di Federica Marengo mercoledì 20 aprile 2022
-Anche nella notte che ha preceduto la cinquantacinquesima giornata di guerra e, per tutta la mattinata, gli attacchi da parte delle truppe russe si sono concentrati nel Donbass, a est dell’Ucraina,dove , oltre alle città dei Donetsk e Lughansk, autoproclamatesi repubbliche indipendenti, sono state prese le città di Kreminne e Torsk, e si procede alla conquista di Lyman, e a Mariupol, città portuale a sud, sul Mar d’Azov, dove , a fare da sfondo ai combattimenti tra le forze russe e quelle ucraine del battaglione Azov e di una parte della 36°brigata di Marine, è l’acciaieria di Azovstal, nei cui sotterranei si troverebbero anche più di mille civili.
A tal proposito, è stato raggiunto un accordo tra le truppe russe e quelle ucraine per l’apertura di un corridoio umanitario con l’obiettivo, postosi dalle forze di Kiev, di evacuare 6.000 civili a bordo di 90 bus. Proprio da Mariupol, quindi, è arrivato l’appello ai leader mondiali dei soldati ucraini, in netta minoranza rispetto alle forze russe, ad intervenire per aiutarli e aiutare la popolazione, rilanciato poi dai familiari dei civili asserragliatisi nei bunker sotterranei dell’acciaieria, che hanno scritto nuovamente a Papa Francesco, affinché li salvi.
Lanciati anche oggi dalle forze di Mosca alle truppe ucraine a Mariupol, una serie di ultimatum per una resa incondizionata e disarmata, in cambio della vita, respinto dalle forze di Kiev e , quindi, caduto nel vuoto ( eccetto che per la notizia, ancora da verificare, della resa di 5 soldati) . Inoltre, secondo l’agenzia russa Tass, la vicesindaca nominata dai russi, Viktoria Kalachova, avrebbe annunciato ai cronisti, in un punto stampa, che le forze russe organizzeranno a Mariupol una grande parata militare il 9 maggio, giorno in cui Mosca celebra l’anniversario della vittoria contro i nazisti nella Seconda Guerra Mondiale.
Bombardamenti, infine, sono stati registrati anche a Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, porta per espugnare Odessa, senza acqua da nove giorni e con difficoltà nell’approvvigionamento di corrente elettrica.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, nel consueto videomessaggio notturno indirizzato alla popolazione, dopo aver nuovamente posto in evidenza la situazione disperata in cui versa Mariupol e la popolazione rimasta e aver definito l’esercito russo “barbaro”, ha affermato che “la guerra in Ucraina sarebbe già finita, se Kiev avesse tutte le armi di cui ha bisogno”.
Più tardi poi, lo stesso Zelensky, ha incontrato il Presidente del Consiglio UE, Michel, arrivato a Kiev, a sorpresa ,per motivi di sicurezza, e che ha rivelato della sua visita nella capitale e a Borodyanca, una delle città, insieme a Bucha, teatro delle violenze e delle uccisioni dei civili che sarebbero state compiute dell’esercito di Mosca, pubblicando un messaggio sul suo account Twitter ,nel quale ha scritto: “A Kiev , cuore dell’Europa libera e democratica. La storia non dimenticherà i crimini di guerra , così come a Bucha e in tutte le altre città in Ucraina. Non ci può essere pace senza giustizia”.
Al termine dell’incontro, il Presidente Zelensky ha tenuto una conferenza stampa congiunta con il Presidente del Consiglio UE, Michel, nella quale ha dichiarato: “Io sono pronto al dialogo, lo sono stato per tre anni, lo sono ancora: ma Mosca non è pronta per un accordo di pace. Chiediamo all’Europa di includere l’embargo al petrolio nel sesto pacchetto di sanzioni, altrimenti sarà una misura vuota. Siamo grati all’Ue per i cinque pacchetti di sanzioni già approvati ma secondo noi non sono abbastanza per firmare il finanziamento della guerra di Vladimir Putin. Si suppone che entro la fine di giugno la Commissione pubblichi il parere sulle risposte ucraine al questionario compilato da Kiev per la candidatura a Paese membro UE. Putin non riuscirà a distruggere la sovranità dell’Ucraina e anche a dividere l’Ue. L’ho già detto: prima o poi colpiremo anche il petrolio e il gas russi. Abbiamo già deciso di voler fermare la nostra dipendenza dalla Russia e ci stiamo lavorando”.
A seguire, l’intervento del Presidente Michel, che ha detto: “A Mariupol, ci sono ancora 120mila persone. L’assedio si può fermare in due modi: con le armi o con la diplomazia. Per quanto riguarda le armi ci serve l’equipaggiamento pesante che abbiamo chiesto ma non ancora ottenuto. Per quanto riguarda la diplomazia, la Russia fa il suo gioco e non è in grado di proporre veri accordi. I russi dicono che la palla è nel nostro campo ma non vedo nulla: per giocare a calcio serve la palla ma il Cremlino sta giocando da solo. Noi vogliamo la vittoria dell’Ucraina e siamo determinati a fare di tutto per sostenere Kiev. Saremo al fianco dell’Ucraina nel processo di ricostruzione. Noi lottiamo per i valori fondanti dell’Ue e della democrazia. Sarà anche importante raccogliere le prove” dei crimini commessi”.
Restando in ambito UE, dalla Commissione Europea, Ivo Schmidt, della Dg Ener (direzione Energia), nel corso di un intervento presso la Commissione Affari Esteri del Europarlamento, ha fatto sapere che La Commissione Ue :”Sta lavorando al sesto pacchetto di sanzioni e il petrolio sicuramente ci sarà. Sappiamo che l’impatto sarebbe enorme sulla Russia, che è il secondo esportatore di petrolio dopo l’Arabia Saudita al mondo e la metà del suo export va nel mercato premium dell’Ue per un totale che nel 2020 è stata di circa 45 miliardi di euro. Naturalmente teniamo conto delle specificità degli Stati per evitare impatti sproporzionati”.
A Mosca, invece, la portavoce del Ministero degli Esteri Zakharova, nel corso di un’intervista al canale Tv Russia24, riguardo ai negoziati con Kiev,che il Ministro degli esteri russo ha invitato ad essere “realista”, ha affermato: “La Russia non si fida più dei negoziatori ucraini. Non c’è fiducia in queste persone da molto tempo. Da parte dell’ufficio di un uomo che si fa chiamare presidente dell’Ucraina ed è dotato di poteri adeguati, è stata avanzata una richiesta per condurre i negoziati, la Russia non ha rifiutato questa richiesta. Poi, come sempre, è iniziato un circo, letteralmente e in senso figurato, da parte del regime di Kiev: prima vengono, poi non vengono, a volte partecipano, a volte no. Lo schema classico, che dice che il regime non è indipendente, è controllato. E in secondo luogo, i negoziati sono usati come diversivo. Stanno continuando i colloqui per cercare di trovare una soluzione diplomatica al conflitto tra Russia e Ucraina. I colloqui russo-ucraini sulla risoluzione della situazione in Ucraina e sulla garanzia del suo status neutrale, non allineato e non nucleare stanno continuando; le questioni della smilitarizzazione e della denazificazione, il ripristino dello status ufficiale della lingua russa e il riconoscimento delle attuali realtà territoriali, inclusa la proprietà russa della Crimea e l’indipendenza delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, sono all’ordine del giorno. I negoziatori ucraini, accusa la portavoce, stanno cercando di trascinare il processo negoziale rifiutandosi di mostrare un approccio costruttivo su questioni prioritarie e talvolta semplicemente rifiutando di rispondere prontamente ai materiali e alle proposte avanzate dalla controparte russa. Se il regime di Kiev è impegnato nei colloqui, dovrebbe iniziare a cercare opzioni realistiche per accordi”, mentre il portavoce del Cremlino, Peskov, ha annunciato l’invio a Kiev di una bozza di accordo , chiudendo però a un confronto Putin-Zelensky, per cui i tempi sarebbero ancora poco maturi.
Tale bozza con le proposte di negoziato avanzate da Mosca, è poi arrivata in Ucraina, dove il capo dell’ufficio presidenziale di Kiev Mykhailo Podolyak, ha dichiarato: “L’Ucraina ha ricevuto le proposte russe sui negoziati tra i due paesi e le sta studiando. L’Ucraina ha consegnato le proprie proposte sulle disposizioni agli avversari ai negoziati di Istanbul. In particolare, queste riguardano le garanzie di sicurezza per prevenire altri attacchi in futuro al nostro paese. La parte russa le ha studiate e ha presentato la propria posizione. Ora tocca a noi studiare, comparare e trarre conclusioni, sia politiche che legali”.
Il Presidente russo Putin, invece, ha affermato che: “Arriverà la pace nel Donbass grazie alla Russia, Mosca farà in modo che nella regione la vita in sicurezza torni la normalità. La tragedia del Donbass ha spinto la Russia ad iniziare l’operazione speciale in Ucraina”, ordinando al governo di preparare entro il primo giugno una “strategia” con la quale Mosca risponderà nell’ambito dell’Organizzazione per il commercio internazionale (Wto) ,alle sanzioni occidentali, definite “illegittime” e “contrarie ai principi del Wto”.
In ultimo, ha anche reso noto che la Difesa di Mosca ha testato con successo un nuovo missile balistico intercontinentale, il Sarmat, capace di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura”, il quale darà garanzie di sicurezza alla Russia “contro le attuali minacce” e “farà riflettere coloro che stanno minacciando la Russia”.
Sul fronte diplomatico, dopo la richiesta del Presidente USA Biden agli alleati di continuare a comminare sanzioni a carico di Mosca e a sostenere l’Ucraina con aiuti militari (dagli Stati Uniti dovrebbero arrivare nelle prossime settimane altri 800 milioni di dollari in armi a sostegno a di Mosca), è poi arrivato dalla Cina, tramite il rappresentante permanente cinese alle Nazioni Unite, Zhang jun, intervenuto al Consiglio di Sicurezza, un monito alla UE: “Ad astenersi dall’invio di armi in Ucraina, sulla convinzione che porteranno solo all’escalation e all’inasprimento della crisi umanitaria. Continuare a inviare più armi non porterà la pace ,anzi prolungherà e intensificherà il conflitto aggravando ulteriormente la catastrofe umanitaria”.
Sempre Pechino,poi, tramite il ministro della Difesa Wei Fenghe, durante il colloquio telefonico con il capo del Pentagono Lloyd Austin, ha invitato gli USA a “non usare la questione ucraina per diffamare, incastrare o minacciare la Cina”.
Quanto al risvolto economico del conflitto russo-ucraino, le Borse europee hanno registrato un andamento altalenante con un avvio debole , poi accelerato al rialzo grazie ai titoli bancari e al settore tecnologico. Riguardo alle materie prime,in rialzo il prezzo del petrolio, volatile, quello del gas.
In merito alla politica interna italiana e ai riflessi su quest’ultima della guerra russo-ucraina, mentre il Premier Draghi, dalla sua abitazione umbra, causa positività al Covid19, non potendo prendere parte alla missione in Angola e in Congo di oggi e domani, espletata dai ministri Di Maio (Esteri) e Cingolani (Transizione Ecologica) e dall’Ad Eni Descalzi, nell’ambito del piano dell’Italia per affrancarsi dalle importazioni di gas russo, ha avuto un colloquio telefonico, dapprima con il Presidente della Repubblica del Vietnam, con cui ha parlato di transizione verde, lotta alla pandemia e rapporti bilaterali, e poi con il Presidente dell’Angola Lourenco, con cui ha discusso di Energia, le forze di Maggioranza, hanno votato compatte sia alla Camera (con 412 sì, 55 no di Fratelli d’Italia, Alternativa c’è e Sinistra italiana e 36 astenuti) che al Senato (con 230 sì, 18 no e 19 astensioni) la risoluzione sul Documento di Economia e Finanza, che impegna il Governo ad attuare , in caso di peggioramento del quadro economico, uno scostamento di Bilancio, a prorogare il Superbonus edilizio 110% oltre il 30 giugno , a ridurre i prezzi dell’energia e a rafforzare gli stanziamenti per l’accoglienza dei rifugiati.
Soddisfatti, quindi, sia i partiti di centrosinistra che il M5S e il centrodestra,che chiedevano all’Esecutivo uno scostamento di Bilancio, mentre critiche sono arrivate dall’Opposizione di Fratelli d’Italia che considera il Def insufficiente e non risolutivo della crisi economica che avviluppa imprese e famiglie e bolla l’operato del Governo “privo di coraggio”.
Slittata a domani, dunque, la votazione alla Camera sulla riforma dell’ordinamento giudiziario e del Consiglio Superiore della Magistratura, che pure ha diviso la Maggioranza, con Italia Viva che ha già dichiarato l’astensione, ritenendo il provvedimento “non dannoso quanto la riforma Bonafede,ma inutile per cambiare il sistema”.
Altra questione che il Governo dovrà affrontare a breve, quella della pandemia e dell’abolizione a partire dal 1° maggio, di alcune restrizioni, come l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine che, secondo quanto dichiarato dal Sottosegretario alla Salute Costa, dovrebbe essere sostituito da una “raccomandazione” ad essere indossate in contesti affollati come sui mezzi di trasporto pubblici.
Ciò, proprio mentre dal Veneto è arrivata la notizia del rilevamento di una sottovariante Omicron diversa da XE e XJ, ricombinazione di BA1 e BA2, e il Ministero della Salute ha siglato un accordo con Aifa e Federfarma per la disponibilità su ricetta medica dell’antivirale orale Paxlovid nelle farmacie.
©Riproduzione riservata