Settima tappa del nostro tour attraverso il decumano maggiore, è il Santuario di San Gaetano Thiene, nella piazza omonima, conosciuto anche come “succorpo di San Gaetano Thiene” o come “cripta di San Paolo Maggiore”, in quanto parte della chiesa adiacente intitolata al Santo. Raggiungibile attraverso una porta posta dopo la seconda cappella della navata di destra della suddetta basilica, l’edificio fu progettato nel 1589 dall’arcitetto e pittore, Francesco Solimena, per ospitare le spoglie dei padri teatini fondatori dell’Ordine, precedentemente sepolte in un giardino-cimitero posto tra il pronao dell’antico tempio pagano e il pronao della chiesa primitiva. Trasformato in cappella e aperto alle celebrazioni delle Messe nel 1624, il succorpo venne restaurato nel XVII° secolo in stile barocco, con decorazioni e affreschi realizzati da Domenico Antonio Vaccaro e Donato Massa.
di Federica Marengo sabato 9 novembre 2019
Usciti dalla Basilica di San Lorenzo Maggiore, percorrendo pochi metri,ci ritroviamo in piazza San Gaetano. A colpirci, è la statua del Santo, rappresentato a braccia spalancate mentre volge lo sguardo al cielo, come in estasi al cospetto di Dio e , circondato da una schiera di puttini. Decidiamo allora di sapere qualcosa di più di questo Santo così poco conosciuto.
A parlarci di lui è una esperta delle vite dei Santi, abitante del quartiere e parrocchiana della Basilica di San Paolo Maggiore, parte, quest’ultima, del santuario dedicato al religioso, canonizzato nel 1671 da papa Clemente X, essendo l’edificio costruito in un ambiente appartenente ai sotterranei della chiesa.
La signora, memoria storica del quartiere Purgatorio ad Arco, in cui sono site le due strutture, ci dice che Gaetano Thiene è stato un sacerdote, fondatore nel 1527, in piena epoca della Controriforma, dell’ordine dei Teatini, insieme con Gian Pietro Carafa , futuro papa Paolo IV, Vescovo di Chieti (in latino Theati, da cui il nome “teatini” attribuito ai membri della confraternita), approvato poi da papa Clemente VII°, e che il suo intento era quello di restaurare nella Chiesa la regola primitiva di vita apostolica, sulla base della riforma cattolica attuata agli inizi del XVI° secolo.
Fondatore, nel 1533, di una casa anche a Napoli, grazie al Viceré Pedro de Toledo che gli concesse come sede la Basilica di San Paolo Maggiore, dopo essersi speso per la formazione dei sacerdoti impegnati in opere di assistenza e carità presso l’Ospedale degli Incurabili ed essersi speso per contrastare la diffusione delle dottrine eterodosse di Bernardo Ochino e Juan de Valdés, fra il 1540 e il 1543 si trasferì a Venezia , per poi tornare nel capoluogo partenopeo, dove si spense nel 1547.
Terminata la spiegazione dell’esperta, decidiamo di entrare nel santuario, scegliendo l’ingresso esterno da piazza San Gaetano e non quello interno da una porta posta dopo la seconda cappella della navata di destra della Basilica di San Paolo Maggiore.
L’edificio, noto anche come : “Succorpo di San Gaetano”, è stato realizzato come cripta sotterranea della Basilica di San Paolo Maggiore, per ospitare le spoglie dei padri teatini fondatori dell’Ordine.
In origine, infatti, le sepolture avvenivano in un giardino tra il pronao dell’antico tempio pagano (il tempio dei Dioscuri, risalente all’epoca greco-romana su cui è stata edificata la chiesa intitolata a San Paolo,costruita nell’area dove sorgeva anche l’anfiteatro), e il pronao della chiesa primitiva dedicata al Santo, poi, nel 1581, con l’avvio di lavori di ampliamento, il cimitero fu abolito e nel 1589 i resti furono traslati nella nuova cripta progettata dall’architetto e pittore Francesco Solimena, costituita da un’unica navata corrispondente all’odierno corpo centrale. Quindi, il 7 agosto 1624, il succorpo venne trasformato in cappella, aperta alla celebrazione liturgica.
La struttura, restaurata nel XVII° secolo in stile barocco, conserva le tracce del rifacimento nei marmi policromi ,che decorano gli ambienti, e nelle tracce dell’antico pavimento in riggiole e marmi, con motivi naturalistici tipici della maiolica napoletana, progettato da Domenico Antonio Vaccaro e realizzato da Donato Massa, artigiano, autore delle maioliche del Chiostro delle Clarisse presso la Basilica di Santa Chiara.
Solimena, invece, eseguì anche l’affresco sulla volta dell’edificio, rappresentante “La Resurrezione di San Gaetano”, databile al 1717.
Nel santuario poi, scorgiamo quattro bassorilievi posti nel braccio centrale ,raffiguranti Scene di vita di San Gaetano, scolpiti nel 1720 da Domenico Antonio Vaccaro, e tele tra cui quelle attribuite a un pittore manierista della scuola di Giovan Bernardo Lama, rappresentanti “Il Martirio di Sant’Andrea” e “San Pietro liberato dell’Angelo”, databili alla metà del XVI° secolo e provenienti dalla Cappella dei Santi Pietro e Paolo.
Al di sotto dell’altare maggiore, invece, troviamo le spoglie di San Gaetano, del Beato Giovanni Marinoni e di altri venti padri teatini , morti fra il 1540 e il 1587.
Terminata dunque la visita, usciamo per recarci nell’adicente Basilica di San Paolo Maggiore, l’ottava tappa del nostro tour.
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