di Federica Marengo martedì 5 marzo 2024
-Nella 730° giornata di guerra in Ucraina, l’Intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), ha confermato che , la notte scorsa, nelle acque della Crimea occupata , il pattugliatore russo ‘Sergiy Kotov’ è stato distrutto, spiegando che la missione si è svolta in collaborazione con la Marina militare e con il supporto del ministero della Trasformazione digitale.
In merito , il rappresentante della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa di Kiev, Andrii Yusov, ha dichiarato ai microfoni di Radio Free Europe/Radio Liberty , che i russi volevano installare un sistema missilistico antiaereo a bordo del suddetto pattugliatore, mentre ai microfoni di Radio Svoboda , invece, lo stesso Yusov, ha evidenziato che l’attacco ha provocato “morti e feriti”.
Al riguardo, Dmytro Pletenchuk, il portavoce delle forze navali ucraine, ha fatto sapere che “Più di 7 persone sono morte e circa 6 sono rimaste gravemente ferite” e che “ a bordo della nave affondata nelle acque della Crimea occupata c’era anche un elicottero d’assalto, un Ka-29 o un Ka-27”.
Inoltre, una fonte, sempre della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), ha reso noto che oggi è stato lanciato un attacco a un deposito petrolifero ,nella regione russa di Belgorod, utilizzando un drone di fabbricazione ucraina.
Infine, il governatore regionale di Kursk, Roman Starovoit, ha dichiarato che “L’artiglieria di Kiev ha colpito una stazione ferroviaria nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina, senza causare feriti”, ma provocando un incendio “rapidamente domato”.
Non sono mancati neppure gli attacchi russi sull’Ucraina, in particolare sul confine nord-orientale del Paese, dove le forze russe hanno colpito 11 comunità (Khotin, Yunakivka, Bilopillia, Myropillia, Krasnopillia, Velyka Pysarivka, Shalyhyne, Esman, Seredyna-Buda, Svesa e Druzhbivka), lungo il confine dell’oblast di Sumy in 44 raid separati.
Sotto attacco russo, anche Kherson, dove le forze russe hanno aperto il fuoco sulle aree residenziali, ferendo due anziani, come pure sotto il fuoco dell’artiglieria russa è caduto un anziano nella regione di Donetsk.
Il Ministero della Difesa russo, poi, ha reso noto che un caccia Su-27 delle Forze aerospaziali russe ha scortato un aereo Awacs e due caccia dell’Aeronautica francese sul Mar Nero, impedendo loro di violare il confine di stato della Federazione Russa. La stessa Difesa di Mosca ha chiarito che “Il volo del caccia russo è stato effettuato nel rigoroso rispetto delle norme internazionali per l’uso dello spazio aereo su acque neutre senza attraversare rotte aeree o avvicinarsi pericolosamente ad aerei di uno Stato straniero”.
Intanto, l’agenzia Reuters, ha fatto sapere che “Oggi , la Commissione europea avrebbe offerto ai paesi dell’UE un piano per stimolare la loro industria militare in modo che possa passare al più presto possibile ad un “regime di economia militare” in risposta all’invasione russa dell’Ucraina”.
In merito, il Commissario europeo per l’industria, Thierry Breton, che ha delineato le proposte per incoraggiare i paesi dell’UE ad acquistare più armi dalle aziende europee e aiutare tali aziende ad aumentare la capacità produttiva, ha spiegato: “Dobbiamo cambiare il paradigma e passare ad una modalità di economia militare. Ciò significa anche che l’industria europea della difesa deve assumersi maggiori rischi con il nostro sostegno”.
Tale “pacchetto Breton” includerebbe 1,5 miliardi di euro di nuovi fondi per l’acquisto di armi entro la fine del 2027 e la creazione di un quadro giuridico che “consentirà un coordinamento molto più efficace della spesa nei prossimi anni”.
Tra le proposte , anche quella di costringere le aziende europee di armi a dare priorità agli ordini europei durante i periodi di crisi e di grave carenza di produzione.
Tali proposte, dovranno essere approvate dai 27 governi nazionali dell’Ue, per poi essere vagliate anche dalla NATO.
Quindi, l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera, Borrell, durante la presentazione della strategia sulla Difesa europea, ha dichiarato: “L’Europa è ancora in pericolo, la guerra è ai nostri confini ed è una guerra che non sembra finire presto ed è per questo che dobbiamo rafforzare la nostra capacità di produzione, passando da una modalità di emergenza a un visione di medio e lungo periodo per sostenere l’Ucraina. L’Europa non ha un Pentagono, dobbiamo quindi raggruppare il modo in cui gli Stati membri reagiscono, abbiamo bisogno di una politica di Difesa comune”.
A tal proposito, il presidente francese Macron, in visita a Praga, rivolgendosi agli espatriati francesi che ivi vivono , ha dichiarato: “Ci stiamo certamente avvicinando a un momento nella nostra Europa in cui sarà opportuno non essere codardi; la Francia e la Repubblica Ceca sono ben consapevoli che la guerra è tornata sul nostro suolo (in Europa), che alcune potenze diventate inarrestabili estendono ogni giorno di più la loro minaccia di attaccarci, e che dovremo essere all’altezza della storia e del coraggio che essa richiede”.
Secondo quanto riferito da fonti ,citate dalla testata finanziaria statunitense Bloomberg, “Il presidente francese Emmanuel Macron dovrebbe annunciare già questa settimana un impegno a sostenere la proposta ceca di rifornirsi di centinaia di migliaia di proiettili d’artiglieria da paesi al di fuori dell’Unione europea per sostenere lo sforzo bellico dell’Ucraina. Anche Germania, Paesi Bassi e Danimarca sostengono il piano di acquisto di munizioni extra-UE e Macron avrebbe discusso oggi la proposta con il Primo Ministro ceco Petr Fiala durante la sua visita a Praga”.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, i dettagli saranno definiti giovedì 7 marzo, in una riunione dei ministri della Difesa e degli Esteri dell’Unione europea che si terrà in videoconferenza e alla quale parteciperanno anche l’Alto rappresentante per la politica estera ,Borrell, il segretario generale della Nato , Stoltenberg e il ministro degli Esteri ucraino Kuleba.
Sulla stessa linea, anche il premier britannico Rishi Sunak, che nelle ultime ore, in un punto stampa, a conclusione di un visita sull’isola durata diversi giorni della first lady ucraina, Oksana Zelenska, ospite durante la sua missione anche della regina Camilla, ha sollecitato gli alleati della Nato a fornire missili a lungo raggio all’Ucraina , sollecitazione rivolta indirettamente soprattutto alla Germania, il cui cancelliere, Scholz, si è finora opposto all’invio a Kiev dei Taurus tedeschi.
Lo stesso presidente ucraino Zelensky ha esortato gli alleati a fornire più mezzi di difesa contraerea, in attesa dell’invio di caccia F16.
Da Mosca, in risposta al “crescente potenziale militare della Nato“, il ministro della Difesa, Shoigu, ha fatto sapere che “La Russia ha avviato iniziative per rafforzare il suo schieramento nei settori strategici nord-occidentale e occidentale”.
Sul piano delle sanzioni contro la Russia, la commissaria europea per l’Energia, Kadri Simson, in risposta a un’interrogazione parlamentare del Partito popolare europeo sulla situazione a Zaporizhzhia, ha dichiarato che “L’Ue valuta “molto attentamente l’impatto di eventuali sanzioni contro il settore energetico nucleare russo”, non escludendo nuove misure nei confronti di Mosca, dopo quelle già adottate mirate a petrolio e carbone e spiegando che: “La Commissione collabora strettamente con i Paesi membri interessati per sostenere i loro sforzi volti a garantire quanto prima forniture e servizi da fonti alternative; tuttavia, spetta ai governi decidere all’unanimità sulle sanzioni. Bruxelles è inoltre pronta al peggio nel caso di un disastro nucleare alla centrale di Zaporizhzhia. La Commissione ha rafforzato la preparazione in caso di incidenti radiologici e condotto attività di modellizzazione per valutare l’impatto di un incidente nucleare in Ucraina e collabora con i Ventisette ,in caso di emergenza radiologica o nucleare”.
In Italia, nel frattempo, sono state approvate dalla Camera e dal Senato, quasi all’unanimità, con un solo voto contrario, tutte le parti delle 6 risoluzioni presentate, che prevedono la partecipazione a “Euam Ukraine” (European Union Advisory Mission), la missione civile dell’Unione europea finalizzata a sostenere l’Ucraina “nel suo impegno per la riforma del settore della sicurezza civile” e che si inserisce nel percorso di adesione di Kiev all’Unione, “che richiede l’adozione e l’attuazione delle riforme pertinenti, in particolare nei settori della democrazia, dei diritti umani, dell’economia di mercato, con particolare riguardo al rafforzamento dello Stato di diritto, attraverso la riforma del sistema giudiziario e la lotta contro la corruzione”.
Con una nota, poi, la Corte penale internazionale ha fatto sapere di aver spiccato due mandati di arresto nei confronti di due ufficiali russi, per presunti crimini di guerra e contro l’umanità ,commessi dal 10 ottobre 2022 al 9 marzo 2023 in Ucraina.
Tale decisione è stata così commentata su Telegram dal consigliere presidenziale ucraino Podolyak: “La Corte penale internazionale ha preso una decisione perfetta riguardo ai generali russi. Questa decisione indica chiaramente che tre circostanze sono mutate: i crimini di guerra della Russia riceveranno un’adeguata valutazione legale; il mondo sta chiaramente riconoscendo i crimini di guerra della Russia e il tipo di guerra che la Russia sta conducendo sul territorio dell’Ucraina e contro la popolazione civile; niente più tabù sui mandati di cattura per la Russia e niente più rinvii storici. Entrambi hanno utilizzato sistematicamente e deliberatamente strumenti militari per massacrare i civili ucraini e continuano a eseguire ordini per attacchi missilistici su larga scala sul territorio di un Paese sovrano. Ora organizzatori e perpetratori russi di crimini di guerra hanno nomi e cognomi”.
Il presidente Zelensky, in merito, in un post sui social , ha scritto: “Ogni comandante russo che ordina di colpire i civili ucraini e le infrastrutture critiche deve sapere che sarà fatta giustizia. Ogni responsabile di tali crimini deve sapere che sarà chiamato a risponderne”.
Infine,il portavoce del primo ministro ungherese, Orban, Zoltan Kovacs, ha reso noto che il Presidente dell’Ungheria, Tamás Sulyok, “ha ratificato la decisione dell’Assemblea Nazionale ungherese sull’adesione della Svezia alla Nato del 26 febbraio 2024, come prima decisione dal suo insediamento”.
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