di Federica Marengo mercoledì 5 ottobre 2022
-Nella duecentoventireeesima giornata di guerra in Ucraina, il Presidente russo Putin ha firmato le leggi con cui la Federazione Russa ha annesso le quattro regioni ucraine (Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherosn) occupate dai separatisti filorussi. Nel testo, si legge che: “I confini dei nuovi soggetti della Federazione, come risulta dai trattati, saranno determinati dai confini che esistevano il giorno della loro formazione e accettazione nella Federazione Russa”. Fino all’elezione dei capi delle nuove regioni saranno guidate da funzionari temporanei ad interim nominati da Putin. Le forze russe non controllano pienamente nessuna delle quattro aree”.
A tal proposito, lo stesso numero uno del Cremlino, rivendicando la legittimità dei referendum non riconosciuta né da Kiev né dall’Onu e dalla comunità internazionale, ha dichiarato: “I risultati dei referendum nei nuovi territori non sono soggetti ad alcun dubbio, sono assolutamente trasparenti, convincenti e obiettivi. La situazione nel Donbass sarà stabilizzata, la Russia sarà in grado di sviluppare con calma questi territori”, seguito dal portavoce del Cremlino Peskov, che ha precisato: “Le regioni dell’Ucraina annesse sono russe per sempre”, per poi promettere che “le forze russe si riapproprieranno dei territori riconquistati dall’Ucraina” e lanciare un avvertimento agli USA, riguardo il suo coinvolgimento nella guerra : “La decisione degli Stati Uniti di inviare più aiuti militari all’Ucraina aumenta il pericolo di uno scontro militare diretto tra Russia e Occidente”, riecheggiato dall’ambasciatore russo negli Stati Uniti Anatoly Antonov, che ha definito gli aiuti una “minaccia immediata per Mosca“, descrivendo gli Stati Uniti come “partecipanti al conflitto, il che potrebbe comportare un prolungato spargimento di sangue e nuove vittime”.
Da qui, la richiesta a Washington di fermare le sue azioni provocatorie, che “ potrebbero portare alle conseguenze più gravi”.
Ciò mentre il Presidente ucraino Zelensky, seguito dal ministro degli Esteri Kuleba, ribadendo il no alla legittimità delle consultazioni nelle quattro regioni filorusse e, aggiornando la popolazione riguardo la situazione sul campo, ha sottolineato che: “Tutto il territorio del nostro Stato sarà liberato dal nemico”.
Proprio sul fronte dei combattimenti, infatti, dopo la riconquista di Lyman, si è registrato l’avvio della liberazione della regione di Lugansk e progressi nell’avanzata delle forze ucraine a Est e a Sud, in particolare nella regione meridionale di Kherson, dove le truppe russe starebbero indietreggiando, lasciando però dietro di sé delle mine.
Sotto attacco russo, invece, Sumy, Kharkiv, dove è stata scoperta una nuova camera di tortura, Kiev, che sarebbe stata colpita con droni iraniani e dove si sarebbero registrate almeno cinque vittime e Mykolaiv.
Assediata dai russi, anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel Sud del Paese, dove presto potrebbe recarsi per una nuova missione il direttore dell’AIEA (l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) Grossi, che nelle prossime ore sarà a Mosca e a Kiev per la costituzione di un’area di sicurezza intorno all’impianto. Proprio l’impianto, essendo Zaporizhia tra le regioni annesse alla Federazione Russa, secondo quanto annunciato dal Cremlino, “dovrà operare sotto la supervisione delle agenzie russe competenti”.
Quanto all’allarme sull’uso di armi nucleari tattiche, l’Alto rappresentante UE per le Politiche Estere, Borrell , stamane, ha espresso dinanzi al Parlamento Europeo i propri timori: “La guerra continua e le notizie dal campo di battaglia sono positive per l’Ucraina. Sta riprendo l’offensiva, la guerra è entrata in una nuova fase. Senz’altro pericolosa, perché ci troviamo davanti a uno scenario temibile sul quale non dobbiamo chiudere gli occhi. Uno scenario di una guerra convenzionale che vede però coinvolta una potenza nucleare che in questo momento perde terreno sul piano convenzionale e minaccia l’uso dell’arma nucleare. E’ uno scenario sicuramente preoccupante nel quale però dobbiamo dimostrare che il nostro sostegno per l’Ucraina non flette”.
Intanto, in UE, in mattinata, via libera dei 27 Paesi membri, nel corso del Coreper, la riunione dei Rappresentanti dei Paesi membri, a un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia, incluso il price cap al petrolio, via libera che verrà formalizzato per procedura scritta.
Tuttavia, la Presidente della Commissione Europea, Von der Leyen, alla Plenaria del Parlamento UE, ha aperto a un tetto comune al prezzo del gas ,ma solo su quello per elettricità, spiegando che: “I prezzi elevati del gas fanno lievitare i prezzi dell’elettricità. Dobbiamo limitare questo impatto inflazionistico del gas sull’elettricità ovunque in Europa. Per questo motivo, siamo pronti a discutere un tetto al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità. Questo tetto sarebbe anche un primo passo verso una riforma strutturale del mercato dell’elettricità. Dobbiamo considerare i prezzi del gas anche al di là del mercato dell’elettricità. Un simile tetto ai prezzi del gas deve essere concepito in modo adeguato per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. E si tratta di una soluzione temporanea per far fronte al fatto che il Ttf, il nostro principale parametro di riferimento per i prezzi, non è più rappresentativo del nostro mercato, che oggi comprende più Gnl. Abbiamo diminuito il nostro consumo di gas di circa il 10%. . Dobbiamo fare di più ma è un dato importante. Le forniture di gas russo sono diminuite fino ad arrivare al 7,5% del gas di gasdotti. Penso quindi che dovremmo potenziare ulteriormente RePowerEU con ulteriori finanziamenti, finanziamenti comuni. In questo modo tutti gli Stati europei possono accelerare gli investimenti necessari”.
Inoltre, secondo il portavoce della Commissione UE, Mamer, l’Esecutivo europeo sarebbe a lavoro su due tipi di tetto al prezzo del gas: uno è “un price cap sul gas utilizzato per generare elettricità” e l’altro riguarda “un cap sull’energia scambiata in Europa fin tanto che si lavora a una riforma dell’indice Ttf”, mentre il Presidente del Consiglio europeo, Michel, in un intervento pubblicato sull’edizione online del Financial Times, ha evidenziato: “La crisi innescata dalla guerra in Ucraina rende urgente stabilire un’autentica Unione dell’energia; sarà un pilastro essenziale della sovranità dell’Ue. Un’autentica unione energetica comporterà la revisione di molte delle nostre convinzioni di vecchia data e l’azione più collettiva, come europei. La crisi energetica ha messo in luce le crepe in un’Unione composta da 27 ‘riserve private’ energetiche. Nessun Paese da solo può far fronte a una crisi di questa portata”.
Infine, Eni, in mattinata, ha comunicato che: “Sono ripresi oggi i flussi di gas approvvigionati da Gazprom all’Italia e la ripresa delle forniture è stata resa possibile dalla risoluzione da parte di Eni e delle parti coinvolte dei vincoli che derivano dalla nuova normativa introdotta dalle autorità di regolamentazione austriache”.
Gazprom e gli acquirenti di gas dall’Italia, infatti, hanno trovato un accordo sulle forniture e il trasporto del gas russo attraverso il territorio austriaco.
Sul fronte della politica italiana, in mattinata si è tenuto l’Esecutivo di Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione di centrodestra, vincitrice delle elezioni, fondato e guidato dalla Premier in pectore, Meloni , nel quale, secondo indiscrezioni di stampa, tuonando contro gli “evidenti ritardi” nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, avrebbe detto: “L’impegno a privilegiare la competenza, a puntare su persone qualificate perché non possiamo permetterci errori, io ci metto la faccia”. Ribadita poi la soddisfazione per l’esito delle elezioni, avrebbe puntualizzato che la “vera sfida è ancora da affrontare e che questo è il momento della responsabilità e che bisogna tenere i nervi saldi, ponendosi come obiettivo la designazione del Consiglio dei ministri più autorevole e di alto profilo possibile. Il governo non sarà composto per risolvere beghe interne di partito o proponendo qualsiasi nome o per rendite di posizione. Si parte dalla competenza e se quella migliore dovesse essere trovata al di fuori degli eletti, a partire da FdI, questo non sarà certo un limite. Se il Presidente della Repubblica ci conferirà il mandato il nostro sarà un governo politico, forte e coeso, con un programma chiaro, un mandato popolare e un Presidente politico. Quindi, si parte dalla competenza e se quella migliore dovesse essere trovata al di fuori degli eletti, a partire da Fdi, questo non sarà certo un limite. E questo non cambia la natura fortemente politica del governo, perché i governi sono politici quando hanno un mandato popolare, un programma definito, una visione chiara e una guida politica. Ci troviamo di fronte alla fase forse più difficile della storia della Repubblica italiana: siamo nel mezzo di un conflitto, i cui contorni sembrano irrigidirsi ancora di più; restano incognite sul tema della pandemia; viviamo una crisi economica e energetica che sembra destinata a provocare un effetto domino sui prezzi delle materie prime e dei prodotti alimentari. Siamo esposti sul fronte dell’approvvigionamento energetico e in Europa è in atto un confronto senza sconti. Siamo in contatto con il governo uscente per favorire una transizione ordinata. Abbiamo margini di tempo stringenti ma noi siamo pronti. E abbiamo le competenze e le capacità. Parlando del Pnnr ereditiamo una situazione difficile: i ritardi del Pnrr sono evidenti e difficili da recuperare e siamo consapevoli che sarà una mancanza che non dipende da noi, ma che a noi verrà attribuita anche da chi l’ha determinata”.
Il segretario della Lega, Salvini, invece, che si è detto pronto a un incarico di governo (dal Carroccio sarebbero stati chiesti almeno 4 Ministeri di peso), ha trascorso la giornata incontrando esponenti dell’industria, del commercio e dell’agricoltura, per discutere del caro bollette: priorità per il Carroccio e per il nuovo Governo in carica, se quello uscente non dovesse intervenire.
Il coordinatore di Forza Italia, Tajani, che ha tenuto il suo ultimo discorso al Parlamento europeo, in quanto eletto alla Camera alle ultime elezioni, ha precisato invece che non vi è alcuna pressione del suo partito per i ministeri né alcun veto su Salvini al Viminale e sulla presenza di tecnici nell’Esecutivo( che avrà comunque una connotazione politica) e che sarà il Presidente Berlusconi a decidere i candidati.
Nell’Opposizione, il Pd ,si prepara alla Direzione di domani, nella quale si farà il punto sulla sconfitta elettorale e sull’organizzazione del Congresso previsto per febbraio-marzo, dibattendo sulla ricostruzione del partito e sulle future alleanze , con l’ex Premier D’Alema, che ,dalle colonne de Il Fatto Quotidiano, ha evidenziato la necessità di ricostituire un’alleanza con il M5S, seguito dall’ ex sindaco di Roma Veltroni che, su La Stampa, ha esortato il Pd a non sciogliersi e a non perdere la sua identità e da Sinistra italiana ed Europa Verde di Fratoianni e Bonelli per cui bisognerebbe ricostituire il campo largo, mentre il vicesegretario ed ex ministro per il Sud, Provenzano, e l’ex segretario di Articolo1 Bersani, hanno respinto la convocazione di nuove Primarie.
Dal Terzo Polo, pronto a una federazione in vista delle elezioni Europee del 2024 e delle imminenti regionali nel Lazio e in Lombardia, il leader di Azione, Calenda, che, criticando la candidatura al Viminale del segretario della Lega Salvini ,sostenuta dal Carroccio e ,sollecitando i dem a scegliere tra un’alleanza con i riformisti e una con i populisti 5Stelle, ha evidenziato come il “Pd sia sempre in mano agli stessi”, incassando dai dem la replica piccata: “Non accettiamo né ultimatum né lezioni da chi guida partiti personali”.
Chiude invece a un’alleanza con il Pd “con questa dirigenza”, anche in vista delle Regionali, il M5S, che ha chiamato gli italiani alla mobilitazione in piazza per la pace, respingendo il nuovo invio di armi da parte dell’Italia e ha rilanciato la proposta di un’azione diplomatica e di una Conferenza di Pace sotto l’egida dell’Onu e del Vaticano e di un Recovery Found per l’energia , volto a contrastare il caro bollette e la crisi energetica.
Nel frattempo, in mattinata, il Governo Draghi, in carica per gli affari correnti (la prima riunione delle Camere sarà il 13 ottobre alle 10:00 per eleggere i Presidenti) , ha tenuto a Palazzo Chigi, una cabina di regia sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ,alla quale erano assenti rappresentanti di Forza Italia, essendo i ministri forzisti usciti dal partito, fatto che ha irritato gli azzurri, nella quale, secondo indiscrezioni di stampa, il Premier uscente, quasi in contrapposizione a quanto ha sostenuto sui ritardi del Piano la Premier in pectore Meloni, avrebbe assicurato: “L’attuazione del Pnrr procede più velocemente dei nostri cronoprogrammi originari. Le elezioni e l’imminente cambio di governo hanno richiesto uno sforzo supplementare, per fare in modo che il nuovo esecutivo , qualunque esso sia ,possa ripartire da una posizione il più avanzata possibile. Ad oggi, sono già stati conseguiti 21 dei 55 obiettivi e traguardi previsti per la fine dell’anno, e ci aspettiamo di raggiungerne 29 entro la fine del mese. Non ci sono ritardi nell’attuazione del PNRR: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi. Nel primo semestre del 2022, l’Italia ha raggiunto ancora una volta tutti gli obiettivi del PNRR, come ha accertato la Commissione Europea la scorsa settimana. L’Italia potrà ricevere altri 21 miliardi di euro, dopo i 45,9 miliardi ricevuti negli scorsi mesi. Il PNRR è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano sul Paese. La sua piena attuazione è fondamentale per la nostra credibilità verso i cittadini e i partner internazionali. Dobbiamo mantenere gli impegni presi e, per farlo, c’è bisogno del sostegno di tutti, in particolare gli enti territoriali , i Comuni e le Regioni , per il lavoro che svolgono quotidianamente accanto all’amministrazione centrale. Grazie al vostro lavoro, oggi possiamo dirci pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti”.
A seguire , poi, sempre a Palazzo Chigi, il Consiglio dei Ministri, che ha dato il via libera a misure per i concorsi nella Pubblica Amministrazione.
E in merito all’attuazione nei tempi stabiliti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’agenzia di rating Moody’s, che ha rimandato l’aggiornamento dei sui giudizi a dopo la formazione del nuovo Governo, ha fatto sapere che, se non verrà rispettata la cronologia di quest’ultimo, le stime di crescita potrebbero essere tagliate.
Restando in campo economico, mentre l’Istituto Nazionale di Statistica nelle sue stime relative al II°trimestre 2022, ha rilevato che il rapporto deficit/Pil è al -3,1% (-7,6% nello stesso trimestre del 2021), il potere d’acquisto delle famiglie è lievemente diminuito rispetto al trimestre precedente (-0,1%), che il reddito disponibile delle famiglie è aumentato a +1,5% rispetto al trimestre precedente e i consumi sono cresciuti del 4,1%, nonostante l’impatto negativo dell’aumento dei prezzi, Confcommercio, tramite il Presidente Sangalli, ha lanciato l’allarme sull’inflazione, che a ottobre è al 9%, dato che mette a rischio chiusura, entro la prima metà del 2023, 120 mila pmi, con la perdita di oltre 370 mila posti di lavoro.
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