di Federica Marengo sabato 18 gennaio 2025
-Un grande complesso termale all’interno di una domus privata, collegato al salone dei banchetti: è questa la nuova scoperta fatta nel cantiere di scavo dell’insula 10 della Regio IX nel Parco archeologico di Pompei.
La domus, appartenente con ogni probabilità a un esponente di spicco della società locale, forse il politico Aulus Rustius Verus, si trova nella parte meridionale dell’insula 10 ed è dotata di uno dei complessi termali privati trai i più grandi , tra cui : le terme di Praedia di Giulia Felice, le terme della Casa del Labirinto e della Villa di Diomede.
Si desume, quindi, che il proprietario della suddetta domus, esponente dell’èlite pompeiana, fosse solito organizzare feste e sontuosi banchetti per affermare il proprio status sociale dinanzi ai concittadini o per assicurarsi il consenso elettorale degli ospiti, cui offriva, prima del convivio, di ristorarsi presso i bagni delle terme, in una sorta di rappresentazione di cui il momento del banchetto costituiva il fulcro.
Infatti, la collocazione del complesso termale accanto al triclinio( la sala per il banchetto) si riscontra anche nelle pagine del “Satyricon” di Petronio nelle quali il ricco Trimalcione, all’incirca nel I°secolo d.C., celebra una cena sontuosa nella sua casa in una città campana, che presenta delle similitudini con la realtà pompeiana del 79 d.C., non prima, però, che gli ospiti si siano recati in un balneum, (bagno).
All’ingresso della domus, a sud, è collocato un atrio dal quale si giunge a un peristilio , ovvero un giardino colonnato, con una vasca al centro, mentre sul lato si aprono una serie di vani. Alle pareti, si possono osservare pitture appartenenti al III stile con soggetti della guerra di Troia e scene atletiche, in modo da creare una scenografia da Ginnasio greco che conferisce all’ambiente un’atmosfera di grecità e di erudizione e al tempo stesso di ozio.
Da ovest a est, invece, si estende un ambiente di soggiorno, l’oecus, decorato in II stile, con un corridoio e un piccolo ambiente decorato in IV stile e un oecus corinzio, circondato da 12 colonne su 3 lati con una megalografia di II stile ancora in corso di scavo e di cui a dicembre sono stati presentati i primi ritrovamenti: il fregio con decorazioni riproducenti nature morte, cacciagione e prodotti della pesca che venivano offerti agli ospiti dei banchetti.
Adiacente al peristilio con la vasca, si trova il complesso termale, composto da: uno spogliatoio (apodyterium) con pareti di colore rosso acceso, pavimento a mosaico con motivi geometrici intarsiati con marmi provenienti da tutto l’Impero Romano e una serie di 30 panchine per ospitare le persone; il calidarium (sala calda) dove era possibile effettuare dei bagni di calore grazie al pavimento che lasciava fluire l’aria calda proveniente da sotto le pareti con intercapedine e dei massaggi con dell’olio, rimosso poi con uno strumento ricurvo chiamato “strigile”; il tepidarium (sala tiepida) e il frigidarium (sala fredda) ambiente più grande del precedente circondato da una corte di colonne rosse 10×10 metri , in cui si trovano affreschi di atleti e una piscina a immersione , posta al centro, dove potersi rinfrescare.
Dietro il calidarium (stanza calda), era collocata una sorta di sala caldaie con un tubo che portava acqua dalla strada in parte alla piscina del frigidarium e in parte verso il calidarium. A far funzionare il sistema, gli schivi che lavoravano in una fornace sottostante.
Al complesso termale è collegata la sala del banchetto, detto anche “salone nero”, per via del colore delle pareti con raffigurate scene della mitologia, in grado di trasportare gli ospiti in un palazzo greco, scoperta un anno fa, insieme con una stanza più piccola con le pareti dipinte di azzurro dove gli abitanti della casa si recavano per pregare gli dei e un altro ambiente senza decorazioni in cui sono stati ritrovati i resti di due persone, probabilmente morte nell’attesa che terminasse l’eruzione per poter fuggire.
Si tratterebbe di un giovane uomo, rannicchiato in un angolo e con in mano delle chiavi, e una donna distesa su un letto con in mano monete d’oro e gioielli. Presente nella stanza anche un tavolo di marmo con sopra oggetti in vetro e brocche di bronzo e ceramica.
Inoltre, la domus, al momento dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. era in ristrutturazione, come si evince dagli attrezzi e dai materiali da costruzione rinvenuti durante gli scavi.
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