di Federica Marengo lunedì 2 giugno 2025

-Nella giornata di ieri, domenica 1° giugno, festa dell’Ascensione del Signore, Papa Leone XIV° ha presieduto in piazza San Pietro la Messa in conclusione del Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, nella quale, al termine della lettura del passo del Vangelo odierno, ha pronunciato la Sua omelia.
Nelle Sue riflessioni sul passo del Vangelo di Giovanni, il Pontefice ha sottolineato come, Gesù, nell’Ultima Cena, abbia pregato Dio , affinché l’intera umanità, “con la forza dello Spirito Santo”, fosse una “sola cosa” , realizzando “tra le creature l’eterna comunione d’amore in cui si identifica Dio stesso, come Padre che dà la vita, Figlio che la riceve e Spirito che la condivide”.
Non si tratta, ha proseguito il Santo Padre, di una “somma in una massa indistinta, come un blocco anonimo”, ma di “ una comunione fondata sull’amore stesso con cui Dio ama, dal quale vengono al mondo la vita e la salvezza. E come tale è prima di tutto un dono, che Gesù viene a portare”, in quanto “È dal suo cuore di uomo che il Figlio di Dio si rivolge al Padre dicendo: “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me”.
Da ciò, Papa Leone XIV° ha esortato ad ascoltare “ammirati queste parole”, perché “Gesù ci sta rivelando che Dio ci ama come ama sé stesso. Il Padre non ama noi meno di quanto ami il suo Figlio Unigenito, cioè infinitamente. Dio non ama meno, perché ama prima, ama per primo!. Lo testimonia Cristo stesso quando dice al Padre: “Tu mi hai amato prima della creazione del mondo”. Ed è proprio così: nella sua misericordia, Dio da sempre vuole stringere a sé tutti gli uomini, ed è la sua vita, donata per noi in Cristo, che ci fa uno, che ci unisce tra noi!”.
Quindi, rivolgendosi alle Famiglie, ai Nonni e agli Anziani, presenti in piazza San Pietro per il Giubileo loro dedicato, il Pontefice, citando Papa Francesco, ha detto: “Come insegnava Papa Francesco, “tutti gli uomini sono figli, ma nessuno di noi ha scelto di nascere. Non solo. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole. È vero, a volte questa umanità viene tradita. Ad esempio, ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere. Tuttavia, anche davanti al male, che contrappone e uccide, Gesù continua a pregare il Padre per noi, e la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite, diventando per tutti annuncio di perdono e di riconciliazione. Tale preghiera del Signore dà senso pieno ai momenti luminosi del nostro volerci bene, come genitori, nonni, figli e figlie. Ed è questo che vogliamo annunciare al mondo: siamo qui per essere “uno” come il Signore ci vuole “uno”, nelle nostre famiglie e là dove viviamo, lavoriamo e studiamo: diversi, eppure uno, tanti, eppure uno, sempre, in ogni circostanza e in ogni età della vita. Carissimi, se ci amiamo così, sul fondamento di Cristo, che è “l’alfa e l’omega”, “il principio e la fine”, saremo segno di pace per tutti, nella società e nel mondo. E non dimentichiamo: dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli”.
Ancora, soffermandosi sulla proclamazione a Beati e Santi di coppie di coniugi, in quanto coppie di sposi, come: Louis e Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, “la cui vita familiare si è svolta a Roma nel secolo scorso” e la famiglia polacca Ulma, “genitori e bambini uniti nell’amore e nel martirio”, il Santo Padre ha sottolineato: “Si tratta di un segno che fa pensare. Sì, additando come testimoni esemplari degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società”.
Proprio agli sposi, dunque, Papa Leone XIV°, citando Paolo VI°, ha detto: “Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo Mentre vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita. Perciò vi incoraggio ad essere, per i vostri figli, esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo”.
Poi, ai figli, il Pontefice ha raccomandato: “Siate grati ai vostri genitori: dire “grazie”, per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno, è il primo modo di onorare il padre e la madre”, e ai Nonni e agli Anziani di “vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano”, sottolineando: “In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre”.
Infine, a conclusione della Sua omelia, citando Sant’Agostino, il Santo Padre ha rivolto un pensiero ai papà e alle mamme, ai nonni , ai fratelli e alle sorelle e ai figli che ci hanno preceduti nella luce della Pasqua del Signore: “ La preghiera del Figlio di Dio, che ci infonde speranza lungo il cammino, ci ricorda anche che un giorno saremo tutti “uno unum” : una cosa sola nell’unico Salvatore, abbracciati dall’amore eterno di Dio. Non solo noi, ma anche i papà e le mamme, le nonne e i nonni, i fratelli, le sorelle e i figli che già ci hanno preceduto nella luce della sua Pasqua eterna, e che sentiamo presenti qui, insieme a noi, in questo momento di festa”.
A seguire, conclusa la celebrazione eucaristica, Papa Leone XIV° , prima della preghiera del Regina Caeli, ha salutato e ringraziato per la loro partecipazione le delegazioni presenti in piazza San Pietro, provenienti da 131 Paesi per il Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani.
In particolare, il Pontefice ha salutato i bambini,“che ravvivano la nostra speranza”, le famiglie, “piccole chiese domestiche, in cui il Vangelo è accolto e trasmesso”, che, come diceva San Giovanni Paolo II° , “hanno origine dall’amore con cui il Creatore abbraccia il mondo creato”, a cui ha augurato di accrescere fede, speranza e carità e, i nonni e gli anziani, “modello genuino di fede e ispirazione per le giovani generazioni”.
Poi, salutati i pellegrini, il Santo Padre ha ricordato l’odierna solennità dell’Ascensione del Signore, sottolineando: “È una festa molto bella, che ci fa guardare alla meta del nostro viaggio terreno” ; la beatificazione, in Polonia, di Cristofora Klomfass e di quattordici consorelle della Congregazione di Santa Caterina Vergine e Martire, uccise nel 1945 dai soldati dell’Armata Rossa, che “Nonostante il clima di odio e di terrore contro la fede cattolica, continuarono a servire gli ammalati e gli orfani”, alla cui intercessione ha affidato “tutte le religiose che nel mondo si spendono generosamente per il Regno di Dio” e la Giornata delle Comunicazioni sociali, ringraziando “gli operatori dei media, che, “curando la qualità etica dei messaggi, aiutano le famiglie nel loro compito educativo”.
In conclusione, Papa Leone XIV° ha affidato alla benedizione della Vergine Maria le famiglie e, specialmente “ quelle che soffrono a causa della guerra in Medio Oriente, in Ucraina e in altre parti del mondo”, affinché “la Madre di Dio ci aiuti a camminare insieme sulla via della pace”.
Successivamente, nel pomeriggio, dopo aver pranzato con i confratelli agostiniani al Collegio internazionale Santa Monica, in occasione del compleanno del priore generale, il Pontefice ha incontrato , salutato e benedetto, in piazzale dei Protomartiri Romani, i 159 ciclisti del 108° Giro d’Italia, che hanno preso parte all’ultima tappa romana della gara, comprendente un passaggio in Vaticano, i quali hanno donato al Santo Padre la maglia rosa.
Papa Leone XIV° ha quindi rivolto loro un breve discorso a braccio, pronunciato in italiano e in inglese, nel quale ha detto: “Buongiorno a tutti! Benvenuti in Vaticano!. È un piacere potervi salutare in questa ultima tappa del Giro d’Italia. Spero che per tutti voi sia veramente una giornata bellissima. Sappiate che siete modelli per i giovani di tutto il mondo. Tanto, veramente, si ama il Giro d’Italia e non soltanto in Italia. Il ciclismo è tanto importante, come lo sport in generale. Vi ringrazio per tutto quello che fate, e siate modelli davvero! E spero che, come avete imparato a curare il corpo, anche lo spirito sia sempre benedetto e che siate sempre attenti a tutto l’essere umano: corpo, mente, cuore e spirito. Che Dio vi benedica!. May God bless all of you on this last part of the Giro d’Italia. Congratulations to all of you and may you know that you are always welcome here in the Vatican, you are always welcomed by the Church which represents God’s love for all people. And may the blessing of Almighty God, the Father, the Son and the Holy Spirit come upon all of you and remain with you forever. Congratulations! Tanti auguri a tutti!”.
Ieri, si è dunque compiuto il progetto del passaggio del Giro d’Italia in Vaticano, lanciato il 28 ottobre del 2021, durante la cerimonia di consegna all’ Athletica Vaticana del certificato di riconoscimento come membro ufficiale dell’Unione ciclistica internazionale.
Mercoledì, 4 giugno, il Pontefice tornerà in Piazza San Pietro per l’Udienza Generale e domenica 8 giugno, festa della Pentecoste, presiederà la Messa a conclusione del Giubileo dei Movimenti, delle Associazioni e delle nuove Comunità.
©Riproduzione riservata