di Federica Marengo lunedì 25 marzo 2024
-Si è celebrato oggi, 25 marzo , il “DanteDì”, la Giornata dedicata a Dante Alighieri, istituita con una Direttiva del Consiglio dei Ministri il 17 gennaio del 2020, su iniziativa dell’allora ministro della Cultura Franceschini, in occasione dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, avvenuta mentre si trovava in esilio a Ravenna, fra il 13 e 14 settembre del 1321 e, fissata il 25 marzo, in quanto, secondo i dantisti, proprio nella notte fra il 24 e il 25 marzo del 1300 sarebbe iniziato il viaggio di Dante nell’aldilà narrato nella Divina Commedia, poema scritto fra il 1306 e il 1321, caposaldo della Letteratura medievale e del Dolce Stil Novo.
Padre della lingua italiana e, tra i pilastri della storia della Letteratura non solo italiana,ma mondiale, l’Alighieri nacque a Firenze fra il 21 maggio e il 21 giugno del 1265 e oltre al poema diviso in tre cantiche: “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso”, scrisse anche altre opere di rilievo, quali: la “Vita Nova”, scritta fra il 1292 e il 1293, in cui descrive l’innamoramento per Beatrice, fonte di ispirazione e di salvezza, e che contiene il celebre sonetto: “Tanto gentile e tanto onesta pare”; il “Convivio”(1303-1308) sul ruolo civile della Letteratura; “De Vulgari eloquentia” (1303-1304), trattato scritto in Latino in cui Dante difende la dignità e l’importanza della lingua “Volgare” e “De Monarchia”(1310-1313), summa del suo pensiero e della sua filosofia politica.
Varie, anche quest’anno, le iniziative promosse dal Ministero della Cultura, che si sono svolte in tutta Italia , a cominciare dalla città natia, tanto cara al Sommo Poeta, Firenze. Qui, gli studenti e le studentesse del biennio del corso di Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti, scelta quest’anno dal Ministero dell’Università e della Ricerca come promotrice del “DanteDì” , con la supervisione dei loro professori e delle loro professoresse, hanno realizzato un video, pubblicato sui canali social del Ministero, composto dalle animazioni e dagli effetti sonori che, attraverso un lavoro di ricerca e rielaborazione artistica, raccontano gli episodi più rilevanti della Divina Commedia.
Inoltre, in mattinata, presso la Sala Ghiberti della stessa Accademia, si è tenuta la conferenza dal titolo “Voi che ‘ntendendo il terzo ciel movete. Dante e l’angelologia del XIII secolo”, curata da Anna Rodolfi, docente di Storia della Filosofia medievale, presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università fiorentina.
A Santa Croce, invece, si è svolta una visita presso il cenotafio, il monumento sepolcrale dedicato all’Alighieri. La stessa Basilica, poi, è il punto di partenza di un tour virtuale attraverso dei percorsi danteschi, che è possibile effettuare tramite l’applicazione In Toscana con Dante” , realizzata dalla Regione Toscana.
Un altro appuntamento fiorentino con le celebrazioni dantesche, si è tenuto presso l’Accademia della Crusca, dove, dopo i saluti del Presidente Paolo D’Achille, l’accademico Rosario Coluccia ha svolto una lezione intitolata “Testo e lingua della Commedia”, seguita da un intervento dell’attore e regista Gabriele Lavia, che ha dato vita a “Una lettura per Dante”.
Infine, Giunti Odeon ha riproposto la versione restaurata di uno dei primi film su Dante , girato a Firenze nel 1922, dal titolo: “Dante nella vita e nei tempi suoi”.
Altre iniziative in occasione del DanteDì si sono svolte a Roma, dove al Pantheon-Basilica di Santa Maria ad Martyres, si sono svolte due visite speciali in cui è stato evocato genio del Poeta: una, dal titolo “Vergine madre, figlia del tuo Figlio…”(Paradiso XXXIII)-Itinerario artistico-teologico della Via Crucis al Pantheon, a cura della Dott.ssa Annalisa Mucerino, in cui sono stati approfonditi i riferimenti simbolico-scritturistici presenti nelle 14 formelle in bronzo della Via Crucis, nell’ambone e sull’altare della Basilica, realizzati dallo scultore contemporaneo Federico Severino e del teologo don Angelo Pavesi.
In particolare, si è analizzata la IV stazione in cui è rappresentato l’incontro della Madre e del Figlio sulla Via Crucis, in cui sono state rilevate delle analogie con l’Inno alla Vergine pronunciato da San Bernardo di Chiaravalle nella Cantica del Paradiso.
La seconda visita, dal titolo “La faccia sua mi parea…”(Inferno,XXXI)-Dante e la Pigna del Pantheon, a cura del Dott.Manuel Ruta Florio, in cui è stata ripercorsa la storia della Pigna di bronzo, cui Dante fa riferimento nella prima Cantica della Divina Commedia e, che ora si trova nel cortile dei Musei Vaticani.
A Napoli , invece, è stata inaugurata oggi ,presso la Biblioteca Universitaria e, sarà visitabile fino al 5 aprile, una collezione dantesca di cui nel 1959 l’editore fiorentino Olschki pubblicò il catalogo “La raccolta dantesca della Biblioteca universitaria di Napoli”, curato da Anna. M. Manna.
La raccolta è costituita da 470 opere donate nel 1872 dal marchese Alfonso Della Valle di Casanova, tra cui: l’edizione napoletana del 1477, la prima edizione a cura degli Accademici della Crusca, risalente al 1595 e l’edizione veneziana corredata dalle incisioni del tipografo Antonio Zatta (1757-1758).
Tale collezione è integrata dalla sezione dantesca del Fondo Vittorio Imbriani, donata nel 1891 dalla vedova Gigia Rosnati Imbriani , costituita da opere minori del Sommo Poeta e da studi critici.
Online , poi, sono visibili tomi, vignette e illustrazioni delle opere dantesche al centro della mostra “Le celebrazioni per i centenari di Dante e i tesori danteschi della Biblioteca Universitaria di Napoli”, allestita nel 2021 in occasione dei 700 anni dalla morte dell’Alighieri.
Online, anche il video-racconto di alcune occasioni in cui Dante è stato celebrato in Romagna nel corso del Novecento, elaborato attraverso relativa documentazione conservata presso l ’Archivio di Stato di Forlì-Cesena e disponibile a partire da oggi sulla pagina Facebook d’Istituto e sul canale YouTube dell’Archivio.
Infine, si è tenuto a Cagliari , presso la Biblioteca Universitaria, il convegno “Il contrappasso ieri e oggi”, con gli interventi di docenti, artisti ed esperti, esposizioni di opere d’arte a tema dantesco e recital di brani dalle opere dell’Alighieri in sardo.
Insomma, ancora una volta la memoria di Dante ha dato prova di resistere al tempo e alle mode, smentendo così i versi dell’XI canto del Purgatorio , che lo stesso Sommo poeta fa pronunciare al miniaturista Oderisi da Gubbio , in quanto nel suo caso non è affatto vero che: “ la gloria umana è come un fiato di vento: “Credete Cimabue ne la pitura / tener lo campo, e ora ha Gioto il grido / sì che la fama di colui”.
©Riproduzione riservata