di Federica Marengo venerdì 27 maggio 2022
-Nel novantaduesima giornata di guerra in Ucraina, gli attacchi e i bombardamenti delle truppe russe sono continuati nella regione nord-orientale del Paese,in particolare nella regione del Donbass, e sulle città di Severodonetsk, nel Lugansk, Donetsk, Lyman (città strategica per il controllo della regione ad est del Paese, presa dai separatisti filorussi) e Kramators’k. Colpita con pesanti bombardamenti nella notte anche Dnipro e Kharkiv, dove sono morti 9 civili, tra cui un bambino di 5 mesi.
Attacchi da parte delle truppe di Mosca, non sono mancati neppure nella regione meridionale, a Mariupol, dove il consigliere del sindaco ha denunciato l’esplosione di un ordigno presso una scuola, che ha causato la morte di un dodicenne e dove, a proposito di studenti, questi ultimi, su indirizzo delle autorità locali, ormai russificatesi, trascorreranno l’estate a imparare il russo. Sotto assedio delle forze di Mosca, anche Kherson e Mykolayiv.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky ,sia nel suo discorso serale alla popolazione, pubblicato sui suoi canali social, che nel suo intervento da remoto al Parlamento indonesiano, ha evidenziato: “Quello che la Russia sta facendo in Donbas è genocidio. Nell’est dell’Ucraina, Mosca usa la deportazione e l’omicidio di massa dei civili: è un’evidente politica di genocidio. Il catastrofico svolgersi degli eventi potrebbe ancora essere fermato se il mondo trattasse la situazione in Ucraina come tale. Se i forti del mondo non flirtassero con la Russia, ma insistessero davvero per porre fine alla guerra. L’Unione europea “da settimane” non riesce a concordare il sesto pacchetto di sanzioni. Sono settimane che il mondo non ha osato bloccare il sistema bancario russo. Il catastrofico svolgersi degli eventi potrebbe ancora essere fermato se il mondo trattasse la situazione in Ucraina come tale. Se i forti del mondo non flirtassero con la Russia, ma insistessero davvero per porre fine alla guerra. Prima le nostre terre saranno liberate dagli occupanti, prima le persone in tutto il mondo saranno protette in modo affidabile dai desideri aggressivi di chi vuole perseguire le politiche coloniali, come ai vecchi tempi. Se il mondo è veramente unito e onesto riguardo a questa aggressione russa contro il nostro stato sovrano , la velocità con cui porre fine a questa guerra sarà misurata in settimane. Settimane, nemmeno mesi”.
Zelensky, riecheggiato dal ministro degli Esteri, Kuleba , che in un video pubblicato su Twitter, è tornato a chiedere ai Paesi occidentali aiuti in armi “pesanti” (come i missili a lungo raggio, che potrebbero arrivare dagli Stati Uniti), nel pomeriggio, ha avuto un colloquio telefonico con il Premier Draghi, confermato da una nota di Palazzo Chigi, nel quale, secondo quanto dichiarato da lui stesso via Social, si è discusso di aiuti militari, ma anche delle modalità per scongiurare la crisi alimentare. Il Presidente ucraino, poi, ha sollevato il problema dell’approvvigionamento di carburante e delle strategie per prevenire la crisi alimentare, convenendo con il Presidente del Consiglio riguardo il proposito di sbloccare i porti insieme”.
Ieri , il Premier Draghi, che non ha rilevato spiragli di pace da parte russa, aveva telefonato al Presidente Putin, ottenendo la disponibilità del numero uno del Cremlino a collaborare per attuare la proposta dell’Italia di sminare i porti del Mar Nero, per consentire alle navi ucraine con a bordo le derrate di cereali e grano di partire verso i Paesi dell’Africa, per evitare una crisi alimentare ed umanitaria, a condizione di interrompere gli attacchi durante queste operazioni.
Sempre da Mosca, poi, il ministro degli Esteri Lavrov, nel corso di un incontro con i rappresentanti delle regioni russe, ha affermato : “La politica estera del presidente Vladimir Putin si base su un ampio sostegno pubblico, c’è un consolidamento delle forze patriottiche. L’Occidente non nasconde di aver dichiarato guerra al mondo russo”, mentre il Presidente Putin, durante il Consiglio Supremo dell’Unione economica euroasiatica, cui ha partecipato in videoconferenza, ha denunciato “le pressioni di fatto aggressive da parte di alcuni Paesi ostili”.
Più tardi, Putin, per cui a fermare i negoziati è stato il Presidente ucraino Zelensky, ha avuto un colloquio telefonico con il cancelliere austriaco Nehammer, nel quale ha sottolineato che l’Ucraina deve sminare i porti il prima possibile per consentire il passaggio delle navi e ha definito infondati i tentativi di trasferire a Mosca la responsabilità della crisi alimentare globale, indicando le vere ragioni di questa situazione nelle sanzioni anti-russe da parte degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
A Berlino, invece, si è chiuso il G7 dedicato ai temi dell’energia e del clima ,cui per l’Italia, ha preso parte il ministro per la Transizione ecologica Cingolani, che ha dichiarato: È stata una discussione estremamente densa e ne esce un comunicato buono, totalmente condiviso, che rappresenta un passo avanti rispetto al G20 dell’anno scorso, rispetto all’ultimo G7 e alla Cop 26. Ricordiamoci sempre che sono eventi internazionali, dove non possono esserci stravolgimenti da una puntata alla successiva, ma direi che è uscito un lavoro di concertazione molto buono e possiamo essere molto soddisfatti”.
Nel vertice, stabiliti: la decarbonizzazione entro il 2025,la riduzione delle temperature entro il 2030 e la fine del carbon fossile nel 2022, l’impegno comune dei Paesi del G7 alla realizzazione delle catene di distribuzione dell’idrogeno e nella lotta ai cambiamenti climatici, nell’aiutare i Paesi in via di sviluppo e nella mitigazione dei prezzi dell’energia, tema che sarà discusso anche nel Consiglio UE straordinario di lunedì e martedì prossimi, a Bruxelles.
Nel frattempo, il Vicepresidente della Commissione UE, Timmermans, intervistato da La Stampa, ha esortato la UE a “smettere di riempire di soldi le tasche di Mosca: Non c’è modo in cui Putin possa ricattarci col suo gas. Se taglia le forniture farà molto più male a sé stesso che a chiunque altro. L’embargo energetico, ricorda lo abbiamo proposto nel nostro pacchetto sanzioni. C’è solo un paese che ancora non è d’accordo, l’Ungheria. Il consiglio europeo della prossima settimana sarà importante. Al punto in cui siamo non so dire come andrà a finire, ma spero si possa trovare un’intesa. Non ci sono scorciatoie. Un embargo petrolifero aiuta, tuttavia non è un colpo risolutivo. Noi dobbiamo evitare di versare soldi nelle tasche di Putin che si finanzia solo con la vendita di combustibili fossili. Questo deve essere l’obiettivo e la via per abbassare i prezzi di luce e riscaldamento è aumentare l’energia dalle fonti rinnovabili, che sono molto meno care dei combustibili fossili. E la prima cosa che possiamo fare è ridurre i consumi, come indica il piano europeo RepowerEu”, mentre il Presidente del Consiglio UE, Michel nella consueta lettera ai 27 leader inviata alla vigilia del Consiglio Europeo, ha annunciato che il Presidente ucraino Zelensky e il Presidente dell’Unione Africana Macky Sall interverranno al prossimo summit, in videoconferenza, nelle sessioni che si occuperanno di Ucraina e di sicurezza alimentare.
In Italia, invece, trovato l’accordo tra i partiti di Maggioranza sul Ddl Concorrenza e la norma sulle concessioni balneari ,che verrà votato lunedì 30 maggio dal Senato e sulla Delega Fiscale, in Aula, alla Camera il 20 giugno, il Presidente del Consiglio Draghi, che lunedì e martedì sarà a Bruxelles per il Consiglio Europeo Straordinario, lavora al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e al raggiungimento entro il primo semestre dei 45 obiettivi necessari ad accedere alla rata dei finanziamenti UE, anche alla luce della visita in Italia prevista per metà giugno della Presidente della Commissione UE Von der Leyen.
All’attenzione del Presidente del Consiglio, poi, anche il via libera definitivo del Parlamento alla riforma della Giustizia che, in un messaggio inviato all’Università di Padova, dove era in corso un convegno proprio su questo tema, ha auspicato il completamento di quest’ultima , sottolineando come serva anche ai magistrati per ripristinarne la credibilità e la terzietà.
Tutto ciò, mentre l’Istituto Nazionale di Statistica ha certificato per l’Italia l’aumento delle importazioni di energia di +193,8% e il raddoppio degli acquisti da Mosca dovuto all’approvvigionamento delle scorte di gas per l’inverno.
In merito alla pandemia da Covid19, pubblicati dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità i dati del monitoraggio settimanale, secondo cui, nell’ultima settimana, l’incidenza è scesa a 261 ogni 100.000 abitanti rispetto a 375 della scorsa settimana. In calo, anche l’Rt, pari a 0,86, in diminuzione rispetto a una settimana fa quando era pari a 0,89.
In discesa, anche il tasso di occupazione in terapia intensiva al 2,6% a fronte del 3,1% di sette giorni fa, come pure il tasso di occupazione in aree mediche al 9%, contro il 10,9%.
Quindi, questa settimana, 5 Regioni (Abruzzo al 17,1%, Calabria al 16,8%, Sicilia al 15,3%, Umbria al 19,6% e Valle d’Aosta al 17,6%) si collocano ancora sopra la soglia di allerta del 15% per l’occupazione dei reparti , nonostante il netto calo generale dei ricoveri, mentre nessuna Regione si colloca sopra la soglia di allerta del 10% per l’occupazione delle terapie intensive, per le quali il valore più alto si rileva in Molise (7,7%).
©Riproduzione risevata