di Federica Marengo lunedì 27 maggio 2024
-Proseguono gli attacchi russi sulla regione Nord-orientale del Paese. Dopo il raid su un ipermercato di Kharkiv, che nel fine settimana ha causato almeno 18 morti e 48 feriti, nelle ultime 24h le forze di Mosca, hanno colpito con oltre 2000 raid la regione di Donetsk con bombe teleguidate, lanciarazzi multipli e artiglieria.
Tuttavia, mentre Mosca ha annunciato la conquista di altri due villaggi sia nel Donetsk che a Kharkiv, la Difesa ucraina ha fatto sapere di aver colpito più volte in profondità il territorio russo: un drone di Kiev, infatti, volando sulla Russia per 1.800 chilometri, ha colpito una stazione radar di rilevamento di bersagli a lungo raggio Voronezh M situata nella città di Orsk, nella regione russa di Orenburg.
Infine, sotto attacco russo anche Snihurivka, nella regione meridionale di Mykolaiv, dove, in un raid su un autolavaggio, almeno 3 persone sono rimaste uccise e 6 ferite.
Intanto, mentre il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, intervenuto in videocollegamento al Consiglio degli Affari Esteri di Bruxelles, si è appellato agli omologhi europei, ribadendo la necessità di “un intervento rapido e di forte sostegno militare a Kiev”, il Presidente ucraino Zelensky, si è recato in visita ufficiale a Madrid, in Spagna, dove è stato accolto, insieme con la sua delegazione, dal re Felipe VI.e dalla regina Letizia.
Qui, presso la Moncloa, sede del Governo spagnolo, ha incontrato il Premier Sanchez con cui ha firmato un accordo bilaterale di sicurezza e un’intesa per un pacchetto di aiuti militari del valore di oltre 1 miliardo, che include missili di difesa aerea Patriot.
Restando in ambito europeo, tensioni si sono registrate al Consiglio Affari Esteri, tra l’Ungheria e gli altri Paesi dell’Unione per via del veto posto da Budapest sia sul 14° pacchetto di sanzioni alla Russia sia allo stanziamento di 5 miliardi di euro in aiuti militari all’Ucraina del fondo di assistenza dell’European Peace Facility.
L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, infatti, ha dichiarato al termine del Consiglio : “È stato un dibattito intenso e caldo. Ci sono degli ostacoli all’unanimità necessaria per la fornitura di aiuti militari all’Ucraina. Non possiamo permettere che queste decisioni siano in ostaggio per cose che non c’entrano nulla. L’Ucraina ha bisogno di armi oggi, non l’anno prossimo. Spero che questo si possa risolvere nella prossima riunione degli ambasciatori”.
A margine del summit, tale decisione è stata così commentata dal ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjárt: “L’Ungheria non voterà a favore del pacchetto perché “nella sua forma attuale è assolutamente contrario agli interessi economici dell’Ungheria” e “metterebbe a rischio la sicurezza dell’approvvigionamento energetico del paese”. Le misure restrittive proposte contengono elementi che rallenterebbero gli investimenti nella centrale nucleare di Paks e che potrebbero essere fatali per l’agricoltura e l’industria alimentare ungherese”.
Inoltre, l’Ungheria si è detta contraria all’ipotesi di invio di personale militare a difesa di Kiev, sottolineando: “Non permetteremo che i giovani ungheresi siano mandati in guerra, perché questa non è la nostra guerra, giù le mani dai giovani ungheresi. La perdita di vite umane in Ucraina sta diventando sempre più insopportabile, agli uomini ucraini non è permesso lasciare l’Ucraina e ora si vogliono arruolare giovani europei nella guerra”.
A tal proposito, in merito al tema “armi”, continua il dibattito innescato dalle dichiarazioni del Segretario generale della Nato, Stoltenberg all’Economist riguardo la possibilità per Kiev di usare le armi occidentali per colpire il territorio russo.
Non favorevoli a tale eventualità ventilata da Stoltenberg , Paesi come la Spagna e l’Italia, dove il no ha compattato sia la Maggioranza di centrodestra che l’Opposizione di centrosinistra, pur ribadendo il sostegno all’Ucraina.
Il Presidente francese Macron , al termine dei colloqui con il suo omologo tedesco, Frank-Walter Steinmeier, a Berlino, ribadendo l’impegno nel difendere l’Ucraina “quanto a lungo sarà necessario e con l’intensità che sarà necessaria”, ha dichiarato che: “Francia e Germania esamineranno tutti gli scenari di pace per l’Ucraina e il sostegno a Kiev in una prossima riunione del Consiglio di difesa e sicurezza franco-tedesco. Nella prossima riunione congiunta del Consiglio di difesa e sicurezza discuteremo dell’ulteriore assistenza all’Ucraina per la sua resistenza, il suo armamento, per il sostegno, la formazione, nonché per la preparazione per qualsiasi scenario per la costruzione di una pace duratura, in altre parole, una pace basata sul rispetto del diritto internazionale. Oggi essere dalla parte della pace significa dare potere alla legge”.
Ciò, mentre il comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina, Oleksandr Syrskyi, ha reso noto su Telegram: “Insieme al Ministro della Difesa Rustem Umerov, abbiamo avuto un incontro video con il Ministro delle Forze Armate della Repubblica francese Sébastien Lecornu. Accolgo con favore l’iniziativa della Francia di inviare istruttori in Ucraina per addestrare i militari ucraini. Ho già firmato i documenti che permetteranno ai primi istruttori francesi di visitare i nostri centri di addestramento e di familiarizzare con le infrastrutture e il personale. Credo che la determinazione della Francia incoraggerà altri partner ad aderire a questo ambizioso progetto. Ho ringraziato il Ministro per l’amichevole sostegno del popolo francese e per l’assistenza militare ed economica fornita all’Ucraina per respingere l’aggressione militare russa”.
Da Mosca, che ha già espresso la sua irritazione per le dichiarazioni del Segretario della Nato, Stoltenberg tramite la portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha sottolineato: “Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha oltrepassato i suoi poteri”, seguito dal portavoce del Cremlino, Peskov, che in un’intervista al giornale Izvestia, ripresa dalla Tass, ha dichiarato: “La Nato è direttamente coinvolta nel conflitto in Ucraina, e sta aumentando il livello dell’escalation. La Nato sta flirtando con la retorica militare e cadendo in un’estasi militare e le nostre forze armate sanno cosa fare, e continuano l’operazione militare speciale per prevenire tutte le minacce”.
Il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, Medvedev, invece, ha avvertito: “Sarà guerra mondiale ,se gli Stati Uniti attaccano obiettivi russi”.
Il Segretario generale della Nato Stoltenberg, però, tornando sulle sue dichiarazioni all’Economist, nel corso di una conferenza stampa a Sofia, ha spiegato: “Spetta agli Alleati decidere sulle restrizioni all’uso delle armi consegnate all’Ucraina. Questa, non è una decisione della Nato, è una decisione presa dai singoli alleati. Il mio messaggio è che penso che sia giunto il momento di considerare alcune delle restrizioni all’uso delle armi da parte di Kiev, perché l’Ucraina ha diritto all’autodifesa e, secondo il diritto internazionale, questo include il diritto di colpire obiettivi militari legittimi al di fuori dell’Ucraina. E questo lo vediamo chiaramente nella battaglia di Kharkiv, perché le forze russe sono su territorio russo e attaccano oltreconfine, in territorio ucraino. La linea del fronte corrispondente più o meno alla linea di confine. E se non puoi attaccare le forze russe dall’altra parte del confine vuol dire che riduci l’abilità delle forze ucraine di difendersi. Perché i russi possono colpire senza ricevere contrattacchi. Insomma, l’Ucraina ha le mani legate a causa delle restrizioni all’uso delle armi fornite dall’Occidente. Quando questa guerra è cominciata, nel febbraio 2022, buona parte degli esperti temeva che la Russia avrebbe preso il controllo dell’Ucraina nel giro di settimane. Ciò non è successo. Gli ucraini sono stati in grado di liberare quasi il 50% dei territori occupati dalla Russia. E sono stati in grado di infliggere pesanti perdite agli invasori russo. Detto ciò, dobbiamo fare di più. Perché la realtà è che quello che abbiamo fatto finora non è sufficiente e vediamo alcuni gap nella fornitura di sostegno. Per questo chiedo a tutti gli alleati di fare di più. Le decisioni volte a rafforzare il ruolo della Nato nel sostenere l’Ucraina, che sono all’ordine del giorno del vertice di Washington a luglio, sono dettate dalla necessità di prepararsi per un lungo conflitto. Dobbiamo essere preparati per una lunga guerra, e quindi dobbiamo avere le istituzioni, i meccanismi in atto, compreso l’impegno finanziario a lungo termine e un forte ruolo della Nato, seppure non vediamo alcuna minaccia imminente di attacchi armati contro nessun alleato della Nato. Ovviamente, con la guerra in Ucraina e l’instabilità nel Baltico è stato necessario aumentare la nostra vigilanza e la nostra presenza, sia in terra che in aria, per assicurare di essere pronti a reagire in caso di bisogno. Quello che facciamo in Ucraina non rende la Nato parte del conflitto. Essenzialmente la Nato ha due obiettivi: uno è sostenere l’Ucraina e l’altro è prevenire l’escalation del conflitto oltre l’Ucraina. Non vogliamo un conflitto a larga scala tra la Russia e la Nato. La Nato non cerca il conflitto con la Russia, non abbiamo piani di dispiegare truppe Nato in Ucraina o inviare capacità aeree nello spazio aereo ucraino”.
Nel frattempo, la Polonia ha reso noti i dettagli del programma “Scudo orientale”, del valore di 10 miliardi, per rafforzare le difese lungo il confine orientale con Bielorussia e Russia, affermando di “sperare di completare i piani entro il 2028”. Inoltre, il ministro degli Esteri di Varsavia, Radoslaw Sikorski, in risposta a quella che ha definito “la guerra ibrida di Mosca”, a margine del Consiglio Affari Esteri, ha annunciato che: “Varsavia limiterà i viaggi dei diplomatici russi in Polonia. La Polonia limiterà il movimento dei diplomatici russi. Ho appena annunciato una decisione polacca in relazione alla partecipazione della Russia alla guerra ibrida contro l’Unione europea, compresa la Polonia: si tratta di una restrizione alla circolazione dei diplomatici russi nel nostro Paese”.
Un annuncio, quello della Polonia, cui ha così ribattuto, secondo l’agenzia Tass, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova: “La Russia risponderà alle restrizioni imposte ai movimenti dei suoi diplomatici in Polonia con decisioni che faranno dispiacere molto le autorità russofobe di Varsavia”.
In ultimo, se dalla Cina e dal portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning, in risposta all’ appello lanciato dal Presidente ucraino Zelensky al Presidente USA Biden e al Presidente cinese Xi Jinping a partecipare alla Conferenza di pace che si terrà il 15 e 16 giugno in Svizzera, è arrivata una risposta positiva, ma sottolineando che la Conferenza dovrà essere riconosciuta sia da Kiev che da Mosca, lo stesso Zelensky, in un punto stampa a Madrid, ha replicato: Al momento non vediamo la possibilità che la Russia partecipi, perché la Russia ha intenzione di congelare tutto il fronte, questo è chiaro. Vuole distruggere l’Ucraina, vuole distruggere noi”.
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