di Federica Marengo sabato 8 febbraio 2025

-Il 3 febbraio scorso, Papa Francesco ha partecipato al Summit internazionale sui Diritti dei Bambini, intitolato: “Amiamoli e proteggiamoli”, che si è svolto nella sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.
Al suo arrivo, il Pontefice è stato accolto da un gruppo di bambini che gli ha donato dei disegni.
Subito dopo, il Santo Padre ha aperto i lavori con il Suo discorso nel quale si è rivolto ai Cardinali e agli oltre quaranta relatori presenti, rappresentati del mondo politico, religioso e istituzionale e premi Nobel, per aprire un confronto sulle nuove vie da intraprendere per soccorrere e proteggere i bambini i cui diritti vengono calpestati e ignorati in tutto il mondo.
Nel Suo intervento Papa Francesco si è soffermato sulle condizioni dei bambini e degli adolescenti nel mondo e sul disagio da essi vissuto sia nei Paesi ricchi sia in quelli poveri, definito “inaccettabile”:
“Ancora oggi, la vita di milioni di bambini è segnata dalla povertà, dalla guerra, dalla privazione della scuola, dall’ingiustizia e dallo sfruttamento. I bambini e gli adolescenti dei Paesi più poveri, o lacerati da tragici conflitti, sono costretti ad affrontare prove terribili. Anche il mondo più ricco non è immune da ingiustizie. Là dove, grazie a Dio, non si soffre per la guerra o la fame, esistono tuttavia le periferie difficili, nelle quali i piccoli sono spesso vittime di fragilità e problemi che non possiamo sottovalutare. Infatti, in misura assai più rilevante che in passato, le scuole e i servizi sanitari devono fare i conti con bambini già provati da tante difficoltà, con giovani ansiosi o depressi, con adolescenti che imboccano le strade dell’aggressività o dell’autolesionismo. Inoltre, secondo la cultura efficientista, l’infanzia stessa, come la vecchiaia, è una “periferia” dell’esistenza. Sempre più frequentemente chi ha la vita davanti non riesce a guardarla con atteggiamento fiducioso e positivo. Proprio i giovani, che nella società sono segni di speranza, faticano a riconoscere la speranza in sé stessi. Questo è triste e preoccupante. D’altronde, quando il futuro è incerto e impermeabile ai sogni, quando lo studio non offre sbocchi e la mancanza di un lavoro o di un’occupazione sufficientemente stabile rischiano di azzerare i desideri, è inevitabile che il presente sia vissuto nella malinconia e nella noia. Non è accettabile ciò che purtroppo negli ultimi tempi abbiamo visto quasi ogni giorno, cioè bambini che muoiono sotto le bombe, sacrificati agli idoli del potere, dell’ideologia, degli interessi nazionalistici. In realtà, nulla vale la vita di un bambino. Uccidere i piccoli significa negare il futuro. In alcuni casi i minori stessi sono costretti a combattere sotto l’effetto di droghe. Anche nei Paesi dove non c’è la guerra, la violenza tra bande criminali diventa altrettanto micidiale per i ragazzi e spesso li lascia orfani ed emarginati. Anche l’individualismo esasperato dei Paesi sviluppati è deleterio per i più piccoli. A volte essi vengono maltrattati o addirittura soppressi da chi li dovrebbe proteggere e nutrire; sono vittime di liti, del disagio sociale o mentale e delle dipendenze dei genitori. Molti bambini muoiono da migranti nel mare, nel deserto o nelle tante rotte dei viaggi di disperata speranza. Molti altri soccombono per mancanza di cure o per diversi tipi di sfruttamento. Sono situazioni differenti, ma di fronte alle quali ci poniamo la stessa domanda: come è possibile che la vita di un bambino debba finire così?. No. Non è accettabile e dobbiamo resistere all’assuefazione. L’infanzia negata è un grido silenzioso che denuncia l’iniquità del sistema economico, la criminalità delle guerre, la mancanza di cure mediche e di educazione scolastica. La somma di queste ingiustizie pesa soprattutto sui più piccoli e più deboli. Nell’ambito delle Organizzazioni internazionali viene chiamata “crisi morale globale”. Oggi siamo qui per dire che non vogliamo che tutto questo diventi una nuova normalità. Non possiamo accettare di abituarci. Alcune dinamiche mediatiche tendono a rendere l’umanità insensibile, provocando un indurimento generale delle mentalità. Rischiamo di perdere ciò che è più nobile nel cuore umano: la pietà, la misericordia. Più di una volta abbiamo condiviso questa preoccupazione con alcuni tra voi che sono rappresentanti di comunità religiose”.
Quindi, il Pontefice si è soffermato sulla condizione dei “quaranta milioni di bambini sfollati a causa dei conflitti” e dei “circa cento milioni senza fissa dimora”; sulla condizione dei “bambini vittime della schiavitù infantile, sui centosessanta milioni di bambini vittime del lavoro forzato, della tratta, di abusi e sfruttamenti di ogni tipo, inclusi i matrimoni obbligati”, così come sulla condizione di “milioni di bambini migranti, talvolta accompagnati dalle loro famiglie, ma spesso soli”.
Inoltre, il Santo Padre ha sottolineato la condizione dei minori non registrati alla nascita, circa centocinquanta milioni di bambini “invisibili” dal punto di vista legale, che, per questo, “non possono accedere all’istruzione o all’assistenza sanitaria, alla protezione della legge” e possono “essere facilmente maltrattati o venduti come schiavi”, come i piccoli Rohinghya o i bambini indocumentados al confine con gli Stati Uniti.
Poi, Papa Francesco, evidenziando come l’oppressione dei bambini si ripeta nella storia, ha ricordato la sua infanzia, scandita dai racconti sulla Prima Guerra Mondiale fattigli dal nonno: “Purtroppo, questa storia di oppressione dei bambini si ripete: se interroghiamo gli anziani, i nonni e le nonne, sulla guerra vissuta quando erano piccoli, emerge dalla loro memoria la tragedia: il buio , tutto è scuro durante la guerra, i colori quasi scompaiono, gli odori ripugnanti, il freddo, la fame, la sporcizia, la paura, la vita randagia, la perdita dei genitori, della casa, l’abbandono, ogni tipo di violenza. Io sono cresciuto con i racconti della prima guerra mondiale, fatti da mio nonno, e questo mi ha aperto gli occhi e il cuore sull’orrore della guerra. Guardare con gli occhi di chi ha vissuto la guerra è il modo migliore per capire l’inestimabile valore della vita. Ma anche ascoltare i bambini che oggi vivono nella violenza, nello sfruttamento o nell’ingiustizia serve a rafforzare il nostro “no” alla guerra, alla cultura dello scarto e del profitto, in cui tutto si compra e si vende senza rispetto né cura per la vita, soprattutto quella piccola e indifesa. In nome di questa logica dello scarto, in cui l’essere umano si fa onnipotente, la vita nascente è sacrificata mediante la pratica omicida dell’aborto. L’aborto sopprime la vita dei bambini e recide la fonte della speranza di tutta la società”.
Infine, il Pontefice ha esortato ad ascoltare i bambini e ringraziato i presenti per il contributo nell’ aiutare a “costruire un mondo migliore per i bambini, per mettere al centro i bambini, i loro diritti, i loro sogni, la loro domanda di futuro”.
Dopo il discorso di Papa Francesco, si sono susseguiti gli interventi delle numerose personalità presenti al Summit, tra cui la Senatrice a vita, sopravvissuta al campo di concentramento nazista di Auschwitz e testimone degli orrori della Shoah, Liliana Segre e dell’ ex Presidente della BCE ed ex Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, che ha sottolineato come l’educazione sia uno strumento indispensabile per la protezione dei bambini. Presenti al Summit, anche la Regina Rania di Giordania e Padre Enzo Fortunato, francescano, giornalista e scrittore, Direttore della comunicazione della Basilica papale di San Pietro in Vaticano e coordinatore della Giornata Mondiale dei Bambini.
Presente per il governo italiano, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Antonio Tajani, che ha dichiarato: “Il governo italiano si batte per garantire il diritto della persona e come politici cristiani abbiamo il dovere di difendere i più deboli: bambini e anziani. Non faremo mancare il nostro appoggio a queste iniziative. Combattiamo per garantire a tutti educazione scolastica e accesso alle cure necessarie. Lavoriamo per costruire un mondo dove al centro ci siano i bambini e i loro diritti, contro ogni guerra e sfruttamento. Per il futuro dell’umanità”.
Le personalità convenute e i rappresentanti dei settori politico-religioso-istituzionale , suddivisi in gruppi tematici, hanno dato vita a un osservatorio sulla realtà dell’infanzia nel mondo, elaborando delle proposte per la tutela dei diritti dei bambini, considerandoli, come ha sottolineato il Santo Padre, “non come dei numeri, ma come dei volti”.
Al termine del summit, Papa Francesco ha tenuto un breve intervento di ringraziamento per il lavoro svolto, nel quale ha evidenziato: “Tutto questo dà gloria a Dio, e a Lui noi lo affidiamo, perché il suo Santo Spirito lo renda fecondo e fruttuoso”, invitando a tenere sempre in considerazione che: “I bambini ci guardano”. È stata anche il titolo di un film famoso. I bambini ci guardano: ci guardano per vedere come noi andiamo avanti nella vita”.
In ultimo, il Pontefice ha annunciato che, nell’ambito di tale impegno per la difesa dei diritti dell’infanzia, preparerà una Lettera o un’Esortazione dedicata ai bambini.
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