di Federica Marengo lunedì 11 novembre 2024
-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. La notte scorsa, infatti, le forze di Mosca hanno bombardato Mykolaiv, uccidendo 5 persone, e Zaporizhzhia, dove almeno 20 persone sono rimaste ferite. Sotto attacco, anche Kryvyi Rih, dove si registrano 7 feriti, tra cui 2 bambini, Pokrovsk e Kramatorsk, nella regione di Donetsk. Proprio, nel Donetsk, secondo le autorità locali, un raid russo ha “danneggiato una diga su un bacino idrico”, provocando un aumento significativo del livello dell’acqua di un fiume e creando “una minaccia di inondazioni per le comunità vicine”.
Sempre nel Donetsk, le truppe russe hanno rivendicato la conquista del villaggio di Makarovka.
Secondo il responsabile del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina , Andriy Kovalenko, “Le forze armate russe starebbero accumulando missili negli hangar degli aeroporti strategici dell’aviazione e sarebbero pronti per massicci bombardamenti sull’Ucraina”.
Infine, secondo il New York Times, Mosca avrebbe ammassato circa 50 mila uomini nella regione di Kursk, già occupata dalle forze ucraine dallo scorso agosto, per realizzare un contrattacco, al quale parteciperebbero anche i soldati nord-coreani.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un post su X, scritto in occasione del Giorno dell’Indipendenza celebrato in Polonia, ha sottolineato: “Oggi, combattiamo fianco a fianco per la nostra libertà comune e siamo grati per tutto il sostegno della Polonia all’Ucraina. Di fronte al comune nemico storico, dobbiamo mantenere la nostra forza e unità. L’amicizia prevale sempre sulla geopolitica. Più forte è il partenariato, minori saranno le sfide geopolitiche; la nostra regione ne è un esempio lampante. L’Ucraina è impegnata a promuovere relazioni di buon vicinato e a risolvere tutte le questioni bilaterali in modo reciprocamente rispettoso. Insieme garantiremo la libertà, la sicurezza e la prosperità sia per le nostre nazioni che per tutta l’Europa”.
Sempre Zelensky, poi, in occasione del Giorno dei Veterani, celebrato oggi negli USA, ha scritto in un post su X: “In occasione del Giorno dei veterani degli Stati Uniti, l’Ucraina si unisce al nostro più stretto alleato, gli Stati Uniti, nell’onorare uomini e donne coraggiosi in uniforme che hanno dedicato la loro vita a proteggere la libertà e a sostenere i valori fondamentali del loro Paese. Sia gli ucraini che gli americani credono che la libertà e la pace non possano essere garantite senza una forza sufficiente. In Ucraina viviamo ogni giorno con la consapevolezza che la libertà ha un prezzo elevato, un fardello che i difensori ucraini sopportano con incrollabile coraggio. Sebbene i nostri guerrieri non combattano nelle stesse trincee (l’Ucraina non ha mai chiesto la presenza americana sul campo), combattono per gli stessi valori: libertà, indipendenza e democrazia. Ringraziamo i nostri amici americani per essere stati al fianco dell’Ucraina, non solo attraverso aiuti militari, sostegno economico o sanzioni, ma anche attraverso una profonda solidarietà e impegno verso la nostra visione comune di un futuro libero e sicuro e di una pace giusta”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha smentito quanto riportato dal Washington Post, ovvero la notizia di un colloquio telefonico, avvenuto giovedì, in occasione dell’elezione alla Casa Bianca del Presidente Trump tra lo stesso Presidente neo eletto degli USA e il Presidente russo Vladimir Putin per parlare della guerra in Ucraina e del territorio ucraino.
Secondo il quotidiano Usa, Trump avrebbe “consigliato a Putin di evitare ulteriori escalation nel quadro della guerra in Ucraina”, sottolineando “la considerevole presenza militare degli Stati Uniti in Europa”.
Ancora, secondo il Washington Post, nella loro telefonata, di cui l’Ucraina sarebbe stata informata, i due Presidenti avrebbero discusso “l’obiettivo della pace nel continente europeo” e il Presidente Trump avrebbe espresso “interesse per ulteriori conversazioni per discutere una rapida risoluzione della guerra in Ucraina”.
Tuttavia, il portavoce del Cremlino, Peskov, nel corso della consueta conferenza stampa, ha smentito che vi sia stata una telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin dopo l’elezione del candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, evidenziando: “Questa notizia è una pura invenzione. Si tratta di informazioni false. Non ci sono ancora piani specifici per i contatti tra Putin e Trump. Continueremo l’operazione militare speciale in Ucraina finché tutti gli obiettivi non saranno raggiunti”.
Inoltre, Peskov rispondendo a una domanda in merito alla possibilità che i leader dei Paesi occidentali convincano l’attuale Presidente degli Stati Uniti, Biden , negli ultimi mesi del suo mandato, a revocare il divieto di attacchi missilistici sul territorio russo, ha detto: “L’uso di qualsiasi tipo di armi fornite dall’Occidente a Kiev non è in grado di cambiare le dinamiche dell’operazione militare speciale”.
Il servizio di intelligence estera russo (Svr), invece, ha fatto sapere che “Secondo le informazioni ottenute dall’Svr, il Dipartimento di Stato americano continua a lavorare su scenari di sostituzione dell’attuale leadership in Ucraina, se necessario. Tra gli altri modi ‘legittimi’ di rimuovere Zelensky, Washington starebbe valutando “la possibilità di indire elezioni presidenziali e parlamentari in Ucraina in mezzo alle continue ostilità con la Russia l’anno prossimo”.
Nel frattempo, il Segretario del Consiglio di sicurezza russo, Sergei Shoigu, si è recato in visita di lavoro in Cina , dove resterà fino al 14 novembre. Al centro dei colloqui in agenda con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, un membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese (Pcc) e il direttore dell’Ufficio della Commissione per gli affari esteri del Comitato centrale del Pcc: questioni di sicurezza strategica internazionale e regionale, cooperazione bilaterale tra Mosca e Pechino, sicurezza pubblica, giustizia e ordine pubblico, lotta all’estremismo, al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera.
Shoigu parteciperà anche all’Airshow China 2024 di Zhuhai, durante il quale il caccia russo di quinta generazione ,Sukhoi Su-57 , verrà esposto per la prima volta all’estero.
Quanto agli alleati di Kiev, domani, il Presidente francese Macron riceverà all’Eliseo il nuovo Segretario generale della Nato , Mark Rutte, per il primo incontro da quando quest’ultimo è entrato alla guida dell’Alleanza Atlantica, sullo sfondo delle elezione di Trump alla Casa Bianca e del possibile disimpegno degli Stati Uniti dall’Alleanza Atlantica e dell’eventuale blocco del sostegno all’ Ucraina. Come riportato dall’Eliseo, il Presidente Macron e il Segretario generale della Nato, Rutte: “Avranno l’opportunità di affrontare insieme le sfide dell’Alleanza, e in particolare il sostegno all’Ucraina. Il Presidente della Repubblica ricorderà il ruolo centrale dell’Organizzazione per la nostra sicurezza collettiva e l’importanza di sviluppare il suo pilastro europeo”.
A tal proposito, la ministra degli Esteri tedesca Baerbock, durante una conferenza della Süddeutsche Zeitung a Berlino, ha chiesto un aumento significativo dei fondi destinati alla difesa e per gli aiuti all’Ucraina, dichiarando: “Il cosiddetto obiettivo del 2% del Pil per la difesa non sarà più sufficiente. Dopo la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, sarebbe un ponte per le relazioni transatlantiche rafforzare ora il pilastro europeo nella Nato. Lo facciamo nel nostro stesso interesse di sicurezza. E’ una fase decisiva nel sostegno all’Ucraina, attaccata dalla Russia. Sono necessari più fondi di bilancio per la difesa dell’Ucraina con i droni, ad esempio. Anche in Europa è necessario rafforzare le capacità, ad esempio per la difesa dello spazio aereo. I compiti dovrebbero essere condivisi e le capacità dei 27 eserciti dell’Ue dovrebbero essere messe in comune”.
Stessa esortazione rivolta ai Paesi dell’Ue a “fare di più per l’Ucraina” è arrivata anche dalla ministra degli Esteri finlandese ,Elina Valtonen, che, presente al Forum per la pace di Parigi, ha chiesto agli europei di fare di più per garantire la vittoria dell’Ucraina sulla Russia: “Possiamo concentrarci soltanto su quello che possiamo influenzare, e questo è certamente il motivo per cui noi europei dobbiamo fare di più per aiutare l’Ucraina. Abbiamo i soldi. Abbiamo la capacità industriale per farlo. Speriamo in altre buone notizie dagli Stati Uniti quest’anno”.
Il ministro della Difesa britannico, John Healey, invece, in un’intervista a Sky News e alla Bbc, riguardo l’elezione di Trump alla Casa Bianca, ha dichiarato : “Il Presidente Trump riconosce che i Paesi ottengono sicurezza con la forza, come succede con la Nato, e mi aspetto che gli Stati Uniti rimangano al fianco di alleati come il Regno Unito, schierati con l’Ucraina per tutto il tempo necessario a sconfiggere l’invasione di Putin. Dobbiamo aspettare e vedere quello che il Presidente Trump veramente proporrà. Non credo che la nuova presidenza Trump volti le spalle alla Nato, riconoscono l’importanza dell’Alleanza, riconoscono l’importanza di evitare un ulteriore conflitto in Europa”.
Da Ankara, il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha rilanciato la proposta di mediazione da parte della Turchia per porre fine al conflitto in Ucraina, affermando: “Con la vittoria di Trump nelle elezioni americano sono aumentate le speranze di mettere fine al conflitto tra Russia e Ucraina. La nostra linea è sempre stata chiara: abbiamo dato la priorità alla diplomazia. Per mesi abbiamo tentato di far sedere allo stesso tavolo tutte le parti del conflitto e in due occasioni, a Istanbul e Antalya, ci siamo riusciti. Siamo stati molto vicini alla pace, ora vogliamo essere i mediatori in un accordo che tenga conto degli interessi di tutte le parti. Siamo pronti ad assumerci la nostra responsabilità “.
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