di Federica Marengo sabato 14 gennaio 2023
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-Nella trecentoventiquattresima giornata di guerra in Ucraina, Mosca è tornata a bombardare la capitale Kiev, dove secondo il sindaco Klitschko, sarebbero state attaccate alcune infrastrutture e danneggiate almeno 18 case. Tuttavia, l’allarme aereo è risuonato in quasi tutto il Paese: udite, infatti, forti esplosioni a Melitopol, occupata dalle truppe russe, così come a Zaporizhzhia.
Pioggia di missili russi S-300 anche su Kharkiv, dove pure sono state colpite infrastrutture e dove, come in 11 regioni dell’Ucraina, si è verificato un blackout d’emergenza. In conseguenza di ciò, il ministro ucraino dell’energia, Galushchenko, ha fatto sapere che “i prossimi giorni saranno difficili sul fronte dell’approvvigionamento energetico”.
Colpite in raid russi anche le infrastrutture di Leopoli e un condominio di Dnipro, dove l’attacco ha causato almeno 5 morti e 27 feriti, tra cui 6 bambini,( i dati non sono definitivi , ma in costante aggiornamento).
Inoltre, secondo quanto reso noto dal capo dell’amministrazione statale regionale, Kim, 17 bombardieri strategici russi Tupolev Tu-95 e Tu-22 sarebbero decollati dalla base di Olenigorsk, nella Russia nord-occidentale.
Infine, tra Mosca e Kiev continua il balletto di notizia e smentita sulla presa di Soledar, città mineraria nel Donbass, dove ,nonostante i proclami di conquista delle truppe filorusse mercenarie Wagner,elogiate per il loro eroismo dal Cremlino, e lo sventolio di bandiere da alcuni palazzi distrutti della città , la bandiera ucraina sventola alla periferia occidentale della città dove, al momento, nonostante le feroci battaglie in corso, le truppe ucraine avrebbero il controllo della situazione.
Per l’intelligence ucraina, citata da Sky News e ,per il ministero della Difesa ucraino: “Gli sforzi di Vladimir Putin per riorganizzare l’esercito russo mostrano che il Cremlino si sta preparando per una guerra a lungo termine. Le misure di Putin per riorganizzare l’economia e il complesso militare-industriale della Federazione Russa testimoniano la preparazione della transizione della Russia alla legge marziale. Mirano a rafforzare il potenziale delle forze armate della Federazione Russa e creare le condizioni per condurre operazioni pianificate all’inizio della guerra, ma attuate senza successo dalle forze di occupazione russe. Lla recente nomina del capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, ha testimoniato non solo i fallimenti militari della Russia,, ma anche la preparazione della Federazione Russa per la continuazione di una guerra a lungo termine su larga scala”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky,che ha proposto di intervenire all’Assemblea Generale dell’Onu ,in occasione del primo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, in un post su Twitter ,nel quale ha pubblicato un video che mostra le macerie a Dnipro, ha scritto: “Memoria eterna a tutti coloro le cui vite sono state prese dal terrore russo! Il mondo deve fermare il male. La rimozione dei detriti a Dnipro continua. Tutti i servizi funzionano. Stiamo combattendo per ogni persona, ogni vita. Troveremo tutti i coinvolti nel terrore. Tutti saranno ritenuti responsabili. Al massimo”, riecheggiato dal ministro degli Esteri Kuleba,il quale, in un post, sempre su Twitter, ha evidenziato: “Ogni raffica di missili esaurisce ulteriormente le scorte russe. Tuttavia, sono ancora in grado di produrne di nuovi. Possiamo e dobbiamo uccidere la loro industria di missili e droni con uno attacco di sanzioni di massa! Esorto il G7 e l’Ue ad attuare senza indugio le pertinenti sanzioni proposte dall’Ucraina”.
Sul fronte dell’invio di nuove armi a Kiev, il portavoce del Governo inglese ha riferito che il Primo ministro britannico Sunak ha annunciato al Presidente ucraino Zelensky in un colloquio telefonico, “l’ambizione del Regno Unito di aumentare il sostegno all’Ucraina, anche attraverso la fornitura di carri armati Challehger 2 e sistemi di artiglieria”, aggiungendo che “il Premier britannico e Zelensky hanno accolto con favore altri impegni internazionali in questo senso , inclusa l’offerta della Polonia di fornire i carri armati Leopard. Gli USA, invece, invieranno radar in Romania.
Immediata, in tal senso, la replica dell’ambasciata russa nel Regno Unito, che, in una nota, ha sottolineato: “L’impegno della Gran Bretagna di inviare carri armati Challenger 2 in Ucraina non farà che causare una “escalation del conflitto. Portare i carri armati nella zona del conflitto servirà solo a intensificare le operazioni di combattimento, generando più vittime, anche tra la popolazione civile”.
Infine, dalla Presidenza turca è stato ribadito l’impegno a “spingere per il cessate il fuoco locali in Ucraina”, in quanto “per Ankara, né la Russia né l’Ucraina possono vincere”.
Quanto alla politica interna italiana, firmato dal Presidente della Repubblica Mattarella e, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, dopo la bollinatura della Ragioneria di Stato , il Decreto Trasparenza, varato martedì scorso in Consiglio dei Ministri e rivisto e ,che entrerà in vigore a partire da domani.
Il provvedimento prevede l’obbligo per i benzinai di esporre al distributore un cartello che indichi il prezzo medio dei carburanti calcolato di giorno in giorno dal ministero per le Imprese e il Made in Italy. Il suddetto ministero dovrà adottare entro 15 giorni un decreto che definisca “la frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni”. Gli esercenti avranno poi 15 giorni dalla pubblicazione del provvedimento per adeguare “la cartellonistica di pubblicizzazione dei prezzi presso ogni punto vendita”. I gestori avranno, quindi, 30 giorni di tempo per adeguare la propria cartellonistica.
Previste multe per i gestori che non lo faranno; infatti, in caso di violazione delle disposizioni , scatterà una sanzione amministrativa da 500 a 6.000 euro. Dopo la terza violazione, potrà essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo non inferiore a 7 giorni e non superiore a 90. L’accertamento è affidato alla Guardia di Finanza e l’irrogazione delle sanzioni al Prefetto.
Nel decreto, poi, non vi è alcun riferimento a tetti ai listini in autostrada,come ipotizzato in un primo momento.
Prevista poi la reintroduzione del Bonus Trasporti di 60 euro per pagare l’abbonamento per il trasposto pubblico locale e ferroviario, destinato però alle persone con redditi inferiori a 20 mila euro. Il bonus recherà il nominativo del beneficiario, sarà non cedibile e utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento, non costituirà reddito imponibile e non rileverà al fine del computo del valore dell’indicatore Isee.
Un bonus carburanti, poi ,sarà erogato dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023 ai lavoratori dipendenti fino a 200 euro senza concorrere alla formazione del reddito dei lavoratori. Gli oneri ammontano a 13,3 milioni nel 2023 e a 1,2 milioni nel 2024.
In ultimo, viene riattivato il sistema dell’accisa mobile introdotto dalla Legge finanziaria del 2008, che prevede un taglio corrispondente all’aumento del gettito Iva sul prezzo del petrolio. Il taglio delle accise, recita il decreto: “Potrà essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def, e terrà conto anche dell’eventuale diminuzione nella media del quadrimestre precedente”.
Nel corso del tavolo tecnico convocato per martedì a Palazzo Chigi , i sindacati dei gestori dei distributori di carburante, che hanno congelato lo sciopero proclamato per il 25 e il 26 gennaio in attesa della lettura del decreto, comunicheranno se attuare la protesta o sospenderla definitivamente. Da un primo commento dei rappresentanti delle associazioni di categoria, è emersa la parziale soddisfazione per le modifiche al decreto e la possibilità di modificarlo ulteriormente nella direzione da essi indicata con i decreti attuativi e in Parlamento in sede di conversione in legge.
Soddisfatta la Maggioranza , ricompattatasi dopo le divergenze sulla mancata proroga del taglio delle accise sui carburanti introdotto dal Governo Draghi. A tal proposito, hanno smentito ogni frizione e, rivendicato la scelta del Governo nei loro interventi, la capogruppo al Senato di Forza Italia, Ronzulli, e il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, nonché capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Lollobrigida, nell’ambito della convention di Fratelli d’Italia, dal titolo: “Lombardia al voto. Pronti, candidati al via”, svoltosi oggi a Milano, in vista delle elezioni Regionali in Lombardia del 12 e 13 febbraio e del sostegno al candidato comune del centrodestra, il Presidente uscente Fontana.
In tale ambito, è intervenuta nel pomeriggio anche la Presidente del Consiglio Meloni, che , collegatasi in videoconferenza, ha detto: “Il responso della Lombardia è molto importante per l’andamento del governo. La nostra avventura è appena cominciata. L’Italia sarà migliore di come ci è stata consegnata. Dobbiamo ricostruire il rapporto tra cittadino e istituzioni, non è vero che lo Stato è un nemico ma può essere il suo più forte alleato. Per rammendare questo rapporto sfilacciato, però, abbiamo bisogno di tempo, di una visione di ampio respiro, la nostra è una maratona, lavoreremo per 5 anni con un forte mandato popolare. Mi viene in mente una frase attribuita a Garibaldi: “Qui o si fa l’Italia o si muore”… politicamente, nonostante le risorse non siano paragonabili ai bisogni che abbiamo. Quello che avremo di fronte sarà un periodo complesso, uno scenario difficile per l’Italia e per l’Europa. Lo spread è a 182, la Borsa è andata più che bene. La differenza la fa la serietà, la determinazione di questo governo, che non ha padroni; non dobbiamo dire grazie a nessuno, rispondiamo solo al popolo italiano, senza compromessi necessari, senza lentezza, con velocità, con una visione di fondo. La nostra priorità è la crescita. L’orizzonte del governo si basa sul “pensare in grande” per “rimuovere gli ostacoli” che rallentano il Paese, che aumentano le pastoie burocratiche, che fanno dell’Italia uno Stato poco competitivo. Dobbiamo passare dalla gestione della crisi, a pensare in grande, aver il coraggio per il lungo periodo: questo scenario carico di crisi non deve impedirci di guardare il futuro con ottimismo. Non c’è giorno e non c’è ora in cui non mettiamo tutto noi stessi in questo impegno: faremo quello che va fatto, con coraggio; faremo quello che è giusto, in coscienza. Mi interessa sapere i dati economici, della natalità, della produttività tra 5 anni. All’interno di questo quadro, si inserisce bene uno degli obiettivi del governo, la riforma in senso presidenziale dell’assetto dello Stato, una riforma che rimane uno dei nostri grandi impegni. Consegnare all’Italia istituzioni più veloci, più stabili, è un impegno preso con i cittadini e, come tutti gli impegni presi, intendiamo mantenerlo. Parleremo con tutti, cercheremo riforme il più possibile condivise. Ma sia chiaro: gli italiani ci hanno dato un mandato, e noi quel mandato intendiamo portarlo a termine. Dialogando, ma senza lasciare che atteggiamenti dilatori di altri ci impediscano di andare dove gli italiani ci hanno chiesto di arrivare. Noi vogliamo portare a casa i risultati, tutto il resto non ci interessa. Per distribuire la ricchezza, prima va creata; non abbiamo tempo da perdere, vogliamo sbloccare le opere, eliminare i colli di bottiglia che affliggono anche la Lombardia e Milano, vogliamo sostenere le aziende”.
Critiche, le Opposizioni, con il Pd che ha parlato di “Governo in difficoltà” e di “scelte politiche del Governo nell’investire risorse invece che sul taglio delle accise per finanziare condoni e Flat Tax”, seguito dal M5S ,che ha accusato l’Esecutivo di “alimentare l’inflazione e di favorire i ricchi”.
Per il Terzo Polo (Italia Viva-Azione), che oggi a Milano all’evento della formazione “Le sfide della liberaldemocrazia in Europa”, nel quale è stata annunciata la costituzione entro l’estate di un unico partito dei liberali, popolari e riformisti, il Governo “si è fatto un autogol, ponendo così fine alla luna di miele dell’Esecutivo con gli italiani”.
Intanto, nuove sfide attendono il Governo , a cominciare dalla ratifica del Mes (nuovo Meccanismo dell’ex Fondo salva Stati) e dalla Direttiva UE sull’energia rinnovabile e la direttiva sull’efficientamento energetico, la cui votazione da parte della commissione Industria, Ricerca ed Energia (Itre) dell’Europarlamento è stata rinviata al 9 febbraio, su cui è tornato ieri il Premier svedese Kristersson (la Svezia dal 1°gennaio ha assunto il semestre di Presidenza dell’Unione) nel corso della conferenza stampa con la presidente della Commissione Ue, von der Leyen, che, introduce obblighi di ristrutturazione delle case più stringenti in chiave green ,”a fronte di maggiori tutele sociali per i proprietari, con l’utilizzo del Fondo sociale per il clima e dei finanziamenti del Recovery come garanzia per un quadro di sostegno specifico tramite strumenti finanziari ” e che dovrebbe essere approvata entro sei mesi , in quanto gli edifici, nell’Unione europea, sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Una direttiva respinta dalla Maggioranza di centrodestra , con il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Foti , che, in una nota, ha dichiarato: “Fratelli d’Italia mette in guardia dal tentativo dell’Unione europea di rifilare all’Italia, con la direttiva sull’efficientamento energetico, una patrimoniale camuffata che va a ledere i diritti dei proprietari. Il gruppo ha presentato una risoluzione in Parlamento per chiedere che il governo intervenga per scongiurare l’approvazione di una norma che danneggerebbe milioni di italiani proprietari di immobili”.
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