-di Federica Marengo sabato 24 ottobre 2022
-Nella centododicesima giornata di guerra in Ucraina, urne aperte per il secondo giorno nelle autoproclamate Repubbliche di Lugansk, Donetsk, Donbass e Zaporizhzhia per votare per il referendum che deciderà dell’annessione alla Federazione russa di questi territori occupati da Mosca.
A tal proposito, sia il governatore di Lugansk che di Kherson hanno denunciato che gli abitanti sarebbero costretti a votare dai soldati russi. Inoltre, nelle zone occupate dalle forze armate di Mosca come nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia e nell’oblast di Kherson, agli uomini in età da coscrizione, che hanno rinunciato alla cittadinanza ucraina e hanno ricevuto passaporti della Federazione russa ,starebbe arrivando la notifica di convocazione per la mobilitazione annunciata dal Presidente russo Putin.
Tuttavia, tale referendum non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale né dai Paesi del G7 ( i sette Paesi più potenti della Terra) né dagli USA, con il Presidente Biden che ha annunciato l’introduzione , in collaborazione con gli Alleati, di nuove sanzioni economiche “rapide e severe” a carico di Mosca, se annetterà con la forza territori in Ucraina. Alla UE e agli USA, si è poi unito questa mattina il portavoce del Presidente turco Erdogan, Kalin che ha fatto sapere che anche la Turchia non riconoscerà l’esito delle consultazioni.
Intanto, a New York, è in corso il quinto giorno della 77.ma Assemblea generale dell’Onu, nella quale sono intervenuti il ministro degli Esteri russo Lavrov , che ha accusato l’Occidente di “cercare la provocazione e non il dialogo”, l’omologo cinese Wang Yi ,che si è espresso per una “soluzione pacifica della guerra in Ucraina” e il segretario di Stato vaticano Parolin, che ha ribadito l’appello di Papa Francesco a “porre fine all’invio di armi” , condannando il riferimento alle armi nucleari, , mentre ieri molto duro era stato il discorso del Presidente del Consiglio UE Michel, che ha chiesto che la Russia, in quanto Paese aggressore e invasore dell’Ucraina, sia espulso dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, riecheggiato dal Presidente degli USA Biden, secondo cui bisognerebbe riformare tale Consiglio, sottraendo alla Russia il diritto di veto.
Il Presidente ucraino Zelensky, nel suo consueto discorso alla popolazione, pubblicato sui suoi canali social, ribadendo anch’egli l’illegittimità dei referendum indetti da Mosca e dai filorussi ed esortando i coscritti russi a “sabotare i russi”, ha dichiarato: “Il mondo reagirà con assoluta giustizia ai falsi referendum” indetti dalla Russia nelle regioni occupate e “che saranno condannati inequivocabilmente”. Nel suo consueto discorso a tarda notte, il leader ucraino ha affermato che i “falsi referendum” indetti in quattro regioni ucraine per l’annessione alla Russia costituiscono “una farsa”, annunciando poi che : “Tutto il mondo avrà informazioni complete su ogni crimine commesso dalla Russia nei territori temporaneamente occupati dell’Ucraina. Un evento molto importante, si è svolto oggi a Izyum, nella regione di Kharkiv. Rappresentanti di quasi 20 missioni diplomatiche, gli Stati Baltici e l’Europa orientale, Germania, Francia, Spagna, Slovenia, Croazia, Danimarca, Svezia, Svizzera, Turchia, l’ambasciatore europeo hanno visto con i propri occhi ciò che è stato lasciato dagli occupanti russi: case distrutte, camere di tortura, sepolture di massa”.
Per il Consigliere di Zelensky, Podolyak, invece, la mobilitazione militare parziale e la minaccia dell’uso di armi nucleari da parte di Putin dimostra come Mosca sia nel panico e a corto di forze militari, tuttavia, quest’ultimo auspica l’intervento dei Paesi dotati di nucleare, qualora la Russia dovesse aggredire per prima un Paese come l’Ucraina che ne è sfornita.
In merito alla minaccia nucleare avanzata da Putin, invece, l’Alto Rappresentante UE per le Politiche estere, Borrell, in un’intervista alla Bbc , ha dichiarato che: “E’ certamente un momento pericoloso perché l’esercito russo è stato messo all’angolo e la reazione di Putin, che minaccia di usare armi nucleari , è molto grave. Quando le persone dicono che non è un bluff, bisogna prenderle sul serio”, evidenziando poi sulla ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina, come: “Per ballare il tango, bisogna essere in due”.
Nel frattempo, mentre secondo l’intelligence britannica le forze russe starebbero cercando di i attaccare le dighe in Ucraina per inondare i punti di passaggio dell’esercito ucraino e ,sul campo si sono registrati altri bombardamenti su Zaporizhzhia, dove è stato colpito un edificio residenziale , causando la morte di una persona e il ferimento di sette, e a Odessa, dove due droni di fattura iraniana si sono abbattuti sul porto, provocando la morte di due persone, fatto che ha indotto Kiev al ritiro dell’accredito diplomatico all’ambasciatore di Theran, il cui governo, esprimendo rammarico, ha esortato a non lasciarsi influenzare da Paesi terzi che vorrebbero minare i rapporti tra i due Paesi, il Presidente russo Putin ha firmato una legge che inasprisce le pene per renitenti e coloro che si rifiutano di andare a combattere e che faciliterà la concessione della cittadinanza agli stranieri che combattono nelle file delle forze armate russe.
Altre riforme, poi, sono state approvate nell’ambito del codice penale: a partire da ora, per quanto riguarda determinati reati, averli commessi nei periodi di mobilitazione o legge marziale costituirà un’aggravante. I militari che si rifiutano di prendere parte alle ostilità potranno essere puniti anche con 15 anni di reclusione. Chi invece si consegna al nemico volontariamente rischia fino a 10 anni di carcere.
Sono infatti ancora numerosi i russi che, chiamati alla mobilitazione, continuano a protestare (venendo arrestati) e a fuggire dalla Russia per sottrarsi all’arruolamento , tramite voli aerei sempre più costosi, automobile o addirittura in bicicletta, chiedendo asilo ai Paesi Baltici al confine, come Finlandia , Georgia, Estonia, Lettonia e Lituania, che però hanno posto loro un veto all’accesso, ma anche a Kazakistan e Mongolia.
In merito, il portavoce UE ha fatto sapere che: “Dal 12 settembre abbiamo un nuovo regime di visti per la Russia. Ciò significa che gli Stati membri possono ancora rilasciare visti ai cittadini russi, anche se con un processo più lungo e macchinoso. La Commissione ha adottato anche le linee guida che sostengono un approccio molto più restrittivo ai visti per scopi non essenziali, con cui intendiamo avere coordinamento e promuovere soluzioni comuni a livello Ue. Questo è essenziale per preservare uno spazio Schengen forte e soprattutto la nostra unità. Nelle prossime ore a Bruxelles verrà fatto il punto della situazione. Lunedì si riunirà l’Integrated political crisis response, il gruppo di coordinamento delle crisi del Consiglio e martedì la rete Blueprint, che si occupa operativamente della preparazione alla risposta anti-crisi con tutti gli Stati membri dell’Ue e le agenzie per gli Affari interni”.
Eccezione, l’Ungheria, che ha reso noto di voler continuare a concedere i suoi visti Schengen ai cittadini russi, malgrado nell’Unione europea sia stata sospesa la facilitazione dei visti in conseguenza della guerra in Ucraina.
Restando in ambito UE, secondo quanto riportato dall’Agenzia Ansa, nell’ultima bozza di compromesso dei Ministri UE sulle misure contro il caro energia risulterebbe la richiesta di limiti meno stringenti sulle ore di punta da scegliere per il taglio obbligatorio dei consumi di elettricità e sul calcolo del contributo di solidarietà per le società energetiche. I governi chiederebbero ,dunque, di coprire almeno il 7% delle ore di punta sull’intero periodo dicembre-marzo, rispetto al 10% delle ore mensili previsto dalla Commissione. Nella bozza, gli extraprofitti delle compagnie fossili sarebbero invece calcolati sulla base degli utili di quattro anni a partire dal 2018, contro il periodo 2019-21 proposto da Bruxelles.
Infine, Mosca ha annunciato in giornata la sostituzione del massimo responsabile della logistica: il Generale dell’esercito Dmitry Bulgakov con il Generale Mikhail Mizintsev.
Quanto alla politica interna italiana, oggi, giornata di silenzio elettorale. Domani, dalle 7:00 alle 23:00, saranno 51 milioni gli italiani chiamati alle urne per votare e rinnovare Camera e Senato : per 2,6 milioni si tratta della prima volta,mentre 5,7 milioni sono i residenti all’estero che hanno già votato. In Sicilia, si voterà anche per le Regionali.
Le schede, rosa per la Camera e gialla per il Senato, verranno consegnate agli elettori nei seggi , tuttavia, si vota anche negli ospedali (reparti Covid inclusi ) e nelle carceri.
Possibile il voto anche per i giovani che si trovano all’estero per l’Erasmus o per studio.
Non è consentito portare all’interno dei seggi cellulari e neppure entrare in cabina elettorale in compagnia di bambini .
Per la Camera, il numero di deputati da eleggere è di 400, dei quali 8 eletti nella circoscrizione estero; 146 seggi , sono assegnati nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Fatto salvo quello della Val d’Aosta che è costituita in un unico collegio uninominale, i restanti 245 seggi sono attribuiti con metodo proporzionale a livello nazionale in 49 collegi plurinominali.
Per il Senato, il numero di senatori da eleggere è di 200, di cui 4 nella circoscrizione estero; 67 seggi sono assegnati nei collegi uninominali, con formula maggioritaria, in cui è proclamato eletto il candidato più votato. Fatti salvi i collegi uninominali delle regioni che eleggono un solo senatore (Valle d’Aosta) e quelli del Trentino-Alto Adige (che elegge 6 senatori solo con sistema uninominale), i restanti 122 seggi sono assegnati, in ciascuna regione, nell’ambito di 26 collegi plurinominali, con il metodo proporzionale, tra le liste e le coalizioni di liste che hanno superato la soglia di sbarramento.
Quanto alle schede , riportano il nome del candidato nel collegio uninominale e, per il collegio plurinominale, il simbolo di ciascuna lista o i simboli delle liste in coalizione ad esso collegate. A fianco dei simboli delle liste sono stampati i nominativi dei relativi candidati nel collegio plurinominale.
Per esprimere correttamente il voto, bisogna tracciare un segno sul rettangolo contenente il simbolo della lista e i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale. Il voto così espresso vale ai fini dell’elezione del candidato nel collegio uninominale ed a favore della lista nel collegio plurinominale. Se il segno è tracciato solo sul nome del candidato nel collegio uninominale, il voto è comunque valido anche per la lista collegata. In presenza di più liste collegate in coalizione, il voto è ripartito tra le liste della coalizione. Il voto espresso tracciando un segno sul simbolo della lista vale anche per il candidato uninominale collegato.
Non è previsto , invece, il voto disgiunto , quindi, se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto è nullo.
Se l’elettore si rende conto di aver sbagliato nel votare, può chiedere al presidente del seggio di sostituire la scheda stessa, potendo esprimere nuovamente il proprio voto. La scheda con voto espresso in modalità sbagliata verrà inserita dallo stesso presidente tra le schede deteriorate.
Per votare, oltre alla tessera elettorale, è necessario presentare un documento d’identità o anche una tessera rilasciata da un ordine professionale, se è corredata da una fotografia.
I non vedenti o coloro che hanno disabilità tali da non poter votare da soli (per esempio in caso di amputazione delle mani o di paralisi), possono avvalersi dell’aiuto di un assistente, ma serve un codice speciale sulla tessera elettorale che attesti tale necessità specifica.
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