di Federica Marengo venerdì 4 ottobre 2024
-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nelle ultime 24 ore, infatti, le forze russe hanno colpito la città di Sumy, causando il ferimento di 8 persone, e la città di Kharkiv, dove i bombardamenti hanno causato l’incendio di un palazzo.
Lo Stato maggiore ucraino, poi, ha fatto sapere, nel suo aggiornamento quotidiano, che: “Dall’inizio della giornata, si sono verificati in totale 79 scontri sul fronte, con battaglie ancora in corso in sette settori, le più intense nella zona di Kurakhove, distretto di Pokrovsk”.
Proprio riguardo a Pokrovsk, il capo dell’amministrazione militare della città ,snodo cruciale del Donetsk ,da mesi sotto attacco russo, ha affermato che “L’esercito russo si trova a 7 km dalla periferia della città, e che l’80% delle infrastrutture critiche della città sono danneggiate”.
La Difesa russa, invece, ha fatto sapere che le forze ucraine hanno colpito con droni delle infrastrutture “importanti” di Kherson e un impianto di stoccaggio nella regione di Varonezh, mentre, sempre a causa di un attacco con droni da parte delle forze di Kiev, 7 civili russi sono rimasti feriti nel villaggio di Novaya Tavolzhanka ,nella regione di Belgorod.
Questa mattina, poi, un funzionario del Dipartimento di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia, zona dell’Ucraina controllata dalle truppe russe, è morto in seguito all’esplosione di un ordigno collocato sotto la sua auto a Energodar.
L’attentato è stato rivendicato dall’intelligence militare ucraina (Gur) con un video, ripreso da vari media ucraini, tra cui l’emittente tv pubblica Suspilne. Secondo il Gur, il funzioanrio avrebbe collaborato volontariamente con la Russia, fornendo gli elenchi dei dipendenti della centrale locale con i loro dati personali, indicando i cittadini con una posizione filo-ucraina e, partecipando alla repressione del personale della centrale e ai crimini di guerra contro i civili a Energodar.
La rappresentante legale di Kiev, invece, ha chiesto al Tribunale arbitrale dell’Aia, che sta vagliando un caso di violazione della Convenzione Onu sul Diritto del mare da parte della Russia, di ordinare a Mosca di smantellare il ponte di Crimea o ponte di Kerch, costruito illegalmente, al fine di garantire il passaggio attraverso lo stretto di Kerch in conformità con il diritto internazionale e in conformità con i suoi obblighi Unclos (Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del mare) e per ripristinare il passaggio per le navi di tutti i Paesi , proteggere l’ambiente marino e il patrimonio culturale sottomarino.
Intanto, ieri, il Presidente ucraino, Zelensky, che nella giornata di oggi si è recato in visita alle truppe impegnate nel Kursk, ha incontrato il neo Segretario della Nato, Rutte, in visita a sorpresa a Kiev al quale, nel corso del bilaterale avuto con quest’ultimo, ha chiesto che l’Alleanza Atlantica protegga l’Ucraina come accade in Israele e ha sollecitato l’invio di più armi e il via libera all’uso di quelle a lungo raggio in territorio russo. Inoltre, Zelensky, durante la conferenza stampa congiunta con Rutte ha fatto sapere di aver illustrato al segretario dell’Alleanza Atlantica “il piano per la vittoria” dell’Ucraina sulla Russia e di aver discusso anche della “situazione sul campo di battaglia”.
A tal proposito, la portavoce del Pentagono, Sabrina Singh ha reso noto che il Segretario alla Difesa degli USA, Austin e l’omologo ucraino Umerov hanno discusso in un colloquio telefonico delle priorità difensive dell’Ucraina e che Umerov ha aggiornato Austin in merito alla situazione sul campo e sulle necessità operative delle forze di Kiev.
Il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Matthew Miller, ha fatto sapere che “Il Segretario di Stato Usa Antony Blinken ha parlato con il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, “per confermare il sostegno degli Stati Uniti alla lotta dell’Ucraina contro l’aggressione della Russia” e che “i due hanno discusso l’impegno degli Stati Uniti e dei partner per rafforzare la resilienza del settore energetico ucraino questo inverno e la partecipazione del Presidente Biden e di altri leader ai prossimi incontri dell’Ukraine Defense Contact Group a Ramstein”.
Quanto agli alleati europei di Kiev, una fonte europea, in vista del Consiglio Affari interni del 10 ottobre, ha fatto sapere che: “Non c’è consenso sulla proroga del regime delle sanzioni alla Russia nel Consiglio Ue. Non mi aspetto un progresso nelle prossime due settimane, penso che dovremo tornare su questo problema a novembre e continuare le discussioni su questo punto”.
La medesima fonte dell’Ue, ha spiegato che: “Per poter dare il via libera ai prestiti a Kiev garantiti dai profitti sugli asset russi immobilizzati , gli Usa avevano chiesto di prorogare a 36 mesi il regime di sanzioni Ue alla Russia, al momento prorogato ogni sei mesi. Su questo serve l’unanimità e l’Ungheria si oppone. Il prestito da 35 miliardi da parte dell’Ue dovrebbe comunque essere approvato perché richiede la maggioranza qualificata. Penso che la decisione sarà presa entro la fine di ottobre dai due co-legislatori”.
Sempre in ambito dell’Ue, un alto funzionario europeo, in vista delle prossime riunioni del Consiglio, e dell’Ecofin, che si svolgerà martedì prossimo in Lussemburgo, in merito al prestito all’Ucraina, ha detto : “Sull’assistenza finanziaria Ue all’Ucraina è realistico parlare di una conclusione delle discussioni entro la fine di questo mese. C’è una bozza di regolamento proposta dalla Commissione Ue che riguarda il meccanismo di prestito e l’assistenza macro finanziaria . Questa bozza di regolamento è in discussione al Consiglio ed è in programma che vengano finalizzate le discussioni per raggiungere un accordo la prossima settimana a livello di Consiglio Ue. Si tratta di un file con procedura di codecisione. Anche il Parlamento europeo sta discutendo la propria posizione e nella prossima plenaria di ottobre ci dovrebbero essere votazioni nelle diverse riunioni del Comitato”.
In Italia, al termine del G7 dei ministri e delle ministre dell’Interno, svoltosi a Mirabella Eclano, in Irpinia, sono state rese note le dichiarazioni finali, in cui, in un passaggio, si ribadisce: “l’impegno incrollabile dei nostri leader a sostenere l’Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale all’interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale contro l’aggressione della Russia, per tutto il tempo necessario”.
I ministri e le ministre del G7, poi, condannano : “Ancora una volta , nei termini più forti possibili, la guerra illegale, immotivata e brutale della Russia contro l’Ucraina”, evidenziando che “l’invasione su vasta scala ha causato una crisi umanitaria e generato un gran numero di sfollati dall’Ucraina, internamente, in tutta la regione e nei paesi del G7, creando opportunità per le reti criminali di sfruttare la situazione. L’impegno dei ministri è di affrontare queste minacce criminali lavorando a tutti i livelli. È una priorità proteggere gli ucraini sfollati, garantire la sicurezza delle comunità ospitanti al di fuori dell’Ucraina e affrontare il rischio di sfruttamento e tratta di ucraini in fuga dalla guerra elaborando strategie concrete e azioni efficaci. Continueremo a fornire un forte sostegno all’Ucraina in ogni ambito di nostra competenza, incluso il rispetto dello stato di diritto, la responsabilità per i crimini di guerra commessi dai membri delle forze russe e da altri funzionari governativi, la lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione, la lotta contro il traffico di esseri umani e di armi da fuoco e altre armi leggere e di piccolo calibro, nonché nell’attuazione di sanzioni e nel rafforzamento della resilienza e della gestione delle frontiere dell’Ucraina”.
Infine, i ministri e le ministre dell’Interno del G7 condannano: “tutti i tipi di crimini commessi nel contesto della guerra russa. Non deve esserci impunità per i crimini di guerra e altre atrocità, comprese le uccisioni illegali, la violenza sessuale e la tortura in Russia. In questo contesto, ribadiamo il nostro impegno a garantire che i responsabili rendano conto delle loro azioni secondo il diritto internazionale, anche sostenendo gli sforzi delle autorità ucraine e degli organismi internazionali come la Corte penale internazionale e il Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina presso Eurojust. Condanniamo la deportazione e il trasferimento illegali di civili ucraini, compresi i bambini, in Russia e altrove, e continueremo a seguire con la massima attenzione i progressi delle indagini della Cpi in merito e chiediamo il rimpatrio immediato e sicuro di tutti i bambini, compresi quelli esposti a un rischio elevato di tratta di esseri umani”.
Nel frattempo, a Mosca, il portavoce del Cremlino, Peskov, nella consueta conferenza stampa, ha così risposto a una domanda sulla possibilità di un incontro tra il Presidente degli Stati Uniti, Biden, e il Presidente russo, Putin: “Non ci sono discussioni in corso riguardo a un possibile incontro , poiché al momento non esistono i presupposti necessari per tale incontro, sebbene il Presidente abbia ripetutamente affermato di rimanere aperto a tutti i contatti”.
Dalla Bielorussia, invece, il leader Lukashenko, parlando della ricostruzione dell’Ucraina in un’intervista con l’agenzia BelTa, ha detto: “La Bielorussia vuole coesistere in modo pacifico con l’Ucraina. Non abbiamo bisogno di questa escalation. Non abbiamo intenzione di entrare in guerra con gli ucraini. Le autorità della Bielorussia faranno tutto il possibile per coesistere in modo pacifico. La nostra gente vive lì. Ma ,nel caso di un aumento della presenza militare al confine, la Bielorussia risponderà con la militarizzazione del suo confine. Se il nemico vede che siamo pronti, alla fine non attaccherà – Noi non iniziamo mai un confronto e per questo stiamo facendo tutto il possibile per porre fine a questa situazione in modo pacifico. Volodymyr Zelensky, se c’è da decidere qualcosa, vola a Washington, invece che a Mosca o Minsk. Le autorità ucraine dovrebbero rendersi conto che, prima di tutto, dovranno ricostruire il Paese con l’aiuto dei loro vicini, tra i quali, in primo luogo, i bielorussi”.
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