizione e presentate in Commissione Bilancio alla Camera) per introdurre l’abolizione dell’Irap, la tassa sulle attività produttive, chiedendo al M5S, che si era espresso a favore,di votarlo.
Sfida lanciata all’Esecutivo, invece, dal segretario della Lega Salvini: “Il Governo vuole davvero collaborare per il bene dell’Italia? Accetti il confronto su “burocrazia zero” Modello Genova e su Flat Tax per famiglie e imprese. Altrimenti saranno solo parole, come per la cassa integrazione e i prestiti in banca inesistenti per milioni di italiani”, riecheggiato dalla Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni che ha parlato di : “ Governo degli annunci e delle promesse, lontano dalla realtà”.
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