di Federica Marengo mercoledì 18 settembre 2024
-Proseguono i raid russi sull’Ucraina. Nella notte, infatti, le forze di Mosca hanno attaccato le regioni di: Sumy, dove sono state colpite le infrastrutture energetiche; Kharkiv, Cherkasy, Kirovohrad e Zaporizhzhia, dove 2 persone sono rimaste uccise e 5 ferite.
Stamane, invece, esplosioni nella periferia di Kiev hanno fatto scattare l’allerta aerea, attivando la difesa nelle vicinanze della capitale.
Tuttavia, Kiev ha rivendicato la distruzione del deposito militare di Toropec, nella regione di Tver, dove le esplosioni hanno causato un incendio su un’area di 6 kmq e le evacuazioni parziali della popolazione.
Inoltre, come riportato dal sito ucraino Rbc : “Le forze ucraine hanno verosimilmente sfondato una nuova sezione del confine russo nella regione di Kursk. Questa volta a ovest dei territori sotto controllo, in direzione dell’insediamento di Vesele, nel distretto di Glushkiv”.
Infine, il governatore regionale di Smolensk ha fatto sapere che : “Le forze russe di difesa aerea hanno abbattuto sette droni nella regione.
Intanto, nella giornata di domani, il Parlamento Ue voterà sul via libera all’uso delle armi occidentali a lungo raggio da parte di Kiev per colpire il territorio russo. Nel testo finale della risoluzione dell’Eurocamera sull’Ucraina, concordato tra i gruppi e visionato dall’agenzia LaPresse, si legge infatti: “Il Parlamento europeo invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali consegnati all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo, che ostacolano la capacità dell’Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all’autodifesa secondo il diritto pubblico internazionale e lasciano l’Ucraina esposta ad attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture”.
Ciò, mentre l’ex Premier lituano e Commissario designato alla Difesa, Andrius Kubilius, in un’intervista alle agenzie internazionali, tra cui l’Ansa, ha dichiarato: “La Russia costituisce la più grande minaccia alla sicurezza dell’Europa. L’Ue deve essere pronta a qualunque evenienza avendo a disposizione nei nostri depositi abbastanza equipaggiamento militare e sufficiente personale militare pronto per la mobilitazione. Sarò un grande sostenitore dell’opzione dei Defence Bond. D’altronde, von der Leyen ha affermato che servono oltre 500 miliardi per la difesa europea, e io sono d’accordo. Sia gli Stati membri che la Commissione Ue che il Parlamento europeo, dovrebbero esaminare il prima possibile nuovi sistemi di finanziamento alla Difesa perché non possiamo aspettare fino a quando il prossimo QFP sarà operativo. Questo accadrà solo nel 2028 e non possiamo permetterci il lusso di aspettare così tanto. Dovremmo inoltre esaminare ciò di cui parlava l’ex primo ministro italiano Letta nella sua relazione sul mercato unico per utilizzare anche meccanismo europeo di stabilità per poter avere accesso a prestiti più economici da parte degli Stati membri. E, naturalmente, sarà necessario discutere anche con la Banca Europea per gli Investimenti su come modificare il suo mandato per investire molto di più nell’industria europea”.
Per l’Italia, che ha più volte ribadito il suo sostegno all’Ucraina, ma anche il no all’uso da parte di Kiev delle armi inviate per colpire in territorio russo, il ministro della Difesa, Crosetto, nel suo intervento a conclusione di una conferenza ha annunciato che entro fine mese, il nuovo sistema Samp/T sarà consegnato in Ucraina.
Da Mosca, nel frattempo, il portavoce del Cremlino, Peskov è tornato ad avvertire l’Occidente riguardo “al pericolo di prendere sottogamba le recenti dichiarazioni del Presidente Putin sulle conseguenze del via libera a Kiev all’uso delle armi a lungo raggio sul territorio russo”.
Per Putin, infatti, l’uso di armi ad alta precisione a lungo raggio di fabbricazione occidentale, significherebbe “ il coinvolgimento del personale militare dei Paesi dell’alleanza, in quanto solo loro possono effettuare missioni di volo nei sistemi missilistici”.
Dunque, per Putin, il via libera all’uso delle armi occidentali a lungo raggio sul suolo russo “cambierebbe la natura delle operazioni belliche, con un diretto coinvolgimento della Nato e dei Paesi alleati nella guerra in Ucraina, contro una potenza nucleare”.
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