di Federica Marengo sabato 16 aprile 2022
-Nella notte che ha preceduto la cinquantunesima giornata della guerra in Ucraina, gli allarmi antiaerei sono risuonati in diverse città: nella capitale, Kiev, a Leopoli, Zaporizhzhia (dove tra le vittime di un bombardamento russo vi sarebbe un dodicenne), Dnipropetovsk, Donetsk, Odessa, Kharkiv (dove l’attacco a due distretti ha causato la morte di 2 persone e il ferimento di 18), Poltava e Mykolaiv, e sono proseguiti anche in giornata. Le autorità militari ucraine, temono si tratti di una rappresaglia di Mosca per l’affondamento dell’incrociatore Mosckva al largo di Odessa.
Tuttavia, il conflitto sembra concentrarsi nell’area orientale, nelle Repubbliche autoproclamatesi indipendenti di Donetsk e Luhask, dove si sono registrati dieci attacchi da parte delle forze di Mosca in 24 ore e , dove autorità locali di Sivierdonetsk hanno annunciato la distruzione al 70% della città e hanno invitato la popolazione ad andare via.
Anche a Kiev, dove, stamane, ha riaperto l’ambasciata italiana, il sindaco Klitschko ha registrato esplosioni in periferia, esortando i cittadini fuggiti dalla città, che in questi giorni vi stanno facendo ritorno, a non rientrare per il pericolo bombe. Colpita poi, in mattinata, da un attacco aereo delle forze russe, provenienti dalla Bielorussia, una fabbrica per la manutenzione dei carri armati, che ha causato la morte di almeno un civile e il ferimento di diverse persone.
Situazione incandescente anche a Mykolaiv , dove i bombardamenti russi hanno ucciso 5 persone ; a Izium, da dove, secondo quanto fatto sapere da Mosca, 100 cittadini ucraini sarebbero stati trasferiti in territorio russo a Belgorod, e a Okhtyrka, nella regione di Sumy, città, dove, secondo il sindaco, la quasi totalità delle case è stata distrutta.
Mille civili, tra cui 500 donne, invece, sarebbero stati fatti prigionieri a Mosca, secondo quanto riportato dalla Vicepremier ucraina Vereshchuk, la quale ne ha chiesto il rilascio senza condizioni, in quanto uno scambio di civili per militari è proibito dalla Convenzione di Ginevra.
Ormai totalmente assediata e distrutta, Mariupol, dove ,però, la popolazione rimasta continua a resistere e dove, secondo quanto riferito dalle autorità locali, l’esercito russo starebbe rastrellando gli uomini per trasferirli a Bezimenne, un villaggio di Donetsk, sotto il loro controllo.
A Lysychansk, proprio nel Donetsk, il Governatore della Regione , Haidai, ha reso noto l’incendio di una raffineria causato da un bombardamento russo, mentre il ministro dell’Interno ucraino Monastyrsky, ha fatto sapere che i russi prima di ritirarsi dalle città ucraine, hanno lasciato una serie di trappole nelle case, inclusi esplosivi nelle lavatrici.
Infine, secondo il New York Times, Mosca starebbe schierando elicotteri d’attacco al confine orientale con l’Ucraina e starebbe inviando altre truppe e pezzi di artiglieria nel territorio nemico per prepararsi al presunto assalto all’Est del Paese.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, ha dichiarato che la distruzione delle forze ucraine che difendono la città di Mariupol “metterà fine ai negoziati con la Russia”. In precedenza, aveva affermato che erano in corso trattative sulla sorte di Mariupol, ma che i russi avevano chiesto la resa. L’Ucraina, però, non ha accettato la richiesta russa, temendo un massacro dei propri soldati, qualora fossero consegnate le armi.
E ancora Zelensky, nel suo videomessaggio alla popolazione, pubblicato la notte scorsa sui suoi account Social, chiedendo l’invio di altre armi, in quanto: “Prima arriveranno nuove armi chieste, prima arriverà la Pace”, ha fatto sapere che ,finora, i morti tra i soldati ucraini sarebbero tra i 2500 e i 3.000, mentre 200 sarebbero i bambini morti dall’inizio della guerra.
Armi, infatti, sono in arrivo dalla UE, anche se in ritardo, e dagli USA ,per circa 800 milioni di dollari, con Mosca che , però, ha minacciato, tramite una nota formale di protesta diplomatica, conseguenze “imprevedibili” ,se non verrà posto fine all’invio di armi “sensibili”. Secondo il Washington Post e il New York Times, che ne danno notizia, la protesta di Mosca, non ha preoccupato la Casa Bianca, ma avrebbe indotto il Pentagono e i servizi segreti a domandarsi se per “conseguenze imprevedibili” si intenda l’intenzione di colpire o sabotare le armi inviate all’Ucraina durante il transito su territorio della Nato.
Sul fronte russo, invece, il ministero degli Esteri russo ha dichiarato di aver vietato l’ingresso nel Paese al Primo Ministro britannico Johnson, al ministro degli Esteri Liz Truss, al Segretario di Stato per la difesa Ben Wallace, e ad altri 10 membri del governo e politici britannici, La mossa è stata decisa per via “dell’ostilità senza precedenti da parte del governo britannico, in particolare dell’imposizione di sanzioni contro alti funzionari russi”.
Quanto all”Italia, da domani i porti saranno interdetti alle navi russe e il divieto varrà anche per le imbarcazioni che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio. La misura è contenuta in una circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto ,che recepisce la direttiva dell’Unione europea dell’8 aprile scorso con cui sono state introdotte ulteriori sanzioni nei confronti della Russia. Le navi che si trovano nei porti italiani dovranno quindi lasciarli subito dopo il completamento delle proprie attività commerciali.
In merito alla politica italiana, mentre il Premier Draghi si prepara a partire per l’Angola e il Congo il 20 e il 21 aprile, per siglare nuovi accordi nell’ambito della strategia per affrancarsi dall’importazione del gas russo, i partiti di Maggioranza discutono dell’intesa già chiusa con l’Egitto (dopo quella con l’Algeria) , per la fornitura di tre miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto. Quindi, se il segretario del Pd Letta, ha manifestato i suoi dubbi sull’accordo con il paese , al centro di un vero caso internazionale per l’individuazione dei responsabili della morte del giovane ricercatore Giulio Regeni, riecheggiato dagli esponenti di LeU, il leader di Italia Viva, Renzi ha esortato invece a considerare che il 90% delle forniture di gas arriva da paesi non democratici.
Non è solo il gas, però, a dividere le forze che sostengono l’Esecutivo, ma anche la delega fiscale e le modifiche alle aliquote catastali , riguardo cui una possibile mediazione dovrebbe essere raggiunta solo nel corso del nuovo incontro tra il Premier Draghi e i vertici del centrodestra di Governo, Lega e Forza Italia, contrari a un aumento delle tasse sulla casa (sebbene Palazzo Chigi abbia già chiarito che non vi sarà alcun aumento) e la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, in Aula alla Camera il 19 aprile, dopo il via libera delle Commissione, che vede contraria all’intesa raggiunta tra i partiti di centrosinistra, centrodestra e il M5S, Italia Viva, che ha definito la riforma Cartabia “Non dannosa come la Bonafede,ma inutile al fine di cambiare il sistema”. Tutto ciò, mentre si appresta ad arrivare in Parlamento il Documento di Economia e Finanza.
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