di Federica Marengo martedì 9 agosto 2022
-Nella centosessantottesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe si sono concentrate nel Sud del Paese, bombardando Mykolaiv e lanciando razzi su Nikopol dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia, divenuta secondo Kiev una vera e propria base militare per i russi, circondata anche da mine. Restando in tema di nucleare, la Russia si è sfilata dall’accordo con gli USA sulle ispezioni periodiche dei siti nucleari.
Colpito, poi, dalle forze ucraine, il ponte di Kherson, che serve come collegamento per rifornire l’esercito russo.
Nel pomeriggio, registrate una serie di esplosioni (12) nell’area della base militare russa di Saki , vicino a Navodorivka, in Crimea, che , secondo il New York Times, sarebbe state rivendicate da un ufficiale di Kiev (ma il Ministero della Difesa ucraino ha smentito, sostenendo di non conoscere la natura dell’attacco e che quest’ultimo potrebbe essere usato da Mosca per fare disinformazione). Bilancio provvisorio del bombardamento, un morto e cinque feriti.
E’ stallo , invece, dell’esercito russo nella regione orientale del Donbass, dove, conquistato il Luhansk, ha rallentato l’avanzata verso il Donetsk, occupato per metà, mentre Kiev ha reso noto che sarebbe stato sventato un attentato ai danni del ministro della Difesa e capo dell’intelligence ucraina.
Intanto, gli USA, hanno annunciato il varo di un nuovo pacchetto di aiuti militari da un miliardo di dollari per un totale, ad oggi ,di 9 miliardi.
Sul fronte diplomatico, il Segretario di Stato vaticano Parolin, in un’intervista a “Limes”, ha dichiarato: “Nella guerra tra Russia e Ucraina, come in tutti i conflitti, “il disarmo è l’unica risposta adeguata e risolutiva a tali problematiche, come sostiene il magistero della Chiesa. Si rilegga, ad esempio, l’enciclica Pacem in terris di san Giovanni XXIII. Si tratta di un disarmo generale e sottoposto a controlli efficaci. In questo senso, non mi pare corretto chiedere all’aggredito di rinunciare alle armi e non chiederlo, prima ancora, a chi lo sta attaccando. Quanto al ricorso alle armi, il catechismo della Chiesa cattolica prevede la legittima difesa. I popoli hanno il diritto di difendersi, se attaccati. Ma questa legittima difesa armata va esercitata all’interno di alcune condizioni che lo stesso catechismo enumera: che tutti gli altri mezzi per porre fine all’aggressione si siano dimostrati impraticabili o inefficaci; che vi siano fondate ragioni di successo; che l’uso delle armi non provochi mali e disordini più gravi di quelli da eliminare. Il catechismo, infine, afferma che nella valutazione di questa problematica, gioca un ruolo importante la potenza dei moderni mezzi di distruzione. Per tali ragioni, papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti afferma che non si può più pensare alla guerra come a una soluzione, perché i rischi saranno probabilmente sempre superiori all’ipotetica utilità che le viene attribuita. .Dire che il Papa è filorusso è una semplificazione che non tiene contro del fatto che Papa Francesco ha condannato fin dal primo istante, con parole inequivocabili, l’aggressione russa dell’Ucraina, non ha mai messo sullo stesso piano aggressore e aggredito né è stato o apparso equidistante. Il Vangelo è annuncio di pace, promessa e dono di pace. Tutte le sue pagine ne sono piene. La Chiesa segue l’esempio del suo Signore: crede nella pace, lavora per la pace, lotta per la pace, testimonia la pace e cerca di costruirla. In questo senso è pacifista. Quanto al ricorso alle armi, il catechismo della Chiesa cattolica prevede la legittima difesa. I popoli hanno il diritto di difendersi, se attaccati. Ma questa legittima difesa armata va esercitata all’interno di alcune condizioni che lo stesso catechismo enumera: che tutti gli altri mezzi per porre fine all’aggressione si siano dimostrati impraticabili o inefficaci; che vi siano fondate ragioni di successo; che l’uso delle armi non provochi mali e disordini più gravi di quelli da eliminare. Il catechismo, infine, afferma che nella valutazione di questa problematica, gioca un ruolo importante la potenza dei moderni mezzi di distruzione. Per tali ragioni, papa Francesco, nell’enciclica Fratelli tutti afferma che non si può più pensare alla guerra come a una soluzione, perché i rischi saranno probabilmente sempre superiori all’ipotetica utilità che le viene attribuita. Conclude con lo stesso grido di san Paolo VI alle Nazioni Unite, il 4 ottobre 1965: ‘Mai più guerra!. Infine, riguardo la questione delle esportazioni del grano, partita una nuova nave dall’Ucraina, per un totale di dieci, di cui una verso l’Italia con a bordo un carico di mangimi di soia per animali da allevamento”.
In merito alla politica interna italiana, dopo la rottura dell’accordo con il Pd, interlocuzione tra il leader di Azione Calenda e il leader di Italia Viva , Renzi, per la costituzione, insieme con la lista civica dell’ex sindaco di Parma Pizzarotti, di un Terzo Polo, equidistante sia dal centrosinistra che dal centrodestra, sebbene non vi sia stato ancora un incontro tra i due e non sia ancora stata siglata l’intesa (come confermato dallo stesso Calenda in un’intervista rilasciata al direttore de La Stampa, Giannini) e da ambienti renziani filtri un certo pessimismo al riguardo.
Stamane, invece, nel corso di un’intervista alla trasmissione di Canale 5 “Morning News”, Calenda ha dichiarato: “Con Renzi, ci siamo parlati ieri e ci riparliamo oggi. Ma quello che voglio è chiarezza sui temi e sui comportamenti, Ho deciso di dedicare questa parte della mia vita alla politica , ma non ho intenzione di giocarmi la reputazione”.
Poi, sulla questione della raccolta delle firme per depositare simbolo e liste ha spiegato: “La questione della firma pesa zero. Ieri, il Parlamento UE ha mandato al Viminale la certificazione che io sono stato eletto in una lista ,quindi non è un problema l’iscrizione che è a piena norma di legge”.
Quindi, lanciata la campagna elettorale, “Italia sul serio”, Calenda , ha evidenziato: “L’importante è che ci sia chiarezza , che le cose siano fatte bene. L’obiettivo di Azione , se gli italiani gli daranno credito, sarà quello di chiedere a Draghi di rimanere”.
In ultimo, dicendosi dispiaciuto per la rottura dell’accordo con il Pd, inevitabile viste le alleanze siglate con Sinistra italiana ed Europa Verde e con Impegno civico dell’ex pentastellato Di Maio, ha ribadito l’intento di fermare l’ascesa al governo delle destre che determinerebbe l’isolamento in Europa dell’Italia.
L’ipotesi di un’intesa con Calenda, è stata così commenta dal leader e fondatore di Italia Viva, Renzi, che, intervenuto stamane nella trasmissione Omnibus, ha detto: “Carlo Calenda e i suoi devono decidere se fare o no l’accordo con noi, se fare una lista unica. Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il Terzo Polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un Terzo Polo forte si potrà chiedere Draghi di rimanere a Palazzo Chigi”.
Il Pd, invece, alle prese con la composizione delle liste e l’elaborazione del programma, guarda avanti e ha convocato per il fine settimana una Direzione del partito, anche se continua a tenere banco tra i suoi esponenti la polemica sulla dietrofront di Calenda. Il ministro della Cultura Franceschini, infatti, in un’intervista con l’agenzia Ansa, ha ricostruito le ore precedenti alla rottura del patto, affermando: “Una delle regole più scontate, soprattutto quando si rompe di colpo un’alleanza, è cercare di seminare zizzania nel campo avverso. Ho il timore che a questo sia dedito Calenda. prima ha più volte sottolineato di avere telefonato a me e non a Letta e ora ammicca addirittura al fatto che io avrei ‘capito perfettamente’ le sue ragioni. In effetti ho capito le sue motivazioni, totalmente sbagliate, e quando, nel corso di quella telefonata, ho cercato di parlarne, mi ha bloccato dicendo: non ho chiamato per discutere ma per comunicare una decisione già presa”.
Confermata, invece, dal Presidente del M5S ,Conte, che lavora al programma, la corsa in solitaria, in attesa della scelta dei candidati da inserire nelle liste che, sulla base delle autocandidature degli iscritti al Movimento inviate online nei giorni scorsi con le Parlamentarie , dovrebbe essere messe ai voti il 16 agosto, Non pervenute le candidature di esponenti storici come : l’ex portavoce dell’ex Premier Conte, Casalino, l’ex sindaca di Roma Raggi (per via del vincolo del secondo mandato) e l’ex deputato e attivista Di Battista.
Proprio Di Battista, in un video pubblicato sui social ha spiegato il motivo della mancata candidatura: “Non ritengo ci siano le condizioni per una mia candidatura alle prossime elezioni politiche. Ho sentito Giuseppe Conte e anche parlando con lui ho compreso che ci sono tante componenti dell’attuale M5s che non mi vogliono, da Grillo passando per Fico. Nelle interviste più gentili si diceva:” ‘se torna si deve allineare” e , nelle meno, si diceva: “non abbiamo bisogno di lui perché è un distruttore tipo Attila”, quando forse i disboscatori di consensi sono stati altri. Conte ,è stato molto sincero,è un galantuomo”.
In casa centrodestra, la coalizione è alle prese con le ultime limature del programma. A tale scopo, nel pomeriggio, si è tenuta una nuova riunione, chiusasi in serata. Secondo fonti interne, due, sarebbero le aggiunte alla bozza già resa nota, nella quale si ribadisce il collocamento dell’Italia nell’ambito UE e nell’Alleanza atlantica e l’impegno ad attuare riforme istituzionali e strutturali (tra cui presidenzialismo e autonomie) : un capitolo sulla giustizia ( interventi in linea con la riforma del processo penale (ad esempio, “o stop ai processi mediatici nel rispetto del diritto all’informazione e il diritto alla buona fama, la riforma dell’ordinamento giudiziario con l’esempio citato della “separazione delle carriere e riforma del Csm”, e la riduzione dei tempi e la semplificazione delle procedure a livello civile e tributario) e uno sull’ambiente e la svolta ecologica, considerata una “priorità”(tra le questioni: il rispetto e l’aggiornamento degli impegni internazionali assunti dall’Italia per contrastare i cambiamenti climatici”e a usare “fino in fondo le risorse del Pnrr per l’ambiente e la transizione ecologica, oltre 70 miliardi, ma anche per accompagnare “l’industria cosiddetta pesante nella riconversione, sia nella creazione di nuovi posti di lavoro green”, la “piantumazione intensiva di alberi soprattutto nelle aree abbandonate dall’agricoltura” e il progetto di introdurre l’educazione ambientale come “materia curriculare obbligatoria nelle scuole secondarie”).
In mattinata, Forza Italia ha presentato il simbolo, in cui è contenuto un richiamo al Partito Popolare Europeo, riguardo al quale il Presidente Berlusconi, che non ha sciolto ancora la riserva sulla sua candidatura , che sarebbe richiesta con insistenza dai suoi, ha detto: “Forza Italia, non ha un nuovo simbolo , abbiamo solo aggiunto un elemento del Ppe che in tutta Europa rappresenta il centro vero, alternativo alla sinistra, non un cartello elettorale nato dal nulla, ma il continuatore della tradizione liberale cristiana e atlantista. Noi, sempre dalla parte dell’Occidente e del mondo libero: il prossimo governo avrà una politica atlantista, di questo noi saremo garanti. Quanto al Fisco, la Flat Tax ha fatto aumentare anche del 30% le entrate per lo Stato: non vogliamo creare ulteriore deficit. Con la crescita che produrremo avremo l’abbassamento delle tasse anche sotto il 20%. La flat tax sarà nel programma dei cento giorni, è il punto più importante del programma”.
D’accordo sulla regola che chi prenderà più voti indicherà il Premier e che i nomi dei ministri saranno presentati dopo il voto del 25 settembre, sia il segretario della Lega Salvini, che ha rilanciato sulla tassa piatta la 15% da estendere anche ai dipendenti , che la Presidente di Fratelli d’Italia Meloni, per cui bisogna incentivare le imprese ad assumere tagliando il costo del lavoro e rivedendo la politica dei bonus.
Da risolvere, invece, la questione dei partiti di centro: Noi con l’Italia, Coraggio Italia e Itali al centro, al momento divisi in due liste, ma che potrebbero unificarsi.
Sul fronte dei lavori parlamentari, via libera della Camera con 288 voti favorevoli, 11 contrari e 27 astenuti. alle disposizioni in materia di giustizia e di processi tributari,salutato dal Ministero dell’Economia e dal Ministero della Giustizia, con soddisfazione in quanto renderà il Paese più competitivo : “La riforma della giustizia tributaria contribuisce a sostenere il sistema Paese in termini di competitività e richiamo degli investitori esteri. La riforma renda la giustizia tributaria conforme ai principi del giusto processo. Il provvedimento mira al “miglioramento della qualità delle sentenze tributarie”, alla “riduzione del contenzioso presso la Corte di Cassazione” ed è “importante per rispettare le scadenze del Pnrr. Tra le varie novità viene introdotto un ruolo autonomo e professionale della magistratura tributaria, con 576 giudici tributari reclutati tramite concorso per esami, mentre 100 degli attuali giudici togati, 50 provenienti dalla magistratura ordinaria e 50 dalle altre magistrature, potranno transitare definitivamente e a tempo pieno nella giurisdizione tributaria speciale”.
Bollinato dalla Ragioneria dello Stato, il Dl Aiuti bis, che prevede nella sua versione finale che le aziende tenute a pagare la tassa sugli extra-profitti, una volta decorsi i termini del 31 agosto 2022, per l’acconto, e del 15 dicembre 2022, per il saldo, senza che i versamenti siano stati effettuati in tutto o in parte, non possano più avvalersi delle disposizioni in materia di ravvedimento operoso. Gli stessi soggetti non potranno inoltre beneficiare della riduzione della metà della sanzione, se pagano con un ritardo non superiore a 90 giorni. Decorse le due scadenze, poi, la sanzione prevista si applica nella misura del 60%.
In ultimo, l’Abi, l’Associazione bancaria italiana, ha inviato ai partiti e alle Commissioni parlamentari una lettera nella quale ha esortato ad andare avanti sulla crescita, sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sul contenimento del debito, perché vi è ancora un’emergenza.
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