di Federica Marengo domenica 6 novembre 2022
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-Nella duecentocinquantacinquesima giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi in varie regioni del Paese: a Sud del Paese , colpita Zaporizhzhia, dove la locale centrale nucleare è stata nuovamente collegata alla rete elettrica, e dove una persona è rimasta uccisa e un edificio a due piani di una società è stato abbattuto, mentre nella regione orientale, gli attacchi delle forze russe si sono concentrati su Donetsk, dove si è registrata una vittima tra i civili.
Attaccata , infine, sempre nel Sud dell’Ucraina, Kherson, occupata dai filorussi, dove è in atto da alcuni mesi la controffensiva ucraina e dove nelle ultime ore si è verificato un blackout sulle cui cause si sta indagando. Qui, le autorità filorusse hanno lanciato l’allarme offensiva per via della concentrazione da parte delle forze ucraine di carri armati vicino alla regione. Inoltre, sempre secondo i filorussi, le forze ucraine avrebbero lanciato sei razzi Himars contro la diga della locale centrale idroelettrica di Kakhovka, danneggiandola, mentre, secondo quanto riportato dal Guardian ,l’esercito ucraino ha dichiarato che i residenti della città hanno ricevuto messaggi di avvertimento sui loro telefoni che li esortavano a evacuare il prima possibile.
Sotto assedio, però, le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, con conseguente carenza di elettricità, gas e acqua in quasi tutte le regioni del Paese, in particolare, nella capitale Kiev, il sindaco ha invitato la popolazione a risparmiare elettricità soprattutto al mattino e alla sera e a fare scorte di viveri e acqua, dato il rischio di un blackout totale.
A tal proposito, secondo il New York Times, i funzionari di Kiev avrebbero iniziato a pianificare l’evacuazione di tre milioni di residenti rimasti in città, notizia , per il momento, smentita dal capo del dipartimento di sicurezza municipale presso l’amministrazione statale ,Tkachuk ,e dal sindaco Klitschko, il quale, però, ha avvertito i residenti che, se la Russia continuerà a colpire le infrastrutture energetiche del Paese, dovranno prepararsi al peggio, ovvero: a non avere elettricità, riscaldamento e approvvigionamento idrico.
Intanto, per il Washington Post, l’amministrazione Biden starebbe incoraggiando privatamente i leader ucraini a lanciare segnali di apertura verso negoziati con la Russia e a smettere di rifiutarsi pubblicamente di avviare negoziati, a meno che il Presidente russo Putin non venga deposto. Il quotidiano statunitense , spiega che la richiesta americana non mirerebbe a spingere l’Ucraina a negoziare, ma sarebbe un tentativo per assicurare a Kiev il sostegno di quei Paesi che non vogliono che la guerra continui ancora a lungo, anche alla luce delle prossime elezioni di midterm, in quanto, una vittoria dei conservatori potrebbe mettere in difficoltà la linea della Casa Bianca di appoggiare Kiev senza indugi, con l’invio di aiuti militari per oltre 17 miliardi di dollari, (il più ingente intervento finanziario dalla Guerra fredda).
Tuttavia, da Kiev, la Vicepremier ucraina Vereshchuk, in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha replicato ai pacifisti ,scesi ieri nelle piazze di Roma e Milano, spiegando: “L’unico modo per raggiungere la pace in questa fase è continuare a combattere. La pace non c’è perché i russi non la vogliono. Se noi smettiamo di batterci spariremo come popolo e come nazione. Il nostro movimento di resistenza difende anche le democrazie europee. Mi auguro che i pacifisti non interrompano il sostegno all’Ucraina e non allentino le sanzioni contro Mosca. Se l’Europa dovesse tradire il suo sostegno al mio Paese, l’intero mondo Occidentale sarebbe a rischio. Stiamo avanzando. Nelle ultime ore abbiamo liberato almeno quattro villaggi nella regione del Kherson. Al capo di stato maggiore Cavo Dragone che (in un’intervista al Corriere venerdì), ha sottolineato che non esiste una soluzione militare visto lo stallo tra i due eserciti, voglio dire che per ora è impossibile una soluzione politica, esiste solo il campo di battaglia. La forza delle armi rimpiazza la diplomazia per il fatto che è l’unico linguaggio che Putin e il Cremlino sono disposti a capire. Il cambio di passo potrà avvenire soltanto quando la Russia abbandonerà le terre che ha invaso. Putin non mira solo alla terra, non illudetevi sia possibile un compromesso. Putin intende cancellarci come Stato. Per noi è questione di vita o di morte”.
In ultimo, Papa Francesco, nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Bahrein, parlando della guerra tra Russia e Ucraina, ha dichiarato che: “Questa è una guerra mondiale e ci sono state in un secolo tre guerre mondiali. Quando gli imperi si indeboliscono, da una parte e dall’altra, hanno bisogno di fare una guerra per sentirsi forti e anche per vendere le armi. Stiamo in guerra dappertutto e noi non capiamo questo. Adesso ci tocca da vicino, in Europa, la guerra russa-ucraina ma dappertutto, da anni c’è la guerra. Voi che siete giornalisti, siate pacifisti, parlate contro le guerre, lottate contro le guerre, ve lo chiedo come un fratello”.
Quanto alla politica interna italiana, la Presidente del Consiglio Meloni, in attesa del suo intervento alla Cop 27, la Conferenza dell’ONU sul clima, che si terrà a partire da oggi a Sharm el Sheikh, dove circa 120 capi di Stato (assenti Russia, Cina e India tra i Paesi maggiori responsabili delle emissioni di Co2) discuteranno de tagli alle emissioni e di aiuti ai Paesi poveri, maggiormente esposti al cambiamento climatico, in un post sui suoi profili social, alla luce delle critiche avanzate dalle Opposizioni di centrosinistra che ne chiedono la cancellazione o la riscrittura, è tornata sulla norma anti rave party contenuta nel primo decreto su Giustizia, Sicurezza e Sanità varato in Consiglio dei Ministri e ora all’esame del Senato, ribadendo: “Rave illegali: è finita l’Italia nella quale alcuni rispettano le regole e altri no”.
Altra questione che ha destato e continua a destare polemiche nelle Opposizioni, è il decreto interministeriale a firma Piantedosi (Interni) , Salvini (Infrastrutture e Mobilità Sociale) e Crosetto (Difesa) che stabilisce lo barco dalle navi ONG per il solo fine del soccorso degli immigrati fragili, ammalati, minori, a donne e anziani, portando al Paese di bandiera dell’imbarcazione tutti gli altri e che è stato applicato per dirimere la situazione delle 4 navi in sosta d alcuni giorni nel Canale di Sicilia davanti alle coste tra Messina e Catania in attesa di un porto sicuro.
Infatti , dopo lo sbarco di questa notte, previa via libera delle autorità ispettive, dalla nave Humanity1, presso il porto di Catania di 144 immigrati , perlopiù donne e bambini, il capitano di quest’ultima ha comunicato di non avere intenzione di lasciare il porto fino a che i 35 immigrati restanti a bordo non saranno fatti scendere. La stessa linea è stata poi tenuta per lo sbarco della nave umanitaria di Medici Senza Frontiere, Geo Barents, con a bordo 572 naufraghi, in gran parte donne e bambini.
Quindi, la replica del ministro degli Interni Piantedosi (contestato stamane a Venezia da alcuni attivisti) che, sostenuto dall’intera Maggioranza, ha ribadito: “Nessuna marcia indietro sull’impegno umanitario” e l’attacco da parte del Pd, che ha chiesto che il titolare del Viminale riferisca in Aula , e del suo segretario uscente ,Letta, che su Twitter ha scritto: : “Il carico residuale e lo sbarco selettivo linguaggio inaccettabile per scelte a Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali .Il Governo ha già violato diritti e umanità con la selezione arbitraria dei naufraghi. A bordo stanno bene ma c’è comprensibile tensione. Restano 35 richiedi asilo, hanno diritto a scendere”, riecheggiato dal segretario Fratoianni e dal deputato Suomahoro di Sinistra italiana-Europa Verde e da Della Vedova di +Europa.
Intanto, sul fonte delle alleanze tra i partiti del centrosinistra ,in vista delle elezioni Regionali, ufficializzata la candidatura con il Terzo Polo di Calenda (Azione) e Renzi (Italia Viva) alla Presidenza della Lombardia di Letizia Moratti, ormai ex Vicepresidente con la Giunta Fontana di centrodestra, in possibile ticket con l’economista neo-senatore Cottarelli, la quale, in una nota , ha spiegato: “Insieme con Carlo Calenda e Matteo Renzi ho condiviso l’avvio di un percorso che mi vedrà candidata alla presidenza di Regione Lombardia Una collaborazione, che nasce sostenuta dall’ampia e consolidata rete civica a me vicina e dal Terzo Polo, e ampiamente aperta all’adesione di tutti gli interlocutori politici, culturali, del terzo settore e delle associazioni, con i quali realizzeremo interessanti e positivi confronti per la costruzione di una coalizione vincente. Un progetto forte ed attento ai territori e orientato ad offrire una visione del futuro lombardo e nazionale capace di interpretare i mutamenti in atto ed affrontare le nuove sfide in arrivo. Per questo, ringrazio Carlo Calenda e Matteo Renzi per l’appoggio di Azione ed Italia Viva. Inizia oggi un nuovo appassionante cammino per dare le risposte che la Lombardia merita”.
Una candidatura non accolta positivamente dal Pd, con il segretario regionale, Peluffo che, al termine di un’assemblea a port chiuse, ha dichiarato: “La candidatura a presidente della Lombardia di Letizia Moratti “non è un’opzione e anche dall’assemblea è uscita questa indicazione. Non credo possa funzionare che c’è qualcuno che decide anche per gli altri. Siamo disponibili a confrontarci ma non vogliamo imporre niente a nessuno né farci imporre niente da nessuno. Anche l’ipotesi di ticket tra Moratti e Carlo Cottarelli non è un’opzione per il segretario. Non è esclusa a priori invece una possibile alleanza con la lista civica di Moratti. Per scegliere il candidato in Lombardia proporremo lo strumento delle primarie di coalizione aperte a tutti i cittadini. Noi Letizia Moratti non la sosteniamo. Sono loro che si chiamano fuori, non dipende da noi”.
D’accordo con il Pd, anche Sinistra italiana, con il segretario regionale Matteucci cha ha parlato di “rottura da parte del Terzo Polo con il centrosinistra” e ha esortato il M5S a far parte di una coalizione democratica e progressista.
M5S, che , tramite il capogruppo regionale, Di Marco, ha fatto sapere: “Non siamo noi ad aver lasciato la porta aperta per così tante settimane a gruppi come Azione. Avevamo detto che il rischio era che si ripetesse quello che è successo a luglio, con Calenda che sbatte la porta al Pd e le forze progressiste che se ne vanno ognuno per la propria strada. Si era costruito un lavoro comune con i tavoli tematici in cui Azione ha partecipato solo un in un primo momento salvo poi sparire. Quindi ,come facciamo a rincorrere forze politiche che non hanno mai partecipato a nessun incontro? ,bisogna decidere se si vuole stare con chi vuole essere l’alternativa o chi vuole essere un surrogato del centrodestra, vedi Letizia Moratti. Le primarie di coalizione proposte dal Pd in mattinata ,le fai se hai una coalizione, che oggi non c’è. Se e quando sarà formata si parlerà ma fino a oggi non è stata costituita, se c’è qualcuno che ci vuole seguire sui nostri temi e battaglie all’opposizione siamo disponibili, ma se qualcuno oggi vuole parlare con noi e domani con chi vuole candidare Moratti allora non siamo disponibili a dialogare”.
Caustico, il commento della Lega su Twitter: “Moratti ha fatto per anni il ministro, il sindaco e l’assessore col Centrodestra, oggi va a sinistra e si candida con Renzi. Auguroni”.
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