di Federica Marengo venerdì 2 febbraio 2024
-Nella 698° giornata di guerra in Ucraina sono proseguiti dalla nottata gli attacchi sul Paese. Alcune esplosioni, infatti, sono state registrate sulle città di Kropyvnytskyi e Kryvyi Rih ,nella regione di Dnipropetrovsk. In particolare a Kryvyi Rih , dopo i bombardamenti di Mosca, si è verificato un balckout , a causa del quale , 100 minatori sono rimasti bloccati in due miniere.
Più tardi, il sindaco della città ,Oleksandr Yuriyovych Vilkul,ha fatto sapere via Telegram, che tutti e 113 minatori sono stati tratti in salvo.
Le truppe russe, però, nella scorsa notte, hanno attaccato con droni tutta l’Ucraina, causando la morte a Kherson, nella regione meridionale, di due cooperanti, membri del personale dell’Aiuto interconfessionale svizzero (Entraide Protestante Suisse) e il ferimento di altri collaboratori, di cui non è specificata la nazionalità, sebbene dalle prime notizie risultassero essere francesi, per cui, il Presidente Macron ha espresso il suo cordoglio via X: “Due operatori umanitari francesi sono stati uccisi in Ucraina da un raid russo. Atto vile e indegno. Penso ai loro cari e ai compagni feriti. La mia solidarietà va a tutti i volontari impegnati in aiuto alle popolazioni”.
Poi, il portavoce dell’Aeronautica delle forze armate ucraine, Yuriy Ignat, ha fatto sapere che , durante l’attacco del 31 gennaio all’aeroporto di Belbek ,in Crimea, almeno tre aerei russi sono stati distrutti.
Il consigliere del presidente ucraino, Podolyak, mentre si profila il licenziamento del capo dell’esercito ucraino, Valery Zaluzhny, in una lunga intervista alla rete Canale 24 , ha dichiarato: “La controffensiva delle forze armate ucraine nel 2023 ha lasciato un certo residuo negativo, ci sono stati errori tattici di cui parlano sia il comando militare che quello politico. L’Ucraina deve cambiare tattica”.
Proprio in merito alla sostituzione del comandante delle forze armate ucraine, Zaluzhnyj, alla domanda ,se il suo posto sarà preso dal capo dell’intelligence ucraina, Budanov, Podolyak, ha affermato: “La guerra è guerra, non esiste un processo politico. Tutto ciò che riguarda le decisioni sul personale spetta al Comandante in Capo Supremo. Data la necessità di realizzare un obiettivo strategico, ha bisogno di decisioni tattiche operative e di una comprensione di ciò che faremo domani o dopodomani. La responsabilità strategica della guerra spetta al Comandante Supremo. La sua immediata linea di comando nomina, mi si perdoni il paragone, responsabili operativi della guerra. Queste non sono posizioni elettive o politiche. La guerra, riguarda i risultati. Se questi risultati ci saranno, allora potranno essere ulteriormente implementati, perché la Russia, per bocca di Putin, dichiara che continuerà ad attaccarci. L’unico modo per punire la Russia per tutti i suoi crimini di guerra è impedirle di vincere. Quanto alla modifica della mobilitazione, il consigliere del presidente pur ammettendo che è una decisione difficile sostiene che deve essere modernizzata. Deve soddisfare i requisiti di guerra del tipo che abbiamo oggi. Questa è una guerra grande, a lungo termine e su larga scala”.
Intanto, dopo il via libera unanime dei finanziamenti a Kiev di 50 miliardi da parte della UE, nel corso del Consiglio UE straordinario di ieri, il Presidente ucraino Zelensky, nel suo videomessaggio serale alla popolazione pubblicato su Telegram, dicendosi soddisfatto per i nuovi aiuti ricevuti dalla UE, ha dichiarato: “Con la tanto attesa decisione di oggi, l’Europa ha dimostrato esattamente il tipo di unità di cui ha bisogno: 27 Paesi, insieme. Questo è un chiaro segnale a Mosca che l’Europa resisterà e non verrà spezzata dalle ondate distruttive” del Cremlino. Allo stesso tempo, è un chiaro messaggio oltre Atlantico che l’Europa sta assumendo i suoi obblighi. Aspettiamo le decisioni dell’America”.
Il Premier ungherese Orban ,che non ha tolto il veto agli aiuti a Kiev, ha così commentato quanto accaduto al Vertice UE, alla radio pubblica Kossuth , sottolineando: “Senza l’accordo, il pericolo era reale che i Ventisei prendessero i nostri soldi e li dessero all’Ucraina. L’accordo di Bruxelles è stato un successo, poiché ha ricevuto garanzie che non daranno ad altri i fondi corrispondenti all’Ungheria”.
Sempre l’Ungheria poi sarebbe sottopressione per il via libera alla ratifica riguardante la richiesta da parte della Svezia di aderire alla Nato, essendo l’unico degli Stati dell’Alleanza Atlantica a non averlo ancora fatto. I legislatori dell’opposizione al Governo ungherese hanno convocato per lunedì una sessione straordinaria del Parlamento per mettere il tema all’ordine del giorno, ma i legislatori del partito di governo Fidesz hanno dichiarato giovedì all’agenzia britannica Reuters che vogliono aspettare prima che si svolga un incontro tra Orban e il primo ministro svedese Kristersson, non ancora calendarizzato.
Secondo indiscrezioni di stampa, “le pressioni su Orban per accelerare il processo di ratifica della Svezia sarebbero aumentate dopo che alcuni legislatori statunitensi avrebbero dichiarato di volere che l’Ungheria approvi immediatamente l’adesione della Svezia, suggerendo che Budapest rischia di danneggiare in modo permanente le sue relazioni con Washington, se non agisce”.
A tal proposito, la Casa Bianca ha fatto sapere che “Il presidente Joe Biden ha chiamato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen per ringraziarla per l’approvazione da parte dell’Unione di 50 miliardi di euro in aiuti per l’Ucraina” e il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Kirby, ha aggiunto che: “Si tratta di un significativo pacchetto di aiuti finanziari che aiuterà notevolmente l’Ucraina mentre continua a combattere contro l’aggressione della Russia”.
Secondo Politico, il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, ha annunciato che il testo dell’accordo , in base al quale il Senato Usa voterà la prossima settimana il disegno di legge sui fondi a Ucraina, Israele e Taiwan, che include un accordo bipartisan sulle restrizioni alle frontiere e all’immigrazione, sarà reso pubblico tra venerdì e domenica e che prevede di indire una votazione la prossima settimana, non più tardi di mercoledì.
Ancora in merito ai finanziamenti UE all’Ucraina, al termine della riunione dei rappresentanti Permanenti dei 27 (Coreper I) , svoltasi oggi, sono stati approvati i mandati negoziali per i due regolamenti Step e Facility Ucraina, passaggio procedurale che permetterà di proseguire i negoziati con il Parlamento europeo già avviati con mandato parziale.
Nel frattempo, il più alto ufficiale militare della Romania, Gheorghita Vlad, in un’intervista all’emittente Europa libera, ha dichiarato: “La Federazione russa è diventata un problema per l’ordine mondiale e per la democrazia: in realtà è una guerra della Russia con il mondo democratico, non con l’Ucraina, La Russia non si fermerà” all’Ucraina. Se vincerà, l’obiettivo principale sarà poi la Repubblica di Moldavia. Assisteremo a tensioni nei Balcani occidentali”.
Proprio per rafforzare la risposta militare di Kiev, il direttivo della coalizione internazionale IT, creata sotto la guida di Estonia, Lussemburgo e Ucraina, si è riunito a Tallinn per le concordare le principali azioni da intraprendere per sostenere gli sforzi bellici di Kiev in ambito tecnologico. Del gruppo, oltre ai tre Paesi guida, fanno parte anche: Lettonia, Lituania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Islanda e Italia.
Sulla necessità di rafforzare la Difesa UE è intervenuto anche il presidente del Partito popolare europeo (Ppe), Manfred Weber, che all’emittente tedesca Zdf, ha detto: “Non siamo una parte in guerra, ma siamo un obiettivo della guerra dal punto di vista di Putin. Abbiamo bisogno di uno scudo di difesa antimissile europeo. Il mio partito si batterà per costruire il pilastro della difesa europea. L’Europa deve difendersi, anche insieme al Regno Unito. E’ necessaria un’iniziativa per creare un esercito europeo adesso. Non si sta facendo abbastanza per l’Ucraina e l’Ue non può fornire a Kiev aiuti militari sufficienti perché non perda, ma troppo pochi perché possa vincere”.
A Mosca, mentre la Commissione elettorale centrale russa ha dichiarato che sono stati riscontrati “errori sorprendenti” nelle firme per la nomina del liberale no-war Boris Nadezhdin a candidato presidenziale, il Presidente russo Putin, in un incontro in preparazione delle presidenziali del 17 marzo, ha rilasciato delle dichiarazioni nelle quali ha sfidato la Nato: “Le nostre armi più nuove sono nettamente superiori alle armi Nato, un fatto evidente e su tutta la gamma di armi , veicoli corazzati, missili, armi di alta precisione , qualità e quantità sono fornite a un buon prezzo. L’anno scorso la Russia ha fornito miliardi di dollari in equipaggiamento militare all`estero, dove il sistema di difesa aerea missilistico Pantsir zrpk è molto richiesto, si vende come le torte calde: basta che ce ne sia”.
Poi, intervenendo a un forum ,che ha riunito secondo il Cremlino 600 persone provenienti da tutte le regioni della Russia, Putin, ha evidenziato: “Le ultime armi russe sono superiori a quelle straniere. La nostra industria della difesa dimostra di avere un’ottima velocità e qualità di lavoro. Al contempo, le Forze armate dell’Ucraina si sono trasformate in un’organizzazione terroristica che spara sulle ambulanze”.
Il portavoce del Cremlino, Peskov, invece, parlando della visita del Presidente Putin in Turchia per un bilaterale con il Presidente turco Erdogan, ha fatto sapere che: “La data della visita di Putin in Turchia sarà annunciata tempestivamente. La Turchia si trova di fronte a pressioni sulla cooperazione con la Federazione Russa, ma conserva l’indipendenza. E anche l’Ucraina sarà tra i temi in discussione con il collega turco Recep Tayyip Erdogan. La Turchia continua dunque a costruire la cooperazione commerciale ed economica con la sanzionata Russia. Sapete che la Turchia è uno dei pochi paesi che ha assunto una posizione indipendente e di principio a questo riguardo”.
In merito alla strategia militare di Mosca, il ministro della Difesa russo ,Shoigu, in un incontro con la leadership militare, ha affermato: “Dopo il fallimento della controffensiva nemica, le forze armate russe mantengono l’iniziativa strategica lungo tutta la linea di contatto di combattimento. Le nostre unità avanzano, ampliano le loro zone di controllo e migliorano la loro posizione lungo la linea del fronte. Durante le operazioni in direzione Kupyansk, Krasnyi Lyman e Donetsk sono stati liberati gli insediamenti di Vesele, Krokhmalne, Tabaivka”.
Per l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), citato da Ukrainska Pravda, “Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato i piani di Mosca per integrare i territori ucraini occupati nella Federazione Russa entro i prossimi sei anni. Mosca intenderebbe portare i territori occupati dell’Ucraina alla pari con la Russia in aree chiave entro il 2030, ha affermato Putin senza specificare le aree. Secondo il centro studi statunitense, ciò dimostra che la Russia sta iniziando ad attuare piani a lungo termine e non prevede alcuna concessione territoriale. Inoltre, il leader russo ha invitato le banche a non aver paura delle sanzioni occidentali e ad intensificare il loro lavoro nei territori occupati, osservando che le entità russe hanno stabilito reti clientelari con le regioni occupate dell’Ucraina”.
Quanto all’accusa mossa da Mosca a Kiev di genocidio, attuato negli anni precedenti all’invasione dell’Ucraina e , per la Russia, causa della stessa guerra , la Corte internazionale di Giustizia dell’Aja ha dichiarato di avere la giurisdizione per giudicare la maggior parte della causa intentata dall’Ucraina per la brutale invasione russa del 2022, con la richiesta di risarcimento da parte di Kiev.
I giudici della Corte internazionale di giustizia (Icj), infatti, hanno stabilito di avere la giurisdizione per decidere sulla richiesta dell’Ucraina di dichiarare che il Paese invaso non è responsabile di genocidio e di ottenere un risarcimento. La sentenza riguarda un caso presentato dall’Ucraina che sostiene che Mosca abbia usato pretestuose accuse di genocidio per giustificare l’invasione su larga scala di quasi due anni fa.
Inoltre, la Corte internazionale di Giustizia ha dichiarato di non avere giurisdizione su altri due aspetti del caso ucraino: “l’invasione russa ha violato la Convenzione sul genocidio del 1948 e il riconoscimento da parte di Mosca di due repubbliche secessioniste nell’Ucraina orientale ha rappresentato una violazione della Convenzione”.
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