-Covid19, mentre in 17 Regioni salgono i ricoveri, ma anche il numero di terze e di prime dosi somministrate, si susseguono le riunioni tecniche del Governo e delle Regioni a Palazzo Chigi per sciogliere il nodo ritorno in aula e quarantena. La bozza del piano dei Presidenti di Regione , superando la distinzione tra vaccinati e non vaccinati, prevede una differenziazione a seconda delle classi. Altra questione da affrontare per l’Esecutivo, quella dell’estensione del Super Green Pass all’ambito del lavoro o dell’introduzione dell’obbligo vaccinale: Sindacati, Cgil,Cisl e Uil, premono per l’obbligatorietà del vaccino per tutti, mentre dal mondo dell’industria, Bombassei, si è espresso in favore del Certificato Verde Digitale per accedere ai luoghi di lavoro. Maggioranza, divisa. Intanto, in distribuzione da oggi in Italia la pillola anti Covid19 della Merck, autorizzata nei giorni scorsi dall’Aifa.
-Quirinale, il Presidente della Camera Fico ha inviato al Presidente della Repubblica e ai Presidenti dei Consigli regionali la lettera con la convocazione della prima seduta comune del Parlamento per eleggere il nuovo Capo dello Stato, ma resta da risolvere il problema voto in sicurezza legato alla pandemia e ai contagi da Covid19.
di Federica Marengo martedì 4 gennaio 2022
Gli ultimi dati, relativi al 3 gennaio, forniti dall’Agenas, l’Agenzia nazionale dei Servizi sanitari Regionali, rilevano un aumento dei ricoveri per Covid19 nei reparti ospedalieri di 17 Regioni, quali: Valle d’Aosta (45%, con un balzo del +9%), Calabria (31%) e Liguria (30%), Abruzzo (al +15%), Campania (18%), Emilia Romagna (17%), Friuli (24%), Lazio (17%),Lombardia (21%), Pa di Bolzano (17%), Piemonte (23%), Puglia (11%), Sardegna (11%), Sicilia (24%), Toscana (15%), Umbria (24%), Veneto (20%).
Quanto al tasso di occupazione delle terapie intensive, sono 9 le Regioni in cui la soglia è salita al 15%: Friuli Venezia Giulia (al 17%), Lazio (17%), Marche (21%), Molise (5%), Provincia Autonoma di Bolzano (18%), Piemonte (18%), Puglia (7%), Sardegna (9%), Umbria (12%). Restano ferme, ma ampiamente oltre la soglia del 10%, in Abruzzo (al 12%), Calabria (15%), Emilia Romagna (15%), Provincia Autonoma di Trento (24%), Sicilia (13%), Toscana (15%), Veneto (19%).
Da ciò, avendo superato i parametri fissati per l’incidenza, l’occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche, vi è il rischio per Liguria, Calabria , Marche e Provincia Autonoma di Trento, (cui potrebbe aggiungersi la Valle d’Aosta) di passare in zona Arancione, ma la conferma si avrà venerdì, solo dopo l’elaborazione dei dati sulla pandemia da parte della cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Tale passaggio, prevede una serie di restrizioni come: la possibilità di uscire dal Comune solo per necessità, non poter accedere agli impianti sciistici di risalita, ai centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi, agli eventi di formazione in presenza, e di non poter praticare sport di contatto. Tutte le attività resteranno aperte , ma sarà consentito l’accesso ai ristoranti e ai bar, solo a chi è munito di Super Green Pass.
Ad aumentare, però, come riportato dal sito del Governo, anche il numero di terze dosi somministrate ,pari al 65,84% della popolazione che ha ultimato il ciclo vaccinale da almeno cinque mesi e delle prime dosi: in 48.104.649 hanno ricevuto almeno la prima dose (89,07% della popolazione over 12), mentre la seconda è stata inoculata a 46.443.464 persone (l’85,99% della popolazione over 12). Quanto alla fascia 5-11 anni, 365.930 hanno ricevuto la prima dose, pari al 10,01% .Il totale delle somministrazioni, invece, raggiunge i 112.176.324, con le prime dosi che non si fermano: ieri , infatti, sono state 54.645.
Quanto alle terapie anti Covid19, è partita oggi in Italia la distribuzione alle Regioni da parte della struttura commissariale della pillola della Merck, autorizzata nei giorni scorsi dall’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco e dall’Ema, l’Agenzia Europea dei Medicinali.
Un quadro generale preoccupante per la rapidità di diffusione dei contagi , ma non per i ricoveri, in aumento, ma lontani dai numeri delle altre ondate, e comunque migliore degli altri Paesi.
Proprio per conservare tale vantaggio, evitare chiusure e non compromettere la ripresa economica, il Governo è al lavoro sia per garantire il ritorno a scuola in presenza dopo le festività natalizie, che per contenere i contagi e garantire la sicurezza sul lavoro e nella vita sociale, estendendo il Super Green Pass all’ambito del lavoro o introducendo l’obbligo vaccinale.
In merito alla questione scuola, si sono tenute nella giornata di oggi una serie di riunioni a Palazzo Chigi tra il Premier Draghi, i Ministri Bianchi (Istruzione) e Speranza (Salute) e il Commissario all’Emergenza, Generale Figliuolo, e tra le Regioni, che hanno elaborato una bozza per modificare le regole della quarantena, alla luce della variante Omicron.
Superata la differenziazione tra vaccinati e non (in Dad, in caso si 2 contagi in una classe, solo i non vaccinati) ipotizzata in un primo momento, e che non ha convinto né Lega e M5S, né sindacati e Associazione Nazionale dei Presidi, in quanto ritenuta “discriminatoria, i Presidenti di Regione, hanno trovato un’intesa che, prevede l’applicazione di regole diverse, fissando una soglia di contagi più bassa per gli studenti di Elementari e Prima media (dove più bassa è la presenza di vaccinati) e un po’ più alta per quelli dalla Seconda Media in poi (gli over 12).
Secondo la bozza, per la scuola dell’Infanzia, invece, dove è del tutto assente la copertura vaccinale ed è impossibile applicare misure di prevenzione come distanziamento e mascherina, sarebbe prevista una quarantena di 10 giorni e lo stop alla frequenza con un caso di positività.
Per quanto riguarda le scuole Primarie e Secondarie di primo grado, per i soggetti di età inferiore ai 12 anni, fino a un caso, i contatti restano in classe in autosorveglianza con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing.
Con 2 o più casi si prevede quarantena di 7 giorni con test antigenico o molecolare effettuato tra il quinto e il settimo giorno.
Mentre per le scuole Secondarie di Primo (dai 12 anni in poi) e Secondo grado scatterà la quarantena di 7 giorni al verificarsi di 3 o più casi nella classe. Fino a due casi a scuola, i contatti restano in classe in autosorveglianza ,con raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola, senza testing. Resta comunque la raccomandazione all’utilizzo delle mascherine FFP2.
Nel documento si invita inoltre a “evitare la ripresa delle attività di Educazione Fisica, Canto e utilizzo di strumenti a fiato; verificare la correttezza del consumo dei pasti in mensa; promuovere maggior utilizzo di FFP2; avere attenzione a garantire una corretta aerazione delle aule“.
Riguardo alla sicurezza collettiva e all’incentivazione dei 5,5 milioni ancora non vaccinati, l’Esecutivo sta valutando due ipotesi: l’estensione dell’obbligo del Super Green Pass, documento rilasciato solo ai vaccinati o ai guariti, all’ambito del lavoro pubblico e privato, andandosi ad aggiungere ai medici, operatori sanitari, lavoratori delle RSA, insegnanti e Forze dell’Ordine, e l’obbligo vaccinale.
La decisione, arriverà nel corso del Consiglio dei Ministri, che dovrebbe tenersi domani. Tuttavia, la Maggioranza appare divisa, con Pd, Forza Italia, LeU e Italia Viva favorevoli all’introduzione dell’obbligo vaccinale , (così come i sindacati Cgil, Cisl e Uil) e al Super Green Pass, e Lega e M5S (i parlamentari pentastellati si riuniranno in serata per discuterne) contrari sia al Super Certificato Verde che all’obbligo generalizzato, come contraria all’obbligo generalizzato è una parte del mondo delle imprese, rappresentato dal patron della multinazionale Brembo Bombassei che ritiene “troppo difficile” imporre a tutti la vaccinazione, sostenendo invece il Super Green Pass per accedere ai luoghi di lavoro, soluzioni auspicate entrambe da Confindustria .
Restando in tema Lavoro, per evitare il dilagare dei contagi, sollecitato dai sindacati il ritorno della Pubblica Amministrazione allo smart working, richiesta accolta dal ministro competente Brunetta con un diniego, espresso in una nota:«Lo smart working nella Pubblica amministrazione non è più giustificato. Dopo quasi due anni di pandemia, ci sono tutti gli strumenti, comprensivi di diritti e di tutele per i lavoratori e per gli utenti dei servizi pubblici, che garantiscono ampia flessibilità organizzativa alle singole amministrazioni. Chi sta invocando lo smart working generalizzato nella Pa non si accontenta del lavoro agile regolato, strutturato e ampiamente flessibile, ma chiede il ritorno alla situazione del lockdown di marzo 2020. Per queste ragioni, «il lavoro agile di massa non è più giustificato»Ogni amministrazione, oggi, può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile. Ciò, consente di prevedere l’utilizzo dello smart working con ampia flessibilità, anche modulandolo, se necessario, sulla base dell’andamento dei contagi .Le stesse linee guida prevedono che lo svolgimento del lavoro agile avvenga sulla base di un accordo individuale con il lavoratore, in cui vengono definiti durata, modalità e obiettivi della prestazione. Conditio sine qua non: l’invarianza dei servizi resi all’utenza e l’adeguata rotazione del personale autorizzato alla prestazione di lavoro agile, assicurando comunque la prevalenza per ciascun lavoratore del lavoro in presenza, oltre ad altri criteri tra cui la fornitura di strumenti idonei a lavoro agile. Secondo il dipartimento, ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile, in modo da equilibrare lavoro agile e in presenza secondo le modalità organizzative più congeniali alla situazione specifica”.
Una posizione , quella del ministro della Pubblica Amministrazione, Brunetta criticata dal M5S e dalla ministra per le Politiche Giovanili ed ex ministra della P.A, in quota 5Stelle, Dadone, che l’ha definita: “Retromarcia dannosa e antistorica”.
Sul tavolo del Governo, poi anche la questione del caro bollette , con ulteriori misure e interventi, rispetto a quelli previsti dalla Manovra, per contenere gli aumenti delle utenze di luce e gas a carico di famiglie e imprese, sollecitati dal centrodestra, ma condivisi da tutte le forze politiche e la questione delle fonti energetiche alternative con la Lega che ha espresso il suo plauso, al contrario del centrosinistra, all’apertura della Commissione UE a gas e nucleare come fonti sostenibili per limitare le emissioni di carbone, apertura inizialmente contestata dalla Germania, che ha poi deciso , pur ritenendo il nucleare dannoso (ha chiuso infatti tre centrali), di non osteggiare l’Esecutivo UE.
Sul fronte Quirinale, invece, inviata dal Presidente della Camera Fico al Presidente della Repubblica Mattarella e ai Presidenti dei Consigli Regionali, che dovranno scegliere i propri delegati, la lettera, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, con la convocazione del Parlamento in seduta comune con la partecipazione dei delegati regionali per la prima votazione del nuovo Capo dello Stato fissata per il 24 gennaio alle 15:00. Da sciogliere, il nodo assenze causa Covid19 dei parlamentari e dei Grandi Elettori (circa 1009 , di cui 321 senatori, 630 deputati e 58 delegati regionali, tre per ogni Regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ne ha uno, designati in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze).
Nei primi tre scrutini, per essere eletti, occorre il quorum dei due terzi i componenti l’Assemblea, vale a dire 673 voti, dal quarto la maggioranza assoluta, pari a 505.
A tal proposito ,sul suo profilo Facebook, il Presidente Fico ha spiegato: “Nelle prossime due settimane, all’attività ordinaria della Camera si affiancherà quella di preparazione al voto. Siamo al lavoro insieme al collegio dei questori per definire l’organizzazione e le misure per garantire la piena operatività e sicurezza del voto”.
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