di Federica Marengo mercoledì 27 aprile 2022
-Anche nella sessantaduesima giornata di guerra russo-ucraina, non si è raggiunto nessun accordo tra le due parti sull’ apertura di un corridoio umanitario a Mariupol per l’evacuazione della popolazione civile rimasta nella città meridionale dell’Ucraina, dove le truppe di Mosca continuano ad attaccare l’acciaieria Azvostal, roccaforte della resistenza di Kiev e preparano l’assedio a Zaporizhzhia. Inoltre, l’esercito russo, tenta di avanzare verso la regione di Mykolaiv.
Bombardamenti ed esplosioni sono stati poi registrati nella regione settentrionale del Donbass, a Dnipro e a Lugansk, dove un raid ha colpito un ospedale a Severvedonetsk, causando la morte di una donna. Colpita, poi nella notte scorsa, secondo quanto riportato da Kiev con bombe a grappolo vietate, Donetsk.
Espugnati dalle forze russe, due insediamenti nella periferia nord-orientale di Kharkiv, e colpito un hangar con armi inviate da USA ed UE a Kiev.
Tuttavia, il conflitto si sta estendendo anche ai confini con la Moldavia, nell’enclave russofona della Transnistria, dove droni e colpi di artiglieria sarebbero stati scagliati da Kiev (anche se si dibatte ancora sulla matrice ,se russa o ucraina, dell’attacco, con le consuete accuse reciproche) , città presso cui è arrivato in serata il Segretario dell’Onu Guterres, per incontrare domani il Presidente ucraino Zelensky, anche se si dibatte sulla matrice (se russa o ucraina) dell’attacco, con le consuete accuse reciproche.
Infine, in fiamme un deposito di munizioni a Bolgorod, in territorio russo, mentre bombe al fosforo, secondo Kiev, sarebbero state usate ad Avdiivka.
Sul fronte diplomatico, invece, mentre una risposta alla minaccia da parte di Mosca di rappresaglie ,se attaccati con armi occidentali, è arrivata dal Dipartimento di Stato USA, che ha bollato come “bellicose e irresponsabili” le dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Lavrov e dal Regno Unito, che le ha definite “illegittime”, Gazprom, l’azienda russa che rifornisce di gas i Paesi UE, ha annunciato lo stop alle importazioni in Bulgaria e Polonia ,per il mancato pagamento da parte di queste ultime in rubli delle forniture e una fonte interna avrebbe riferito ai media che finora i pagamenti in moneta russa sono stati effettuati da 4 Paesi acquirenti e che 10 Paesi , per effettuarli, hanno aperto conti presso la Gazprombank ,il cui Vicepresidente, secondo quanto riportato dal The Moscows Times, sarebbe fuggito dalla Russia per combattere in Ucraina con la resistenza.
Al blocco della fornitura di gas, ha poi reagito il Premier bulgaro Petkov, che ha dichiarato: “L’interruzione delle forniture di gas russo alla Bulgaria da parte della Gazprom a causa della richiesta di Mosca di modificare la valuta di pagamento rappresenta una grave violazione del contratto ed equivale a un ricatto. La Bulgaria sta rivedendo tutti i suoi contratti con la Gazprom, incluso quelli relativi al transito del gas russo diretto in Serbia e Ungheria, perché “il ricatto unilaterale non è accettabile”, così come la compagnia petrolifera di stato polacca PGNIG, che , in una nota, confermando lo stop alle importazioni di gas, ha spiegato: ” di aver debitamente adempiuto agli obblighi previsti dal contratto e che considera la sospensione delle forniture di gas naturale una violazione del contratto Yamal. PGNiG ricorda che può approvvigionarsi di gas dall’UE tramite interconnessioni con la Germania e la Repubblica ceca e dal mercato globale del Gnl. Gli impianti di stoccaggio sono attualmente pieni all’80%”.
Il ministro dell’Economia Robert Habeck invece, ,in conferenza stampa, a Berlino, ha fatto sapere: “La dipendenza della Germania dal gas russo è calata a una quota del 35%. Gli approvvigionamenti per l’estate sono garantiti. Si lavora con forte pressione per ridurre l’autonomia della Germania velocemente”.
E una reazione è arrivata anche dalla UE, con la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, che , a lavoro sul sesto pacchetto di sanzioni a carico di Mosca, che dovrebbero includere anche lo stop alle importazioni di petrolio, che dovrebbe essere varato in settimana, convocata una riunione straordinaria dei Ministri dell’Energia per il 2 maggio, ha detto: “Le nostre linee guida sono molto chiare: pagare in rubli se non è previsto nel contratto è una violazione delle nostre sanzioni. La richiesta da parte russa di pagare in rubli è una decisione unilaterale e non è in linea con i contratti”,.La Commissione intensificherà il suo lavoro con i gruppi regionali di Stati membri che possono darsi l’un l’altro immediata solidarietà se è necessario e questo mitigherà ogni impatto della possibile interruzione di gas. Secondo, continueremo il nostro lavoro per garantire forniture e depositi sufficienti di gas nel medio termine. Il nostro piano RePowerEu aiuterà a ridurre significativamente la nostra dipendenza dai fossili russi già quest’anno. E come sapete abbiamo raggiunto un accordo con gli Usa per forniture aggiuntive di Gnl quest’anno e il prossimo. E lavoriamo mano nella mano con i nostri Paesi membri per assicurarci forniture di gas da altri partners”, mentre la Presidente del Parlamento UE, Metsola, ha chiesto l’embargo immediato del gas russo, dichiarando: “L’Unione Europea non sarà ricattata. Non abbiamo paura di Putin”.
Restando in ambito UE, si è riunito quest’oggi a Strasburgo il Consiglio Europeo, di cui l’Italia ha la presidenza e nel quale , oltre ai rappresentanti di 46 Paesi membri che hanno deciso lo stop alle esportazioni di armi alla Russia e sanzioni per chi non rispetti l’embargo, è intervenuto il Presidente della Repubblica Mattarella, che , nel suo discorso, ha evidenziato: “La responsabilità della sanzione adottata (l’esclusione del Consiglio d’Europa) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina”, ha spiegato il Capo dello Stato. La tentazione di moltiplicare i conflitti è sullo sfondo dell’avventura bellicista intrapresa da Mosca. La devastazione apportata alle regole della comunità internazionale potrebbe propagare i suoi effetti se non si riuscisse a fermare subito questa deriva. Dobbiamo saper opporre a tutto questo la decisa volontà della pace. Diversamente ne saremo travolti. Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli. La ferma e attiva solidarietà nei confronti del popolo ucraino e l’appello al Governo della Federazione Russa perché sappia fermarsi, ritirare le proprie truppe, contribuire alla ricostruzione di una terra che ha devastato, è conseguenza di queste semplici considerazioni. Alla comunità internazionale tocca un compito: ottenere il cessate il fuoco e ripartire con la costruzione di un quadro internazionale rispettoso e condiviso che conduca alla pace. Ma è solo grazie alla collaborazione che si possono contrastare i conflitti . Il Consiglio d’Europa è figlio di quella spinta al multilateralismo che caratterizzò gli anni successivi al Secondo conflitto mondiale, insieme al sistema delle Nazioni Unite. Una spinta basata su una considerazione elementare: la collaborazione riduce la contrapposizione, contrasta la conflittualità, aumentando le possibilità di composizione positiva delle vertenza. Bisogna avere il coraggio di passare, nel rapporto tra gli Stati, dal diritto della forza alla forza del diritto. Mentre il conflitto ha ulteriormente indebolito il sistema internazionale di regole condivise, e il mondo, come conseguenza, è divenuto assai più insicuro , la via di uscita appare, senza tema di smentita, soltanto quella della cooperazione e del ricorso alle istituzioni multilaterali. Sembrano giungere a questa conclusione anche quei Paesi che, pur avendo rifiutato sin qui di riconoscere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale, ne invocano, invece, oggi, l’intervento, affinché vengano istruiti processi a carico dei responsabili di crimini, innegabili e orribili, contro l’umanità, quali quelli di cui si è resa colpevole la Federazione Russa in Ucraina, riconoscendo in tal modo il necessario ruolo di quella Corte. Un grande intellettuale, Paul Valery , passato attraverso le due guerre mondiali , richiamava i concittadini europei a prendere coscienza di vivere in un mondo “finito”. Non c’è più terra libera, scriveva, “nessun lembo del globo è più da scoprire”. Se nessuno è più estraneo a nessuno, si interrogava il presidente Pertini, non è giunto il tempo che gli uomini apprendano a essere in pace con se stessi?. Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di positivi sviluppi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Si tratta di affermare con forza il rifiuto di una politica basata su sfere di influenza, su diritti affievoliti per alcuni popoli e Paesi e, invece, proclamare, nello spirito di Helsinki, la parità di diritti, la uguaglianza per popoli e persone. Secondo una nuova architettura delle relazioni internazionali, in Europa e nel mondo, condivisa, coinvolgente, senza posizioni pregiudizialmente privilegiate. Abbiamo vissuto una lunga fase di difficoltà a causa della pandemia, con momenti drammatici. Il virus non è ancora debellato, ma abbiamo imparato a combatterlo. Desidero, in questa sede, rendere omaggio a tutti coloro che, a costo di rischi personali, che talvolta hanno comportato il sacrificio della vita, hanno contribuito a conseguire i risultati di cui oggi ci possiamo giovare. Una volta di più abbiamo avuto conferma di quanto valga la cooperazione internazionale”.
Presente al Consiglio Europeo, anche il Ministro degli Esteri Di Maio, che ha dichiarato: “Ad oggi tutte quelle che sono le forniture di gas dalla Russia all’Italia continuano ad andare avanti regolarmente. Sulle armi a Kiev Io non parlerei di tensioni. E’ stata posta una questione che riguarda l’articolo 51 per quanto riguarda l’Onu e che parla del diritto di legittima difesa dei popoli e dei Paesi. E tutto quello che noi abbiamo fatto in questi mesi e che continueremo a fare come governo si fonderà sempre sul diritto alla legittima difesa del popolo ucraino”.
Dalla Russia, però, dove la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, si è espressa per l’estensione del blocco di flussi di gas anche per gli altri Paesi ostili, il portavoce del Cremlino Peskov ha sottolineato che: “La richiesta della Russia di effettuare i pagamenti del gas in rubli non è un ricatto, la Russia rimane un fornitore di energia affidabile. La sospensione delle forniture di gas russo è una risposta ad “atti ostili” contro la Russia”.
Inoltre, il Presidente russo Putin, nel corso del suo intervento proprio al Parlamento russo, a San Pietroburgo,ha spiegato: “L’operazione speciale russa in Ucraina porterà a termine tutti gli obiettivi. L’Occidente vuole fare la Russia a pezzi, tagliarla in pezzi differenti, ma Mosca resisterà a ogni tentativo di isolarla. Risponderemo a restrizioni esterne rudi, spesso goffe, alla distruzione di tutti i diritti e accordi civili e ai tentativi di isolarci con una maggiore libertà di impresa e una protezione affidabile di imprenditori e investitori. Il nostro sistema bancario, la nostra valuta, il settore dei trasporti e l’intera economia hanno resistito alle sanzioni. La reazione della Federazione russa ai piani cinici dell’Occidente in Ucraina è giusta e tempestiva. L’operazione speciale russa in Ucraina porterà a termine tutti gli obiettivi. Se qualcuno dall’esterno intende interferire negli eventi ucraini, porre una minaccia alla Russia, la nostra risposta sarà fulminea. Se la Russia sarà minacciata risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano. I piani dei paesi occidentali di strangolare economicamente la Russia sono falliti. L’impatto economico delle sanzioni occidentali contro la Russia non è stato così forte per il momento; Usa ed Europa hanno spinto l’Ucraina nel conflitto con Mosca e annunciando che “il ministero della Difesa russo mostrerà in pubblico. alcuni dei mercenari stranieri che sono stati catturati in Ucraina. Noi siamo un grande paese, non abbiamo bisogno di annettere altri paesi, l’Ucraina era una minaccia per la Russia , le operazioni militari speciali in Donbass e Ucraina sono volte a garantire la sicurezza del nostro paese, così come in Crimea.I nostri soldati hanno impedito una minaccia”.
Quanto alla politica italiana e al Governo italiano, il Premier Draghi , tornato a Palazzo Chigi, dopo la guarigione e la negativizzazione dal Covid19, oltre a lavorare ai due provvedimenti che dovrebbero essere presentati in Consiglio dei Ministri domani, che prevedono : uno, aiuti per famiglie e imprese in difficoltà a causa del caro energia dell’ammontare di 5-6 miliardi e, l’altro , l’energia e la proroga degli sconti sui carburanti, annunciata la sua visita ufficiale alla Casa Bianca il 10 maggio per riaffermare la storica amicizia e il forte partenariato tra Italia e USA, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente ucraino Zelensky , nel quale si è parlato degli ultimi sviluppi della situazione sul terreno in Ucraina e di assistenza al Paese e il Presidente del Consiglio ha ribadito “il pieno sostegno del Governo italiano alle Autorità di Kiev e la disponibilità italiana a contribuire alla ricerca di una soluzione duratura della crisi”.
Nei prossimi giorni, inoltre, dovrebbe essere approvato il decreto con l’ulteriore allentamento delle regole anti Covid19, ovvero l’abolizione di Green Pass e Super Green Pass,( tranne nelle RSA) e sullo stop dell’obbligo dell’uso della mascherina al chiuso, salvo proroga di un mese a bordo dei mezzi di trasporto e nei luoghi come cinema e teatri.
Al centro del dibattito, politico, però, resta il tema dell’invio delle armi a Kiev, cui si è detto contrario, specie se di armi offensive, il M5S, che ha chiesto che il Presidente del Consiglio riferisca in Parlamento in merito, mentre il Pd, riunito nelle “Agorà”, ha rilanciato l’allarme sulla tenuta sociale e le questioni del tetto europeo comune al prezzo del gas, dopo che Spagna e Portogallo hanno ottenuto il via libera della UE, e dell’aumento salariale, alla luce della proposta del ministro del Lavoro Orlando, contestata da Confindustria , di stanziare gli aiuti alle imprese che attuino tale aumento.
Quanto al centrodestra, la Lega ha lanciato un appello per un incontro tra le forze politiche sul tema della guerra in Ucraina, dell’invio di armi e dei lavori diplomatici per la pace e, nell’incontro tra il segretario Salvini e la Guardasigilli Cartabia, è tornata sulla riforma della Giustizia e del Consiglio Superiore della Magistratura, dopo l’ok incassato ieri alla Camera, e sulla necessità di apportare delle modifiche al provvedimento con il voto del 12 giugno sui cinque quesiti del Referendum.
Per il no all’invio di armi offensive a Kiev, anche Forza Italia, che nel pomeriggio si è riunita per discutere dei temi fiscali in merito alla riforma del Catasto e all’aumento delle tasse, mentre dall’Opposizione, Fratelli d’Italia, espressasi per il sì al decreto interministeriale per l’invio di ulteriori armi all’Ucraina,ha sollecitato una modifica del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza , dati gli eventi storici in atto, e l’attuazione da parte dell’Unione di un Recovery Found per sostenere le imprese dei Paesi gravati dalle sanzioni russe.
©Riproduzione riservata