di Federica Marengo venerdì 20 gennaio 2023
-Nella trecentotrentesima giornata di guerra in Ucraina, si è tenuta a Ramstein, in Germania, l’ottava riunione del Gruppo di Contatto per la difesa dell’Ucraina, alla quale hanno preso parte i rappresentanti di oltre 40 Paesi della Nato e dell’Unione Europea e dei Paesi extra-europei, “per discutere sull’evoluzione del conflitto in Ucraina e concordare il sostegno al popolo ucraino di fronte all’aggressione russa”.
Proprio a Ramstein, il segretario della Difesa americano Austin, in apertura del vertice, ha sottolineato il “momento decisivo per l’Ucraina e per tutto il mondo”, invitando poi alla “determinazione e all’unità”.Per Austin, la Russia “starebbe esaurendo le munizioni , subendo perdite significative in battaglia e si starebbe rivolgendo a pochi partner rimasti per rifornirsi”. Quest’ultimo, poi, al termine del vertice, ha evidenziato: “Non rallenteremo, continueremo a spingere nell’aiutare l’Ucraina e sulla base dei progressi di oggi sono certo che i nostri partner in tutto mondo vogliano arrivare in fondo. Questa guerra non mette a rischio solo la sicurezza dell’Ucraina. Mette al rischio la sicurezza dell’Europa e la sicurezza globale, si tratta di decidere che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli e ai nostri nipoti”.
Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, invece, a margine del vertice, ha detto: “In Ucraina è necessario concentrarsi non solo su nuove armi, ma anche sulle munizioni e la manutenzione di quelle più vecchie, perché possano funzionare come dovrebbero. I paesi membri della Nato devono aumentare la produzione di armi e munizioni per poter ricostituire rapidamente i propri arsenali. A tal fine, l’Alleanza sta lavorando in stretta collaborazione con le industrie di settore, e le forniture saranno uno degli argomenti principali al vertice dei ministri della Difesa della Nato in programma a febbraio”, mentre il Presidente dello Stato Maggiore dell’Esercito Usa, il generale Mark Milley, ha detto: “Questi meeting hanno un ruolo importante. Il pacchetto militare Usa e quelli degli alleati mostrano il nostro impegno comune a dare la possibilità all’Ucraina di andare all’offensiva e liberare i territori occupati”.
Proprio in concomitanza con tale riunione dei Paesi UE e della Nato, il Pentagono e il segretario di Stato USA, Blinken, hanno annunciato l’invio di altri 2,5 miliardi di dollari in aiuti militari per l’Ucraina ,che non comprendono ,però, i carri armati e i missili a lungo raggio richiesti da Kiev, ma includeranno 59 veicoli da combattimento per la fanteria Bradley, un gran numero di altri veicoli corazzati per il personale, sistemi di difesa aerea Avenger, munizioni grandi e piccole. Il Presidente ucraino Zelensky, ha quindi ringraziato gli USA per gli aiuti.
Presente per l’Italia a Ramstein, il ministro della Difesa Crosetto, che ha informato la stampa del suo colloquio con il segretario generale della Nato, Stoltenberg e con l’omologo ucraino Reznikov: “Nel corso della riunione del Gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina ho incontrato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg con cui abbiamo discusso di strategie future e del contesto internazionale geostrategico. Ho ribadito a Stoltenberg che l’Italia, tra i protagonisti dell’Alleanza Atlantica, proseguirà nel sostegno all’Ucraina e al suo popolo. Continueremo a fare la nostra parte. Bisogna passare dalle parole ai fatti nel più breve tempo possibile. Ogni nazione contribuirà fornendo materiale militare (batterie antimissili e mezzi terrestri) per aiutare la difesa ucraina a fronteggiare il peggioramento del conflitto che rischia di esserci nei prossimi mesi. Verrà inviato, inoltre, materiale civile, come gruppi elettrogeni, tende e vestiario. Ogni giorno è importante per risolvere la crisi in atto. Ci aspettiamo nelle prossime settimane un inasprimento della guerra con un aumento esponenziale degli attacchi via terra che andranno ad aggiungersi a quelli missilistici portati dalla Russia in quest’ultimo periodo”. i russi hanno formato oltre 300mila nuove reclute. Non vi lasceremo soli di fronte a una vile aggressione. Siamo e resteremo al fianco del popolo ucraino a difesa di democrazia e libertà”.
Un impegno , quello dell’Italia, a sostegno di Kiev, confermato dal ministro degli Esteri Tajani, che, prima di un colloquio con l’omologo ucraino , Kuleba, ai microfoni di Rai News24, ribadendo il supporto a Kiev, al Presidente Zelensky e al direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Grossi, impegnato nella missione presso le centrali ucraine per evitare un incidente nucleare, ha dichiarato: “Oggi avrò un colloquio con l’omologo ucraino Dmytro Kuleba per concordare iniziative necessarie per sostenere quel Paese. Presto si recherà in Ucraina il presidente del Consiglio, oggi sentirò il ministro degli Esteri per concordare tutte le iniziative necessarie per difendere la libertà di quel Paese. L’Italia ha sempre operato per una soluzione diplomatica per raggiungere la pace in Ucraina. Favoriamo tutto ciò che si può fare per la pace. Certamente saranno gli Stati Uniti e la Cina ad avere un ruolo in questi negoziati. Noi faremo di tutto per una pace giusta. Nel sostegno all’Ucraina il Parlamento ha approvato la proroga dell’invio di armi all’Ucraina, stiamo lavorando con la Francia al pacchetto di difesa aerea in tempi rapidi. Non siamo guerrafondai, ma se l’Ucraina non si difende, rischia di finire nelle mani della Russia. In questo caso le armi sono strumento di difesa per arrivare a una pace giusta”.
Al centro del vertice anche la questione dell’invio dei carri armati Leopard da parte della Germania, su cui, malgrado le sollecitazioni di Kiev e del Presidente Zelensky, così come della Polonia , non è ancora stata presa una decisione per via delle divisioni interne al Bundestag (il Parlamento tedesco), come ribadito sia dal portavoce del cancelliere tedesco Scholz che dal neo ministro della Difesa tedesco ,Pistorius,il quale però ha precisato che la Germania non è contraria alla fornitura , tanto che ha ordinato un inventario di tali mezzi a disposizione e che agirà in autonomia, contrariamente alle indiscrezioni di stampa secondo cui il via libera all’invio di carri armati Leopard sarebbe subordinato all’invio da parte degli USA.
Da Mosca, tuttavia, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha affermato che: “E’ una drammatica chimera l’idea di una vittoria dell’Ucraina sulla Russia sul campo di battaglia. Non bisognerebbe sopravvalutare l’importanza di forniture del genere rispetto alla possibilità di cambiare le cose”.
Tutto ciò mentre sono proseguiti i bombardamenti e gli attacchi russi nel Donetsk. Colpito, infatti, il villaggio di Klishchiivka , nei pressi di Bakhmut, conquistato poi dalle forze armate di Mosca, e un edificio vicino a un asilo a Kramatorsk.
Raid russi, sono continuati anche su Kherson dove sono state ferite 2 persone, tra cui un quindicenne, e su Zaporizhzhia, dove i combattimenti sono scoppiati lungo l’intera linea del fronte.
A Bruxelles, invece, secondo un alto funzionario UE, l’alto rappresentante per la politica estera Ue, Borrell, nel corso del Consiglio Affari Esteri fissato per lunedì prossimo potrebbe chiedere il via libera politico ai 27 Paesi membri per una nuova tranche di aiuti militari da 500milioni di euro all’Ucraina, sempre attraverso l’European Peace Facility (EPF). Inoltre, potrebbero essere chiesti altri 45 milioni di euro per la missione di addestramento militare europea a favore delle forze armate ucraine.
Quanto alla politica interna italiana, i partiti di Maggioranza e di Opposizione continuano a dibattere sulla riforma delle intercettazioni, con il parlamentare di Fratelli d’Italia e sottosegretario di Stato per la Giustizia, Delmastro , che, questa mattina, intervenuto nella trasmissione di Rai Tre Agorà, ha detto: “Sulle intercettazioni, bisogna intervenire da una parte con l’Ispettorato generale per verificare che non vi siano fuoriuscite di notizie dalle Procure stesse, dall’altra parte con una norma più stringente. E poi lo dico onestamente, sì, anche sui giornali. Sono allo studio interventi per combattere la divulgazione. Proprio perché ci rendiamo conto che bisogna agire con la massima prudenza rispetto ad un diritto che è il diritto di cronaca”.
Critiche, nei confronti di un intervento del Governo in materia, le Opposizioni con, il Pd, a detta del quale “Non bisogna confondere la pubblicazione con l’utilizzo di tale strumento , che va rafforzato, mentre riguardo agli abusi relativi alla diffusione da parte dei media esiste già la norma Orlando, che va dunque applicata”.
Sulla stessa linea, Alleanza Verdi e Sinistra italiana e il M5S, secondo cui “Il governo è passato dal dire che i mafiosi non parlano al telefono a dire che le intercettazioni servono per i reati di mafia e terrorismo fino ad arrivare ad aprire ai reati come la corruzione con una serie di capriole e retromarce davvero imbarazzanti. Le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini sempre, è assurdo che magistratura e forze dell’ordine possano esserne private rispetto ad oggi. Contro gli abusi esiste già una legge”.
Diversa, invece, la posizione del Terzo Polo (Azione-Italia Viva), che ha aperto al dialogo e alla collaborazione con l’Esecutivo per introdurre le modifiche alla riforma della Giustizia indicate dal Guardasigilli Nordio alle Camere.
Sul tavolo del Governo , intanto, numerosi dossier legati alle riforme relative al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza come quella della Concorrenza e delle concessioni balneari. A tal proposito, un emendamento di Fratelli d’Italia al Dl Milleproroghe , a firma Mennuni, prevede di eliminare il termine del 31 dicembre 2023 ed estendere l’efficacia delle concessioni fino al varo della riforma complessiva di settore.
Il Presidente della Repubblica Mattarella , invece, insieme con il ministro della Cultura Sangiuliano , è intervenuto questo pomeriggio, presso il Teatro Grande di Brescia per la cerimonia di apertura di “Bergamo-Brescia Capitale italiana della cultura”, evento che si è tenuto in contemporanea al Teatro Donizetti di Bergamo.
Nel suo discorso , il Capo dello Stato, ha evidenziato: “Brescia e Bergamo sono un esempio con le loro virtù civiche di ieri e d’oggi . Città duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto, nel nostro Paese, migliaia di vittime. E hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando con i loro valori, quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi. Stiamo rivivendo in Europa la tragedia della guerra, che speravamo fosse riposta per sempre negli archivi della storia dopo gli orrori che abbiamo allora conosciuto. Ed è proprio il mettere la dignità integrale della persona al centro di ogni azione che ci porta a stare dalla parte di chi è aggredito e lotta per la propria indipendenza e libertà. Nell’anno appena concluso un forte segnale di unità e innovazione è stato lanciato da una piccola isola, incantevole, Procida. La cultura non isola, hanno proclamato. La cultura, infatti, unisce e moltiplica. È una forza dei campanili quella di saper unire e non dividere le energie. Voi raccogliete, nel nord del nostro Paese, lo stesso testimone di Procida; a conferma dell’unità che rafforza l’Italia. Quando, all’Assemblea costituente, si discusse se inserire la promozione della cultura tra i principi fondamentali della nostra Carta, non mancarono dubbi e qualche resistenza. Ma la Repubblica si assunse solennemente quel compito. E apparve l’art.9 della nostra Costituzione: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Vi si è, recentemente, aggiunta la tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi. Il procedere della nostra storia ha dimostrato quanto il peso e il valore della cultura siano diventati determinanti per il progresso del nostro popolo. Fu una scelta lungimirante, di grande visione. Lo ricordiamo con riconoscenza, a 75 anni dall’entrata in vigore della nostra Costituzione. La cultura è strettamente connessa con la libertà: di studio, di ricerca, di espressione del proprio pensiero. Ce lo ricorda , ancora una volta , la nostra Costituzione. L’arte e la scienza sono libere, recita l’art.33; mentre l’art.21 dispone il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. L’esercizio che Brescia e Bergamo, Capitale della cultura, si apprestano a intraprendere è, quindi, un grande esercizio di libertà, cui guarderà l’intero Paese”.
Il ministro della Cultura, Sangiuliano, che ha introdotto il discorso del Capo dello Stato, ha sottolineato: “Il rilancio trae origine dalla cultura che da sempre è il forte antidoto alla sofferenza. Occorre raccogliere le energie dal territorio per garantire crescita e sviluppo. E’ nostro dovere ripartire dai simboli come lo sono Bergamo e Brescia. Ci sarà rinascita sociale ed economica e questa è anche la funzione della cultura come ci ricorda la Costituzione”.
Tutto ciò, mentre nella giornata conclusiva del World Economic Forum di Davos, nel corso di un panel, la Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde ha dichiarato: “Contro l’inflazione faremo il necessario. La Bce manterrà la rotta della politica monetaria. Con la ripresa dalla Cina arriveranno maggiori pressioni inflazionistiche”, seguita dalla direttrice del Fondo Monetario internazionale, Georgieva, che ha confermato il miglioramento dei dati economici, invitando tuttavia alla cautela.
Sul fronte Covid19, pubblicato il rapporto con i dati del monitoraggio settimanale elaborati dal Ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, nel quale si legge che, nell’ultima settimana, l’incidenza dei casi è in calo, passata a 88 casi ogni 100.000 abitanti rispetto a 143 di sette giorni fa.
In diminuzione, anche l’ indice di contagio Rt medio pari a 0,89 (range 0,74-1,06), in diminuzione rispetto alla settimana scorsa quando era 0,91 e sotto la soglia epidemica.
In calo, anche il tasso di occupazione in terapia intensiva al 2,3% , rispetto al 3,1% di una settimana fa, così come il tasso di occupazione in aree mediche ,sceso al 7,9% , a fronte del 10,1% della settimana scorsa.
Nessuna Regione e Provincia autonoma è classificata a rischio alto, mentre sono quattro quelle a rischio moderato: Emilia Romagna, Piemonte, Bolzano e Puglia. Diciassette, sono le Regioni classificate a rischio basso.
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