di Federica Marengo venerdì 20 settembre 2024
-Nella seduta di ieri del Parlamento Ue, svoltasi a Strasburgo, è stata approvata con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni, la risoluzione non vincolante nella quale i deputati hanno chiesto ai Paesi Ue di eliminare le restrizioni che impediscono all’Ucraina di utilizzare i sistemi di armamento occidentali contro obiettivi militari legittimi in Russia.
A tal riguardo, secondo quanto si legge nel comunicato stampa, nella risoluzione si afferma che “senza l’abolizione delle attuali restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali, l’Ucraina non può esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa e rimane esposta ad attacchi contro la popolazione e le infrastrutture”.
Pertanto, il Parlamento sottolinea che “le forniture insufficienti di munizioni e le restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l’impatto degli sforzi compiuti finora e deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all’Ucraina da parte dei Paesi dell’UE. I deputati ribadiscono l’invito agli Stati membri a rispettare l’impegno assunto nel marzo 2023 di consegnare un milione di munizioni all’Ucraina e ad accelerare la consegna di armi, sistemi di difesa aerea e munizioni, compresi i missili Taurus. Ribadiscono inoltre la loro posizione secondo cui tutti i Paesi UE e gli alleati della NATO dovrebbero impegnarsi collettivamente e individualmente a fornire all’Ucraina un sostegno militare annuale non inferiore allo 0,25% del loro PIL”.
Nella medesima risoluzione, poi, “ si chiede agli Stati membri di mantenere ed estendere la politica di sanzioni UE contro la Russia, la Bielorussia e i Paesi e le entità non appartenenti all’UE che forniscono alla Russia tecnologie militari e a doppio uso”, si condanna “il recente trasferimento di missili balistici dall’Iran alla Russia” e si chiede “un rafforzamento delle sanzioni contro Teheran e la Corea del Nord per il loro coinvolgimento nel sostegno alla guerra della Russia contro l’Ucraina”, auspicando “l’aggiunta di un maggior numero di individui ed entità cinesi all’elenco delle sanzioni dell’UE, nonché misure più severe per affrontare sistematicamente la questione dell’elusione delle sanzioni da parte di società con sede nell’UE, di terzi e di Paesi non UE”.
Infine, gli eurodeputati e le eurodeputate, “Pur invitando l’UE e i suoi Stati membri a lavorare attivamente per ottenere il più ampio sostegno internazionale possibile per l’Ucraina e individuare una soluzione pacifica alla guerra” , “affermano che qualsiasi risoluzione del conflitto deve basarsi sul pieno rispetto dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina” , ritenendo inoltre che “la responsabilità per i crimini di guerra russi e i risarcimenti e altri pagamenti da parte di Mosca siano aspetti essenziali di qualsiasi soluzione”. Per questo, “chiedono all’UE e ai partner che condividono la stessa posizione di stabilire un regime giuridico per la confisca dei beni statali russi congelati dall’UE come parte degli sforzi per compensare l’Ucraina per gli ingenti danni subiti”.
I partiti italiani di Maggioranza e di Opposizione, però, si sono allineati nel voto sulla parte della risoluzione (paragrafo 8) relativa all’abolizione delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali da parte di Kiev per colpire in territorio russo, esprimendo in maniera bipartisan contrarietà, sebbene tale paragrafo sia stato approvato dalla maggioranza.
Gli eurodeputati e le eurodeputate delle delegazioni dei partiti di centrodestra (FI, FdI) infatti, hanno votato no (salvo eccezioni singole), così come (salvo eccezioni singole) gli eurodeputati e le eurodeputate delle delegazioni dei partiti di centrosinistra (Pd, Europa Verde, M5S), esprimendosi, quindi, in maniera divergente rispetto ai propri gruppi di riferimento: PPE,Ecr, S&D e Greens). In linea con i gruppi di riferimento, invece, nel centrodestra, solo la Lega (afferente al gruppo dei Patrioti) e nel centrosinistra, M5S e AVS, (afferenti a The Left).
Voto contrario è stato espresso, poi ,da una parte dei socialisti tedeschi, maltesi, bulgari e ungheresi.
Più compatto, invece, il voto finale sul testo complessivo che ribadisce il sostegno all’Ucraina confermato per il centrodestra da FI e FdI (la Lega ha espresso voto contrario) e per il centrosinistra dal Pd ( con l’eccezione di due astensioni). Voto contrario, è stato espresso da Lega e M5S.
Il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, ai microfoni di “Mattino24”, su Radio24 ,ha dichiarato in merito: “Noi vogliamo aiutare l’Ucraina dal punto di vista militare, finanziario, politico, col sostegno infrastrutturale. Ma questo non vuol dire che siamo in guerra con la Russia. Difendiamo l’indipendenza dell’Ucraina, ma non siamo in conflitto con Mosca.
Le armi fornite dall’Italia, non vanno utilizzate in Russia, perché non siamo in guerra con la Russia. L’obiettivo finale è arrivare a una conferenza di pace, alla quale deve partecipare anche la Federazione russa e a una pace che deve essere una pace giusta, in quanto l’Ucraina non deve essere mortificata per la sua indipendenza”.
Intanto, stamane, la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, come annunciato ieri, in conferenza stampa, si è recata a Kiev per incontrare il Presidente ucraino Zelensky e per “parlare del sostegno europeo con l’avvicinarsi dell’inverno”.
La Presidente von der Leyen, nel corso della sua visita ha annunciato su X lo stanziamento da parte della Commissione Ue di un ulteriore prestito di 35 miliardi per Kiev, come parte dell’impegno del G7.
Poi, al termine dell’incontro, durante la conferenza stampa congiunta, il Presidente ucraino Zelensky ha ribadito la richiesta di : sbloccare il Fondo Europeo per la Pace e il Fondo per l’Ucraina, per sostenere le forze armate ucraine al fronte; mettere maggiore pressione sulla Russia e di non dividersi sui pacchetti di sanzioni a Mosca, annunciando che, nel corso dell’incontro con la Presidente della Commissione Ue von der Leyen, è stato concordato di “accelerare le procedure per l’adesione dell’Ucraina all’Ue”.
Infine, sempre Zelensky, dicendosi grato alla Conferenza generale dell’Aiea per aver approvato una risoluzione sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia ,che ribadisce la necessità che l’Ucraina riprenda il pieno controllo dell’impianto e ritiri le truppe e il personale russi dall’impianto, ha affermato che “Kiev organizzerà quest’anno il secondo summit di pace, con il quale metterà un punto a questa pagina di guerra”, dando luogo a una pace “che non è una guerra congelata , ma a una pace affidabile”.
La Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, invece, in merito al processo di ingresso dell’Ucraina in Ue, ha dichiarato in conferenza stampa: “Il nostro obiettivo, con l’accordo degli Stati membri, è di aprire i negoziati sul cluster dei valori fondamentali e poi procedere velocemente con gli altri cluster” .
Quindi, ribadendo il sostegno della Ue all’Ucraina nell’affrontare l’inverno, alla luce dei continui attacchi russi alle infrastrutture energetiche, ha evidenziato: “La Russia ha messo in campo un vergognoso tentativo di far passare l’inverno ucraino al buio. Sono qui per dire agli ucraini che l’Ue vi aiuterà nella sfida energetica, per mantenere la luce accesa, per mantenere la popolazione al caldo, per far sì che la vostra economia cresca” ,annunciando un piano di supporto energetico dell’Ue all’Ucraina, che prevede il mantenimento del collegamento di Kiev alla rete elettrica europea.
Infine, riguardo al prestito da 35 miliardi all’Ucraina annunciato oggi, in parte più alto del previsto per coprire la parte in origine dovuta agli Usa, la Presidente von der Leyen, ha detto: “Noi facciamo la nostra parte e sono certa che altri faranno la loro. La cosa importante era fare in fretta, in modo da dare spazio di bilancio all’Ucraina. Ed è solo giusto che i prestiti siano garantiti dagli asset immobilizzati russi. Finora abbiamo fornito almeno 2 miliardi di euro per la sicurezza energetica dell’Ucraina. Si tratta di 2 miliardi di euro di sostegno finanziario e di donazioni da parte degli Stati membri, ad esempio 10.000 trasformatori e generatori, o un’intera centrale termica lituana, che viene smantellata in Lituania e spedita in Ucraina per essere ricostruita. E altri ancora arriveranno”.
Nel frattempo, a Mosca, il Presidente della Duma (il Parlamento russo), Volodin, commentando l’approvazione da parte del Parlamento Ue del paragrafo 8 della risoluzione sulla “revoca immediata delle restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”, ha avvertito: “Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari. In caso di attacchi ucraini in profondità in Russia, con armi occidentali, la Russia darà una risposta dura usando armi più potenti. Per vostra informazione, il tempo di volo di un missile Sarmat fino a Strasburgo è di 3 minuti e 20 secondi”.
Tutto ciò, mentre il Presidente russo Putin ha visitato una fabbrica di droni a San Pietroburgo, dove ha ispezionato le attrezzature, per poi presiedere una riunione sulla produzione militare durante la quale ha annunciato l’aumento di dieci volte della produzione entro la fine dell’anno, per arrivare a 1,4 milioni di velivoli, rispetto ai 140 mila consegnati alle forze armate nel 2023.
In ultimo, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, ricordando che “Minsk e Mosca sono legate da un patto di sicurezza” e che “in Bielorussia sono schierate armi nucleari tattiche russe”, su un eventuale attacco alla Bielorussia, ha avvertito: “Ogni aggressione contro la Bielorussia porterebbe a conseguenze disastrose, non solo per l’Ucraina, ma anche per i suoi sponsor occidentali”.
Sul fronte dei combattimenti, nelle scorse ore, raid russi hanno colpito Kherson e Odessa, danneggiando le aree portuali.
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