di Federica Marengo lunedì 12 settembre 2022
-Nella duecentesima giornata di guerra in Ucraina, le truppe ucraine hanno riconquistato più di 20 insediamenti nella regione orientale tra Kharkiv e Donetsk che erano stati occupati dalle forze russe dall’inizio della guerra. Da qui, la risposta di Mosca non si è fatta attendere, con ripetuti bombardamenti e blackout su tutta l’area. Esplosioni poi sono state udite anche nella regione che ospita la centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove ieri il sesto e ultimo reattore è stato spento ed è stata poi ripristinata la linea elettrica di riserva, mentre l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha sollecitato la costituzione di una zona cuscinetto intorno all’impianto completamente smilitarizzata per consentire il funzionamento della struttura e scongiurare un disastro nucleare che vedrebbe d’accordo il Presidente russo Putin, contattato ieri in merito, dal Presidente francese Macron.
Conquistati dunque dalle forze ucraine in un mese 3.000 chilometri quadrati di territorio, compresi due snodi logistici e di approvvigionamento dei russi quali Kupiansk e Izyum , e nel Sud, 500 chilometri quadrati nella regione di Kherson, mentre da Mosca il Cremlino ha smentito la fuga delle forze armate russe, minimizzando e, precisando che si tratta di una riorganizzazione delle truppe per uno spostamento e una concentrazione dell’”operazione militare speciale” nel Donbass.
Tuttavia, non sono mancate le critiche del leader ceceno Kadyrov, alla testa delle forze filorusse, per la strategia con cui è stata condotta l’ “operazione militare speciale” e Mosca ha rimosso il capo del Distretto occidentale di Kharkiv.
A tal proposito, il portavoce del Cremlino, Peskov, chiudendo alla possibilità di una riapertura dei negoziati con Kiev e di un incontro Putin-Zelensky e , smentendo l’intenzione di ritirare le truppe dall’area della centrale atomica di Zaporizhzhiza, ha dichiarato che : “La Russia continuerà l’operazione militare speciale in Ucraina fino al raggiungimento di tutti i suoi obiettivi”, riecheggiato dal Vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex Presidente russo Medvedev, che ha ribadito le condizioni indispensabili per il negoziato con Kiev: “la capitolazione totale del regime ucraino alle condizioni della Russia”.
Nel frattempo, il Presidente russo Putin , tornando sulle sanzioni imposte a Mosca dall’Occidente, avrebbe affermato: “La Russia è riuscita in breve tempo ad attuare misure tali da far fallire la guerra lampo economica. La tattica della guerra lampo economica su cui i Paesi occidentali contavano, non ha funzionato: questo è già evidente a tutti e anche a loro. La Russia è riuscita prontamente a implementare misure di protezione efficaci e a lanciare meccanismi per supportare le industrie chiave così come le piccole e medie imprese”.
Sul fronte della questione gas, la Commissione UE è al lavoro sul piano per il risparmio energetico che verrà reso noto e proposto al Parlamento europeo nelle prossime ore. Secondo la bozza, visionata dall’Ansa, il piano consisterebbe in alcune misura quali: un taglio ai consumi elettrici, obbligatorio durante le ore di picco, che comporterebbe la selezione di tre o quattro ore per giorno della settimana in cui ridurre i consumi lasciando agli Stati un “margine di discrezionalità” circa la scelta degli orari.
Previsto poi, anche un limite obbligatorio ai ricavi degli operatori che producono energia da rinnovabili, nucleare e lignite, cioè fonti diverse dal gas. “Il limite” , si legge nella bozza, “si applicherà ai ricavi per MegaWatt ora di elettricità prodotta. Le eccedenze di ricavi derivanti dall’applicazione del cap dovranno essere ‘girate’ a cittadini e imprese esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica, con gli Stati a decidere le misure redistributive più adatte.
Riguardo ai contratti, sarebbero incentivati quelli di acquisto a lungo termine per immettere liquidità nel mercato delle rinnovabili. Gli Stati , si precisa nella minuta del piano della Commissione, “potranno anche condividere l’extragettito e estendere alle Pmi i prezzi regolati. Infine, si legge nella bozza, gli Stati membri saranno obbligati a introdurre un contributo di solidarietà eccezionale e temporaneo per l’industria fossile, sulla base dell’utile imponibile realizzato nell’anno fiscale 2022» e solo in quell’anno. Le proposte passeranno via articolo 122, cioè direttamente dagli Stati, che potranno emendarle e approvarle a maggioranza qualificata”.
Quanto alla politica interna italiana, mentre il Parlamento sarà chiamato a esprimersi da domani e fino al 15 settembre, su ben due decreti Aiuti, il decreto Aiuti bis (da 17 miliardi)e il decreto Aiuti Ter (da 12-13 miliardi), i leader dei partiti , nell’ambito della campagna elettorale , in vista delle elezioni del 25 settembre, continuano a dibattere sulla crisi energetica, ma anche su altre questioni come la guerra in Ucraina e l’invio delle armi a Kiev.
Il segretario del Pd, Letta, in tour elettorale in Puglia, sottolineando come il voto utile sia quello ai dem e non al Terzo Polo centrista, poiché la sfida è con il centrodestra a trazione Meloni e ,auspicando un patto sociale ,dato il grave momento di crisi in atto in Italia , ha lanciato un piano per il lavoro al Sud finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che la Lega, a suo dire, vorrebbe sottrarre al Meridione e si è espresso per il no alla riforma , voluta proprio dal Carroccio, dell’Autonomia differenziata. In serata, poi, Letta ha avuto un confronto con la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, trasmesso dal sito de Il Corriere della Sera, contestato, in quanto violazione della par condicio, dal leader del Terzo Polo Calenda (Azione) che vi ha preso parte simbolicamente, partecipando dai suoi canali social. Quest’ultimo, ha sostenuto la necessità che il Governo vari un provvedimento anti crisi energetica da almeno 15 miliardi, rimarcando come l’unico voto utile per riportare a Palazzo Chigi Draghi sia quello al Terzo Polo.
Ha aperto, invece, un nuovo fronte di rottura, il Presidente del M5S, Conte, che, chiudendo a un dialogo con i vertici attuali del Pd, ha respinto la possibilità di un nuovo stanziamento di aiuti in armi da inviare a Kiev e ha evidenziato la necessità di puntare sui negoziati. Difese, poi ,le misure bandiera dei pentastellati: Reddito di cittadinanza, Superbonus 110% e cessione crediti d’imposta alle imprese e il salario minimo, lanciando, in materia di Fisco, il taglio dell’Irpef.
Per il fondatore di Impegno civico, Di Maio, necessario è il decreto taglia bollette per l’80% (con relativo sito tagliabollette.eu dove poter calcolare il proprio risparmio) e la modifica del meccanismo del Reddito di cittadinanza per la parte che riguarda il lavoro.
Più Europa, di Bonino, Magi , Della Vedova, ha proposto due misure per la legalità e il risparmio dello Stato: la legalizzazione della cannabis e dell’immigrazione irregolare,mentre l’alleanza Sinistra italiana di Fratoianni e di Europa Verde di Bonelli, ha rimarcato la necessità di tassare gli extraprofitti delle aziende energivore.
In casa centrodestra, il segretario della Lega Salvini, a confronto con la Cisl a Milano, dicendosi pronto a sostenere ancora Kiev nella guerra contro la Russia, sottolineando però la scarsa efficacia delle sanzioni imposte a Mosca e il danno recato da queste ultime alle aziende italiane, ha ribadito la necessità che il Governo Draghi approvi un provvedimento anti caro bollette del valore di 30 miliardi, anche in extradeficit, rilanciando temi come : la tassa piatta da estendere agli Autonomi e nei cinque anni della nuova legislatura a dipendenti e pensionati, Quota 100 e una riorganizzazione del Reddito di cittadinanza.
Per il Presidente di Forza Italia, rivoltosi ai giovani dai microfoni di radio Rtl 102.5 , affinché vadano a votare, ha definito il Terzo Polo “irrilevante”, evidenziando come l’unico voto utile al centro sia quello ai forzisti, garanzia di una coalizione moderata con vocazione europeista e atlantista, chiudendo a una prospettiva di larghe intese , qualora il centrodestra non avesse i numeri per governare da solo, rilanciando sulla necessità di un tetto UE al prezzo del gas, di un provvedimento a sostegno di imprese e famiglie (finanziato in extradeficit come extrema ratio), la realizzazione di rigassificatori e il ricorso ad energie rinnovabili e al nucleare pulito, cui ha aperto anche il ministro della Transizione ecologica Cingolani.
No allo scostamento di bilancio, se non in relazione al tetto Ue al prezzo del gas e al disaccoppiamento in bolletta del costo del gas e dell’elettricità, per la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, che, ha sottolineato come l’Italia, dal 25 settembre, “farà i suoi interessi in UE come gli altri Stati dell’Unione”.
Ciò, mentre il prezzo del gas sul mercato di riferimento di Amsterdam, stamane, è sceso ancora a 191 euro al MWh e l’Istat ha reso noti i dati del bollettino mensile sulla produzione industriale cresciuta lievemente a +0,4% a luglio , dopo la flessione osservata nei due mesi precedenti e in calo, su base annuale a -1,4%, flessione che riguarda tutti i settori, ad esclusione dei beni strumentali. Per l’Istituto, per i prossimi mesi, la prospettiva è quella di un possibile ridimensionamento dei ritmi produttivi.
E proprio sul caro energia, questa mattina, in Udienza da Papa Francesco, il Presidente di Confindustria Bonomi, ha dichiarato: “Sono mesi che chiediamo un tetto al prezzo del gas per evitare speculazioni ma siamo rimasti inascoltati. La crisi energetica non è legata al conflitto Russo-ucraino ma viene dalle scelte sbagliate sia a livello nazionale che Ue: ad oggi non abbiamo ancora una politica energetica europea. Non c’è un intervento che possa risolvere la situazione ma una serie di interventi nel breve e nel lungo. E’ fondamentale un piano di razionamento e farlo insieme. Non dobbiamo farci trovare impreparati. Ma se fermiamo le imprese, fermiamo il Paese. Se le imprese chiudono, non riaprono più, avverte ancora il leader degli industriali per il quale occorre una valutazione “azienda per azienda. Se dovesse esserci una recrudescenza delle sanzioni e il blocco delle forniture del gas, potremmo essere a rischio di razionamento. Abbiamo chiesto di poter interloquire con il Governo per capire cosa privilegiare. Per alcune produzioni è impossibile togliere il gas. Per altre è più facile gestire mezza giornata che la sospensione di un’ora la giorno”.
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