di Federica Marengo giovedì 11 aprile 2024
-Nuove scoperte presso il Parco Archeologico di Pompei. Dall’attività di scavo nell’insula 10 della Regio IX , infatti, nelle ultime ore, è emerso un salone da banchetto con pareti nere decorate con soggetti mitologici ispirati alla guerra di Troia.
Lo scavo dell’area rientra in un progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, nonché di miglioramento dell’assetto idrogeologico, volto a tutelare in modo più efficace e sostenibile gli oltre 13 mila ambienti , le 1070 unità abitative e gli spazi pubblici e sacri che costituiscono il patrimonio pompeiano.
Ad oggi, l’attività di scavo in quest’area ha portato alla luce due abitazioni collegate e dotate di panificio e lavanderia (fullonica) a ridosso di via Nola, le cui facciate sono emerse già a fine dell’Ottocento.
Presso queste abitazioni, al momento dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che travolse completamente la città, erano in corso dei lavori edili. Ciò è evidente anche nelle strutture poste alle spalle delle due case, anch’esse oggetto di lavori, e risultato entrambe delle divisioni di unità proprietarie originarie. Dunque, osservando l’ultima fase di vita del complesso abitativo, si deduce che esso fosse il risultato di una serie di lavori di ristrutturazione delle due abitazioni realizzati per riconvertirle in case-officine.
Proprio alle spalle di queste due abitazioni , sono emersi e stanno emergendo ambienti di soggiorno affrescati e il salone, di cui abbiamo detto. Quest’ultimo, lungo 15 metri e largo 6, si apre in un cortile a cielo aperto usato come disimpegno di servizio, dotato di una scala che conduce al primo piano, non decorata, ma con archi, al di sotto dei quali è stato trovato un cumulo di materiale edile.
Tuttavia, sull’intonaco delle arcate dello scalone appaiono, disegnati con un carboncino, una coppia di gladiatori e un simbolo apotropaico.
Il salone, si presenta come un ambiente elegante e raffinato in cui i padroni di casa, appartenenti con ogni probabilità a un ceto elevato, si intrattenevano alternando banchetti e conversazioni. L’alto tenore di vita di questi ultimi è comprovato dall’ampiezza degli spazi, dagli affreschi dipinti e dai mosaici, appartenenti al III stile e dalla qualità delle pitture e dei soggetti raffigurati.
ll terzo stile pompeiano è uno dei quattro “stili” della pittura romana, noto come “stile ornamentale o della parete reale”, risalente al periodo fra la metà del I secolo a.C, e il 60 d.C. Esso è caratterizzato da pareti dipinte a tinta unita e con un numero di decorazioni ridotto, poco verosimili e con poca prospettiva. Spesso vengono rappresentate anche figure senza piano di appoggio all’interno di riquadri o elementi botanici e a prevalere è l’uso di colori freddi.
A dominare, tra i temi rappresentati: l’eroismo, mediante la raffigurazione di coppie di eroi e divinità della guerra di Troia e il fato e la possibilità che l’uomo, spesso non coglie, di poter cambiare il proprio destino.
Sulle pareti del salone appaiono , quindi, Elena e Paride , quest’ultimo indicato con l’altro nome di “Alexandros”, riportato da un’iscrizione greca posta tra le due figure, e Cassandra , figlia di Priamo, rappresentata in coppia con Apollo.
Secondo la mitologia greca , Cassandra aveva il dono della preveggenza , ma non poteva intervenire sul futuro modificandolo. Inoltre, nonostante le sue doti profetiche , nessuno sembrava crederle per via di una maledizione inflittale da Apollo per averlo rifiutato. Così, Cassandra non riuscì a impedire, pur avendoli previsti, i tragici eventi della guerra di Troia e , dopo essere stata violentata, durante la presa della città, fu resa schiava da Agamennone, re di Micene.
Tali raffigurazioni mitologiche, dipinte in ambienti conviviali, avevano proprio la funzione sociale di intrattenere gli ospiti e i commensali, i quali avviavano tra loro conversazioni che davano luogo a riflessioni esistenziali.
Come riportato nel comunicato stampa del Ministero della Cultura, il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, in merito a tale scoperta, ha spiegato: “Le pareti erano nere per evitare che si vedesse il fumo delle lucerne sui muri. Qui ci si riuniva per banchettare dopo il tramonto, la luce tremolante delle lucerne faceva sì che le immagini sembrassero muoversi, specie dopo qualche bicchiere di buon vino campano. Le coppie mitiche erano spunti per parlare del passato e della vita, solo apparentemente di carattere meramente amoroso. In realtà, parlano del rapporto tra individuo e destino: Cassandra che può vedere il futuro, ma nessuno le crede, Apollo che si schiera con i troiani contro gli invasori greci, ma pur essendo un Dio non riesce ad assicurare la vittoria, Elena e Paride che con il loro amore politicamente scorretto sono la causa della guerra, o forse solo un pretesto, chi sa. Oggi, Elena e Paride siamo tutti noi: ogni giorno possiamo scegliere se curarci solo della nostra vita intima o di indagare come questa nostra vita si intrecci con la grande storia, pensando per esempio, oltre a guerre e politica, all’ambiente, ma anche al clima umano che stiamo creando nella nostra società, comunicando con gli altri dal vivo e sui social”.
Il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, invece, ha dichiarato: “Lo scavo nella Regio IX, progettato nell’ambito del Grande Progetto Pompei e portato avanti sotto la direzione Zuchtriegel, è la dimostrazione di quanto uno scavo ben fatto nella città vesuviana possa continuare ad accrescere la conoscenza di uno dei luoghi più importanti che ci sia pervenuto dall’antichità. Nuove ed inedite pitture, nuovi dati sull’enorme cantiere che era Pompei al momento dell’eruzione, nuove scoperte sull’economia e sulle forme di produzione. Una messe straordinaria di dati che sta cambiando l’immagine codificata finora della città antica. Un plauso a tutta la squadra interdisciplinare che con passione e professionalità sta portando avanti le ricerche”.
Infine, il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, commentando la nuova scoperta avvenuta durante gli scavi, ha sottolineato: “Pompei è davvero uno scrigno di tesori che non finisce mai di sorprenderci e di destare stupore perché, ogni volta che scaviamo, troviamo qualcosa di bello e di significativo. Noi crediamo in questo unicum mondiale che rappresenta Pompei e per questo in legge di Bilancio abbiamo finanziato nuovi scavi. Bisogna andare avanti nella tutela di questo importante sito ma anche nella sua valorizzazione”.
Il salone decorato con soggetti ispirati alla guerra di Troia, è solo l’ultima scoperta in ordine cronologico, effettuata presso il Parco Archeologico di Pompei.
Nel dicembre del 2023, infatti, 13 statuine in terracotta , ma anche una noce , una mandorla e la testa di un gallo, sono emerse da un ambiente di una domus, adiacente alla casa di Leda e il cigno, dov’era in corso un cantiere di scavo e restauro.
Nello stesso periodo, poi, sempre presso l’ insula 10 , nella Regio IX, in cui è emerso il salone di cui abbiamo detto, è emerso un panificio-prigione, dove schiavi e asini erano rinchiusi e sfruttati per macinare il grano necessario per produrre il pane, confermando il racconto di Apuleio: “L’asino d’oro“,presente nelle “Metamorfosi”.
In ultimo, nel marzo scorso, ancora nell’insula 10 , nella Regio IX, sono emerse testimonianze di un cantiere in piena attività, con strumenti di lavoro, tegole , mattoni di tufo accatastati e cumuli di calce. Secondo gli studiosi, presso il cantiere si svolsero i lavori fino al giorno dell’eruzione del Vesuvio.
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