-di Federica Marengo martedì 12 marzo 2024
–Nella 732° giornata di guerra in Ucraina, i partigiani filo-ucraini della Legione “Libertà della Russia” hanno fatto sapere ,tramite un post via Telegram, di aver conquistato il villaggio di Tyotkino, nella regione di Kursk e che i militari russi si starebbero ritirando. Sempre questi ultimi, che nelle scorse ore, avevano già annunciato di aver conquistato anche la città di Lozova Rudka, nella regione di Belgorod e di stare avanzando in diverse direzioni, hanno esortato il popolo russo a non recarsi alle urne e a disertare le elezioni presidenziali, in quanto: “Le schede elettorali e i seggi elettorali in questo caso sono una finzione. Noi compiano ogni sforzo affinché i sogni di una Russia libera dalla dittatura del presidente Vladimir Putin diventino realtà”.
Tuttavia, le forze russe hanno smentito tali notizie , precisando di aver respinto gli attacchi dei partigiani nelle due regioni al confine con la Russia.
Intanto, mentre un aereo da trasporto militare russo con a bordo 15 persone sarebbe precipitato nella regione di Ivanovo,a 250 chilometri da Mosca, il ministero della Difesa russo ha fatto sapere che le truppe hanno conquistato il villaggio di Nevelskoye, vicino ad Avdiivka, nella regione di Donetsk.
Colpito e incendiato durante un raid di droni ucraini (di cui almeno 25 sarebbero stati abbattuti dalla Difesa russa) , nella città di Orel, nella Russia meridionale, un deposito di carburanti e, a Novgorod, una raffineria.
A loro volta, le forze armate russe hanno attaccato l’Ucraina con droni Shahed e missili da crociera, che, secondo lo Stato maggiore di Kiev e le forze di difesa del comando meridionale, sarebbero stati in gran parte abbattuti (almeno 17 droni su 22).
I servizi di sicurezza russi , Fsb, invece, hanno reso noto che dal 10 marzo sono stati respinti numerosi tentativi di oltrepassare i confini da parte di formazioni ucraine nelle regioni di Belgorod e Kursk e che, negli scontri sono stati eliminati cento soldati ucraini.
Il presidente ucraino, Zelensky, nel frattempo, ha sorpreso alleati e non, dichiarando che “L’esercito di Kiev ha fermato l’avanzata russa” e che “la situazione è molto migliorata”, spiegando di “aver iniziato a costruite una fortificazione di oltre mille chilometri”.
Nonostante ciò, l’ambasciatore ucraino a Berlino, Oleksii Makeiev, ai microfoni dell’emittente tedesca Ard, ha es
ortato ancora una volta la Germania a consegnare i missili da crociera Taurus all’Ucraina, sottolineando che “I sistemi d’arma a lungo raggio possono colpire i depositi di munizioni e le rotte di consegna russe”.
A proposito degli Alleati di Kiev e degli aiuti da parte di questi ultimi, invece, l’agenzia Reuters, citando due dirigenti USA, ha reso noto sul suo sito che gli USA dovrebbero annunciare un nuovo pacchetto di aiuti militari da 400 milioni di dollari.
Quanto a Bruxelles, il commissario agli Affari economici Gentiloni, stamane, arrivando all’Ecofin e, ribadendo che “ L’UE sosterrà l’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato che : “Entro la fine del mese ci sarà un primo versamento come finanziamento ponte da 4,5 miliardi di euro all’Ucraina”. Tale finanziamento rientra nell’ambito dello strumento europeo per l’Ucraina da 50 miliardi di euro.
Il Consiglio Ue, invece, ha deciso di prorogare per altri sei mesi, fino al 15 settembre 2024, le sanzioni in vigore contro la Russia , che prevedono restrizioni di viaggio per le persone fisiche, il congelamento dei beni e il divieto di mettere fondi o altre risorse economiche a disposizione delle persone ed entità elencate.
Infine, in merito all’intervista di papa Francesco alla radiotelevisione svizzera ,che andrà in onda il 20 marzo, e di cui sono state rese note alcune anticipazioni nelle quali il Pontefice ha invitato Kiev a riprendere i negoziati, dopo la smentita del Vaticano riguardo l’intento del pontefice di esortare l’Ucraina alla resa, Kiev ha convocato il nunzio apostolico.
A tal proposito, il Segretario di Stato , il cardinale Parolin, in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha chiarito: “L’appello del Pontefice è che si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura. In tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo a una delle parti, bensì a entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione”.
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