di Federica Marengo mercoledì 21 agosto 2024
-Prosegue l’offensiva ucraina in territorio russo. Nella nottata, infatti, una serie di droni sono stati lanciati dalle forze di Kiev su sei regioni della Russia, tra le quali : Bryansk e Belgorod e in direzione di Mosca.
A tal riguardo, la Difesa russa, ha fatto sapere di aver abbattuto 46 droni , di cui 11 diretti verso la regione della capitale. Inoltre, come reso noto dall’ente di controllo dell’aviazione Rosaviatsia, dopo il suddetto attacco ucraino, sono state imposte restrizioni temporanee in tre scali aeroportuali di Mosca: Vnukovo, Domodedovo e Zhukovsky, poi riaperti in mattinata.
Tuttavia, l’agenzia Tass ha reso noto che: “Le autorità russe hanno chiuso ai voli gli aeroporti delle città nord-occidentali di Murmansk (sede di una base aerea militare) e Apatity e hanno limitato l’uso dello spazio aereo sopra queste città. Più tardi, però, tali restrizioni sono state revocate.
Intanto, lo Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine ha rivendicato che le forze di difesa ucraine hanno colpito il sistema di difesa aerea russo S-300 nei pressi di Novoshakhtinsk, nella regione russa di Rostov , mentre le forze speciali ucraine hanno confermato che “le forze di Kiev stanno utilizzando razzi di fabbricazione statunitense per distruggere pontili e attrezzature ingegneristiche nella regione russa di Kursk”.
Sempre nella nottata di ieri, l’Aeronautica militare ucraina ha reso noto di aver abbattuto o messo fuori combattimento elettronicamente: 66 tra missili e droni lanciati da Mosca sull’Ucraina. Sotto assedio russo, poi le regioni di Sumy, da cui sono state evacuate 45 mila persone , la regione di Donetsk, dove 2 persone sono state uccise a seguito di un bombardamento mattutino e la regione del Donbass, dove le forze russe hanno conquistato un’altra località in direzione della regione chiave di Pokrovsk.
L’agenzia Ria Novosti e media come Baza e Readovka, poi, hanno reso noto che “Telegram, Whatsapp e Meta, sono fortemente rallentate oggi in Russia”, rallentamento causato, secondo Mosca, da un attacco DDoS (distributed denial-of-service), di cui non ha indicato responsabili. Il servizio , però, ha riferito che “l’attacco è stato respinto” e che “le reti di messaggistica avrebbero ripreso a funzionare normalmente”. Colpiti , secondo quanto riportato dai media russi, anche altri siti, tra cui Wikipedia, Skype e la piattaforma di social media Discord.
Tutto ciò, mentre quest’oggi, il Parlamento ucraino ha votato per consentire a Kiev di aderire alla Corte penale internazionale (CPI), al fine di “punire la Russia per i crimini di guerra commessi in Ucraina, e rafforzare l’isolamento della Russia”.
In merito, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba ha scritto su X: “Oggi, il Parlamento ucraino ha ratificato lo Statuto di Roma. L’Ucraina è diventata il 125° membro della Corte penale internazionale. È stato un lungo viaggio pieno di sfide, miti e paure. Nessuno di essi era vero. E oggi finalmente ci siamo, grazie alla leadership del Presidente Zelensky, ad anni di lavoro sistematico da parte del ministero degli Esteri e di altre istituzioni, e alla volontà dei parlamentari ucraini. Compiendo questo passo, l’Ucraina dimostra il suo incrollabile impegno a rafforzare la giustizia internazionale. L’Ucraina ha già collaborato efficacemente con la Corte penale internazionale per garantire una responsabilità completa per tutte le atrocità russe commesse nel corso dell’aggressione russa. Con la ratifica dello Statuto di Roma, l’Ucraina ha compiuto un altro passo significativo verso l’adesione all’Ue”.
Venerdì, invece, il Presidente ucraino Zelensky incontrerà a Kiev il Premier indiano Narendra Modi, alla sua prima visita in Ucraina dall’inizio del mandato, con cui discuterà “delle prospettive sulla risoluzione pacifica dell’attuale conflitto”, e “dell’approfondimento dell’amicizia tra India e Ucraina”. Modi, che ha affermato di sperare “ in un rapido ritorno della pace e della stabilità in Ucraina”, aveva ricevuto dure critiche per essersi recato a Mosca nel luglio scorso e per aver abbracciato il Presidente Putin e dovrà dunque risolvere tali tensioni.
Sul fronte russo, invece, il Presidente Putin è arrivato ieri sera in Cecenia, Repubblica russa del Caucaso governata dal suo alleato Ramzan Kadyrov, dove non si recava dal 2011, per una breve visita, al termine della quale, fatto ritorno a Mosca, ha incontrato al Cremlino il Premier cinese Li Qiang, tramite cui ha invitato il Presidente Xi Jinping a partecipare al prossimo vertice dei Paesi Brics, in programma a ottobre a Kazan, in Russia.
Secondo l’agenzia russa Interfax, Putin a margine del colloquio, ha affermato: “Pechino e Mosca hanno sviluppato piani congiunti di vasta portata e preparato il terreno per progetti economici e umanitari auspicabilmente per molti anni a venire”.
Prima dell’incontro con il Presidente Putin, il Premier cinese Li Qiang, che sarà in Russia per tre giorni, ha avuto un bilaterale con l’omologo russo, Mikhail Mishustin, con il quale ha discusso dello sviluppo dei legami bilaterali e della cooperazione commerciale, culturale e commerciale tra Cina e Russia , per poi firmare una serie di documenti intergovernativi e interdipartimentali.
A tal riguardo, il Premier russo Mishoustin ha dichiarato: “Il nostro partenariato globale e la nostra cooperazione strategica sono particolarmente importanti in una situazione in cui i nuovi contorni dell’ordine mondiale stanno prendendo forma. In queste condizioni, il legame tra Russia e Cina è un potente fattore di stabilizzazione”,
La portavoce del ministero degli Esteri russo ,Zakaharova, tornando sull’offensiva ucraina a Kursk, ha evidenziato: “L’attacco delle forze armate ucraine alla regione di Kursk annulla ogni possibilità di negoziati di pace con l’Ucraina”, riecheggiata dal Vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione, Medvedev, che ha detto: “Dopo l’attacco dell’Ucraina alla regione di Kursk, la Russia non condurrà alcun negoziato con Kiev finché il nemico non sarà completamente sconfitto”.
In merito all’offensiva di Kiev su Kursk, l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell ha scritto in un post su X: “L’offensiva ucraina sul Kursk è un duro colpo per la narrazione del presidente russo Putin. L’abolizione delle restrizioni sull’uso delle capacità contro le forze armate russe coinvolte nell’aggressione contro l’Ucraina, in conformità con il diritto internazionale, avrebbe diversi effetti importanti. La rimozione delle restrizioni rafforzerebbe l’autodifesa ucraina ponendo fine all’impunità della Russia per gli attacchi e i bombardamenti delle città e delle infrastrutture ucraine, salverebbe vite umane e ridurrebbe la distruzione in Ucraina e infine contribuirebbe a far progredire gli sforzi di pace. Come ho comunicato al ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, l’Ue sostiene pienamente la lotta dell’Ucraina contro l’aggressione russa: sono ansioso d’incontrarlo a Bruxelles e di discutere con i ministri degli Esteri e della Difesa dell’Ue la prossima settimana, per progredire nel nostro sostegno a Kiev”.
Restando a Kursk, il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA),Grossi ha confermato di essere pronto a visitare la locale centrale nucleare alla fine di agosto.
Riguardo alla questione del gasdotto Nord Stream, che riforniva di gas russo la Germania prima di saltare in aria all’inizio della guerra in Ucraina, secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa russe, “il Vice-ambasciatore russo presso le Nazioni unite, Dmitry Polyansky solleverà la questione della sua distruzione di fronte al Consiglio di sicurezza Onu, chiedendo che la Germania condivida gli esiti della sua indagine con lo stesso Consiglio e non solo”.
Infine, proprio al Consiglio di Sicurezza dell’Onu , Mali, Burkina Faso e Niger, tre regimi militari tra loro alleati, in una lettera aperta, hanno chiesto di “prendere misure appropriate contro l’Ucraina”, accusandola di “sostenere i gruppi ribelli nel nord del Mali”.
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