di Federica Marengo mercoledì 16 marzo 2022
-Nella notte e , in mattinata, sono proseguiti gli attacchi da parte delle forze russe all’Ucraina: le navi di Mosca hanno bombardato Odessa (e per questo, l’esercito ucraino ha cosparso di mine le spiagge della città), provocando almeno due feriti, mentre altre esplosioni sono state segnalate in alcuni quartieri di Kiev, dove è stato colpito un edificio del centro e alla stazione dei treni di Zaporizhzhia.
Allarmi aerei sono poi risuonati a Poltava, Dnipro, Ivano-Frankivsk e a Leopoli e un tentato assalto russo , in cui sono rimaste uccise due persone, si è verificato a Charkiv, dove sono stati distrutti due edifici e parte di una scuola. Attacco non solo aereo , ma anche dal Mare di Azov, a Mariupol, dove da due settimane gli abitanti sono privi di cibo, acqua e riscaldamenti e dove nelle scorse , come riferito dal sindaco della città, i soldati russi hanno preso in ostaggio i pazienti dell’ospedale regionale, usandoli come scudi, affinché i medici e il personale sanitario curino i loro feriti e hanno sferrato un attacco contro i civili in fuga , contro civili rifugiatisi in un teatro e in un impianto sportivo (per il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba le truppe russe erano consapevoli della loro presenza all’interno). Mosca, però, ha negato gli attacchi attribuendoli agli ultranazionalisti del battaglione Azov.
Colpita, poi a Vinnytsia, nell’Ucraina centrale, la torre della Tv, con relativa interruzioni delle trasmissioni. A Chernihiv, invece, a nord di Kiev, al confine con la Bielorussia, uccisi 10 civili, in coda per il pane (anche questo attacco è stato negato da Mosca). Liberato, infine, con un’operazione speciale, il sindaco di Melitopol, rapito dalle truppe russe alcuni giorni fa.
Intanto, sono proseguiti gli incontri diplomatici: nella serata di ieri, infatti, i Premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, Morawiecki, Fiala e Jansa, giunti in treno a Kiev, hanno incontrato il Presidente Zelensky per offrire all’Ucraina il sostegno della UE. Durante il confronto, il Premier Morawiecki ha insistito sulla necessità di conferire rapidamente all’Ucraina lo status di candidato all’adesione alla UE, mentre il Vice Premier polacco Kaczynski ha chiesto una missione di pace alla Nato “protetta dalle forze armate” (ovvero non disarmata,ma capace di difendersi per operare sul territorio ucraino) per garantire l’arrivo di aiuti umanitari all’Ucraini, idea che sarebbe nata al Consiglio Europeo informale di Versailles, sebbene Bruxelles abbia precisato che i tre leader non avessero il mandato dell’Unione.
Un sostegno all’Ucraina, che è stato espresso anche dalla Lituania, nel corso del bilaterale a Kiev, svoltosi ieri, tra il ministro degli Esteri lituano Landsbergis e l’omologo ucraino Kuleba.
Non invierà armi e si terrà fuori dal conflitto , invece, l’Ungheria, come annunciato dal Premier Orban (considerato vicino a Putin) durante un intervento al Parlamento di Budapest.
Altri aiuti economici e militari, al contrario, come chiesto da Zelensky, arriveranno dagli USA, con il Presidente Biden che, in una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha annunciato lo stanziamento di altri 800 milioni di dollari, per un totale di 1 miliardo di dollari inviati dall’inizio dell’invasione russa, per dotazione di armi anti-carro , missili anti aerei e droni.
Il sostegno militare , è stato confermato poi anche dal Segretario della Nato , Stoltenberg, che, in conferenza stampa, a margine della Ministeriale della Difesa dell’Alleanza Atlantica, ha ribadito l’invio di nuove forze nell’Europa dell’Est e di aiuti finanziari e umanitari.
Infine, secondo una nota del Cremlino, il segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Patrushev, nella sua telefonata con il consigliere della Casa Bianca per la Sicurezza Nazionale, Sullivan, ha affermato che “i tentativi di Kiev di tirare per le lunghe il processo negoziale su istruzioni dall’esterno sono inaccettabili”. Il generale “ha esortato gli americani a esercitare influenza su Kiev per raggiungere progressi nel risolvere la crisi in maniera diplomatica il prima possibile”.
In campo per la pace , anche Papa Francesco, che stamane, prima e dopo l’Udienza Generale ,ha pregato per la risoluzione della guerra e ricordato i bambini coinvolti nel conflitto. Notizie di un colloquio del Pontefice con il Patriarca Kirill sulla situazione in Ucraina e sulla crisi umanitaria sono state poi diffuse dal Patriarcato stesso, che ha auspicato da entrambe le parti il raggiungimento di una “pace giusta”.
Sono continuati poi, sempre in modalità videoconferenza, anche i colloqui tra Mosca e Kiev, con l’apertura di uno spiraglio da parte del Presidente ucraino Zelensky che , in un videomessaggio, pubblicato sui suoi account Social, ha parlato di un negoziato ora più realistico, non nascondendo però la difficoltà di trovare un accordo e la necessità di avere del tempo per raggiungerlo. Nell’ambito della ricerca di tale intesa, la Turchia, paese mediatore insieme con Israele, ha inviato a Mosca il ministro degli Esteri, Cavusoglu, che nelle prossime ore sarà anche a Kiev dal Presidente ucraino.
Sul tavolo, la discussione sulla neutralità dell’Ucraina, come riferito ai media russi dallo stesso Lavrov, che, evidenziando come un incontro tra Putin e Zelensky potrebbe avere luogo solo ad accordo definito, ha dichiarato: “Alcune formulazioni di accordi con l’Ucraina sono prossime a essere raggiunte, con uno status neutrale per Kiev in “seria” considerazione. Tuttavia, ci sono anche altre questioni importanti sul tavolo, tra cui l’uso della lingua russa in Ucraina e la libertà di espressione. I colloqui di pace con l’Ucraina “non sono facili”, ma c’è una speranza di un compromesso. Sono guidato dalle valutazioni fornite dai nostri negoziatori. Dicono che i negoziati non sono facili per ovvi motivi. Tuttavia, c’è qualche speranza di raggiungere un compromesso”.
Al vaglio di Mosca, una neutralità “smilitarizzata”, su modello svedese, austriaco o svizzero per l’Ucraina (non dovrà ospitare basi straniere, pur avendo una forza di difesa , le cui dimensioni dovrebbero essere discusse) e con garanzie per la popolazione russofona presente sul territorio.
Modelli, però, respinti da Zelensky, il quale ha affermato: “L’Ucraina rifiuta l’idea di un modello austriaco o svedese di neutralità del Paese e vuole garanzie di sicurezza”, riecheggiato poi da uno dei negoziatori Podoliak, che ha detto: “L’Ucraina è ora in uno stato di guerra diretta con la Russia. Pertanto, il modello può essere solo ‘ucraino'”.
A tal proposito , il Financial Times, ha pubblicato una bozza di accordo di pace in 15 punti che include il cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe, se l’Ucraina dichiara la neutralità e accetta limiti alle forze armate. Il documento includerebbe la rinuncia da parte dell’Ucraina alla Nato e la promessa di non ospitare basi militari straniere o armi in cambio di protezione da alleati quali Stati Uniti, Gran Bretagna e Turchia.
Tuttavia, da Kiev è arrivato un alt a tale bozza, che rappresenterebbe per Kiev solo le istanze di Mosca,e la conferma delle proprie condizioni: il cessate il fuoco immediato, il ritiro delle truppe russe e la garanzia sicurezza da un certo numero di paesi.
Il Presidente Zelensky, è poi intervenuto al Congresso USA, sottolineando come l’Ucraina viva da tre settimane un 11 settembre e ribadendo la richiesta di una No fly zone sui cieli ucraini. Avanzata dallo stesso Presidente anche la costituzione di un’alleanza di 24 Paesi responsabili per salvare la pace nel mondo. Chiesto, inoltre a tutte le compagnie americane di lasciare la Russia per sottrarre finanziamenti alla sua macchina da guerra.
Il Presidente Putin, invece, ha dichiarato: “ A subire un vero genocidio, sono stati gli abitanti del Donbass per 8 anni. L’obiettivo della Russia non è occupare l’Ucraina. L’operazione delle forze armate russe in Ucraina si sta sviluppando con successo e strettamente secondo i piani. La Russia, non aveva altra scelta per garantire la propria sicurezza che quella di attuare l’operazione militare in Ucraina. Le sanzioni occidentali hanno colpito duramente l’intera economia globale”.
Sulla situazione in Ucraina e sull’azione diplomatica italiana in campo, ha riferito in un’Informativa alla Camera, il ministro degli Esteri Di Maio, che ha spiegato: “Una guerra che sta provocando la più grave catastrofe umanitaria in Europa dal secondo dopoguerra ad oggi. Sono trascorse tre settimane dall’avvio di quella che Mosca continua a definire una operazione militare speciale, lanciata contro l’Ucraina nella notte del 24 febbraio. In realtà, si tratta di una guerra di aggressione non provocata, ingiustificabile e contraria alle più elementari norme del diritto internazionale. L’offensiva russa prosegue senza sosta e senza alcun rispetto per le norme di diritto internazionale umanitario. Le truppe russe assediano città come Kharkiv, Mariupol, Kherson, Odessa e Sumy, su tre lati dei confini dell’Ucraina. Un’operazione concentrica che converge verso la capitale Kiev, le cui condizioni appaiono ormai disperate. I bombardamenti si sono ormai estesi anche alle città dell’Ucraina occidentale: a Leopoli, dove opera la nostra Ambasciata, e a Ivano Frankivsk. Zone a pochi chilometri dal confine polacco, vale a dire da Ue e Nato. Le Nazioni Unite hanno ricevuto rapporti attendibili sull’uso di munizioni a grappolo da parte delle forze russe, anche nelle aree popolate. Condanniamo fermamente l’uso di queste armi odiose, bandite a livello internazionale: colpiscono indiscriminatamente anche la popolazione civile. L’Italia e tutta la comunità euro-atlantica si stanno mostrando più compatte e determinate che mai nel sostegno all’Ucraina, alla sua popolazione e alla sua resistenza verso l’aggressore russo. Stiamo imponendo quei costi pesantissimi che Mosca sapeva avrebbe patito se avesse imboccato questa strada insensata e assurda. Non manchiamo occasione per richiamare con la più assoluta fermezza la Russia alla cessazione immediata di ogni attacco ,anzitutto quelli che hanno interessato centrali nucleari. Condanniamo con veemenza ogni ulteriore violazione di obblighi internazionali in materia di sicurezza nucleare. Per quanto riguarda i cittadini ucraini in fuga, i profughi fuori dal Paese sono ormai 3 milioni. È un’ondata imponente e repentina e potrebbe raggiungere la cifra impressionante di 5 milioni di rifugiati. Siamo pronti a contribuire all’impegno internazionale per assistere l’Ucraina e i Paesi limitrofi a fronteggiare il flusso massiccio di profughi. Non faremo mancare il nostro apporto e la Farnesina ha attivato fin dal primo marzo un tavolo di coordinamento permanente per i profughi in arrivo dall’Ucraina, coinvolgendo tutte le Amministrazioni nazionali competenti, la Commissione Nazionale per il Diritto di Asilo, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Sui negoziati, il nostro obiettivo è quello di aiutare le parti negli sforzi a favore di un dialogo, che vede lo stato dei negoziati in una fase estremamente complessa. Lo stesso Presidente Zelensky in questi giorni ha lanciato chiari segnali di apertura al dialogo. Spetta adesso a Putin dimostrare che vuole raggiungere un accordo. La nostra linea d’azione continua a fondarsi su fermezza e disponibilità al dialogo e al negoziato, ma senza compromessi su valori e principi fondamentali quali democrazia, libertà e stato di diritto. Non possiamo permetterci di perdere la fiducia nella diplomazia come unica via d’uscita alternativa ad uno scontro militare frontale con la Russia, che porterebbe ad un annientamento reciproco e catastrofico. A proposito della richiesta dell’Ucraina di aderire all’Ue, consideriamo le aspirazioni di Kiev come assolutamente legittime e meritevoli di essere considerate, sempre in linea ovviamente con gli standard e le procedure definite dal diritto dell’Unione. Stiamo dimostrando concretamente il sostegno europeo all’Ucraina con l’approvazione di misure di assistenza a valere sullo Strumento Europeo per la Pace per la fornitura a Kiev di equipaggiamenti letali e non letali del valore di 500 milioni di euro. Aiutare chi è vittima di aggressione a difendersi con maggiore efficacia rispetto agli attacchi indiscriminati dell’aggressore non è solo un obbligo morale, ma consente anche di dare possibilità ad un negoziato meno squilibrato tra le parti, che altrimenti si tradurrebbe in una mera capitolazione. L’Unione Europea è pronta ad affrontare l’impatto economico delle sanzioni e siamo aperti a tutte le proposte di nuove misure della Commissione europea. Non cederemo a ricatti sull’energia” da parte della Russia. Ci siamo mossi su più fronti per diversificare le nostre fonti, prevenire ulteriori tensioni sui mercati globali dell’energia e rinforzare le collaborazioni con partner strategici nel Mediterraneo e non solo, anche sul fronte delle rinnovabili e dell’idrogeno verde. Continueremo a lavorare per salvaguardare famiglie e imprese dall’impatto del caro energia, possibilmente attraverso un tetto ai prezzi di acquisto del gas, per svincolare la bolletta elettrica da questo costo”.
Sul fronte economico, Borse e titoli bancari in ripresa, con lo spiraglio diplomatico apertosi, mentre calano i prezzi di petrolio e gas . In recupero, anche il valore del rublo, sebbene da oggi la Russia sia chiamata a pagare 117 milioni di euro per due obbligazioni pubbliche , trascorsi trenta giorni dai quali, se non assolverà al debito, andrà in default.
Sul rialzo dei prezzi dei carburanti, invece, frutto a suo dire di una “speculazione” e di una “colossale truffa”, ha riferito in Senato , questa mattina, il ministro per la Transizione Ecologica Cingolani, che ha chiarito: “Adesso noi stiamo valutando al fine di contenere l’impatto sui consumatori finali” degli aumenti di benzina e diesel “l’ipotesi di praticare sui carburanti una accisa mobile. Siccome c’è stato maggior gettito Iva dovuto al fatto che la base è aumentata, il maggior gettito Iva potrebbe essere utilizzato per ridurre l’accisa corrispondentemente e avere una riduzione di prezzo alla pompa Sappiamo benissimo che operare sui carburanti da trazione è molto complesso e avete visto che siamo intorno a 2,3 euro a litro in questi giorni e a dicembre 2021 eravamo intorno a 1,7 e/l quindi questo è il combinato di una gestione di mercato di come sono messi i prezzi del barile, un po’ di carenza di diesel e il costo in crescendo, esagerato, del gas e dell’energia che serve ai processi industriali. Faccio i conti pur semplificando: se per stoccare 10 miliardi di metri cubi di gas mi servirebbero 15 miliardi di euro un anno fa di questi tempi quando il gas era meno di 30 centesimi al metro cubo il costo mi avrebbe richiesto un anticipo di 3 miliardi. A parità di tutto non è giustificato che lo stoccaggio da 3 miliardi di anticipo arrivi a 15 miliardi, non è possibile che mi costi cinque volte di più se la materia è la stessa dei prossimi inverni. Oltre alle misure per incrementare la sicurezza del sistema, si potrebbe inoltre intervenire anche con misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficientamento energetico, in particolare, sono ipotizzabili misure di flessibilità sui consumi di gas, sui consumi di gas del settore termoelettrico e misure di contenimento dei consumi negli altri settori. E poi si può sempre pensare a incremento delle importazioni di energia elettrica dal Nord Europa, per ridurre il consumo di gas del parco termoelettrico italiano. Per ridurre di 20 miliardi di metri cubi le importazione di gas dalla Russia (che l’Europa paga oltre un miliardo di euro giorno) nel breve medio termine il Governo valuta un “incremento di importazioni del gas algerino. In particolare, con le infrastrutture attuali è ipotizzabile un incremento fino a 9 bcm/anno. Per far questo, è indispensabile un accordo con il Governo algerino per ottenere forniture aggiuntive via gasdotto all’Italia al posto dell’attuale export di Gnl verso altri mercati. La missione del Ministro degli esteri in Algeria del 28 febbraio ha esplorato con successo tale possibilità, prevedendo anche la possibilità di future importazioni addizionali di gas a fronte di nuovi investimenti in attività di produzione di gas nel territorio algerino. Inoltre , il Governo punta a una incremento della produzione termoelettrica a carbone o olio. In particolare, è possibile incrementare la produzione a carbone o olio con risparmio di 3-4 miliardi di mc/anno di gas naturale. Rispondendo al caro energia, senza dimenticare gli impegni climatici, noi facciamo di tutto per mantenere l’impegno del -55% di emissioni di gas serra al 2030”, il target assunto in ambito europeo, perché “la via maestra rimane sempre quella di ridurre i consumi e accelerare sulle fonti alternative greenhouse gas free” .
Due, i pacchetti di aiuti allo studio del Governo e, quindi ,due i decreti che l’Esecutivo varerà: uno, nel Consiglio dei Ministri di venerdì e l’altro, fra dieci-quindici giorni, che prevedono: il taglio dei prezzi per arginare subito maxi-rincari su benzina e bollette e sostegni diretti alle famiglie e alle imprese, strette tra caro-energia, caro-carburanti e caro-materie prime.
Tre , le proposte del Pd, per fronteggiate il caro carburante: un assegno Energia per le famiglie e le imprese più in difficoltà, un tetto al prezzo del gas e sostegni agli autotrasportatori , mentre il M5S ha chiesto il ricorso allo scostamento di Bilancio e Italia Viva un nuovo “Whatever it takes”, ma energetico, per fissare un tetto al prezzo del gas e della benzina”.
In casa centrodestra ,invece, sia Lega che Forza Italia e il partito alleato di coalizione all’ Opposizione, Fratelli d’Italia, hanno sollecitato un taglio delle accise e dell’Iva ,con la Presidente Meloni che ha sollecitato il Governo affinché riscriva il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinando i fondi alla crisi energetica invece che alla Transizione digitale ed ecologica cui andrebbe il grosso delle risorse.
Ciò, mente l’Istituto Nazionale di Statistica, ha rilevato nel suo bollettino mensile, che un ulteriore aumento dell’inflazione a febbraio, giunta al 5,7%, a fronte del 4,8% di gennaio (ai massimi dal novembre 1995), trainato dai beni energetici e alimentari, con un aumento dei beni carrello della spesa, per la cura della casa e della persona , passati a +4,1% da 3,2% di gennaio.
Inoltre, il Governo è al lavoro sulle misure per l’accoglienza e l’assistenza dei cittadini in arrivo dall’Ucraina. L’assistenza ai rifugiati , sarà garantita attraverso la rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), reti gestite dal ministero dell’Interno ,che di recente sono state aumentate di 5.000 e 3.000 unità, e con l’accoglienza diffusa presso famiglie e in appartamenti, gestita da Enti del Terzo Settore.
Accantonata l’ipotesi di nominare un commissario straordinario per la gestione dell’accoglienza in Italia dei rifugiati ucraini ,che, in base ai dati del Viminale , ad oggi, sono 47.153 , di cui 24.032 donne, 4.052 uomini e 19.069 minori.
Nella giornata di domani, inoltre, l’Esecutivo, sentite le Regioni e, dopo una cabina di regia, dovrebbe varare in Consiglio dei Ministri un decreto per l’uscita progressiva dallo stato di emergenza da Covid19 e l’abolizione graduale del Super Green Pass dal 1° aprile, malgrado si stia registrando una risalita dei contagi, che però non sembra incidere sul tasso dei ricoveri né in terapia intensiva né nei reparti ordinari.
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