Sono cominciati oggi, per 500 mila studenti della generazione Z (cioè nati a partire dal 2000), gli esami di Maturità, vero e proprio rito di passaggio dall’adolescenza al mondo degli adulti, che ha segnato la vita di ciascuno di noi. Tra ricordi e nostalgia, i nostri auspici per i maturandi e le maturande.
di Federica Marengo mercoledì 19 giugno 2019
Il tempo, non cancella certe emozioni,che, anzi, con il passare degli anni, si fanno via via più intense. Così, si finisce a ricordare , come me, il proprio esame di Maturità, quel rito di passaggio che segna l’ingresso nel mondo degli adulti.
Oggi, da adulta, penso a quel giorno, il giorno della prima prova, quella di Italiano, con tenerezza e nostalgia. Mi rivedo tra quei banchi, il 18 giugno di qualche anno fa, un giugno caldissimo, il più afoso di sempre, alle prese con l’analisi del testo di un brano tratto da un dramma di Luigi Pirandello. Non ne rammento il titolo, vago è il ricordo della trama.
Ciò che, invece, è rimasto impresso, stampato nella memoria, è il senso di disorientamento, quella sensazione di navigare in acque ignote, verso terre sconosciute e inesplorate, che provavo mentre sfogliavo il vocabolario alla ricerca della parola più appropriata per esprimere ciò che intendessi.
In quei giorni, quelli della “Maturità”, non sapevo dove le correnti mi avrebbero condotto.
Così, tra un ablativo assoluto e un cum+congiuntivo della seconda prova, (per me, iscritta al Classico, la traduzione di un brano in lingua latina, tratto dalle Naturales Quaestiones di Seneca e il Quizzone della terza, (una serie di domande a risposta multipla e aperta), mi ritrovai naufraga sull’isola degli orali, l’11 luglio, un giorno in cui la canicola aveva appannato perfino i tergicristalli dell’autobus, che alle 7:00 in punto era venuto a prendermi alla fermata sotto casa, per portarmi a scuola.
“L’attore e il teatro”, questo, era il titolo della mia tesina, pardon!, allora, diciotto anni fa, si chiamava “mappa concettuale”, ovvero, uno slalom tra una decina di materie: praticamente tutte!.
Poi, i temuti quadri, i risultati, l’addio ai banchi, ai corridoi, alla spensieratezza di quegli anni e il benvenuto alla vita “da grandi”, insomma…
Ora, eccomi qua, a rievocare quelle settimane, quelle ore, quei momenti, che mi sembravano interminabili e che, mi dicevo, avrei sicuramente rimosso, perché carichi di ansia e di incognite. E, invece, chi l’avrebbe mai detto?. Eccomi a pensare che, in fondo, nonostante le piccole battaglie che si combattono con e contro se stessi quando si è adolescenti, quelli siano stati, per me, gli anni più belli. Gli anni in cui l’amicizia era : l’AMICIZIA, l’amore era : l’AMORE, in cui i sogni , non erano illusorie chimere sfuggenti, ma realtà tangibili, a portata di mano.
Già, gli anni migliori, i Migliori anni della mia, della nostra, della vostra, vita.
Auguri, maturandi 2019, generazione Z, così diversa, eppure così uguale, nelle emozioni e nei tremori, a quelle di ieri e dell’altro ieri.
Possa sopravvivere in voi, l’ardore, la brama, la trepidante voglia di scoprire e di conoscere il mondo, che vi animano in questa primavera-estate della vostra esistenza.
Come direbbero i latini, (scusate la pedanteria, ma ormai ho una certa), Ad maiora, semper!.
©Riproduzione riservata