di Federica Marengo giovedì 6 giugno 2022
-Nella centoseiesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno continuato ad attaccare la regione orientale dell’Ucraina, bombardando per due volte l’impianto chimico Azot a Severodonetsk, divenuto rifugio per 800 civili. Colpita dai bombardamenti russi, anche Donetsk dove , secondo quanto riportato dalle autorità locali, 4 civili sono rimasti uccisi e altri 11 feriti nelle ultime 24 ore.
Attaccata dall’esercito russo anche la regione di Lugansk, dove il governatore Haidai, ha affermato che, con le armi fornite dall’Occidente, le forze ucraine riprenderebbero Severodonetsk (altre armi arriveranno nei prossimi giorni dalla Polonia, così come dagli USA).
Il Ministero della Difesa russo, poi ha reso noto che circa 60 navi della Flotta di Mosca sono state schierate nel Mar Baltico per una esercitazione volta a sorvegliare e difendere le infrastrutture marittime e le basi della regione di Kaliningrad.
Nella regione meridionale del Paese, invece, secondo quanto riferito dal Portavoce del Ministero della Difesa ucraino, Oleksandr Motuzianyk, Mosca starebbe schierando altri carri armati vicino a Zaporizhzhia, mentre i corpi di altri 58 combattenti dell’Azovstal sono stati consegnati a Kiev.
Intanto, la Corte Suprema dell’autoproclamata Repubblica Popolare del Donetsk ha condannato a morte alcuni “mercenari” , due britannici e un cittadino del Marocco, che combattevano per l’esercito ucraino. Le famiglie dei due ex militari britannici condannati a morte come mercenari in primo grado, però, hanno denunciato il processo come uno “show condotto in violazione della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra”, mentre l’ex ministro Tory Robert Jenrick, deputato del collegio di uno dei due, accusa le autorità russe di “averne strumentalizzato in modo completamente vergognoso la cattura” e di “oltraggio al diritto internazionale”, anche se spera comunque che “in un prossimo futuro essi possano essere oggetto di uno scambio di prigionieri”. Tuttavia, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, il tribunale dei separatisti filorussi, si sarebbe espresso per il diritto dei due mercenari britannici a chiedere la grazia.
Tutto ciò, mentre il Presidente ucraino,Zelensky, che nella serata di ieri ha incontrato a Kiev il milionario statunitense Howard Buffett, per discutere della ricostruzione dell’Ucraina, in particolare “del ripristino dei sistemi d’irrigazione e allo sminamento”, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione, pubblicato su Telegram, ha dichiarato: “Il confronto con i russi a Severodonetsk decide il destino del Donbass. La battaglia per Severodonetsk è una delle più difficili dall’inizio dell’invasione russa. Nel 106esimo giorno di guerra, Severdonetsk rimane l’epicentro dello scontro nel Donbass. Difendiamo le nostre posizioni, infliggendo perdite significative al nemico”.
Il Presidente ucraino è poi intervenuto questa mattina alla riunione dell’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) a Parigi, nella quale, chiedendo l’esclusione della Russia dalla Fao (l’organizzazione Onu per l’Alimentazione e l’Agricoltura con sede a Roma), ha detto: “Interesse primario del mondo è aiutare a proteggere l’Ucraina. L’aggressione della Russia deve terminare al più presto possibile. Servono dolorose sanzioni di lungo termine contro la Russia”, cui è seguita la sua partecipazione in video collegamento a un evento del Time per celebrare le 100 persone più influenti dell’anno , nella quale ha paragonato l’aggressione russa al Covid, definendo le armi e le sanzioni un “vaccino”.
Quanto alla questione del blocco dei porti ucraini e delle esportazioni del grano, nessun accordo è stato trovato nell’incontro tenutosi ieri ad Ankara, tra i ministri degli esteri russo e turco su corridoi navali per il trasporto dei cereali e fertilizzanti attraverso il Mar Nero, in quanto Mosca chiede che Kiev smini i porti , ma quest’ultima, scettica sulle reali intenzioni della Russia, che teme utilizzi l’accordo come “cavallo di Troia” per impossessarsi dei porti ucraini, non ha accettato il compromesso, bollandolo come: “Parole al vento della Russia”.
In merito a ciò, il ministro degli Esteri russo, Lavrov, in visita ufficiale in Armenia, a margine di un incontro con gli omologhi, in conferenza stampa, a un giornalista ucraino che gli ha chiesto “cosa rubi Mosca all’Ucraina oltre al grano”, ha ribadito: “La Russia spera che l’Ucraina sia consapevole del fatto che non c’è alternativa a sminare i porti affinché l’export sia possibile”, mentre il portavoce del Cremlino Peskov, sempre parlando ai giornalisti ha sottolineato: “Un accordo concreto sull’esportazione di grano ucraino attraverso la Turchia e il Medio Oriente non è stato ancora raggiunto e il lavoro in questa direzione continua”, confermando le notizie giunte da Zaporozhye secondo le quali 11 carichi di grano avrebbero già lasciato Melitopol per la Turchia o il Medio Oriente.
Il Presidente russo Putin, invece, intervenuto a un incontro con dei giovani imprenditori nel giorno in cui si è celebrato il 350/mo anniversario della nascita di Pietro il Grande, ha dichiarato: “Il mondo sta cambiando e sta cambiando rapidamente. E per rivendicare una sorta di leadership, non sto parlando di leadership globale, qualsiasi paese, qualsiasi popolo, qualsiasi gruppo etnico deve garantire la sua sovranità. Non esiste uno stato intermedio: o il paese è sovrano, o una colonia che non ha possibilità di sopravvivere in una lotta geopolitica così dura.
La Russia deve combattere e difendersi come ai tempi dello zar Pietro il Grande. E’ ovvio che dobbiamo difenderci, combattere. Abbiamo appena visitato la mostra dedicata al 350/mo anniversario: quasi niente è cambiato. Pietro il Grande ha combattuto la Guerra del Nord per 21 anni. Non è vero che voleva separare un territorio dalla Svezia, ma solo riprenderlo. Quando Pietro il Grande gettò le fondamenta della nuova capitale del Nord, ha ricordato, nessuno dei Paesi europei riconobbe quel territorio come russo. Tutti ritenevano che fosse parte della Svezia. Ma gli slavi vi avevano vissuto per secoli, insieme ai popoli ugro-finnici. Per quanto riguarda il rifiuto delle nostre risorse energetiche, questo è poco probabile per i prossimi anni. E non si sa cosa accadrà in questi anni. Quindi nessuno ha intenzione di sigillare i pozzi, non ce n’è bisogno”.
Sulla questione del blocco dei porti ucraini e delle esportazioni di grano, così come sul caro energia e sulla tassazione globale , si è espresso anche il Premier Draghi, nel suo discorso, pronunciato stamani a Parigi, alla Conferenza Ministeriale dell’Ocse, quest’anno presieduta dall’Italia, nel quale ha evidenziato: “L’accordo sulla tassazione globale al G20 di Roma è storico. Lo sforzo per evitare la crisi alimentare deve iniziare dallo sblocco dei porti e della migliaia di cereali che sono lì. Lo sforzo di mediazione delle Nazioni unite è un notevole passo in avanti, sfortunatamente è l’unico il blocco del grano sta facendo “aumentare i prezzi causando una catastrofe a livello mondiale. Il G7 e la Ue hanno mostrato una notevole unità e solidarietà nel sostenere l’Ucraina e nel mettere pressione sulla Russia per riprendere i negoziati. La Ue da sola ha approvato 6 pacchetti di sanzioni che hanno dato un duro colpo agli oligarchi vicini al Cremlino e a settori chiave dell’economia russa. Perché i nostri sforzi siano efficaci devono essere sostenibili nel corso del tempo e coinvolgere le economie emergenti e in via di sviluppo. Dobbiamo abbinare la risolutezza mostrata in Ucraina con la stessa determinazione ad aiutare gli stessi cittadini e coloro che si trovano nei paesi più poveri del mondo soprattutto in Africa. Il consiglio Ue ha approvato di considerare di imporre un tetto dei prezzi per le importazioni di gas russo: questo potrebbe limitare l’incremento dell’inflazione e ridurre i flussi finanziari verso Mosca. Draghi ha sottolineato però che “le discussioni sono ancora in corso e la strada da percorrere potrebbe essere lunga. Contro il caro energia la Ue deve valutare di “replicare” strumenti come Sure che ci hanno aiutato a riprenderci rapidamente dalla pandemia. Uno strumento simile, questa volta mirato all’energia, potrebbe garantire ai paesi vulnerabili più spazio per aiutare i propri cittadini in un momento di crisi, rafforzerebbe il sostegno popolare al nostro sforzo sanzionatorio congiunto e contribuirebbe a preservare la stabilità finanziaria in tutta l’area dell’euro. Questa situazione di emergenza non deve essere una scusa per tradire i nostri obiettivi climatici ma la ragione per raddoppiarli. Accelerare la transizione energetica è fondamentale per spostarci verso un modello sostenibile e ridurre la nostra dipendenza dalla Russia. Dobbiamo agevolare l’espansione delle rinnovabili e promuovere ricerca e sviluppo in nuove soluzioni di energia verde e pulita. Questo significa rafforzare la nostra architettura dell’idrogeno e sviluppare reti intelligenti e resilienti”.
Il ministro degli Esteri Di Maio, poi, sempre a margine della Ministeriale Ocse, ha annunciato: “Sotto la presidenza italiana della riunione ministeriale, abbiamo deciso che l’Ocse aprirà un ufficio a Kiev con il quale intende coordinare, in maniera sistematica, con l’Ucraina politiche di sostegno finanziario, legate al supporto alla popolazione ed alla ricostruzione nei prossimi anni”.
In merito alla guerra in Ucraina e al rischio di una crisi alimentare e umanitaria globale, la Presidente della Commissione UE Von der Leyen, in visita a Roma, dove ha incontrato dapprima in Udienza privata Papa Francesco per poi intervenire all’inaugurazione del Festival Internazionale New European Bauhaus al Maxxi e incontrare nel pomeriggio il Presidente della Repubblica Mattarella e il sindaco della Capitale, Gualtieri, ha detto: “Questo pomeriggio avremo un dibattito tra il sindaco di Mariupol e gli architetti ucraini, perché ricostruiremo l’Ucraina: dobbiamo farlo e lo faremo, perché è un nostro obbligo morale che va messo in atto nel modo giusto, con lo spirito del nuovo Bauhaus europeo”.
Tutto ciò, mentre la Presidente della Banca Centrale Europea, Lagarde durante la conferenza stampa dopo il Consiglio direttivo tenuto ad Amsterdam, ha annunciato: “La Bce ha deciso di porre fine agli acquisti netti di titoli attraverso il programma App dal 1 luglio 2022. La Banca centrale europea ha lasciato, come previsto, i tassi d’interesse fermi: il tasso principale resta a zero, il tasso sui depositi a -0,50% e il tasso sui prestiti marginali a 0,25%. La Bce intende alzare i tassi d’interesse di 25 punti base al meeting di luglio e si aspetta di alzare nuovamente i tassi a settembre. Dopo settembre ci si attende che un ritmo graduale, ma sostenuto, di ulteriori aumenti sarà appropriato. La Bce si aspetta che l‘inflazione resti su livelli elevati per un certo periodo di tempo e farà sì che torni all’obiettivo del 2%. A settembre, quando la Bce si attende un nuovo aumento dei tassi dopo quello di luglio da 25 punti base, un incremento maggiore sarà appropriato, se le prospettive di inflazione nel medio periodo permarranno tali o si deterioreranno”.
Quanto alla politica interna italiana, in attesa delle Comunicazioni del Presidente Draghi alle Camere del 21 giugno in vista del Consiglio UE di fine mese e del voto sulla Risoluzione, il cui nodo è il nuovo invio di armi a Kiev, i partiti di Maggioranza dibattono di due questioni: la prima, il sì dell’Europarlamento allo stop alle auto a benzina e a diesel entro il 2035 con alcune deroghe alle regole UE sulle emissioni fino al 2036 per la Motor Valley per i piccoli produttori di auto e furgoni (con volumi, rispettivamente, da 1000 a 10mila l’anno e 1000-22mila l’anno), nell’ambito del pacchetto Fit-for-55 della Commissione europea: il piano di riforme di Bruxelles per tagliare del 55% le emissioni di anidride carbonica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Bocciato, invece, un emendamento del Partito popolare europeo, mirato a ridurre dal 100% al 90% il taglio delle emissioni inquinanti, è stato bocciato dall’assemblea.
Tuttavia, l’Europarlamento, non ha approvato la riforma del mercato degli Ets (Emission trading scheme, la «Borsa» delle emissioni di gas serra), l’introduzione della Carbon tax , (ovvero una proposta di tassazione sull’import europeo di prodotti ad alta intensità di carbonio) e il Social climate fund (un fondo sociale per i soggetti più vulnerabili alle nuove strette ambientali di Bruxelles). Le tre misure sono state respinte, e rinviate alla Commissione Ambiente, dopo che le forze conservatrici dell’Eurocamera erano riuscite a far passare degli emendamenti per ridurre o ritardare la stretta sulle emissioni. Tuttavia, il popolare tedesco Liese si è espresso per il no al rapporto sulla riforma e i socialdemocratici hanno deciso di bocciare e rimandare a settembre il pacchetto di misure, ritenendolo troppo emendato rispetto ai piani originari della Commissione.
Divisi ,quindi, sul passaggio alle auto elettriche, i partiti di centrosinistra da quelli di centrodestra (sia di Governo che di Opposizione), i primi che plaudono alle decisioni UE, mentre Lega e Forza Italia, con la sponda dell’alleato di coalizione all’Opposizione , Fratelli d’Italia , parlano di rischio per imprese e lavoratori.
Altra questione che divide la Maggioranza, quella del salario minimo, che contrappone Pd e M5S ,a favore, a Lega e Forza Italia e,dall’Opposizione , Fratelli d’Italia, contrari e pronti a dare battaglia per il taglio del cuneo fiscale.
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