di Federica Marengo mercoledì 18 maggio 2022
-Nella ottantatreesima giornata di guerra in Ucraina, le truppe russe, ritiratesi da Kharkiv, riconquistata dai soldati ucraini fino al confine con la Federazione russa, hanno continuato a concentrare gli attacchi nella Regione sud-orientale. In particolare, attaccate nel Donbass, le città di Dnipro, colpita da due missili, Donetsk, bombardata per 28 volte , causando la morte di una persona e il ferimento di altre tre, Sumy, Izyum e Severodonetsk (nel Lughansk) , e , nel meridione, le città di Mykolaiv e Odessa, dove bombardamenti dal Mar Nero hanno causato la distruzione di infrastrutture civili. Colpita anche Leopoli, al confine con la Polonia e la Transnistria, dove sono state udite numerose esplosioni e il Premier moldavo Gavrilita ha espresso la sua preoccupazione per un’estensione e un coinvolgimento della Moldavia nel conflitto.
Stamane, poi, un treno blindato russo con dieci vagoni e dieci serbatoi di carburante sarebbe stato fatto esplodere nella zona occupata di Melitopol, nella regione sud-orientale di Zaporozhzhia.
A Mariupol, invece, altri 959 militari ucraini, di cui 80 feriti, presenti da più di ottanta giorni nell’acciaieria Azovstal, roccaforte della resistenza di Kiev, sono stati evacuati: 694, solo nelle ultime 24h e sarebbero in corso delle trattative per l’uscita dall’impianto siderurgico di altri militari.
Tuttavia, mentre Mosca parla di “resa”, Kiev, la definisce un’ “evacuazione” o un’operazione umanitaria, autorizzata dagli stessi generali e dal Governo ucraino per salvare la vita alle truppe, sebbene i soldati usciti dall’impianto siderurgico, specie quelli appartenenti al Battaglione Azov, siano stati condotti in un carcere a nord di Mariupol, in quanto i deputati della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, vorrebbero processarli (con possibile condanna alla pena di morte) in quanto considerati “ terroristi nazisti”. Ciò, malgrado il Presidente russo Putin abbia assicurato il rispetto delle leggi internazionali.
Al riguardo, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto videomessaggio serale alla popolazione ,ha dichiarato: “L’evacuazione dei soldati ucraini dall’acciaieria Azovstal di Mariupol è supervisionata dai militari e dall’intelligence dell’Ucraina con l’aiuto dei più influenti mediatori internazionali. Gli attacchi missilistici e gli attacchi aerei russi sulle province di Leopoli, Sumy, Chernihiv e Luhansk nelle ultime 24 ore sono il tentativo dell’esercito russo di compensare una serie di fallimenti nell’est e nel sud dell’Ucraina, ha dichiarato il Presidente Zelensky durante il suo discorso quotidiano. Secondo il presidente, questi attacchi non cambiano drasticamente la situazione, soprattutto perché le nostre misure di difesa aerea e antisabotaggio si stanno rafforzando”.
Lo stesso Zelensky, intervenuto ieri con un discorso in video-collegamento alla serata inaugurale del 75° Festival di Cannes, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente francese Macron, il quale ha confermato che la richiesta di adesione dell’Ucraina all’UE sarà esaminata in una riunione del Consiglio europeo a giugno. Macron , inoltre, ha dichiarato che la fornitura di aiuti militari e umanitari da parte della Francia all’Ucraina continuerà e aumenterà nelle prossime settimane.
Intanto, mentre a Kiev è iniziato il primo processo per crimini di guerra a un soldato russo, accusato di aver ucciso un civile disarmato, in mattinata, gli ambasciatori di Finlandia e Svezia, Klaus Korhonen e Axel Wernhoff, hanno formalmente presentato a Bruxelles la richiesta di adesione all’Alleanza al segretario generale Stoltenberg, nel quartier generale della Nato a Bruxelles, ottenendo il sostegno da parte del Presidente USA Biden in caso di aggressione.
A tal proposito, il Segretario generale della Nato ,ha dichiarato: “Oggi, è un buon giorno in un momento cruciale per la nostra sicurezza. Grazie molte per aver presentato la richiesta di adesione per Finlandia e Svezia. Ogni Nazione ha il diritto di scegliere il proprio percorso. Entrambi aveva fatto la vostra scelta, seguendo un percorso democratico. E io accolgo calorosamente la richiesta di adesione da parte di Finlandia e Svezia. Voi siete i nostri partner e la vostra adesso alla Nato aumenterà la nostra sicurezza comune. Le richieste che avete presentato oggi sono un passo storico, gli alleati valuteranno ora i prossimi passaggi di questo cammino verso la Nato. Gli interessi della sicurezza di tutti gli alleati devono essere presi in considerazione e siamo determinati di affrontare tutte le questioni e giungere a rapide conclusioni. Tutti gli alleati sono d’accordo sull’importanza dell’allargamento della Nato, che dobbiamo stare insieme e siamo tutti d’accordo che questo è un momento storico”.
Un’adesione , quella di Finlandia e Svezia alla Nato , su cui però pesa lo stop della Turchia, ribadito stamane dal Presidente Erdogan che,nel corso di un incontro con i parlamentari del suo partito ha sottolineato come sia “incoerente” il via libera della Nato all’ingresso nell’Alleanza Atlantica , che dovrebbe garantire la sicurezza dei suoi membri, di due Paesi che “ospitano terroristi curdi del Pkk”.
A cercare una mediazione con gli USA,dunque, e soprattutto garanzie “bilaterali” e su questioni regionali” (tra cui l’espulsione di trenta terroristi), il ministro degli Esteri turco Çavuşoğlu, che ,recatosi negli Stati Uniti, ha incontrato il Segretario di Stato Blinken e l’omologo italiano Di Maio, che ha sottolineato il sostegno pieno dell’Italia all’adesione dei due Paesi Baltici all’Alleanza Atlantica.
La Finlandia, ad ogni modo, si è detta “ottimista” riguardo al raggiungimento di un accordo sull’ingresso nella Nato con la Turchia. Proprio la Premier finlandese, Sanna Marin, stamane, ha incontrato a Roma, a Palazzo Chigi , il Premier Draghi, tenendo poi al termine del colloquio una conferenza stampa congiunta, nella quale, il Presidente del Consiglio, ha spiegato: “La richiesta di adesione è una chiara risposta all’aggressione russa all’Ucraina. L’Italia appoggia l’adesione alla Nato della Finlandia così come quella della Svezia. Il contesto della sicurezza europea è cambiato, perché la Russia ha detto che non rispetta i principi fondamentali e vuole limitare la libertà degli altri paesi e noi non siamo disposti a tollerare questa guerra. Noi vogliamo garantirci la sicurezza per noi e per l’Ue. La decisione del Parlamento è stata schiacciante ed il nostro presidente della Repubblica ha riconosciuto che l’adesione alla Nato rafforza l’Alleanza nel suo insieme ed è importante che anche la Svezia abbia deciso di aderire. La risposta dell’Ue contro la Russia è stata forte e unita ma dobbiamo fare di più. La Finlandia è pronta a considerare nuove misure congiunte per diminuire le entrate russe derivanti dalle esportazioni energetiche. Dalla fine della Seconda guerra mondiale, siamo compagni di strada. La Finlandia è stata ammessa nell’Onu nel 1955. I rapporti sono eccellenti e negli ultimi anni abbiamo avuto un progressivo rafforzamento dei rapporti. Nel 1955 la Finlandia è entrata nell’Unione europea. Nelle scorse settimane abbiamo mostrato una grande unità rispetto all’Ucraina anche nel cercare una soluzione negoziale e continueremo a farlo. Questo è il momento delle scelte e vogliamo che l’Ue scelga di essere protagonista. Noi siamo parte di una decisione presa insieme all’Unione Europea. Questo è un Giorno storico per la Finlandia, l’impegno c’è e non ha condizioni”.
La Premier Marin ,invece, ha sottolineato come con l’ingresso della Finlandia nell’Alleanza Atlantica si rinsalderà la sicurezza anche per la UE e per gli USA.
Sempre in ambito UE , poi, presentato dalla Commissione europea il piano Repower Eu per la ricostruzione dell’Ucraina e l’istituzione di un fondo europeo per la Difesa , mentre è ancora stallo sul varo del sesto pacchetto di sanzioni che prevede tra le misure l’embargo del petrolio russo, per via del veto dell’Ungheria, che ha chiesto risarcimenti per lo stop alle forniture da Mosca di 15-18 miliardi.
Il Piano, è stato esposto alla stampa dalla Presidente della Commissione UE Von der Leyen, che ha spiegato: “Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza energetica dalla Russia il più rapidamente possibile. Lo possiamo fare. Oggi presentiamo il RePowerEu per questo. Possiamo sostituire i combustibili fossili russi lavorando su tre livelli: Dal lato della domanda, con il risparmio energetico. Dal lato dell’offerta, diversificando le nostre importazioni di energia dai combustibili fossili e accelerando la transizione verso l’energia pulita. Mobilitiamo quasi 300 miliardi di euro. Circa 72 euro miliardi di sovvenzioni e 225 miliardi di euro di prestiti. 27 leader di governo dell’UE hanno deciso di creare una piattaforma per l’acquisto congiunto di gas, gnl e idrogeno. Con il piano RePowerEU, proponiamo una via operativa da seguire, con un meccanismo di appalto congiunto e un comune approccio ai paesi fornitori. In questo modo, possiamo proteggere il le importazioni di energia di cui abbiamo bisogno senza concorrenza tra i nostri Stati membri. Cominceremo con la cosa più ovvia: il risparmio energetico è il modo più rapido ed economico per affrontare il problema crisi energetica attuale. Aumenteremo quindi l’obiettivo di efficienza energetica dell’Ue per il 2030 dal 9% a 13%. E stiamo aumentando l’obiettivo 2030 per l’energia rinnovabile dell’UE dal 40% al 45%. Proseguiremo con una serie di azioni per aumentare e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Ad esempio, proponiamo di accelerare le procedure autorizzative per le energie rinnovabili e le relative infrastrutture come le reti. Proponiamo un obbligo di copertura solare per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Questo è ambizioso ma realistico. Sappiamo che quando l’Europa agisce insieme, ha più influenza. Proponiamo di rendere obbligatori i pannelli solari per gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per i nuovi edifici residenziali entro il 2029. Questo è un piano ambizioso ma realistico”.
Quanto all’Ucraina, la Presidente Von der Leyen, ha evidenziato: “Proponiamo di integrare il significativo aiuto a breve termine fornito finora all’Ucraina con una nuova assistenza macro finanziaria eccezionale, fino a 9 miliardi di euro nel 2022. Ma dobbiamo anche pensare a un più ampio sforzo di ricostruzione: l’Ue ha la responsabilità e l’interesse strategico di guidare questo sforzo di ricostruzione. I leader dell’Ue ci hanno invitato a riflettere su questo aspetto durante il vertice di Versailles: i principi della ricostruzione dovrebbero combinare investimenti e riforme. Col tempo, sosterremo l’Ucraina nella scelta del suo percorso europeo. Dovrebbe essere un piano a prova di futuro, che rifletta pienamente le esigenze identificate dall’Ucraina. Il piano dovrebbe affrontare riforme chiave in settori quali l’anticorruzione, la capacità amministrativa, lo Stato di diritto e l’indipendenza del sistema giudiziario. E dovrebbe essere saldamente ancorato alle transizioni verdi e digitali e ai valori europei fondamentali. Ma naturalmente l’Ue non sarebbe e non dovrebbe essere l’unica a contribuire a questo sforzo. L’Ue propone una piattaforma di ricostruzione guidata congiuntamente dall’Ucraina e dalla Commissione Europea e che riunisca gli Stati membri dell’Ue, altri donatori bilaterali o internazionali, istituzioni finanziarie internazionali e altri partner che condividono le stesse idee. L’obiettivo di questa piattaforma sarebbe quello di concordare la direzione di marcia e garantire la massima sinergia di tutti gli sforzi: questi investimenti aiuteranno l’Ucraina a uscire più forte e più resistente dalla devastazione causata dai soldati di Putin”.
Quanto alle energie rinnovabili, la Commissione ha proposto un emendamento mirato alla direttiva sulle energie rinnovabili per riconoscere l’energia rinnovabile come un interesse pubblico prioritario. Per accelerare i progetti sull’idrogeno, sono stanziati ulteriori 200 milioni di euro per la ricerca e la Commissione si impegna a completare la valutazione dei primi importanti progetti di comune interesse europeo entro l’estate. Infine, la Commissione lancia una nuova alleanza industriale per il biometano e incentivi finanziari per aumentare la produzione a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030, anche attraverso la politica agricola comune.
Infine, sull’apertura di due conti da parte di Eni presso Gazprombank, il Vice Presidente della Commissione Ue, Timmermans, presente anch’esso alla conferenza stampa a Bruxelles, ha sottolineato: “Pagare in rubli significa violare le sanzioni. Ed è una violazione anche dei contratti stipulati che prevedono in quale valuta pagare. E i contratti indicano euro o dollari, mai rubli. In Italia, il primo ministro ha dato un’idea al Paese” sulla temperatura dei condizionatori per risparmiare energia, ma lascerei la questione a discrezione delle aziende e dei singoli cittadini. Voglio solo informare che, abbassando un po’ la temperatura del riscaldamento in inverno e non attivando troppo presto l’aria condizionata in estate, si tolgono soldi dalle tasche di Putin. Sarà comunque sempre una scelta libera e individuale dei nostri cittadini” e “non può essere imposta come regola”.
Nel frattempo, Mosca, che sta valutando l’uscita dall’OMS e dal WTO e ha espulso 24 diplomatici italiani dalla Russia come ritorsione per le espulsioni dall’Italia di altrettanti funzionari russi ,il 6 aprile scorso (Palazzo Chigi ha definito la decisione del Cremlino “un atto ostile”), ma anche 34 diplomatici francesi e 27 spagnoli, ha fatto sapere , tramite il Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza russo Medvedev , che : “La Russia non permetterà che scoppi la Terza Guerra mondiale, ma è in grado di dare una risposta immediata e “super potente” nel caso in cui venga attaccata. Lo scudo nucleare del paese è costituito da un arsenale di armi affidabili e all’avanguardia che raffredda le ambizioni di coloro che sono pronti a scatenare la Terza Guerra mondiale con le proprie mani e le mani di qualcun altro. Non permetteremo questa situazione. Ma siamo costretti a dire sempre come promemoria che in caso di attacco al nostro Paese saremo in grado di dare una risposta immediata e super potente, respingendo qualsiasi aggressione”, riecheggiato dal Vice Primo ministro russo, Borisov, che ha detto: “Secondo la sua dottrina, la Russia non può essere la prima a lanciare un attacco nucleare, può lanciarlo solo come rappresaglia”.
Il Cremlino, inoltre, ha ribadito lo stallo dei negoziati per via dell’Ucraina, cui mancherebbe la volontà per riprendere i colloqui di pace, ma la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che non ha nascosto le difficoltà della Russia sul piano finanziario, anche se compensate dalle ottime cifre dell’export nei settori alimentare ed energetico e ,che ha accusato Kiev di bloccare le navi di grano nei porti del Mar Nero, per causare una crisi alimentare globale, ha precisato: “La Russia ,non ha perso interesse nei negoziati con l’Ucraina. Il regime di Kiev sta facendo di tutto perché le trattative non funzionino attraverso alcuno strumento negoziale”.
Negli USA, invece, il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, Jake Sullivan, ha tenuto un colloquio telefonico con Yang Jiechi, membro del Politburo del partito comunista cinese e direttore dell’ufficio della commissione per gli affari esteri, che aveva incontrato a Roma il 14 marzo scorso, per discutere della guerra in Ucraina, dei temi della sicurezza regionale e dei rapporti Usa-Cina.
In Italia, invece, mentre il Premier Draghi ha lavorato alla rifinitura dell’Informativa di domani alle Camere sulla guerra in Ucraina e sul ruolo dell’Italia, la Maggioranza si è spaccata sul voto del Presidente della Commissione Esteri del Senato , sciolta dopo le dimissioni dei membri, in polemica con il precedente Presidente, il pentastellato Petrocelli, su posizioni filo-russe e filo-putiniane.
Infatti, con 12 voti ,contro i 9 ottenuti dal grillino Licheri, e un’ astensione, è stata eletta Presidente ,la forzista Stefania Craxi(convinta che si troverà un’intesa con tutti i partiti) , irritando il Presidente del M5S Conte, che confidava nella rielezione di un pentastellato, trattandosi del partito di Maggioranza relativa. Quindi, le dichiarazioni in cui ha sottolineato di aver preso atto della costituzione di una nuova Maggioranza trasversale da Italia Viva a Fratelli d’Italia, smentite dai leader dei diversi partiti che hanno invitato l’ex Premier ad abbassare i toni in nome dell’unità, seguite dalla convocazione di un Consiglio nazionale straordinario con i parlamentari del Movimento (svoltosi prima di incontrare con il segretario del Pd Letta, la Premier finlandese Marin), alcuni dei quali, secondo indiscrezioni di stampa, avrebbero chiesto di uscire dalla Maggioranza, facendo venir meno il sostegno al Governo.
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