di Federica Marengo martedì 21 giugno 2022
-Nella centodiciottesima giornata di guerra in Ucraina, le forze russe hanno continuato a bombardare la regione nord-orientale del Donbass, in particolare Lyssytchansk (quasi completamente distrutta,come testimoniato dalle autorità locali), e Severodonetsk, dove sono proseguiti i combattimenti nella zona industriale.
Sotto assedio russo, anche Tochkivka, nel Lugansk, così come Kharkiv, seconda città più importante dopo Kiev.
Attacchi russi non sono mancati neppure nella regione meridionale del Paese, specialmente ad Odessa, dove è esplosa una mina e a Kherson che, secondo quanto riferito dai filorussi, entro la fine dell’anno, previo referendum, dovrebbe essere annessa alla Russia.
Successi delle truppe ucraine, invece, sono stati registrati presso l’Isola dei Serpenti. Ucciso, poi, secondo il Washington Post, un veterano USA; morto, invece, in circostanze ancora da appurare un combattete spagnolo di ventidue anni. Sette, invece, i dispersi a seguito dell’attacco ucraino alle piattaforme petrolifere russe nel Mar Nero.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che parlerà al vertice Nato del 29 e del 30 giugno, nel suo consueto videomessaggio alla popolazione, pubblicato sui suoi profili social, ribadendo che l’Ucraina farà di tutto per ottenere il conferimento dello status di Paese candidato all’ingresso in UE, ha detto: “Più dura la guerra, più è difficile competere per l’attenzione di centinaia di milioni di persone in diversi Paesi. Ma farò tutto il possibile, affinché l’attenzione sull’Ucraina non si affievolisca. Le forze di invasione russe continuano a bombardare le città ucraine, il che dimostra che la Russia è un male che può essere fermato solo sul campo di battaglia”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino Peskov, in un’intervista alla Nbc, ha dichiarato: “La Russia non si fiderà mai più dell’Occidente e la crisi per la situazione in Ucraina sarà lunga Si’, sarà una lunga crisi. Non ci fideremo mai più dell’Occidente”.
Poi, riguardo, alla scomparsa di due ex Marines giunti in Ucraina come mercenari: il portavoce presidenziale ha detto di non sapere dove si trovino e che le garanzie della Convenzione di Ginevra non si applicano ai veterani catturati e che, per questo, Mosca non può garantire che non dovranno affrontare la pena di morte.
Infine, ha precisato: “Non c’è stato alcun tentativo dell’Ucraina di proporre la ripresa dei colloqui con la Russia dopo la visita di Scholz, Macron e Draghi a Kiev”.
E’ scontro poi, tra Mosca e la Lituania, per via del divieto introdotto da quest’ultima di far passare da e per il territorio di Kaliningrad, enclave russa, le merci soggette a sanzioni.
A tal proposito, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Zakharova ha dichiarato che tale divieto avrà delle conseguenze e che la situazione verrà sbloccata con ogni mezzo.
Il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev, stamane, è arrivato nella regione di Kaliningrad, dove ha presieduto una riunione sulla sicurezza nazionale, mentre l’ambasciatore dell’Unione europea in Russia ,Markus Ederer, è arrivato al ministero degli Esteri russo, dove è stato convocato per la questione.
Convocato dal Ministero degli Esteri russo, sempre questa mattina, separatamente, anche l’ambasciatore italiano in Russia Giorgio Starace. La convocazione dell’ambasciatore Starace , avvenuta oltre un mese dopo l’espulsione di 24 diplomatici italiani, annunciata il 18 maggio scorso dal ministero degli Esteri russo, per rappresaglia all’espulsione di 30 diplomatici dell’ambasciata russa a Roma, secondo quanto riferito all’Agi dalla portavoce del ministero degli Esteri Zakharova, è stata dettata da “ragioni di reciprocità”, ma secondo indiscrezioni giornalistiche la convocazione sarebbe dovuta al ritiro di onorificenze date dall’Italia ad alcune personalità russe.
Tuttavia , il governatore di Kaliningrad, Anton Alikhanov, ha affermato che il ministero degli Esteri russo convocherà domani, l’ambasciatore dell’Unione europea a Mosca Markus Ederer, in merito alla decisione da parte della Lituania di bloccare parzialmente il transito delle merci verso Kaliningrad, per le sanzioni Ue.
Quanto al Presidente Putin, annunciato che il super missile balistico intercontinentale Sarmat, testato ad aprile, sarà operativo in Russia entro la fine dell’anno, durante un incontro al Cremlino con i diplomati dell’accademia militare, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi che durante l’operazione militare speciale i nostri combattenti agiscano con coraggio, professionalità, come dei veri eroi. Le sanzioni occidentali imposte alla Russia per l’intervento in Ucraina, ha detto che saranno superate. E di fronte a nuove minacce e rischi, svilupperemo e rafforzeremo ulteriormente le nostre forze armate”.
Nel frattempo, in Italia, il Premier Draghi ha tenuto al Senato le sue Comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 giugno e che domani saranno replicate alla Camera.
Nel suo intervento, il Presidente del Consiglio , che ha affermato di non essere preoccupato per la tenuta del Governo, ha detto: “La strategia dell’Italia si muove su due fronti: sosteniamo l’Ucraina e le sanzioni alla Russia affinché Mosca accetti di sedersi al tavolo” per la pace. “Solo una pace concordata e non subita può essere duratura. Una sottomissione violenta porta al prolungamento del conflitto. Ho constatato la determinazione degli ucraini. Noi intendiamo sostenere l’Ucraina. Per l’Ucraina va fatto uno sforzo collettivo e coinvolgere organi internazionali e banche. Bisogna costruire e ridare una casa a chi l’ha persa, riportare i bambini a scuola e aiutare la ripresa della vita economica e sociale. Oggi spetta a tutti noi di permettere all’Ucraina di rinascere. A Kiev ho ribadito che l’Italia vuole l’Ucraina in Ue e vuole che abbia lo status di candidato. Il governo italiano è stato tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza e convinzione in Europa e in Occidente. Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale a partire dal prossimo consiglio europeo. Sono consapevole che non tutti gli Stati membri condividono oggi questa posizione. Ma la raccomandazione della Commissione europea è un segnale incoraggiante e confido che il Consiglio europeo possa raggiungere una posizione consensuale in merito. Il 3 giugno il Consiglio europeo ha varato un sesto pacchetto di sanzioni, sanzioni che “funzionano”, il “tempo ha rivelato che sono efficaci” ma i “canali di dialogo restano aperti. Negli ultimi giorni, la Russia ha ridotto le forniture all’Europa, compresa l’Italia. Dall’inizio della guerra, il nostro governo si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo. Abbiamo stretto accordi importanti con vari paesi fornitori, dall’Algeria all’Azerbaigian, e promosso nuovi investimenti, anche nelle rinnovabili. Grazie a queste misure potremmo ridurre in modo significativo la nostra dipendenza dal gas russo già dall’anno prossimo. L’Italia continuerà a lavorare con l’Unione Europea e con i partner del G7 per sostenere l’Ucraina, ricercare la pace e superare questa crisi. Questo è il mandato che il governo ha ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida per la nostra azione. L’unità è essenziale. Continueremo sulla strada disegnata dal decreto legge 14 del 22. Ringrazio il Senato per il sostegno ad aiutare l’Ucraina a difendere la libertà e la democrazia, a ricercare una pace duratura che rispetti i diritti e la libertà dell’Ucraina. In questi momenti quando il paese è coinvolto in una guerra le decisioni che si devono prendere sono complesse, profonde e con risvolti anche morali, avere il sostegno del Senato è molto importante per me. Voglio ringraziarvi anche per un motivo quasi personale, le decisioni che si devono prendere sono complesse e profonde, hanno risvolti morali e avere il sostegno del Senato nel prendere queste decisioni è molto importante per me”.
A seguire le Comunicazioni del Premier, gli interventi dei senatori e la successiva replica a questi ultimi di Draghi. Quindi, il voto dell’Aula di Palazzo Madama sulla Risoluzione di Maggioranza, su cui è stato trovato un accordo dopo diverse riunioni tra il Governo e i Capidelegazione, per via delle resistenze del M5S e di LeU a un nuovo eventuale invio di armi a Kiev.
Tale Risoluzione, che ha ottenuto il parere favorevole del Governo e 219 sì dei senatori e 20 no, ha come punti cardine che impegnano il Governo, voluti dai pentastellati e da LeU, le iniziative per la de-scalation e il coinvolgimento delle Camere in occasione dei maggiori summit internazionali e per l’invio di armi in Ucraina. Inoltre, la Risoluzione concordata tra le forze di Maggioranza, prevede anche di “garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite – che sancisce il diritto all’autodifesa individuale e collettiva – confermando il ruolo dell’Italia nel quadro dell’azione multilaterale, a partire dall’Unione europea e dall’Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace”, il supporto alle “domande di adesione all’Ue di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia”, passaggi sulla “sicurezza alimentare a livello globale, attraverso corridoi sicuri e lo sminamento dei porti” e la richiesta di “finalizzare le iniziative di RePowerEU che realizzino la diversificazione delle fonti energetiche in Europa e contrastino l’incremento dei prezzi dell’energia”.
Citata anche “l’introduzione di un tetto ai prezzi del gas e il disaccoppiamento del prezzo dell’energia tra rinnovabili e fonti fossili tradizionali”. Il testo poi chiede all’Esecutivo di “adoperarsi per la definizione di strumenti fiscali comuni europei per compensare gli squilibri per gli Stati dovuti alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia e rafforzare politiche a favore di famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti del conflitto”.
Pareri contrari invece, hanno ottenuto le altre 4 risoluzioni proposte da Fratelli d’Italia, da Elena Fattori, senatrice del gruppo Misto e da Gianluigi Paragone di Italexit.
Ma se Pd , Italia Viva e Forza Italia hanno espresso pieno sostegno alla linea del Presidente del Consiglio, Lega e M5S, hanno invitato l’Esecutivo, pur supportando la legittima difesa della popolazione ucraina, a perseguire la via diplomatica, mentre l’Opposizione Fratelli d’Italia ha ribadito la ferma intenzione di non fare da “stampella” a un Governo litigioso.
In merito alle tensioni nei 5S, il ministro degli Esteri , Di Maio è in procinto e di creare un gruppo parlamentare dal nome “Insieme per il futuro” sia alla Camera che al Senato (dove, però, i senatori fuoriusciti dai 5S dovranno aderire al Gruppo Misto, poiché non vi è un simbolo di rappresentanza) con una trentina di deputati che hanno già aderito. L’annuncio è stato fatto dallo stesso titolare della Farnesina in conferenza stampa.
Riguardo alla questione della riduzione dei flussi del gas proveniente dalla Russia del 50% , annunciata da Gazprom, il ministro della Transizione Ecologica Cingolani ha presieduto a Palazzo Chigi una riunione con il sottosegretario alla presidenza, Roberto Garofoli, e rappresentanti del Mef.
L’Italia non passerà dal livello di preallarme a quello di allarme sulla situazione del gas: la situazione, per il Comitato tecnico di emergenza, è molto chiara, il monitoraggio è già alto e questo consente di prendere le eventuali misure necessarie già all’attuale livello di preallarme.
Il Ministro Cingolani , però, intervenuto in mattinata al convegno “Elettricità futura”, dove ha annunciato l’intenzione di introdurre garanzie per le imprese sugli stoccaggi, ha spiegato: “Dobbiamo lavorare sulle garanzie pubbliche per gli operatori degli stoccaggi di gas. Un anno fa 1 metro cubo di gas costava 20 centesimi, adesso costa 1 euro. Dobbiamo immagazzinare 10 miliardi di metri cubi: un anno fa ci volevano 2 miliardi di euro, ora ce ne vogliono 10. Siccome le linee di credito rimangono quelle, per gli operatori è un rischio sul cash flow, non sulla cassa. Bisognerà pensare a come dare più garanzie, ci stiamo lavorando. Però gli stoccaggi anche un po’ più lentamente proseguono, siamo oltre il 54%”.
In ultimo, si aggrava l’emergenza siccità e le Regioni valutano la possibilità di emanare ordinanze per razionare l’acqua al Nord e al Centro. Per il sottosegretario alla Salute Costa : vi sarebbero le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza.
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