di Federica Marengo giovedì 4 dicembre 2025

-Il 28 novembre scorso, prima giornata del Suo primo Viaggio Apostolico, che ha avuto come prima tappa la Turchia, Papa Leone XIV ha tenuto l’incontro di Preghiera con i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, i Consacrati, le Consacrate e gli Operatori Pastorali, presso la Cattedrale dello Spirito Santo ad Istanbul.
Accolto all’ingresso dal Vicario Apostolico e dal Parroco, recanti la Croce e l’acqua benedetta per l’aspersione, il Pontefice, dopo aver ricevuto dei fiori in dono da dei bambini, ha raggiunto l’altare, attraversando la navata centrale.
Quindi, ricevuto il benvenuto dal Presidente della Conferenza Episcopale, Mons. Martin Kmetec, Arcivescovo di Izmir, al termine della Liturgia della Parola, il Santo Padre ha tenuto la Sua omelia, nella quale, rivolgendosi alla comunità ecclesiale, ha invitato quest’ultima a coltivare il seme della fede, a prendersi cura dei giovani, dei migranti e dei rifugiati, mettendola in guardia dal pericolo di “un arianesimo di ritorno, che considera Gesù un maestro sapiente e non il Dio vivo e vero in mezzo a noi”.
Inoltre, nella Sua omelia, Papa Leone XIV, ricordando il 1700° anniversario del primo degli otto Concili, svoltisi a Nicea, ha sottolineato come tale evento , sempre attuale, rappresenti anche per la Chiesa di oggi alcune sfide, come: l’importanza di cogliere l’essenza della fede e dell’essere cristiani; l’urgenza di riscoprire in Cristo il volto di Dio Padre e la mediazione della fede e lo sviluppo della dottrina.
Infine, il Pontefice ha ricordato la figura di San Giovanni XXIII, “che ha amato e servito il popolo turco”, affidando la comunità ecclesiale all’intercessione di Maria Santissima, la Theotokos.
A seguire, concluso l’incontro con la benedizione e il canto finale, il Santo Padre, si è recato in auto alla Casa di accoglienza per anziani delle Piccole Sorelle dei Poveri, dove è stato accolto dalla Madre Superiore, dalla precedente Superiora e dalla Provinciale della Comunità, con cui ha raggiunto la Cappella dove erano presenti gli operatori, gli assistiti e i benefattori della struttura.
Qui, ricevuto il benvenuto della Direttrice della Casa, Papa Leone XIV ha rivolto il Suo saluto, nel quale, ringraziando per l’accoglienza, ha lasciato ai presenti due riflessioni: la prima, sul segreto della carità cristiana, ovvero , “prima di essere per gli altri, essere con gli altri, in una condivisione basata sulla fraternità”; la seconda, sull’importanza del rispetto per gli anziani, alla luce della società attuale, nella quale , invece, “in molti contesti sociali domina l’efficienza e il materialismo”, mentre, ha sottolineato il Pontefice, “la Sacra Scrittura e le buone tradizioni ci insegnano che , come amava ripetere Papa Francesco , gli anziani sono la saggezza di un popolo, una ricchezza per i nipoti, per le famiglie, per l’intera società”.
Poi, dopo la recita dell’Ave Maria, la firma del Libro d’Onore, (nel quale il Pontefice ha scritto il seguente messaggio: “Benedico di cuore questa casa con tutti i suoi ospiti e in modo speciale le Piccole Sorelle dei Poveri per il loro servizio qui e la loro testimonianza a tutti. Con la mia benedizione apostolica”), lo scambio dei doni, la benedizione e la foto di gruppo , il Santo Padre si è congedato, per recarsi presso la Delegazione Apostolica, dove ha incontrato in forma privata il Rabbino Capo della Turchia, con cui ha parlato di come la Sua visita nel Paese fosse un segno di pace e un sostegno per tutte le comunità religiose.
Nel pomeriggio, Papa Leone XIV, lasciata la Delegazione Apostolica, ha raggiunto in auto l’aeroporto Istanbul-Atatürk, da dove, in elicottero, ha raggiunto Iznik (l’antica Nicea), per partecipare, presso gli scavi archeologici dell’antica Basilica di San Neofito, all’Incontro Ecumenico di Preghiera per commemorare il 1700° anniversario del primo Concilio, ivi svoltosi.
Arrivato, il Pontefice è stato accolto dal Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, S.S. Bartolomeo I e, successivamente, i 60 Vescovi ortodossi presenti hanno raggiunto in processione la piattaforma in prossimità degli scavi archeologici, disponendosi in semicerchio davanti alle icone di Cristo e del Concilio, dove si è proceduto all’accensione di una candela.
Dopo un canto di apertura e un gesto simbolico, il Patriarca Bartolomeo I ha tenuto un discorso di benvenuto al Santo Padre, seguito dalla preghiera ecumenica e dalla Lettura del Vangelo.
E’ stato, poi, Papa Leone XIV a pronunciare il Suo discorso, nel quale, ha lanciato un appello a “respingere con forza l’uso della religione per giustificare guerre e violenze, fondamentalismo e fanatismo”, sottolineando l’importanza della Professione di Fede del Credo, definita proprio nel primo Concilio di Nicea, per chiedersi chi sia Gesù Cristo nella vita delle donne e degli uomini di oggi.
Il Pontefice ha quindi sottolineato: “Questa domanda interpella in modo particolare i cristiani, che rischiano di ridurre Gesù Cristo a una sorta di leader carismatico o di superuomo, un travisamento che alla fine porta alla tristezza e alla confusione. Negando la divinità di Cristo, Ario lo ridusse a un semplice intermediario tra Dio e gli esseri umani, ignorando la realtà dell’Incarnazione, cosicché il divino e l’umano rimasero irrimediabilmente separati. Ma se Dio non si è fatto uomo, come possono i mortali partecipare alla sua vita immortale? Questo era in gioco a Nicea ed è in gioco oggi: la fede nel Dio che, in Gesù Cristo, si è fatto come noi per renderci “partecipi della natura divina. Questa confessione di fede cristologica è di fondamentale importanza nel cammino che i cristiani stanno percorrendo verso la piena comunione: essa infatti è condivisa da tutte le Chiese e Comunità cristiane nel mondo, comprese quelle che, per vari motivi, non utilizzano il Credo Niceno-Costantinopolitano nelle loro liturgie. Infatti, la fede “in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli della stessa sostanza del Padre” è un legame profondo che unisce già tutti i cristiani”.
Pertanto, il Santo Padre ha invitato “a superare lo scandalo delle divisioni che purtroppo ancora esistono e ad alimentare il desiderio dell’unità per la quale il Signore Gesù ha pregato e ha dato la sua vita”, in quanto, più i cristiani sono riconciliati, tanto più possono “rendere una testimonianza credibile al Vangelo di Gesù Cristo, che è annuncio di speranza per tutti, messaggio di pace e di fraternità universale che travalica i confini delle comunità e delle nazioni”.
Infatti, ha proseguito Papa Leone XIV, “La riconciliazione è oggi un appello che proviene dall’intera umanità afflitta da conflitti e violenze. Il desiderio di piena comunione tra tutti i credenti in Gesù Cristo è sempre accompagnato dalla ricerca di fraternità tra tutti gli esseri umani. Nel Credo Niceno professiamo la nostra fede “in un solo Dio Padre”; tuttavia, non sarebbe possibile invocare Dio come Padre se rifiutassimo di riconoscere come fratelli e sorelle gli altri uomini e donne, anch’essi creati a immagine di Dio. C’è una fratellanza e sorellanza universale, indipendentemente dall’etnia, dalla nazionalità, dalla religione o dall’opinione. Le religioni, per loro natura, sono depositarie di questa verità e dovrebbero incoraggiare le persone, i gruppi umani e i popoli a riconoscerla e a praticarla. L’uso della religione per giustificare la guerra e la violenza, come ogni forma di fondamentalismo e di fanatismo, va respinto con forza, mentre le vie da seguire sono quelle dell’incontro fraterno, del dialogo e della collaborazione”.
Al termine del Suo discorso, poi, il Pontefice ha ringraziato Sua Santità Bartolomeo, “il quale, con grande saggezza e lungimiranza, ha deciso di commemorare insieme il 1700° anniversario del Concilio di Nicea proprio nel luogo in cui fu celebrato” e i Capi delle Chiese e i Rappresentanti delle Comunioni Cristiane Mondiali che hanno accolto l’invito a partecipare a questo evento, pregando affinché “Dio Padre, onnipotente e misericordioso, ascolti la fervida preghiera rivoltagli e conceda “che questo importante anniversario porti frutti abbondanti di riconciliazione, di unità e di pace”.
A seguire, intonati dei canti, recitati la corale del Credo niceno-costantinopolitano, le invocazioni, la Preghiera del Padre Nostro e , impartita la benedizione, il Santo Padre e il Patriarca hanno lasciato la piattaforma, seguiti dai 60 Vescovi ortodossi in processione.
Papa Leone XIV, congedatosi, si è recato all’eliporto di İznik e da lì, in elicottero, all’Aeroporto Istanbul-Atatürk , per poi spostarsi alla Delegazione Apostolica e incontrare in forma privata i Vescovi di Turchia.
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