di Federica Marengo martedì 19 marzo 2024
-All’indomani delle elezioni presidenziali russe, fa ancora discutere in Europa e, a livello internazionale, la rielezione di Putin con l’87,28% dei voti, a detta di Mosca, il risultato più alto nella storia del Paese.
Infatti, se Cina, India, Cuba, Corea del Nord e i leader di Siria, Autorità Nazionale Palestinese , Hamas e Qatar si sono congratulati con il riconfermato presidente, la UE e i suoi leader non hanno riconosciuto i risultati delle elezioni, in quanto in Russia “non vi sono le condizioni per un’elezione libera, pluralista e democratica”, mentre il Consigliere per la sicurezza USA, Sullivan ha dichiarato che:” Le elezioni in Russia non sono state né libere ne’ giuste, ma la realtà è che Putin è il presidente e dobbiamo fare i conti con questa realtà”.
Anche in Italia, l’esito di tali elezioni è stato commentato dalle forze politiche, con il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini, che ,a margine di un convegno sul trasporto pubblico locale a Milano, ha detto: “In Russia hanno votato, ne prendiamo atto. Quando un popolo vota ha sempre sempre ragione, le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l’anno della pace. Mi preoccupa che qualche leader europeo parli , come se fosse naturale , di esercito, di guerre, di militari da mandare a combattere perché la terza guerra mondiale è l’ultima cosa che voglio lasciare in eredità ai miei figli, mi riferisco evidentemente a Macron. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l’anno della pace”.
A seguire, la Lega ha precisato in una nota: “In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra ed il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c’è niente da festeggiare”.
L’altro Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, invece, ha sottolineato: “Le elezioni sono state caratterizzate da pressioni forti e anche violente. Navalny è stato escluso da queste elezioni con un omicidio, abbiamo visto le immagini dei soldati nelle urne, non mi sembra che sia un’elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi”.
Poi, Tajani, tornando sulla questione, in un’intervista a Radio24, ha ribadito: “Il sostegno a Kiev non è mai stato in discussione. Non lo è mai stato, noi siamo in prima linea per sostenere indipendenza e libertà di un Paese che è stato attaccato dalla Federazione russa. Lo abbiamo ribadito anche ieri nel Consiglio affari esteri a Bruxelles”.
Netta al riguardo , anche la premier Meloni, che, in un’intervista alla trasmissione di Rai Tre, Agorà, ha detto: “La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell’unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo. Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa”.
Questo pomeriggio, poi , nel corso delle sue Comunicazioni al Senato, in vista del Consiglio UE del 21 e del 22 marzo, la presidente del Consiglio, a proposito della guerra in Ucraina, ha detto: “Ribadiamo la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino. Non intendiamo in alcun modo prendere in considerazione l’invio di truppe in Ucraina, un’ipotesi che consideriamo foriera di un’escalation pericolosa da evitare a ogni costo. Non si tratta dell’impegno a fornire armi, ma di un’intesa che riguarda una cooperazione a 360 gradi, come è naturale che avvenga con uno stato che ha avviato il processo di ingresso nell’Unione europea. Il decesso di Nalvalny il suo nome come simbolo del sacrificio per libertà non sarà dimenticato. L’Italia saluta con favore l’ingresso della Svezia e della Finlandia nella Nato e condanna ogni atteggiamento aggressivo della Russia verso questi Paesi amici così come nei confronti dei paesi baltici. Come ci si può sedere al tavolo delle trattative con chi non ha mai rispettato gli accordi?”.
E un’ulteriore conferma del no da parte dell’Italia all’invio di truppe in Ucraina, è arrivata dal ministro della Difesa Crosetto che , intervenendo davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa Camera e la Commissione Esteri e Difesa Senato, sulle missioni internazionali, ha affermato: “Escludo un impegno diretto nel conflitto tra Russia e Ucraina che genererebbe una escalation incontrollata. Agli aiuti deve essere poi affiancata una forte azione diplomatica per evitare il rischio che l’Ucraina cessi di esistere come nazione indipendente, difendendo la nostra pace e la nostra stabilità, evitando che Mosca arrivi ai confini dell’Europa”.
Intanto, mentre il Consiglio Ue ,tramite nota, ha fatto sapere di voler aumentare il massimale finanziario del Fondo europeo per la pace (EPF) di 5 miliardi di euro a prezzi correnti e di destinare questa integrazione all’Ucraina, istituendo un apposito Fondo di assistenza all’Ucraina (UAF) all’interno dell’EPF, proprio il presidente dell’organo decisionale UE, Michel, in un’intervista rilasciata ai quotidiani internazionali, tra cui La Stampa, ha dichiarato: “Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra. A due anni dall’inizio della guerra è ormai chiaro che la Russia non si fermerà in Ucraina, così come non si è fermata 10 anni fa in Crimea. La Russia rappresenta una seria minaccia militare per il nostro continente europeo e per la sicurezza globale. Se la risposta dell’Ue non sarà adeguata e se non forniamo all’Ucraina sostegno sufficiente per fermare la Russia, saremo i prossimi. Dobbiamo quindi essere pronti a difenderci e passare a una modalità di economia di guerra. E’ giunto il momento di assumerci la responsabilità della nostra propria sicurezza. Non possiamo più contare sugli altri o essere in balia dei cicli elettorali negli Stati Uniti o altrove. Dobbiamo rafforzare la nostra capacità, sia per l’Ucraina che per l’Europa, di difendere il mondo democratico. Un’Europa più forte contribuirà anche a rafforzare l’alleanza Nato e potenzierà la nostra difesa collettiva”.
A tal proposito, l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Borrell, nel corso di un incontro con i cronisti, ha esortato: “Domani presenterò al Consiglio la mia proposta sull’uso degli extraprofitti russi. E agli Stati membri chiederò di inviare i fondi per il 90% all’Epf, per comprare armi per l’Ucraina, e il 10% al budget Ue, per rafforzare la capacità produttiva dell’Ucraina. Ieri, al Consiglio Esteri, alcuni avevano ancora delle remore sulla fattibilità legale. Ne abbiamo parlato per mesi. Ora basta, decidete, sì o no. Le stime sono di 3 miliardi l’anno. Certo, i russi non saranno felici”.
Il commissario europeo agli Affari Economici, Gentiloni, in un’intervista a Bloomberg, in merito alla questione degli asset russi, ha evidenziato : “Dobbiamo rafforzare il nostro sostegno economico” all’Ucraina. “Uno dei modi è quello di utilizzare i proventi di questi beni russi che si trovano in Europa, più o meno 250 miliardi di euro di beni russi congelati si trovano nell’Unione. E gli incassi si aggirano sui 3-3,5 miliardi l’anno. Abbiamo già separato i proventi dal patrimonio. Nei prossimi giorni presenteremo una proposta al Consiglio europeo per utilizzare questi proventi per sostenere l’Ucraina. In questi giorni stiamo fornendo la prima tranche del nostro finanziamento ponte, che sarà di 4,5 miliardi di euro, ed è per gennaio, febbraio e marzo. Quindi potete capire che aggiungere a questi 3,5 miliardi ogni anno è molto importante. Direi che riguarda il sostegno economico complessivo all’Ucraina. Quindi la decisione sulla possibilità di indirizzare la materia specificatamente alla difesa e al sostegno per le armi è una possibilità. Se ne parlerà in seno all’Unione. Ma sono completamente d’accordo con il ministro lettone che dice che se vogliamo rafforzare la difesa europea, dobbiamo finanziarla insieme. Non è la stessa cosa che sostenere l’Ucraina. Si tratta di qualcosa di molto importante per il futuro stesso dell’Unione europea”.
Secondo quanto riportato dal Financial Times, Bruxelles sarebbe intenzionata a introdurre dei dazi sul grano russo.
Il Segretario alla Difesa Usa , Austin , invece, all’apertura di una riunione nella Base di Remstein, in Germania ,dei sostenitori internazionali dell’Ucraina, malgrado il blocco degli aiuti a Kiev da parte del Congresso, ha assicurato: “Gli Stati Uniti non lasceranno fallire l’Ucraina”.
Il presidente ucraino, Zelensky, che nelle scorse ore ha sentito telefonicamente il presidente del Consiglio UE, Michel , in vista del vertice UE del 21 e 22 marzo , da cui è stato rassicurato circa l’invio di munizioni di artiglieria di cui Kiev è a corto, in un post su Telegram ha scritto: “Ogni giorno la Russia conduce una guerra terroristica contro il nostro popolo, le città e i villaggi dell’Ucraina. Solo dall’inizio di marzo, le truppe russe hanno lanciato sull’Ucraina 130 missili di diverso tipo, più di 320 Shahed e quasi 900 bombe guidate. L’Ucraina ha dimostrato di poter abbattere efficacemente missili e droni dei terroristi russi. Queste azioni salvano migliaia di vite e permettono all’economia ucraina di funzionare. Ma abbiamo bisogno di maggiore protezione : i Patriot dovrebbero proteggere vite umane, non prendere polvere nei depositi. Abbiamo bisogno di maggiore protezione, in particolare di un numero del tutto realistico di sistemi di difesa aerea in possesso dei nostri partner. I Patriot e gli altri sistemi devono fare ciò per cui sono stati progettati: proteggere vite umane, non raccogliere polvere nei depositi. E voglio ringraziare tutti coloro che nel mondo lo capiscono e ci aiutano a salvare vite umane”.
Il portavoce per la politica estera della Commissione europea, Stano, sempre in merito all’invio di munizioni all’Ucraina, ha poi fatto sapere: “Potremmo non averne consegnato un milione entro la fine di marzo, ma l’Ucraina ne riceverà, in realtà, più di un milione, in base alla capacità e in base agli ordini che sono stati effettuati”.
Ieri, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, intervenuto nella trasmissione di Rete4, Quarta Repubblica, , ha dichiarato: “Il presidente francese Macron ha iniziato un dibattito molto importante. Non basta quello che si sta facendo in Europa e occorre fare molto di più. L’Italia è un partecipante attivo e la ringraziamo per i suoi sforzi. Quando Macron ha parlato di scarponi sul terreno, i governanti Ue si sono fatti prendere dal panico. Macron intende dire che non basta più addestrare soldati ucraini fuori dall’Ucraina come sta avvenendo ma occorre farlo in Ucraina. E’ un primo passo. Noi dobbiamo parlare ma allo stesso tempo combattere. Non abbiamo mai chiesto uomini e truppe da combattimento, siamo orgogliosi dei nostri soldati. Questo conflitto sta avvenendo in Europa, l’Europa non fa parte del conflitto ma la Russia potrebbe attaccare paesi europei o Nato in qualsiasi momento e voi dovete essere pronti. Se arrivassero uomini in Ucraina non avrebbero abbastanza artiglieria o veicoli corazzati, mancano diverse cose di cui c’è bisogno per vincere. Questo è quello che dice Macron: il modo migliore e più efficiente è aiutare i soldati ucraini a sconfiggere Putin”.
Tuttavia, poiché all’inizio di quest’anno la Repubblica Ceca ha individuato 800mila proiettili di artiglieria in Paesi terzi da fornire all’Ucraina e ha dichiarato di aver raccolto fondi dagli alleati per acquistare un primo lotto di 300mila munizioni e , un alto funzionario ceco ha detto che le prime consegne sono previste al massimo entro giugno, il premier ucraino, Shmyhal, ha auspicato: “L’Ucraina spera di avere abbastanza munizioni per i suoi soldati al fronte, per respingere le forze russe a partire da aprile”.
In Russia, nel frattempo, mentre il direttore dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin ha fatto sapere che, secondo le informazioni ricevute dal servizio segreto straniero russo, la Francia starebbe già preparando un contingente di 2 mila soldati da inviare in Ucraina, il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov,ha annunciato, che per via dei bombardamenti ucraini, “ Le autorità russe hanno deciso di trasferire “temporaneamente” 9mila minori dalle aree della regione di Belgorod, al confine con l’Ucraina, che “regolarmente sono sotto il fuoco delle forze armate”, in altre regioni della Russia.
Inoltre, un funzionario del ministero dell’Energia russo ha dichiarato martedì ,a una riunione del Parlamento, che esistono piani per difendere gli impianti di petrolio e gas con sistemi missilistici.
Il Presidente Putin, che, secondo Reuters , a maggio potrebbe recarsi in Cina, parlando in occasione di un concerto sulla Piazza Rossa ,dedicato al decimo anniversario della riunificazione della Crimea e di Sebastopoli con la Federazione Russa, ha sottolineato: “Il percorso degli abitanti del Donbass e della Novorossiya verso la loro patria, la Russia, è stato difficile e tragico, ma si sono uniti alla Federazione Russa e questo è un grande evento nella storia del Paese”.
In seguito, in occasione di una riunione del Consiglio del Servizio di Sicurezza russo (Fsb) ,il presidente Putin, ha ordinato ai dipendenti dell’agenzia di “Non dimenticare i traditori che si sono uniti ai gruppi di sabotaggio e di ricognizione ucraini: non dimenticate chi sono, identificateli per nome. Li puniremo senza prescrizione, ovunque si trovino”.
Il Cremlino, a sua volta, riprendendo le dichiarazioni del presidente Putin, ha spiegato che “l’unico modo per proteggere il territorio russo dagli attacchi ucraini è quello di creare una “zona cuscinetto” che metta le regioni russe al di fuori della portata del fuoco ucraino”.
A tal riguardo, il portavoce Peskov, ha dichiarato: “Sullo sfondo degli attacchi dei droni (ucraini) e del bombardamento del nostro territorio devono essere prese misure per mettere in sicurezza questi territori. La sicurezza può essere garantita solo creando una sorta di zona cuscinetto, in modo che i mezzi che il nemico usa per colpirci siano fuori portata”.
Riguardo alla Cina, la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, ha fatto sapere che “La Cina sostiene la convocazione di una conferenza internazionale di pace appoggiata da Russia e Ucraina al momento opportuno, con la partecipazione di tutte le parti su un piano di parità e una discussione equa di tutte le proposte di pace”.
Infine, sul fronte dei combattimenti, le forze russe hanno reso nota la conquista di di Orlivka, un centro abitato nei pressi di Avdiivka.
Confermata, poi, la rimozione del comandante della Marina militare, Nikolai Yevmenov, dopo una serie di attacchi ucraini con droni contro le navi russe nel Mar Nero, sostituito dall’ammiraglio Alexander Moiseev ,presentato stamane, durante una cerimonia in una base di sottomarini a Kronstadt,come nuovo comandante ad interim.
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