-Le Comunicazioni del Ministro della Salute alle Camere sulla cornice (Decreto Covid) del nuovo Dpcm per le festività natalizie, in vigore dal 4 dicembre e fino a oltre l’Epifania e sul piano di distribuzione vaccini, seguite dal via libera alle risoluzioni di Maggioranza. Confermata la ripartizione delle Regioni in aree di rischio, anche se tutta o gran parte dell’Italia, a metà dicembre, dovrebbe rientrare nell’area Gialla a basso rischio. Vietati dal 20 dicembre gli spostamenti tra le Regioni (eccetto che per i rientri nei luoghi di residenza o domicilio e per lo spostamento verso le seconde case, ma solo se nella stessa Regione o se in area gialla e) e ,nei giorni del 25, 26 dicembre e del 1 gennaio, anche tra Comuni. Disincentivati i viaggi all’estero, per cui è prevista comunque la quarantena al rientro. Coprifuoco dalle 22:00 alle 6:00 del mattino anche nella notte della Vigilia e di Capodanno. Chiusi, invece, gli impianti sciistici e gli hotel nelle località di montagna. Possibile apertura dei ristoranti a pranzo nelle Regioni di area gialla compreso nei giorni del 25 e del 26. Prolungato alle 21:00 , l’orario di apertura dei negozi, aperti i centri commerciali nel fine settimana. Quanto ai vaccini, arriveranno da gennaio, saranno gratuiti, non obbligatori e la distribuzione sarà centralizzata e con il supporto dell’Esercito. Tra i primi soggetti ad essere vaccinati, i sanitari, gli Operatori sanitari e sociosanitari, i residenti e il personale delle Rsa. Poi, dalla primavera, vaccinazioni di massa. Nel pomeriggio, riunione del Premier Conte con i capigruppo e i capidelegazione di Maggioranza sul decreto quadro che verrà licenziato dal Consiglio dei Ministri previsto per la serata e domani la firma del Dpcm da parte del Presidente del Consiglio.
-Tensioni nella Maggioranza e nelle Opposizioni di Centrodestra sulla riforma del Mes, mentre la Commissione Bilancio della Camera ha bocciato,per mancanza di coperture, l’emendamento Pd-LeU alla Manovra che introduceva la patrimoniale, ma i due firmatari Fratojanni e Orfini hanno fatto sapere che lo ripresenteranno al Senato.
-Istat, a ottobre cala la disoccupazione, ma su base annua persi, a causa della pandemia, 473 mila occupati. Disoccupazione giovanile al 30%.
di Federica Marengo mercoledì 2 dicembre 2020
“Per la stabilizzazione dei primi risultati c’è bisogno di altre settimane di sacrifici e poi di una cura di mantenimento. L’onda resta ancora molto alta quindi attenzione a non scambiare un primo raggio di sole con scampato pericolo. Non facciamoci illusioni, se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l’angolo”. Così, il ministro della Salute Speranza al Senato e alla Camera nelle sue Comunicazioni , tenute nella giornata di oggi, riguardo alla cornice del Dpcm (il Decreto Covid) con le misure per le festività natalizie che, dovrebbe essere licenziato e firmato questa sera dal Consiglio dei Ministri, e cui dovrebbe seguire nella giornata di domani l’approvazione e la firma da parte del Premier del Dpcm ,che dovrebbe entrare in vigore dal 4 dicembre e fino al 10-15 gennaio, e sul piano per le vaccinazioni elaborato dal Ministero, in collaborazione con il Commissario Straordinario per l’emergenza Arcuri, l’Istituto Superiore di Sanità e l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco).
“L’insieme delle misure che abbiamo adottato inizia a dare i primi incoraggianti risultati, l’indice Rt è passato da 1,7 a 1,08 in 4 settimane, sono fiducioso che possa scendere a breve sotto l’1. La situazione è ancora molto seria e nessuna sottovalutazione può essere ammissibile. Le misure che abbiamo messo in campo stanno funzionando, l’obiettivo del Governo è piegare la curva senza un lockdown generalizzato. Le ordinanze sono scelte ispirate dal principio di precauzione che hanno aiutato a ridurre il contagio e il numero dei nuovi casi. Il Governo si è assunto la responsabilità di scelte difficili, ma necessarie. Senza di esse la pressione sugli ospedali diverrebbe insostenibile. L’impianto a colori sta funzionando. Al momento, le Regioni tendono verso il giallo, ma possiamo subito intervenire. Ma se stiamo andando nella direzione giusta, l’altra verità è che c’è ancora una situazione molto complicata nel Paese, perché contagi e decessi sono ancora elevati, così come la pressione sui posti letto. Oggi abbiamo 320 casi ogni 100 mila abitanti, un dato alto, la cifra per riportare sotto controllo la curva è 50 casi per 100 mila”, ha spiegato Speranza, per poi illustrare le misure-quadro anti Covid19, previste per le festività: “Dobbiamo disincentivare gli spostamenti tra Regioni il 25, 26 e il 1° gennaio e limitare anche gli spostamenti tra Comuni. Dobbiamo affrontare le feste con massima serietà ,se non vogliamo nuove chiusure a gennaio. Per le feste, le limitazioni previste dovranno essere rafforzate anche nel quadro di un coordinamento europeo. Bisogna limitare il più possibile i contatti tra persone. L’orientamento del Governo è quello di disincentivare anche gli spostamenti internazionali e limitati gli spostamenti tra le Regioni. Bisognerà poi evitare potenziali assembramenti nei luoghi di attrazione turistica legati in modo particolare alle attività sciistiche. È opportuno, più in generale, ridurre i rischi di diffusione del contagio connessi ai momenti di aggregazione durante le festività del Natale e del Capodanno”.
Poi, la precisazione sulla Scuola e su possibili rientri in aula, all’indomani del proposito espresso dal Presidente Conte ai capidelegazione di Maggioranza, in sostegno alla ministra dell’Istruzione Azzolina, di voler riaprire gli istituti Superiori il 14 dicembre, in maniera simbolica,almeno nelle aree gialle: “Per quel che riguarda le scuole, compatibilmente con l’ evoluzione del quadro epidemiologico, è obiettivo del Governo riportare in presenza le scuole superiore”, anche se ,con ogni probabilità, si deciderà per un ritorno in presenza dal 7 gennaio, come richiesto anche dai Presidenti di Regione.
Quanto al piano vaccini, il titolare del Ministero della Salute, ha così chiarito: “Non vogliamo disporre l’obbligatorietà della vaccinazione, il nostro obiettivo è raggiungere il prima possibile l’immunità di gregge, ma vediamo la luce in fondo al tunnel. Avremo i primi vaccini a gennaio. L’acquisto del vaccino è centralizzato e sarà somministrato gratuitamente a tutti gli italiani, E’ probabile che saranno necessarie due dosi per ogni vaccinazione, l’Italia ha opzionato 202 milioni di dosi. Le prime dosi potranno cominciare ad essere disponibili da gennaio. Non sono i singoli Stati a trattare con case farmaceutiche, ma è la Commissione UE a negoziare per tutti gli Stati europei. Le trattative avviate si sono concentrate su un gruppo di aziende con vaccini con diverse tecnologie e i vaccini saranno distribuiti agli stati secondo le popolazioni, con più dosi nel secondo e terzo trimestre 2021. Se tutti i processi autorizzativi andassero a buon fine l’Italia potrebbe contare su: 40,38 milioni di dosi Astrazeneca, 26,92 milioni Johnsson, 20 milioni Sanoifi, 26 milioni Biontech, Modena 10,768 milioni dosi. Ad oggi sono state indicate due date da Ema: 29 dicembre per vaccino Pfizer e 12 gennaio per vaccino Moderna. da queste aziende avremo 8 milioni di dosi da Pfizer e 1,346mila dosi da Moderna. Cuore della campagna vaccinale secondo le previsioni sarà tra la prossima primavera e l’estate. Le categorie da vaccinare con priorità, sono gli operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale delle Rsa per anziani, persone in età avanzata per ottenere una maggiore copertura vaccinale e coprire persone con maggiori fattori di rischio con l’aumento delle dosi si vaccineranno anche le altre categorie, come le persone dei servizi essenziali come personale scolastico e forze dell’ordine. Nel caso poi di focolai in aree del Paese, saranno destinate scorte di vaccini rispetto ai territori in difficoltà”.
Infine, sulla distribuzione dei vaccini, ha evidenziato: “Avverrà con coinvolgimento delle forze armate Per i vaccini che necessitano di catena del freddo standard ci sarà un sito nazionale di stoccaggio e siti territoriali, per i vaccini con catena del freddo estrema questi saranno consegnati da aziende presso 300 punti vaccinali. Il confezionamento dei vaccini multi dose richiede un numero di siringhe e diluente e il commissario straordinario assicurerà il materiale necessario. Nella fase iniziale, ci saranno vaccinazioni centralizzate presso gli ospedali o con unità mobili. Si stima un fabbisogno di circa 20mila persone per attuare la campagna. Si ricorrerà a professionalità esistenti nel Paese anche con la pubblicazione di invito per partecipare alla campagna di vaccinazione nonché a stipula di accordi con il ministero della Ricerca per contatti con le scuole di specializzazione medica. E per questo ringrazio il ministro Manfredi. Migliaia di iscritti alle scuole di specializzazione parteciperanno alla campagna vaccinale”.
A seguire, poi il dibattito in Aula, e il voto sulle risoluzioni di Maggioranza e Opposizione, con il ministro Speranza, che nel corso della sua replica alla discussione dei senatori ha espresso parere favorevole, non solo sul testo presentato dalle forze di Governo, ma anche su una parte di quello presentato dalle Opposizioni di Centrodestra, e ,nello specifico, quella riguardante la campagna comune per la vaccinazione anti Covid , poiché , ha spiegato: “Il vaccino non deve dividere ed è l’impegno di tutto il Paese”.
Approvazione, dunque, quella della risoluzione di Maggioranza, incassata sia al Senato che alla Camera, non senza divergenze su alcuni punti del Dpcm da parte dei capigruppo espressione delle forze di Governo, risolte da questi ultimi con il compromesso di affidare la firma della risoluzione ai Capigruppo in Commissione Salute.
Un disaccordo, spiegato così dal capodelegazione al Senato del Pd, Marcucci: “Abbiamo detto ieri a Conte e oggi al ministro Speranza i nostri punti di vista. Ovviamente il testo del Dpcm lo fa il Governo, lo firmerà il Premier in giornata e lo vedremo. I nodi che restano sono gli stessi, ma c’è concordia nel privilegiare le questioni sanitarie in linee generali. I capigruppo non sono divisi, il Ministro ha ascoltato. Tra le osservazioni fatte ai rappresentanti del Governo ci sono le chiusure dei ristoranti: per ora restano alle 18, noi abbiamo chiesto di verificare per gli alberghi il 31 gennaio. Sui ristoranti aperti a Natale e Capodanno va definita l’utenza a livello territoriale, per cui ad esempio un ristorante a Roma è aperto per tutti e chi abita a Roma può scegliere fra tanti locali, in un comune piccolo non è così. Abbiamo sottolineato che ci sono cittadini delle grandi città che possono muoversi e altri che non possono farlo e avere i servizi. Altra richiesta è di dare attenzione ai ricongiungimenti familiari di primo grado come genitori e figli anche tra Regioni, ma è un tema delicato”.
Vediamo, però, quali dovrebbero essere le norme ad hoc previste dal decreto in vigore durante le Festività, che dovrebbero essere finalizzate a far passare tutte o gran parte delle Regioni in una zona “gialla rafforzata” con indice Rt sotto 1, contenendo così i contagi, per evitare una terza ondata a gennaio:
-Lo stop agli spostamenti tra Comuni nei giorni del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio. Dal 20 dicembre, inoltre, gli spostamenti tra Regioni gialle potrebbero essere consentiti solo per far ritorno al proprio luogo di residenza e ai luoghi di domicilio. Stop, sempre dal 20 dicembre, agli spostamenti tra le Regioni per raggiungere le seconde case. Chiusi hotel e impianti sciistici nelle Regioni dell’arco alpino e ferme, le crociere.
-Confermato, il coprifuoco dalle 22:00 alle 6:00 del mattino anche alla Vigilia e a Capodanno, con anticipazione della Messa di Natale fra le 20:00 e le 20:30. Aumentato il numero delle funzioni del 24 e del 25 per evitare assembramenti.
– Nella zona gialla, poi, novità, rispetto alle indiscrezioni circolanti nei giorni scorsi che volevano una chiusura in tutte le aree: i ristoranti dovrebbero restare sempre aperti a pranzo nelle Regioni collocate in area gialla, e anche a Natale, Santo Stefano e Capodanno, mentre dovrebbero restare in vigore le limitazioni legate al distanziamento e ai posti ai tavoli. A Capodanno, invece, per evitare veglioni, anche i ristoranti degli alberghi potrebbero dover chiudere alle 18, assicurando per i clienti solo servizio in camera. Per le abitazioni private, invece, solo raccomandazioni( cenoni tra conviventi).
“Ore decisive per questo Dpcm,probabilmente il più lungo per durata della storia recente tra questi provvedimenti per regolare le nostre azioni. Parte il 4 dicembre, c’è un dibattito alle Camere e non è corretto anticipare le conclusioni, ma andrà sicuramente oltre l’Epifania, se un giorno dopo o una settimana dopo si stabilirà nel dibattito. Dicembre deve essere il mese che ci fa mettere in sicurezza il Paese senza fare un lockdown nazionale. Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte d’Italia sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali per il periodo delle feste che non ci fanno allentare i nostri comportamenti. Il 7 gennaio il Paese ripartirà, incrociando una grande campagna di vaccini“, ha dichiarato, il ministro per gli Affari Regionali ,Boccia, che domani presiederà una nuova Conferenza Stato-Regioni, Regioni, alle quali in serata-nottata verrà trasmessa la bozza del Dpcm.
Non solo Dpcm per le Festività però. In queste ore, infatti, il Governo è alle prese con la riforma del MES (il Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati) e la tensione scaturita dal voto favorevole espresso per l’Italia dal Ministro dell’Economia Gualtieri all’Eurogruppo del 30 novembre e che dovrà essere confermato dal Parlamento il 9 dicembre, giorno nel quale il Premier dovrebbe riferire alle Camere in vista della partecipazione al Consiglio Europeo del 10 e 11 dicembre, nel quale si dovrebbe pervenire a un accordo sul bilancio pluriennale della UE e sul Recovery Fund, a fronte del veto di Ungheria e Polonia.
Il sì dei ministri delle Finanze dell’area Euro alla riforma ,che prevede , tra le altre , le modifiche ai trattati che regolano il Meccanismo Europeo di Stabilità o Fondo Salva Stati con l’introduzione del back stop, il piano per una rete di sicurezza destinato al fondo di risoluzione unico delle banche, e il rafforzamento e la semplificazione dell’uso degli strumenti a disposizione del Mes prima del salvataggio di un Paese, ovvero, le linee di credito precauzionali, utilizzabili nel caso in cui un Paese venga colpito da uno shock economico e voglia evitare di finire sotto stress sui mercati, e l’eliminazione del Memorandum (che nel 2012 ha imposto condizioni rigidissime alla Grecia) sostituendolo con una lettera d’intenti che assicura il rispetto delle regole del Patto di stabilità, non è piaciuto a una parte del M5S.
Nella giornata di oggi , infatti, 17 senatori e 52 deputati (poi scesi al numero di 30 per il ricomporsi delle divergenze) hanno scritto e inviato una lettera all’ex Capo politico Di Maio, al capo reggente Crimi , al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, in quota 5S, Fraccaro, e ai capigruppo di Camera e Senato (che hanno annunciato il voto a favore sulla riforma, ribadendo il no al ricorso alla linea di credito sanitaria), manifestando la volontà di riportare l’indirizzo di voto sulle posizioni originarie del Movimento, da sempre contrario al Meccanismo o di procedere a un rinvio della votazione del 9 dicembre, pena il voto contrario alle Camere.
Tensione, registratasi non solo nella Maggioranza, quella sul Mes, ma anche all’interno delle Opposizioni di Centrodestra, all’indomani delle dichiarazioni del Presidente di Forza Italia Berlusconi dettosi contrario alla riforma del meccanismo, in quanto non soddisfacente per l’Italia e non in linea con quanto indicato dal Parlamento UE e quindi orientato per il No (confermando però il sì all’attivazione della linea di credito sanitaria da 37 miliardi per fronteggiare il Covid19), posizione non condivisa da una parte dei parlamentari azzurri che ha parlato di “ricatto” da parte del segretario del Carroccio, Salvini, il quale, in caso di sì alle modifiche da parte degli alleati, ha minacciato una scissione. Soddisfatti per il No di Berlusconi, invece, proprio il leader leghista e la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni.
Cammino ,dunque ,tutto in salita quello dell’Esecutivo , che al Senato, può contare su numeri già risicati, cui però potrebbe venire in soccorso la pattuglia di forzisti pro riforma del Mes.
Acque agitate nella Maggioranza e nelle Opposizioni di Centrodestra, anche per via della task Force(6 manager, 300 tecnici e il monitoraggio dell’Anac) individuata, oltre alla cabina di regia politica ,i ministri Gualtieri (Economia), Patuanelli (Sviluppo Economico) ed Amendola( Affari Europei) dal Premier Conte per realizzare il piano di riforme ,atto ad accedere al Recovery Fund da 209 miliardi messo a disposizione della Commissione UE , che , tra le forze di Governo non entusiasma Italia Viva, e neppure il M5S, e che vede le forti critiche della coalizione di Centrodestra.
Tutto ciò, mentre la Commissione Bilancio della Camera ha bocciato per mancanza di coperture l’emendamento alla Manovra 2021 a firma Fratoianni (LeU) e Orfini (Pd) che introduce una tassa sui patrimoni netti (abitazioni incluse) superiori ai 500 mila euro, e che, secondo quanto dichiarato dai due parlamentari, verrà ripresentato al Senato, agitando ulteriormente la Maggioranza.
Sul fronte macroeconomico infine, l’Istituto Nazionale di Statistica ha reso noti oggi i dati sulla disoccupazione e l’occupazione del mese di ottobre e su base annuale, registrando una lieve diminuzione degli occupati rispetto a settembre (-0,1% pari a 13.000 unità in meno) , cospicua, invece rispetto ad ottobre 2019 a causa della pandemia, con 473,000 persone al lavoro in meno.
Il calo ,per l’ Istat, è dovuto soprattutto al crollo del lavoro indipendente e di quello a termine, mentre gli occupati stabili sono aumentati (+61.000) per effetto del blocco dei licenziamenti.
Rispetto a febbraio poi, si sono persi nel complesso 420.000 occupati. Nel trimestre agosto-ottobre 2020 si è registrato un aumento di 115.000 occupati sul trimestre precedente, mentre il tasso di disoccupazione è stabile al 9,8% rispetto a settembre, ma in aumento di 0,3 punti su ottobre 2019.
A crescere, soprattutto l’inattività (+0,8 punti sull’anno) e il tasso di disoccupazione dei giovani al 30,3%.
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