-Oggi, nel primo pomeriggio, Consiglio Europeo in videoconferenza sugli strumenti da utilizzare per fronteggiare la crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid19. Sul tavolo, il piano della Commissione UE (non ancora approvato dalla Presidente Von der Leyen o dal suo gabinetto), che si compone di diversi strumenti per un ammontare di 2.000 miliardi di euro di investimenti, prestiti e spese, destinati a rilanciare l’economia dell’Unione Europea e la creazione di un Recovery Fund da 1500 miliardi di euro che dovrebbe consentire alla Commissione di emettere debito e in parte prestiti agli Stati membri. Appello della cancelliera Merkel alla solidarietà,ma netta chiusura agli Eurobond e richiesta che il pacchetto di misure da 540 miliardi di euro deciso durante lo scorso Eurogruppo sia attuabile dal 1° giugno. Il sì del Presidente dell’Eurogruppo Centeno. Il Presidente del Parlamento UE, Sassoli: “Basta egoismi, cittadini aspettano risposte”.
-Fase2, al vaglio del Governo, le misure per la ripartenza elaborate dai Ministeri con la supervisione dei Comitati e dell’Inail. Bozza delle nuove norme per chi viaggia e utilizza i mezzi di trasporto.
– Rinviato , forse alla mattinata di domani, il Consiglio dei Ministri sul Documento di Economia e Finanza e sullo scostamento di Bilancio per finanziare il Decreto aprile. E sempre in serata, voto di fiducia alla Camera sul Decreto Cura Italia.
-Istat, export: a marzo, causa Covid19, calo delle esportazioni italiane nei Paesi extraeuropei: è il dato peggiore da vent’anni, ma saldo commerciale (rapporto tra importazioni ed esportazioni) positivo.
di Federica Marengo giovedì 23 aprile 2020
E’iniziato nel primo pomeriggio, in videoconferenza, il Consiglio Europeo, per discutere delle misure che l’Unione intende mettere in campo al fine di contrastare la crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid19. In collegamento, oltre ai leader dei 27 Stati membri e al Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen , il Presidente dell’Eurogruppo Centeno, la Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde e l’alto rappresentante Borell.
La riunione dei Capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi UE è iniziata con il saluto e lo scambio di vedute con il Presidente del Parlamento UE Sassoli, che, nel suo intervento, ha detto: “Siamo ad un tornante decisivo e siamo chiamati ad assumerci una grande responsabilità nei confronti dei nostri cittadini che stanno affrontando momenti difficili e che si aspettano una risposta concreta e adeguata alla gravità della situazione . Non tutti gli Stati europei sono stati colpiti alla stessa maniera dall’epidemia, alcuni hanno pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane. E’ giunto il momento di andare oltre la logica di ognun per sé e rimettere al centro la solidarietà che sta al cuore del progetto europeo. Il mondo che uscirà dalla crisi sarà un mondo diverso. Il progetto europeo dovrà raccogliere questa occasione per badare il ritmo di questo tempo nuovo. E’ necessario più che mai che l’Europa sia all’altezza dei propri valori che sono, insieme allo stato di diritto, il fondamento del progetto comune dell’ Unione Europea”, ammonendo poi, successivamente, in conferenza stampa : “La UE non deve diventare un alibi per coprire le inefficienze delle burocrazie nazionali, sia pubbliche sia private. Noi abbiamo bisogno in questo momento, e ce lo chiedono i nostri cittadini, di una forte opera di sburocratizzazione. Che passa anche dai meccanismi europei, ma soprattutto da come questi vengono declinati dagli Stati nazionali. Non vorrei che l’Europa fosse un alibi per alcune inefficienze dei nostri sistemi nazionali. Ecco perché abbiamo bisogno di spingere, di fare in modo che l’Europa e le sue istituzioni, che non sono solo quelle di Bruxelles, ma sono anche quelle dei nostri Stati membri, collaborino insieme a questa capacità di rapidità degli interventi. Credo che questo sia molto necessario e molto utile, perché già vediamo che alcune risorse che sono disponibili hanno degli stop e dei blocchi da parte di burocrazie non solo pubbliche, ma anche private, che in questo momento devono essere richiamate alla loro responsabilità”.
Quindi, a seguire, l’intervento del Presidente dell’Eurogruppo Centeno, il quale ha assicurato che a giugno o anche prima saranno disponibili i 540 miliardi stanziati per il pacchetto di misure decise nel corso dell’ultimo vertice tra i ministri delle Finanze dei Paesi UE (Mes senza condizionalità, ma limitatamente alle spese sanitarie dirette e indirette, le erogazioni della Banca Europea per gli Investimenti destinate alle piccole e medie imprese e il piano SURE per la cassa integrazione), come sollecitato stamane, durate il suo intervento al Bundestag dalla cancelliera Merkel, la quale ha poi preso la parola , ribadendo quanto già espresso al Parlamento tedesco: no a strumenti quali i Coronabond, richiesti dai Paesi del Sud Europa a cominciare dall’Italia.
“Per la Germania riconoscersi nell’Unione europea è parte della nostra ragione di Stato”, ha sottolineato Angela Merkel, “L’Europa non è l’Europa se non si è pronti a sostenersi gli uni con gli altri, nei tempi di un’emergenza non si ha colpa. In questa crisi abbiamo anche il compito di dimostrare chi vogliamo essere come Europa. Eurobond? Non sono lo strumento adatto. Gli Eurobond non sono il mezzo adatto per combattere la crisi da Coronavirus dato che per un tale passo tutti i Parlamenti degli Stati membri dovrebbero decidere che una parte dei loro bilanci deve essere trasferita all’Ue e questo sarebbe un processo molto difficile che prende molto tempo e non un processo che aiuterebbe nella presente situazione. Invece adesso si tratta di aiutare rapidamente e di avere rapidamente nelle mani strumenti che possano alleviare le conseguenze di questa crisi”.
Infine, l’auspicio che i 500 miliardi di euro in fondi per contrastare le conseguenze siano disponibili entro il primo di giugno , sebbene si sia detta pronta “”per un certo periodo di tempo a dare contributi molto maggiori al bilancio dell’Ue”, in quanto “la cosa più importante è agire velocemente”, esortando i Paesi della UE alla coesione e all’impegno nell’ambito della politica sanitaria : “E’ la sfida più grande dalla Seconda Guerra Mondiale, per la vita e la salute della nostra gente e la domanda su come possiamo impedire al virus di sopraffare il nostro sistema sanitario e di conseguenza impedire che si sacrifichino le vite tantissime persone sarà per lungo tempo la questione centrale della politica in Germania e in Europa” e ,precisando: “Quando ci sarà il vaccino dovrà essere accessibile e messo a disposizione di tutti”.
Netto, invece, il monito della Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde, che, secondo una fonte, avrebbe avvertito: ” La UE sta correndo il rischio di agire troppo poco, troppo tardi. Serve subito un Recovery Fund forte e flessibile. Il Pil dell’Eurozona potrebbe ridursi fino al 15% e vi è il rischio che non tutti i Paesi siano in grado di agire nel modo necessario”.
Tuttavia, stamane, alla vigilia della quarta videoconferenza tra i 27 capi di Stato e di Governo dall’inizio dell’emergenza del Covid19, è stato reso noto dall’Agi un documento della Commissione UE , elaborato nelle scorse settimane e che comunque , a detta del portavoce della Commissione UE Mamer, non sarebbe stato ancora approvato dalla Presidente Von der Leyen o dal suo gabinetto, il quale riporta un piano che sarebbe composto da diversi strumenti introdotti al fine di generare 2.000 miliardi di euro di investimenti , prestiti e spese, usati per rilanciare l’economia dei Paesi UE ,contrattasi a causa della crisi scaturita dalla pandemia.
Tra gli strumenti compresi nel piano (le cui linee guida dovrebbero essere esposte dalla stessa Von der Leyen proprio durante il Consiglio Europeo), vi sarebbe anche il Recovery Fund (proposto dalla Francia e sostenuto dall’Italia)che consentirebbe alla Commissione di emettere debito fino a 320 miliardi di euro, una metà dei quali dovrebbero essere impiegati per finanziare prestiti agli Stati membri , mentre l’altra metà dovrebbe essere usata per stanziamenti diretti attraverso il bilancio UE. Si tratterebbe comunque di prestiti che i Paesi contraenti dovrebbero ripagare dopo il 2027, anche se non si esclude che parte del debito possa essere pagato con nuove risorse proprie.
Sempre secondo tale piano, 200 miliardi poi, dovrebbero servire per finanziare i piani nazionali di ripresa , (attraverso il bilancio per la convergenza e la competitività, che era stato proposto per la zona euro) e 50 miliardi di euro della politica della coesione nel 2021-2022, dovrebbero essere anticipati per generare 150 miliardi di spesa con il cofinanziamento nazionale da impiegare a sostegno di lavoro, sanità e Piccole e Medie Imprese.
E il Sì al Recovery Fund “urgente e necessario”, per 1500 miliardi ,e a titoli di debito comuni tra i Paesi membri è stato ribadito dal Premier Conte ,che ha rimarcato anche il No al Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati nella forma ordinaria,ma ha aperto alla valutazione delle garanzie di un MES senza condizionalità, condizionando comunque il ricorso a tale strumento a una decisione del Parlamento.
Posizione quella del Premier e del Governo, condivisa nell’Opposizione di Centrodestra solo da Forza Italia, con il Presidente Berlusconi, pronto a sostenere il ricorso ad ogni strumento pur di fronteggiare la crisi, smarcandosi quindi dagli alleati Salvini (Lega) e Meloni (Fratelli d’Italia) ,che, al contrario, bocciano il MES e chiedono l’emissione di BTP non tassati destinati a cittadini italiani e l’intervento della Banca Centrale Europea per l’acquisto del debito contratto da Stati membri per rispondere all’emergenza
Intanto, mentre la Camera è chiamata a votare la fiducia al Dl Cura Italia, il Presidente del Consiglio e il Governo lavorano su più fronti: rinviato, forse a domani mattina,il Consiglio dei Ministri , fissato per questa sera, e che dovrà approvare il Documento di Economia e Finanza con i parametri macroeconomici fissati dal Ministero dell’Economia nelle scorse ore , frutto della crisi innescata dall’emergenza sanitaria e pari a un Deficit di +10,4% , a un Pil del -8% e a un rapporto Deficit/ Pil del 155% , e lo scostamento di Bilancio (su cui , non prima di fine aprile, dovrà esprimersi con un voto il Parlamento) necessario per finanziare il nuovo Decreto (Decreto aprile) con le nuove misure economiche a sostegno di lavoratori , imprese e famiglie, il quale ammonterebbe intorno ai 50-55 miliardi di euro, cui dovrebbero essere aggiunti 30 miliardi per le garanzie statali sui prestiti alle imprese, 10 miliardi per le imprese (piccole Srl sotto i dieci dipendenti) , 13 per gli ammortizzatori sociali e altri 12 miliardi per anticipare alle imprese creditrici i pagamenti della Pubblica Amministrazione.
Previsto, poi anche lo stop alle clausole di salvaguardia dell’Iva , che avrebbero pesato sui conti pubblici per 20,1 miliardi, al fine di annullare definitivamente la clausola e dare ai mercati finanziari un segnale di stabilità.
Tutto questo mentre arrivano gli ennesimi dati economici negativi, che stavolta riguardano l’export. L’Istituto Nazionale di Statistica infatti, ha rilevato per il mese di marzo un calo del 12,7% su base annua , il peggiore registrato da oltre venti anni (nel 1999 aveva registrato infatti -12,9%) e un calo su base mensile di -13,9%, il peggiore da gennaio 2009 (quando aveva segnato -16%).
Anche per l’import, l’Istituto ha rilevato un calo su base mensile del 12,4%, il peggiore dal 1993 e su base annua -19,8% ,il calo più ampio da gennaio 2009.
Altro fronte, poi che vede impegnato l’Esecutivo , quello delle riapertura del Paese e del passaggio alla cosiddetta “Fase 2”, di convivenza con il virus e ripresa delle attività, che il Premier Conte ha già chiarito equivarrà a un “allentamento” delle misure restrittive e delle limitazioni e non a una riapertura “indiscriminata”, attuato a livello nazionale a partire dal 4 maggio, seppur con qualche deroga al 27 aprile per comparti e imprese già in grado di assicurare l’attuazione dei protocolli di sicurezza per i lavoratori.
Oltre a quanto già trapelato, all’indomani delle riunioni tecniche con il Comitato socio-economico guidato da Colao e con le parti sociali e gli enti locali (ovvero: ripresa dal 4 maggio per 2milioni e 700 mila lavoratori ,salvo veto per le persone dai sessant’anni in su perché più a rischio, nei settori dell’edilizia , del manifatturiero e dei servizi alla persona e a partire dall’11 maggio per gli esercizi commerciali e dal 18 maggio per bar e ristoranti, con possibilità di spostarsi solo da Comune a Comune e non al di fuori della propria Regione), questa mattina è emerso lo studio (al momento un’ipotesi) al vaglio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti , in collaborazione con Inail e i Comitati Tecnico-Scientifico, e socio-economico, relativo all’organizzazione del Trasporto , che prevede ,in caso di viaggi in aereo, l’uso di guanti e mascherine per tutta la durata del volo,in caso di spostamenti in treno o in bus, l’eliminazione del controllo dei biglietti e della vendita a bordo e l’applicazione di tariffe diversificate in base all’orario per distribuire la domanda ed evitare assembramenti.
Al vaglio del Ministero, inoltre: il distanziamento, i percorsi separati per ingresso e uscita dai mezzi pubblici e anche dalle stazioni, con la creazione di percorsi a senso unico, l’istallazione di dispenser con igienizzanti, ma anche l’eliminazione dei biglietti cartacei, sostituiti da quelli elettronici, la misurazione della temperatura con il termoscanner sia per i passeggeri in partenza sia in arrivo e sia al terminal partenze che alla discesa del velivolo, la presenza di segni a bordo di autobus per indicare i posti dove non ci si potrà sedere al fine di garantire il distanziamento.
Nel caso delle metropolitane poi, previsti flussi di entrata ed uscita separati e il mantenimento delle giuste distanze sia in banchina sia sulle scale mobili e l’introduzione di sistemi idonei per segnalare il raggiungimento dei livelli di saturazione stabiliti e di telecamere intelligenti per monitorare i flussi.
In ultimo, nel caso di spostamenti a bordo di taxi o di auto a noleggio con conducente , previsto il divieto di sedersi accanto al guidatore , che deve indossare la mascherina, come i passeggeri, massimo due, se muniti di protezione individuale idonea, uno, se non dotato, seduti sui sedili posteriori. Al vaglio, anche l’uso di un divisorio all’interno delle vetture.
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