di Federica Marengo martedì 23 agosto 2022
-Nella centoottantesima giornata di guerra in Ucraina, il Presidente ucraino Zelensky, che oggi ha ricevuto in visita il Presidente polacco Duda per discutere dei sostegni all’Ucraina, ha ricordato nel suo consueto discorso alla popolazione la Giornata della Bandiera nazionale, che precede la celebrazione del giorno dell’Indipendenza del Paese che ricorrerà domani, 24 agosto, data che segna al contempo l’ingresso dell’Ucraina nel sesto mese di guerra.
Zelensky, preoccupato per l’intensificarsi degli attacchi russi dopo l’uccisione in un attentato di Darya Dugin, figlia dell’ideologo di Putin, proprio in occasione di tale ricorrenza, ha quindi dichiarato: “La bandiera ucraina sventolerà nuovamente “dove dovrebbe” in tutti i territori attualmente occupati dai russi. Oggi, non voglio parlare soltanto del passato della nostra bandiera ma anche del suo futuro. La bandiera gialla e blu sventolerà di nuovo nella sua casa, dove dovrebbe essere per diritto, in tutte le città e i villaggi temporaneamente occupati dell’Ucraina”, seguito dal consigliere , Rodnyansky, che, ai microfoni della Bbc, ha sottolineato: “ Molti civili stanno cercando di lasciare Kiev per paura di un attacco russo in occasione del Giorno dell’indipendenza, che ricorre domani. Oggi gli Stati Uniti hanno invitato i propri concittadini a lasciare il Paese, affermando che Mosca potrebbe “intensificare” gli attacchi, colpendo nei prossimi giorni infrastrutture civili e strutture governative. Anche le autorità ucraine hanno invitato la popolazione a prestare particolare attenzione nel giorno dell’indipendenza, per il rischio di attacchi missilistici e “provocazioni” da parte di Mosca. La gente sta reagendo alla notizia. Stanno cercando di assicurarsi di avere piani di emergenza, non vogliono passare troppo tempo vicino al centro, vicino agli edifici del nostro governo”.
Sempre al riguardo, l’altro consigliere di Zelensky, Podolyak, ha affermato: “Le ambasciate dei Paesi occidentali chiedono ai cittadini di lasciare l’Ucraina a causa del rischio di attacchi massicci da parte della Russia contro obiettivi civili e centri urbani. Sei mesi. Il mostro continua a terrorizzare per la mancanza di leadership globale, volontà politica e armi. Sarà forse ora di cambiare approccio?”.
Da ciò, i governatori di Mykolaiv,Mariupol e Kharkiv hanno disposto il coprifuoco fino al 25 agosto e a Kiev ,le autorità locali, hanno disposto il divieto di manifestazioni pubbliche in questi giorni.
Le preoccupazioni di Kiev per attacchi imminenti trovano riscontro nell’avvertimento dell’ambasciata USA in Ucraina, secondo cui “la Russia potrebbe intensificare le azioni contro le infrastrutture civili e governative ucraine nei prossimi giorni”.
In particolare, i timori convergono sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove continuano i bombardamenti e il conseguente scambio di accuse sulle responsabilità tra Mosca e Kiv e il segretario generale dell’Onu, Guterres, è tornato a lanciare l’allarme, nel giorno del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocato su sollecitazione della Russia per discutere proprio dello stato di sicurezza dell’impianto. Al riguardo, dopo il via libera ricevuto dal Presidente russo Putin, il Direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Grossi,ha fatto sapere ai microfoni della Bbc, che nei prossimi giorni (non settimane) sarà alla guida della missione presso la centrale.
Intanto , mentre proseguono gli attacchi russi nella regione di Dnipro, sia la UE, tramite il Presidente francese Macron , che la Nato, tramite il segretario generale, Stoltenberg, intervenuto al summit sulla Crimea di questo pomeriggio, hanno assicurato il loro sostegno a Kiev.
Sostegno all’Ucraina ,proprio riguardo alla liberazione della Crimea (già annessa alla Russia nel 2014), è stato espresso anche dal Premier italiano, Draghi, nel corso della suddetta Conferenza ,nella quale la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen ha dichiarato che la UE non riconoscerà mai l’annessione illegale della Russia, riecheggiata dalla Gran Bretagna e dal Premier Johnson.
Un’esortazione a Mosca a restituire la Crimea all’Ucraina, è arrivata poi anche dal Presidente turco Erdogan, ritagliatosi nelle settimane scorse un ruolo di mediatore tra le due parti sulla questione dello sblocco delle esportazioni di grano, il quale ha sottolineato “l’importanza per la sicurezza regionale e globale della protezione dell’integrità territoriale ,della sovranità e dell’unita politica dell’Ucraina”.
Fondamentale, poi, per il Presidente Zelensky, per porre fine alla guerra, la riconquista della Crimea, in quanto: “Tutto è iniziato in Crimea. Deve finire in Crimea”.
A Mosca, invece, questa mattina , si è svolta la cerimonia funebre di Darya Dugina, figlia dell’ideologo del Presidente Putin,Alexander, rimasta uccisa in un attentato avvenuto sabato scorso, che i servizi segreti russi imputano a Kiev e a un ‘agente dei suoi servizi di sicurezza, la quale si sarebbe rifugiata in Estonia (ma il ministro degli Esteri estone Reinsalu,, smentendo, ha ribadito che tale notizia è una provocazione da parte dei servizi segreti russi).
Kiev, però, tramite il segretario del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, ha smentito ogni coinvolgimento di Kiev nell’attentato e sostiene si tratti di “una esecuzione perpetrata dai servizi segreti russi”.
Tesi, quest’ultima, respinta da Mosca e dal ministro degli Esteri Lavrov, che, nel corso di una conferenza stampa, ha detto: “L’omicidio della politologa e giornalista Daria Dugina è un crimine barbaro e non può esserci pietà per i suoi organizzatori. Non posso giudicare cosa sia stato: un atto intimidatorio o un regolamento di conti. Credo che questo sia un crimine barbaro per il quale non c’è perdono. Ora, a quanto ho capito, l’Fsb ha già stabilito i fatti su cui si sta indagando. L’indagine, spero, sarà completata rapidamente e, a seguito di questa indagine, ovviamente, non può esserci pietà per gli organizzatori. Speriamo che l’indagine si concluda presto. Secondo i risultati di questa indagine, non ci può essere pietà per quanti hanno organizzato, ordinato ed eseguito”, mentre il Viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, in una intervista con Rt in lingua araba, rilanciata da Ria Novosti, a proposito dei rapporti con gli USA, ha affermato: “Stati Uniti e Russia mantengono aperto un dialogo attraverso i canali di comunicazione diplomatici. Il dialogo con gli Stati Uniti non si è mai interrotto, lo stiamo mantenendo aperto in modo continuativo. Siamo impegnati a mantenere i contatti attraverso le nostre ambasciate e poi certamente anche attraverso contatti telefonici. Il ruolo della diplomazia non è al momento al livello appropriato. Le circostanze in cui ci troviamo e le dinamiche negli Stati Uniti, vale a dire il desiderio di Washington di punire la Russia, falliranno e non cambieranno nulla”.
Sul fronte gas, nuova fiammata del prezzo in Europa a 291 euro (+5,15%) al MWh, ad avvio di seduta rispetto ai 276 , 75 euro della chiusura di ieri, per poi invertire la rotta e pareggiare a 288 euro e chiudere a 270 euro al MWh, mentre le scorte italiane sfiorano l’80%. Anche i costi per l’elettricità hanno toccato il livello massimo di sempre, con conseguente ricaduta sull’euro sceso sotto la parità con il dollaro e con le Borse europee che hanno scontato i timori per l’effetto che la crisi energetica avrà sull’economia.
Da qui, la richiesta da parte del Presidente di Confindustria Bonomi , ai microfoni del Tg5, di introdurre un piano di razionamento: “Sulla questione energetica, chiediamo di affrontare seriamente e immediatamente la predisposizione di un eventuale piano di razionamento. Dal primo ottobre inizia l’anno termico e le imprese non sanno ancora come dovranno affrontarlo. Chiediamo un tetto al prezzo del gas e se non viene fatto in Europa, dobbiamo farlo a livello nazionale, lo stiamo chiedendo da mesi». Come da mesi, stiamo chiedendo la sospensione del certificati Ets, cioè l’acquisto di certificati verdi perché è una follia pagare questi prezzi oggi». Inoltre, aggiunge il presidente di Confindustria, «chiediamo di avere una quota nazionale di produzione da fonti rinnovabili a costo amministrato riservato all’industria manifatturiera, come fanno altri paesi in Europa e intervenire sul costo della bolletta anche utilizzando risorse comunitarie. I partiti, con grande senso di responsabilità devono affrontare il tema del caro energia. Capisco che è un tema scomodo durante la campagna elettorale, ma devono ascoltare il grido d’allarme delle imprese. E il governo Draghi può e deve intervenire perché è un tema di emergenza nazionale prioritario. Il prezzo del gas segna nuovi record ogni giorno e il più grande paese manifatturiero europeo, la Germania, sta studiando da tempo dei piani di razionamento. Noi italiani non possiamo farci trovare impreparati in caso di questa necessità, che inciderà su imprese, posti di lavoro e quindi sul reddito delle famiglie”.
La definizione di un’agenda sociale per fronteggiare la crisi energetica e l’alto costo di gas ed elettricità, invece, è stata sollecitata dal segretario della Cisl, Sbarra, che , in un’intervista al quotidiano Avvenire, ha spiegato: “Se non blocchiamo con provvedimenti urgenti e strutturali la spirale inflattiva l’autunno sarà drammatico soprattutto per le fasce più deboli. I problemi di tante aziende non possono essere scaricati sui lavoratori e sulle famiglie. Non possiamo rinviare al prossimo governo ogni scelta. Auspichiamo il ritorno a una sana competizione elettorale, in cui le forze politiche non piantino bandierine ideologiche ma prendano a riferimento un’agenda sociale credibile, riformatrice e partecipata dalla società civile. Dobbiamo rilanciare le retribuzioni, cambiare strutturalmente il sistema fiscale tagliando le tasse. È ora di redistribuire in maniera più equa il carico dell’Irpef, alzando il contrasto all’evasione. Va costruita una nuova previdenza più inclusiva e sostenibile per tutti, a partire da giovani e donne. E poi c’è la sfida degli investimenti su formazione, occupabilità, politiche attive, nuove strategie industriali, energetiche e ambientali.
Occorre affrontare in maniera decisiva il tema del Sud e del suo divario, sciogliere i nodi decisivi delle infrastrutture e delle opere pubbliche bloccate per decenni dai troppi “no” ideologici. C’è, insomma, un progetto-Paese da definire insieme, con il contributo attivo del sindacato e delle imprese. Ciascuno deve fare la sua parte. Serve uno sforzo di coesione contro il lavoro nero, sommerso e sottopagato, una battaglia comune per la qualità, la sicurezza e la stabilità dell’occupazione, specialmente femminile e giovanile. È irresponsabile l’atteggiamento di alcune aziende multinazionali che delocalizzano le produzioni e licenziano i lavoratori. Su questo chiamiamo all’unità il fronte sociale. Chiunque vincerà le elezioni dovrà fare tesoro di una visione pragmatica e dialogante”.
Da Coldiretti e dal suo Presidente Prandini, infine, è arrivato l’allarme : con i rincari d’autunno, 2,6 milioni di persone saranno a rischio alimentare e dunque costrette a chiedere aiuto per mangiare. Secondo il Report “L’autunno caldo degli italiani a tavola fra corsa prezzi e nuovi poveri” , presentato oggi al Meeting Cl di Rimini: “Con l’aumento dei prezzi cresce anche il numero di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e ai pacchi alimentari che hanno aiutato tra gli altri 538.423 bambini (di età uguale o inferiore ai 15 anni), 299.890 anziani, 81.963 senza fissa dimora (di età uguale o superiore ai 65 anni), 31.846 disabili, secondo l’analisi su dati del Fondo per l’aiuto europeo agli indigenti. L’esplosione del costo dell’energia ha un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola, in un momento in cui la siccità ha devastato i raccolti con perdite stimate a 6 miliardi di euro, pari al 10% della produzione nelle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività e ben oltre 1/3 del totale nazionale delle imprese agricole (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio ma aumenti riguardano l’intera filiera alimentare.
Abbiamo presentato a tutte le forze politiche un piano in cinque punti per garantire la sopravvivenza delle imprese agricole , data l’importanza di non perdere 35 miliardi di fondi europei per l’agricoltura italiana nei prossimi cinque anni ,ma anche la necessità di attuare al più presto le misure previste dal Pnrr”.
Proprio al Meeting di Rimini, all’indomani della presentazione delle liste presso le Cori d’Appello da parte dei partiti ,che ha scontentato big e territori per via della riduzione di candidati imposta dalla legge sul taglio dei parlamentari , è iniziata la campagna elettorale e la serie di confronti tra i leader. Presenti all’assise di Comunione e Liberazione, dove domani è atteso il Premier Draghi, Di Maio (Impegno civico), Letta (Pd), Meloni (Fratelli d’Italia), Salvini (Lega), Tajani (Forza Italia), Rosato (Italia Viva) e Lupi (Noi con l’Italia). Assente, il leader del M5S Conte, che ha motivato il mancato invito con l’estraneità del Movimento al “sistema” ,sebbene dal Meeting sia stato precisato che i 5Stelle non sarebbero stati invitati in quanto “non farebbero parte dell’Intergruppo parlamentare per la Sussidiarietà che ha organizzato il confronto”.
Tra i temi del dibattito: la guerra in Ucraina e le sanzioni alla Russia, con il segretario della Lega Salvini, che ha dichiarato: “Sull’Ucraina la Lega farà quello che gli altri Paesi democratici ed occidentali fanno. Comunque vadano le elezioni la collocazione internazionale dell’Italia non si cambia” Sulle sanzioni alla Russia bisogna guardare i numeri: l’avanzo commerciale della Russia è 70 miliardi di dollari, per la prima volta nella storia il sanzionato ci guadagna. Chiedo di valutare l’utilità dello strumento: se funziona andiamo avanti ma se funziona al contrario rischiamo di andare avanti dieci anni: uno strumento che doveva dissuadere Putin nell’attacco finisce con il favorirne l’economia”. “Non vorrei che le sanzioni stiano alimentando la guerra. Spero che a Bruxelles stiano facendo una riflessione”, seguito dal coordinatore di Forza Italia Tajani per cui le sanzioni alla Russia sono necessarie, ma non possono essere prorogate all’infinito, e , incalzato poi dal segretario del Pd, Letta, che ha replicato: “La cosa peggiore che si possa fare è dare segnali di cedimento a Putin: su questo l’Italia deve essere molto netta, mantenere le sue alleanze, e non cambiare linea. Farlo vorrebbe dire darla vinta a Putin che sta ricattando l’Italia e la Ue. Al ricatto non si risponde con il cedimento. L’Italia deve immediatamente intervenire con un tetto sul costo dell’energia legato a un periodo di prezzi amministrati. Lo possiamo fare subito. Passare a un sistema di prezzi amministrati per i prossimi 12 mesi”.
D’accordo con Letta, il leader di Noi con l’Italia, Lupi e il fondatore di Impegno civico e ministro degli Esteri Di Maio, che ha sottolineato: “La guerra in Ucraina è già una guerra mondiale, non da un punto di vista militare, ma da un punto di vista energetico e alimentare lo è già. Dobbiamo sostenere gli ucraini ,altrimenti i prossimi saremo noi. Il sostegno all’Ucraina è il sostegno a tutti noi” ed è in “difesa dei nostri confini”.
Favorevole a introdurre un tetto al prezzo del gas, purché a livello europeo e non nazionale, la Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni, che ha evidenziato: “Sono favorevole al price cap per il gas al livello europeo ,ma attenzione a farlo al livello italiano: a meno che non si decida di nazionalizzare le imprese. I mercati dell’energia sono interconnessi, bisogna aver prudenza. Ma a Di Maio dico che non vogliamo fare a meno dell’Europa, ma se ci troviamo in questa situazione è perché non s’è occupata di materie strategiche”.
Per il coordinatore di Forza Italia, Tajani, invece, oltre che su misure d’emergenza, è necessario puntare su nucleare pulito, estrazione del gas ed energie rinnovabili.
La stessa Meloni è poi stata al centro di un botta e risposta con Letta sul Presidenzialismo, ovvero l’elezione diretta del capo dello Stato presente nel programma del centrodestra.
Sull’argomento, il segretario del Pd, Letta ha attaccato: “Se vinceremo noi il lavoro che sarà fatto sarà per rendere la Costituzione ancora più applicata, applicare l’articolo 49. Ma se non vincessimo faremo di tutto perché il Paese non scada nel presidenzialismo, no a scorciatoie, ma rafforzare la centralità del Parlamento”, mentre il Presidente di Italia Viva Rosato ha aperto al Presidenzialismo.
Parole, quelle del segretario del Pd, cui ha così replicato la Presidente di Fratelli d’Italia, Meloni: “Sul Presidenzialismo, non sono d’accordo su quanto dice Letta. Bisogna rimettere i cittadini al centro delle scelte, serve stabilità e questa si ottiene creando un legame diretto tra cittadini e governo. Nella diversità, per il bene comune. Il Presidenzialismo non mi sembra così inaccettabile. Basta vedere la Francia e lo dico a Enrico Letta che, come sappiamo, é molto affezionato a questo Paese”.
Infine, schermaglia social, tra il Presidente di Forza Italia, Berlusconi, che ha proposto la tassazione unica sulla prima abitazione al 2%, e il leader di Italia Viva Renzi, suo competitor nel collegio di Milano centro al Senato, secondo cui sarebbe già stata introdotta.
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