di Federica Marengo lunedì 28 marzo 2022
-Un’altra nottata, quella che ha preceduto il trentatreesimo giorno di guerra in Ucraina, è stata scandita dai bombardamenti russi: attacchi, sono stati registrati nelle città di Lutsk, Kharkiv, Zhytomyr, Rivne, Chernihiv e a Kiev.
Secondo il rapporto operativo dello Stato Maggiore delle forze armate ucraine e della Difesa, la Russia avrebbe ritirato le truppe intorno alla capitale, dopo aver subito delle perdite significative. Tale ritiro ha ridotto significativamente l’intensità dell’avanzata di Mosca, che starebbe trasportando missili “iskander” a Kalinkavichy per ripiegare in Bielorussia.
I combattimenti, poi, sono continuati anche a Mariupol, con il ministro degli Esteri ucraino che ha lanciato l’allarme riguardo una situazione umanitaria catastrofica, esortando a “salvare la città” , precisando però che i soldati ucraini continuano a difendere la città e che non se ne andranno.
Rassicurazioni da Mosca poi sono arrivate sugli incendi sviluppatisi nella foreste attorno all’impianto nucleare di Chernobyl e sulle emissioni di radiazioni, definite “stabili”, sebbene la Vicepremier ucraina abbia chiesto all’ONU di istituire una missione speciale per il controllo della centrale.
A Mykolaiv, invece, è stato abbattuto un missile da crociera russo, nel sud del paese, mentre a Kiev sono riprese le lezioni scolastiche in Didattica a distanza e Irpin è stata liberata dall’assedio delle truppe di Mosca.
Pesanti combattimenti si sono registrati poi a Donetesk e a Lugansk. Niente apertura dei corridoi umanitari per oggi, secondo quanto annunciato dalla Vicepremier ucraina, per motivi di pubblica sicurezza.
Infine, il più importante quotidiano indipendente russo, Novaya Gazeta, ha annunciato sul proprio sito di aver sospeso le sue pubblicazioni.
Il Presidente ucraino, Zelensky, poi ( non intervenuto alla cerimonia degli Oscar come era stato ipotizzato), in un’intervista all’Economist, ha dichiarato che alcuni dei sindaci rapiti dalle truppe russe, sono stati uccisi, così come 5 mila civili, di cui 210 bambini, e ha denunciato la deportazione di 20 mila persone in Russia e il blocco dei convogli umanitari da parte di Mosca. Zelensky ha anche ribadito che l’Ucraina sta cercando la pace “senza alcun indugio” e che le sue priorità riguardo i negoziati sono la sovranità e l’integrità territoriale, oltre alla garanzia della sicurezza.
A tal proposito, l’ambasciatore ucraino in Italia, Yaroslav Melnyk, presente a un convegno nella Capitale, ha reso noto che il Presidente Zelensky vorrebbe dar vita a un’iniziativa : la “U24-United for peace”, ovvero la creazione di un gruppo di paesi capaci di dare una risposta entro 24 ore , in caso di aggressione. Di questo gruppo, dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, più la Germania, il Canada, la Turchia e l’Italia.
E nel pomeriggio, il Presidente ucraino ha avuto un colloquio telefonico con il Premier Draghi, nel quale si è parlato degli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Il presidente Zelensky ha lamentato il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini. Il Presidente del Consiglio Draghi (che dovrebbe tenere nei prossimi giorni un colloquio telefonico con Putin) ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità e al popolo ucraini e la piena disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina.
Il colloquio telefonico è poi stato confermato da un tweet del Presidente Zelensky.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov, invece, ha fatto sapere che Mosca è interessata, affinché i negoziati abbiano successo, sebbene il portavoce del Presidente Putin, Peskov, abbia precisato che è presto per un vertice tra il numero uno del Cremlino e il Presidente Zelensky, in quanto non vi sarebbero stati ancora progressi nei negoziati. Inoltre , sempre il ministro Lavrov, ha evidenziato che “La posizione negoziale della Russia nei colloqui con la controparte in Ucraina, considera imprescindibile la denazificazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina per i futuri accordi con Kiev””. Per poi commentare la notizia di un video che mostrerebbe violenze inflitte dai soldati ucraini ai soldati russi ,a cui verrebbero inferti spari alle ginocchia: “I membri dei battaglioni nazionalisti dell’Ucraina stanno praticando metodi di guerra nazisti. Se avete visto come vengono trattati i prigionieri di guerra russi dai nazisti ucraini dei battaglioni Azov o Aidar, penso che capirete tutto”.
Si attende ,dunque, l’esito dei nuovi negoziati tra Kiev e Mosca che si terranno da domani e fino a mercoledì in Turchia a Istanbul , dove il ministro degli Esteri Çavuşoğlu, ha espresso su Twitter l’auspicio che la nuova tornata di incontri tra le delegazioni russe e ucraine, “portino a un cessate il fuoco duraturo e creino un’opportunità per la pace”.
Riguardo ai negoziati, il Wall Street Journal, citando alcune fonti, ha reso noto che l’oligarca russo Roman Abramovich (il cui portavoce ha confermato la notizia) e i negoziatori ucraini (da Kiev è arrivata invece la smentita) hanno sofferto sintomi di sospetto avvelenamento dopo un incontro a Kiev all’inizio del mese. Il sospetto attacco, potrebbe essere stato commesso da alcuni falchi del Cremlino che volevano sabotare le trattative per mettere fine alla guerra.
Nel frattempo, il Presidente USA Biden, tornando sul discorso tenuto a Varsavia, nel quale ha definito il Presidente russo Putin “un macellaio” e sottolineato come sia necessario in Russia un cambio di regime, il numero uno della Casa Bianca ha ribadito di non essersi espresso in tal senso e di non avere alcuna strategia al riguardo. Tuttavia, tali dichiarazioni hanno suscitato le critiche dell’Alto Commissario per le politiche Estere UE, Borrell,del Presidente francese Macron, che ha evidenziato come non si sarebbe mai espresso in simili termini nei confronti di Putin (con cui dovrebbe tenere un colloquio telefonico nelle prossime ore, in particolare, sui corridoi umanitari), e della Cina, che, tramite il portavoce del Ministro degli Esteri, Wang Wenbin, ha commentato: “Quello che voglio sottolineare è che il dialogo e i negoziati sono l’unico modo corretto per risolvere la questione ucraina. Ciò che tutte le parti devono fare urgentemente, ora, è alleviare la situazione, promuovere i colloqui e porre fine alla guerra, piuttosto che intensificare i conflitti. Chiediamo a tutti di svolgere un ruolo costruttivo sulle questioni riguardanti la pace e la stabilità europea e mondiale”.
Sul fronte UE, nel corso della riunione del G7,a presidenza tedesca, è stato affermato con forza che la richiesta di pagamento del gas in rubli avanzata da Mosca sia inaccettabile , in quanto viola i contratti in maniera unilaterale. A tale dichiarazione ha quindi fatto seguito la replica del Cremlino, tramite il portavoce Peskov, che ha commentato: “Se l’Europa si rifiuta di pagare il gas in rubli, di certo la Russia non lo fornirà gratuitamente, questo è assolutamente certo”.
Al cancelliere tedesco Scholz, poi, il Presidente ucraino Zelensky, nel corso di un colloquio telefonico avuto in giornata, ha chiesto di rafforzare le sanzioni contro Mosca, così come fatto dalla Repubblica Ceca, che ha congelato i beni di persone e società russe, e dalla Commissione UE ,che ha revocato i passaporti d’oro ai russi sanzionati.
Restando in ambito UE, a Bruxelles , si è tenuto il Consiglio degli Affari Interni, nel quale si è discusso della proposta di Germania e Polonia sui rifugiati di una dotazione di 1000 euro e della gratuità dei trasporti per lasciare le nazioni di primo approdo. In più, la Commissaria Johansson ha spiegato che la UE avvierà una piattaforma per la registrazione dei rifugiati ucraini: “Avvieremo una piattaforma europea per la registrazione dei rifugiati provenienti dall’Ucraina in guerra, che consenta di collegare i dati registrati dai singoli Stati membri dell’UE, spesso in database che non sono interoperabili con gli altri. Lavoriamo insieme al governo ucraino, che registra i minori non accompagnati. Il Consiglio Europeo, ha chiesto più coordinamento e azione da parte della Commissione. Oggi presento un piano in dieci punti: cosa dobbiamo fare, con una fase più operativa. Oggi, sono circa 50mila arrivi al giorno, prima erano 200mila al giorno, ma dobbiamo pianificare con piani di emergenza nel caso la situazione in Ucraina peggiori ulteriormente. Trattandosi per lo più di donne e bambini, fin dall’inizio ho detto che c’è un enorme rischio per il traffico di esseri umani. Gli Stati membri ,devono attivare i controlli su coloro che vengono a prendere le persone: so che lo stanno facendo, ma bisogna fare di più. Presenterò oggi un indice per calcolare quali sono i Paesi sottoposti alla pressione maggiore, perché è importante incentivare i rifugiati a lasciare la Polonia. Guardiamo a quanti rifugiati sono in ogni Paese membro: dobbiamo seguire gli spostamenti su base settimanale, per vedere dove c’è la maggiore pressione: ora la Polonia è la prima, poi arrivano Austria e Repubblica Ceca. Non ci sono quote di ricollocamento: è volontario, ogni Stato può offrirsi di accogliere una parte dei rifugiati”.
Presente al vertice per l’Italia, la ministra degli Interni, Lamorgese , che ha reso noti i dati del Viminale sugli arrivi dei rifugiati nel nostro Paese: ad oggi, 74 mila, con 2 mila arrivi in più rispetto a ieri.
In Slovenia, invece, si è tenuta la Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti UE, alla quale hanno partecipato i Presidenti di Camera e Senato, Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, che hanno ribadito il sostegno all’Ucraina e l’impegno per una soluzione diplomatica che garantisca il cessate il fuoco immediato (in tal senso, con un’esortazione a porre subito fine alla guerra, si sono espressi anche il Presidente della Repubblica Mattarella, presente all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Trieste, e Papa Francesco). Al centro dei lavori della prima sessione, le politiche di emergenza, mentre domani si discuterà delle garanzie di sicurezza e stabilità da parte della UE.
Per quanto riguarda il Governo italiano, in serata si terrà la riunione Governo-Maggioranza, con l’Esecutivo rappresentato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà, per trovare una sintesi sull’aumento delle spese militari per il 2% del Pil , cui si sono detti contrari il M5S (il cui Presidente Conte, che domani incontrerà Draghi, ha però assicurato di non volere aprire una crisi, bensì di voler dilazionare lo stanziamento per indirizzare le risorse sugli aiuti alle famiglie e alle imprese e ha riunito i Comitati dei parlamentari grillini) e alcuni parlamentari di LeU.
La misura, presente nell’ordine del giorno leghista già votato alla Camera da tutte le forze che sostengono l’Esecutivo, dovrebbe essere ripresentata ,sempre in un ordine del giorno, dall’Opposizione di Fratelli d’Italia, al fine di far emergere i contrasti nella Maggioranza.
D’accordo con la linea del Governo, il segretario del Pd Letta ,che ha sottolineato di apprezzare i toni responsabili usati da Conte ,ma che in questa fase è necessario sostenere l’Esecutivo, e la Lega, con il capogruppo alla Camera Molinari che ha assicurato il sostegno del partito dopo le perplessità iniziali mostrate dal segretario Salvini.
In ambito economico, mentre le Borse a fine giornata hanno segnato tutte una ripresa, eccetto Londra,con Mosca che ha riaperto tutte le contrattazioni con perdite di meno 2 punti percentuali, ma contenute, registrando un rafforzamento del rublo a fronte della decisione di Putin di accettare dai paesi ostili pagamenti per il gas solo in valuta russa, il Commissario per gli Affari economici della UE, Gentiloni, in visita in Romania, ha spiegato che la ripresa nell’Unione è forte , ma che la guerra e l’inflazione (+6,2%) non potranno non avere un impatto sulla stessa, attestandosi al 4%.
Tutto ciò mentre l’agenzia Standard&Poor’s ha tagliato le stime del rating per il nostro Paese e il Governo è al lavoro sul Documento di Economia e Finanza, dalla cui bozza emerge un taglio dei parametri con un deficit al di sotto del 3%, un rapporto debito/Pil al 5,6% e un debito al 150% del Pil.
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