di Federica Marengo sabato 8 giugno 2024
-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Colpite nelle ultime 24 ore, le regioni di Sumy, a Nord-Est e di Nikopol a Sud-Est, dove, secondo quanto reso noto dall’Amministrazione militare, una persona è rimasta uccisa e sono state danneggiate un’infrastruttura, un edificio amministrativo e alcune abitazioni.
Bombardamenti russi si sono registrati anche a Kharkiv, dove una persona è rimasta uccisa e un’altra ferita, in un raid sull’insediamento di Khotomlya. Tuttavia, il portavoce del Gruppo di Forze Operative e Strategiche “Khortytsia”, Nazar Voloshyn, ha fatto sapere alla tv ucraina, che “Le forze di difesa ucraine controllano la maggior parte di Vovchansk, che si trova nel Nord della regione. Il resto della città è sotto il controllo del fuoco dell’esercito ucraino”, seguito dal capo dell’Amministrazione statale regionale di Kharkiv, Oleh Syniehubov, citato dall’agenzia statale Ukrinform, che ha spiegato, che l’avanzata delle forze russe verso Vovchansk è stata respinta: “Nella regione di Kharkiv, i russi hanno ridotto la loro attività, ma continuano a raggrupparsi e a tentare di spostarsi più in profondità nella regione. A Vovchansk, ci sono combattimenti. Sinkivka e Andriivka sono sotto costante assalto. Anche i bombardamenti non si fermano”.
Sul fronte russo, la Difesa ha reso noto che 28 persone sono rimaste uccise in Donbass per gli attacchi ucraini e 27 per gli attacchi su Luhansk e Kherson. Droni ucraini, sono stati poi abbattuti sull’Ossezia settentrionale, in Alania, a 900 chilometri dalla zona di guerra, dove si trova la base russa da cui decollano i jet per gli attacchi aerei.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky ha incontrato a Parigi, dove si è recato per partecipare alle celebrazioni per l’80° sbarco in Normandia, il Presidente USA Biden che ha ribadito il sostegno a Kiev e ha paragonato la lotta in difesa della democrazia e la resistenza contro l’aggressione del Presidente russo Putin alla lotta contro Hitler.
Il Presidente USA Biden, poi, nell’ambito della sua visita di Stato in Francia, ha avuto un pranzo di lavoro all’Eliseo con il Presidente francese Macron, nel quale i due leader hanno parlato della guerra in Ucraina e in Medio Oriente. A seguire, sono state rilasciate brevi dichiarazioni, a partire da un commento sulla notizia della liberazione da parte di una cellula speciale dell’Esercito di Tel Aviv di 4 ostaggi israeliani, riguardo cui, il Presidente Macron ha dichiarato: “Ci rallegriamo per la liberazione dei quattro ostaggi israeliani”, stigmatizzando la “strategia di escalation a tutto campo” dell’Iran, e promettendo di “esercitare pressioni necessarie per arrestare questa tendenza”, seguito dal Presidente USA Biden che ha detto: “Non ci fermeremo, finché tutti gli ostaggi non torneranno a casa e sarà raggiunto il cessate il fuoco”.
In merito alla guerra in Ucraina, invece, il Presidente Macron ha ringraziato il Presidente Biden per “l’impegno degli Stati Uniti in un conflitto in cui sono in gioco la sicurezza e la stabilità della nostra Europa. La nostra opinione è la stessa, quella del rispetto del diritto internazionale, della libertà dei popoli a disporre di se stessi. Sulle guerre di oggi, sulle grandi questioni internazionali così come sulle relazioni bilaterali, noi abbiamo a cuore, con il Presidente Biden, di portare avanti una tabella di marcia comune. Una tabella di marcia, che è la fiducia nel progresso, fiducia negli investimenti, nella ripresa, nell’innovazione, nella creazione di posti di lavoro negli Stati Uniti e in Europa per i nostri lavoratori, in un impegno per la decarbonizzazione delle nostre economie e per costruire la pace, senza ingenuità, cioè stando al fianco di chi resiste. Senza ingenuità, cioè cercando accordi, anche quelli più impegnativi”, mentre il numero uno della Casa Bianca ha sottolineato: “Tutta l’Europa è minacciata dalla Russia, la posta in gioco è altissima. Putin non si fermerà all’Ucraina”.
In chiusura , poi, Macron ha affermato: “I nostri due Paesi continueranno ad agire per rispondere alle sfide del nostro tempo”.
Restando negli USA, il New York Times ha riportato la notizia che un direttore senior del Consiglio di sicurezza nazionale, avrebbe detto che: “ Gli Stati Uniti potrebbero essere costretti ad espandere il proprio arsenale atomico, se la strategia nucleare di Cina e Russia non cambierà e ,se il Presidente prenderà questa decisione”.
A tal proposito, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova al Forum economico internazionale di San Pietroburgo ha dichiarato: “La Russia manterrà aperte le linee di dialogo con le potenze nucleari, ma risponderà di conseguenza se gli Stati Uniti dispiegheranno più armi nucleari strategiche. Non abbiamo interrotto il dialogo con nessuno. Non abbiamo tagliato i rapporti. Tra l’altro, non abbiamo tagliato i legami energetici. Non abbiamo interrotto le piattaforme di dialogo. Abbiamo sempre dichiarato che anche nelle situazioni più difficili c’è spazio per il dialogo… Pertanto, non ha senso chiamarci al dialogo, non lo abbiamo mai rifiutato”.
Proprio nell’ambito dello stesso forum, il Presidente russo Putin , escludendo l’uso dell’arma nucleare, ha detto: “La bomba atomica permetterebbe alla Russia di vincere più velocemente la guerra in Ucraina, “ma la salute dei soldati russi è più importante. E’ possibile raggiungere gli obiettivi che abbiamo di fronte più velocemente? Lo è, ma con perdite che sarebbero direttamente proporzionate. Ed essendo consapevole della mia responsabilità, sto ancora lavorando sulla premessa del nostro Stato Maggiore e del nostro ministero della Difesa: la velocità è importante, ma avere a cuore la vita e la salute dei nostri ragazzi che combattono al fronte è molto più importante. Quando vediamo qual è il carattere russo, qual è il carattere di un cittadino russo, lo capiamo e su questo contiamo; non abbiamo bisogno delle armi nucleari per la vittoria finale. Non ritengo che sussistano le ragioni per l’uso delle armi nucleari, come previsto dalla dottrina nucleare, ma non esclude che si possano introdurre modifiche al documento. Abbiamo una dottrina nucleare. Lì è scritto tutto. Le armi nucleari potrebbero essere utilizzate in casi eccezionali, in caso di minaccia alla sovranità e all’integrità territoriale del Paese. Non credo che si questo il caso e quindi non ce n’è bisogno. Ma questa dottrina è uno strumento vivo, e noi osserviamo attentamente ciò che accade nel mondo, intorno a noi, e non escludiamo di introdurre alcuni cambiamenti a questa dottrina”.
A Kiev, invece, il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, in un’intervista a Ukrinform, in merito alla Conferenza di pace che si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno, ha evidenziato: “L’isteria regna a Mosca riguardo al summit per la pace in Ucraina che si terrà il 15 e il 16 giugno in Svizzera perché è in gioco il mito russo di dividere il mondo in Europa, America e resto del pianeta. Siamo soddisfatti dell’atmosfera isterica che prevale a Mosca a causa del vertice di pace. Lo vediamo nelle loro azioni e nei tentativi di impedire lo svolgimento del vertice. Capiscono che la posta in gioco è il mito russo di dividere il mondo tra Europa e America, che sostengono l’Ucraina, e il resto del mondo, che sostiene la Russia. L’Ucraina, insieme ai suoi alleati, sconfiggerà la Russia e che la maggior parte del mondo sostiene la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale. Nessuno vuole vivere in un mondo in cui agli aggressori è permesso attaccare i propri vicini, commettere atrocità e impossessarsi di pezzi di territorio altrui. Il vertice per la pace registrerà chiaramente questo fatto, rafforzando così la posizione dell’Ucraina e compiendo un passo importante verso il ripristino di una giusta pace per il nostro Paese”.
Infine, Kuleba ha lanciato un appello agli alleati occidentali, riguardo l’uso degli asset russi oltre che dei profitti: “ Esistono le basi giuridiche internazionali per utilizzare non solo i profitti degli asset russi congelati, ma anche gli asset stessi a favore dell’Ucraina. Prima o poi i partner di Kiev dovranno prendere una decisione in questo senso. Comprendiamo le preoccupazioni dei nostri partner riguardo alle conseguenze di questo passo. Ma crediamo che ci siano tutte le basi legali internazionali per utilizzare non solo i profitti ma anche gli stessi beni nell’interesse dell’Ucraina. Il diritto internazionale li definisce abbastanza chiaramente”.
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