di Federica Marengo lunedì 25 novembre 2024
Bombardamenti russi sulle città ucraine.
-Nella notte, le forze ucraine hanno lanciato droni e missili sui territori russi di Kaluga, nella regione di Bryansk, dove è stato colpito un deposito di petrolio, e di Kursk, dove la difesa russa ha reso noto di aver abbattuto almeno 8 missili e dove, secondo quanto riportato dall’agenzia Tass, l’esercito russo ha catturato un cittadino britannico che combatteva a fianco delle truppe ucraine.
Le forze russe, invece, hanno attaccato, con un totale di 145 droni, le regioni di Kharkiv, dove sono stati registrati almeno 23 feriti; Mykolaiv, dove sono state colpite le infrastrutture energetiche, e Odessa, dove i feriti sono stati 10. In merito, la difesa ucraina ha reso noto di aver abbattuto 71 droni russi.
Inoltre, secondo canali Telegram russi e ucraini, dopo l’attacco a un obiettivo militare del 19 novembre scorso con missili a lungo raggio USA e del 21 novembre con missili Storm Shadow, forniti dal Regno Unito, l’Ucraina avrebbe effettuato un quarto attacco missilistico a lungo raggio contro il territorio russo, prendendo di mira l’aeroporto di Kursk-Skhidny, vicino al capoluogo regionale Kursk.
Intanto, mentre il Financial Times, che cita fonti informate, ha reso noto che, dopo le truppe nord-coreane, Mosca starebbe reclutando centinaia di yemeniti per mandarli a combattere in Ucraina, e la Reuters ,che “La Corea del Nord starebbe espandendo la Fabbrica dell’11 febbraio, parte del complesso ingegneristico Ryongsong di Hamgyong, (la seconda città più grande della Corea del Nord), per la produzione di missili a corto raggio del tipo utilizzato dalla Russia contro l’Ucraina”, il Presidente ucraino Zelensky, ha dichiarato di auspicare il raggiungimento della pace nel 2025 e di aspettare il piano del Presidente USA eletto Trump al riguardo.
Zelensky, poi, ha affermato :“Il Presidente russo Vladimir Putin vuole dimostrare di aver adempiuto, come ha detto, al compito di occupare l’intero Donbass, e che deve espellerci dal fronte di Kursk. Ha questi due compiti. Sono sicuro che vuole espellerci prima del 20 gennaio. Per lui è molto importante dimostrare che ha il controllo della situazione”.
A tal proposito, il Presidente Zelensky, che nelle ultime ore ha chiuso a una mediazione nella guerra da parte del Brasile, perché, anche nel corso dell’ultimo G20 proprio a Rio de Janeiro, “il Paese non ha fatto sentire la sua voce sull’aggressione di Putin e della Russia”, ha avuto un incontro con il comandante in capo delle forze armate Oleksandr Syrskyi, durante il quale si è discusso dei settori chiave delle operazioni militari e nel quale è emerso che la sezione più difficile del fronte resta la direzione Kurakhiv, nel Donetsk, dove “continuano i lavori per rafforzare le posizioni dei militari ucraini”, mentre nella regione di Zaporizhzhia, “le forze della difesa ucraine stanno controllando la situazione”, e nella regione di Kursk “stanno difendendo le loro posizioni e infliggendo anche perdite significative alle truppe russe”, al fine di “indebolire il più possibile il potenziale russo”.
Proprio delle prospettive di pace, che si potrebbero aprire con il piano Trump, ha parlato in un’intervista alla tv pubblica russa, il portavoce del Cremlino Peskov, che ha sottolineato: “Resta da vedere se Trump porterà avanti questa politica di escalation o se la modificherà. Non lo sappiamo. Lo vedremo negli ultimi 10 giorni di gennaio”. Peskov ha poi aggiunto nella consueta conferenza stampa di oggi che: “In effetti, dalla cerchia dei sostenitori di Trump e di coloro che sono stati nominati per le future posizioni nella futura amministrazione, si sente la parola “pace” o “piano di pace”. L’attuale amministrazione non ha pronunciato parole del genere, mentre continuano le azioni provocatorie di escalation. Questa è la realtà che dobbiamo affrontare”.
A tal proposito, per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Tajani, che ha inaugurato oggi a Roma, l’evento “Dialoghi Mediterranei”, organizzato da Farnesina e Ispi sul conflitto in Medioriente, e a Fiuggi, il G7 del ministero degli Esteri, ha detto: “La pace è l’obiettivo di tutti, siamo favorevoli al dialogo che porti a una pace che non sia la sconfitta dell’Ucraina, mi auguro che Mosca comprenda l’errore che ha commesso, che la Cina possa fare pressioni sulla Russia affinché ritiri le truppe dal territorio ucraino. Dobbiamo lavorare insieme, anche agli americani; Zelensky dice che il 2025 sarà l’anno della pace, vogliamo crederci e lavoriamo per questo”.
Nel frattempo, l’ammiraglio olandese Rob Bauer, Presidente del comitato militare della Nato, in un intervento a Bruxelles, ha esortato le imprese a “prepararsi a uno scenario di guerra” e ad “adeguare di conseguenza le proprie linee di produzione e distribuzione, per essere meno vulnerabili ai ricatti di Paesi come Russia e Cina” e ha evidenziato che “Le forze di terra della Russia sono più grandi attualmente rispetto al febbraio 2022, data dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte di Mosca, ma che la loro qualità è diminuita da allora”.
Infine, secondo Le Monde, “Mentre il conflitto in Ucraina entra in una nuova fase di escalation, sono state riattivate le discussioni sull’invio di militari occidentali e di società private di difesa in Ucraina”.
Secondo il quotidiano francese, il dibattito sull’invio di soldati in Ucraina, lanciato dal Presidente francese Macron a febbraio scorso, durante una riunione degli alleati di Kiev a Parigi e, che ha trovato l’ opposizione di alcuni Paesi europei, guidati dalla Germania, sarebbe stato “rilanciato nelle ultime settimane con la visita in Francia del Premier britannico Starmer, durante le cerimonie dell’11 novembre” e sarebbero in corso “discussioni tra Regno Unito e Francia sulla cooperazione in materia di difesa, in particolare al fine di creare un nucleo duro di alleati in Europa, concentrandosi sull’Ucraina e sulla sicurezza europea in senso lato”.
In merito, il portavoce del Cremlino Peskov ha commentato che “non vi è unanimità tra i Paesi Ue”.
In un punto stampa a margine del G7 dei ministri degli Esteri, il Vicepremier e ministro Tajani ha fatto sapere : “Noi non invieremo nessun soldato a combattere in Ucraina. Noi aiutiamo Kiev politicamente, finanziariamente e militarmente inviando aiuti, ma non manderemo soldati a combattere in Ucraina. Dobbiamo evitare l’escalation, la Russia sta assumendo gravi responsabilità facendo combattere soldati nordcoreani e arruolando Houthi e proxy dell’Iran”.
Restando in tema di arruolamento di truppe, il Presidente russo Putin ha deciso di varare un nuovo provvedimento, in vigore dal 1° dicembre, che consenta ai cittadini russi che intendano arruolarsi e ai propri coniugi, di liberarsi dai debiti fino a un valore pari a 96 mila euro, al fine di recuperare terreno soprattutto nel Kursk, dove sarebbero già schierati 50mila soldati, inclusi gli 11mila soldati nordcoreanidi supporto.
In Germania, invece, un portavoce del Ministero degli Interni, ha annunciato, nel consueto punto stampa , di essere in procinto di elencare i bunker e i rifugi in cui la popolazione potrebbe rifugiarsi in caso di attacco, auspicando di aumentarne il numero in un contesto di accresciute tensioni con la Russia.
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