di Federica Marengo mercoledì 10 gennaio 2024
-Nella 675° giornata di guerra in Ucraina sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Le forze di Mosca, infatti, hanno bombardato la città di Kharkiv ,danneggiando un centro medico pediatrico.
A tal proposito, nel suo report, l’Istituto per lo studio della guerra (Isw), ha scritto che: “Fonti russe stanno rilanciando le richieste di lunga data per un’operazione offensiva su larga scala nella regione ucraina di Kharkiv (nord-ovest) per creare una ‘zona cuscinetto’ con la regione russa di Belgorod, nonostante la probabile incapacità dell’esercito russo di lanciare un’operazione per conquistare un territorio significativo a Kharkiv nel breve termine”.
Secondo l’Isw: “Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha affermato ieri che le forze russe faranno di tutto per impedire il fuoco indiretto ucraino nella regione di Belgorod e le fonti russe hanno colto le sue parole per invitare l’esercito a creare una ‘zona cuscinetto’ fino a 15 chilometri di profondità nella regione di Kharkiv, in modo da spingere i sistemi di missili a lancio multiplo e l’artiglieria ucraini lontano dal confine con la regione di Belgorod. Gli ultranazionalisti russi avevano chiesto un’operazione simile l’estate scorsa, tra il diffuso malcontento per i limitati raid transfrontalieri da parte delle forze filo-ucraine nel Belgorod. Ma un’incursione russa di 15 chilometri di profondità e diverse centinaia di chilometri di larghezza costituirebbe un’enorme impresa operativa che richiederebbe un raggruppamento di forze molto più grande e dotato di risorse significativamente migliori di quelle che le forze russe attualmente hanno concentrato lungo l’intero confine con l’Ucraina, e tanto meno nella regione di Belgorod”.
Sul fronte russo, invece, le difese aeree hanno abbattuto un drone nella regione meridionale di Saratov, impedendo che Kiev “compisse un attacco terroristico contro le strutture situate sul territorio della Federazione russa” e sulla regione russa, di Voronezh,confinante con l’Ucraina.
In merito all’attacco ucraino alla base aerea russa di Saky in Criema di sabato scorso, Brady Afrik, analista del Dipartimento di ricerca sulla politica estera e di difesa dell’American Enterprise Institute, ha pubblicato immagini satellitari che confermano che la base è stata colpita.
Il governatore della regione di Belgorod, Viaceslav Gladkov, ha fatto sapere che 93 bambini sono stati evacuati , in seguito ai bombardamenti dei giorni scorsi.
Secondo l’ultimo rapporto dell’intelligence britannica, pubblicato su X: “Un addestramento insufficiente dei piloti russi ha causato negli ultimi mesi il bombardamento accidentale di una zona dell’Ucraina occupata e di due regioni della Federazione. Il ministero della Difesa russo ha reso noto che il 2 gennaio uno dei loro aerei ha sganciato una bomba che ha danneggiato nove edifici residenziali a Petropavlivka, nella regione russa di Voronezh. A questo incidente ne è seguito un altro l’8 gennaio, quando un pilota ha sganciato per errore una bomba non guidata Fab-250 sulla città occupata di Rubizhne, nella regione ucraina di Lugansk in Ucraina. Entrambi gli incidenti sono avvenuti durante sortite di combattimento di aerei russi. Il 20 aprile scorso, un aereo russo Su-34 ha bombardato accidentalmente la città russa di Belgorod. La propensione della Russia agli incidenti con munizioni è probabilmente esacerbata dall’insufficiente addestramento e dall’affaticamento degli equipaggi, che porta a scarse prestazioni tattiche durante le missioni”.
Il Presidente Putin, in visita ufficiale per la prima volta nella regione della Chukotka, nell’estremo nord-est della Russia, ha ammesso di aver dovuto cancellare un viaggio in Jacuzia perché il suo aereo per ora “non può atterrare”. Poi, nel corso dell’incontro con la popolazione locale in Chukotka, rispondendo a una domanda sulle difficoltà dei soldati russi nell’ottenere una pausa dai combattimenti quando feriti al fronte, ha detto: “Il problema è stato sollevato, ma da quello che so si sta risolvendo”.
Il portavoce del Cremlino, Peskov, invece, nel corso della consueta conferenza stampa, ha dichiarato: “Le discussioni sulla formula di pace proposta dal presidente ucraino Vladimir Zelensky, che si svolgono senza la partecipazione della Russia, sono un “processo bizzarro. State osservando processi che sono completamente difficili da spiegare riguardo a questa formula di pace di Zelensky: una combinazione di Paesi che discutono una sorta di formula di pace effimera senza la partecipazione della Russia. È un processo molto strano”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, partito per un tour nei Paesi Baltici e recatosi come prima tappa in Lituania, su X ha scritto al riguardo: “Estonia, Lettonia e Lituania sono nostri amici e partner affidabili in linea di principio. Oggi sono arrivato a Vilnius prima di recarmi a Tallinn e Riga, dove terrò incontri con alti funzionari di questi Paesi. La sicurezza, l’integrazione nell’Unione europea e nella Nato, la cooperazione sulla guerra elettronica e sui droni e l’ulteriore coordinamento del sostegno europeo sono tutti temi all’ordine del giorno”.
Quindi, il Presidente lituano Gitanas Nausėda all’inizio dell’incontro con quest’ultimo ha dichiarato alla stampa: “Come sapete, siamo forti sostenitori dell’Ucraina sulla scena internazionale. Ed è molto importante discutere di queste questioni che non riguardano solo il sostegno militare, ma anche quello politico ed economico”,
Il Presidente ucraino Zelensky ha così risposto: “Siamo molto grati per il sostegno lituano, per la vostra squadra e la vostra grande società. Grazie per il vostro atteggiamento molto caloroso nei confronti del nostro popolo. Siamo grati per tutto il supporto e l’assistenza militare. La Lituania è il più grande donatore di aiuti all’Ucraina in proporzione al PIL, secondo il centro di ricerca tedesco Kiel Institute, avendo già promesso un totale di quasi l’1,4% del suo PIL in aiuti governativi a Kiev. Gli altri Stati baltici, Estonia e Lettonia, si sono classificati al secondo e quinto posto, con aiuti promessi da questi due membri della Nato e dell’Ue pari rispettivamente all’1,3% e all’1,1% del loro PIL”.
Poi, sempre durante il confronto con la stampa,Zelensky ha avvertito gli alleati: “L’esitazione occidentale incoraggia Putin”: è l’avvertimento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, oggi in Lituania. L’Ucraina “manca crudelmente” di sistemi di difesa aerea occidentali”.
Infine, alla domanda sulle indiscrezioni secondo cui gli alleati starebbero esortando Kiev a smettere di combattere, ha risposto: “Non ci sono pressioni da parte dei partner per fermare la nostra difesa. Non ci sono pressioni per congelare il conflitto, non ancora. Ci sono varie voci nei media, le ho lette tutte. Ma credo che i nostri partner non siano ancora ufficialmente pronti a darci segnali del genere. Almeno io non li ho sentiti personalmente. Il presidente russo Vladimir Putin, non metterà fine alla guerra in Ucraina fino a quando non lo sconfiggeremo tutti insieme. Non sarà soddisfatto ,finché non avrà distrutto l’Ucraina. Dopo l’Ucraina, sapete chi saranno i prossimi, cioè Paesi baltici e alla Moldova. È una cosa piacevole da sentirsi dire? Probabilmente no. Perché questa è una sfida, e la guerra è una terribile tragedia senza nessun aspetto positivo”.
A seguire, il ministro degli Esteri estone Margus Tsahkna ha ribadito che “Tallinn è pronta a “stanziare lo 0,25% del suo PIL per gli aiuti militari all’Ucraina” nei prossimi quattro anni”, mentre il Primo ministro estone Kallas ha evidenziato: “l’importanza di un sostegno incondizionato all’Ucraina. Dobbiamo sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario e fino a quando sarà necessario che l’Ucraina vinca: se permettiamo agli aggressori di prevalere sul diritto internazionale e di dettare le regole del gioco, ci troveremo in un mondo molto più pericoloso. La Lettonia, da parte sua, si è impegnata a fornire attrezzature militari permanenti e addestramento ai soldati ucraini e ad espandere la coalizione di droni”.
Successivamente, i Presidenti di Lituania e Ucraina, Nauseda e Zelensky, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione tra i due Paesi ,incentrato sullo sviluppo dell’industria della Difesa e l’implementazione di programmi comuni in ambito tecnologico.
Quanto agli alleati, il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale USA, Kirby ha annunciato che “ Gli Stati Uniti solleveranno oggi di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la questione delle forniture militari della Nord Corea alla Russia”.
A Bruxelles, invece, fonti della presidenza belga hanno fatto sapere che “Gli ambasciatori dell’Ue, riuniti nel Coreper, hanno conferito questa mattina un mandato negoziale parziale alla presidenza sullo Step, la Piattaforma per le tecnologie strategiche dell’Ue, e sullo strumento per l’Ucraina. Parziale , poiché il quadro generale dello strumento è stato concordato dagli Stati membri, ma le cifre e alcune modalità sono lasciate alla decisione dei leader al Consiglio europeo del 1° febbraio”.
“Questi due strumenti”, spiegano ancora fonti della presidenza Ue, “faranno parte del pacchetto di revisione del Qfp, il Quadro finanziario pluriennale. La presidenza belga e il Consiglio restano impegnati a portare avanti senza indugio anche i lavori sul pacchetto di crescita per i Balcani occidentali. Questi mandati consentono alla presidenza di avviare discussioni interistituzionali con il Parlamento europeo, al fine di procedere il più rapidamente possibile quando verrà successivamente trovato un accordo a livello dei leader”.
In Italia, il ministro della Difesa, Crosetto ha tenuto stamane, alla Camera ,le sue Comunicazioni in merito alla proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, spiegando: “Da parte dell’Italia serve una scelta di coerenza, sostegno e proroga degli aiuti. Purtroppo la controffensiva estiva dell’Ucraina non ha dato i risultati sperati e l’esercito di Kiev sta affrontando un nuovo inverno di guerra. È prevedibile che con l’inverno la reazione russa sia molto dura. Lo scopo dei russi è fiaccare il morale della popolazione ucraina, creando una frattura interna. Per questo è importante continuare a sostenere lo sforzo del popolo e delle forze armate ucraine ,affinché siano in grado di resistere all’aggressione russa. Per questo il Consiglio dei ministri ha ritenuto necessaria la proroga per un altro anno dell’autorizzazione a fornire aiuto concreto con mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari e civili all’Ucraina. L’economia russa, per quanto si sia riconfigurata in un’economia di guerra capace di sostenere uno sforzo bellico portato nel tempo, non potrà contare all’infinito sul supporto della popolazione russa, anch’essa colpita dalla cosiddetta ‘war fatigue’ e da continue privazioni. In Ucraina il fronte interno appare meno compatto che nel passato nel sostenere la politica del presidente Zelensky, evidenziando alcune divergenze nella dialettica politica finora impegnati in uno sforzo militare totale e orientato a respingere senza alcun compromesso l’invasione russa. Tutto questo deve essere tenuto in considerazione, dobbiamo farlo, nel percorso di avvicinamento alle trattative per l’interruzione del conflitto e per il successivo processo di normalizzazione dei rapporti non solo tra Russia e Ucraina ma anche con i Paesi occidentali. Di contro, la Russia deve e dovrà comprendere la risolutezza dei Paesi occidentali al fine di evitare di inasprire situazioni di tensione e soprattutto scongiurare nuove velleità dii conquista in altre regioni dell’est dell’Europa. L’Ucraina è la prima porta, ma non è l’unica e se fosse passato il concetto che quella porta si poteva sfondare senza una reazione ci sarebbero state altre porte. La volontà non era proteggere una popolazione russofona, ma ripristinare quel gruppo di nazioni che si chiamava Urss. Ci sono vasti campi minati, secondo le stime dell’intelligence ucraina, sono oltre 8 milioni le mine impiegate dai russi a protezione delle proprie posizioni. Anche per via delle prospettive di adesione all’Unione Europea, il 2024 sarà un anno cruciale del conflitto: l’Italia supporta dall’inizio e con determinazione tutte le iniziative per una soluzione diplomatica che non si confondano con una resa. L’Italia, recependo tutte le risoluzioni del parlamento in merito, supporta dall’inizio e con determinazione ogni azione per favorire l’apertura di un confronto diplomatico e arrivare quanto prima a una soluzione negoziale che non sia disgiunta da una pace giusta. In occasione con le tornate elettorali in Europa e soprattutto negli Stati Uniti ,tendenze isolazionistiche potrebbero presto o tardi manifestarsi, è per tanto necessario da parte dell’Italia una scelta di coerenza, di sostegno e di proroga degli aiuti. Il nostro sostegno deve continuare finché non cesseranno gli attacchi russi. La strada da percorrere è ancora lunga ma sarebbe un errore strategico e politico drammatico fare un passo indietro. Sono fiero degli aiuti militari forniti dall’Italia all’Ucraina, è stato il nostro modo per salvare decine di migliaia di persone a spese nostre. Spero che questo aiuta possa continuare”.
Al termine delle Comunicazioni all’Aula del ministro Crosetto, la Camera ha approvato con 190 voti favorevoli, 49 contrari e 60 astenuti (tra cui deputati del Pd, anche se alcuni hanno votato a favore), la risoluzione di Maggioranza che impegna il Governo a “continuare a sostenere, in linea con gli impegni assunti e con quanto sarà ulteriormente concordato in ambito nato e Ue nonché nei consessi internazionali di cui l’Italia fa parte, le autorità governative dell’Ucraina anche attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari”, invitando anche a “profondere tutti gli sforzi diplomatici in tutte le sedi, anche in qualità di presidente di turno del Gruppo G7, con l’obiettivo di porre fine al conflitto e alle sofferenze del popolo ucraino e giungere ad una pace giusta, duratura ed equilibrata che ristabilisca la sicurezza e l’ordine mondiali nel rispetto del diritto internazionale; a continuare a garantire l’assistenza umanitaria al popolo ucraino pesantemente logorato dalla guerra; ad assicurare il supporto a tutte le iniziative di ricostruzione e ripartenza economica, sociale, politica e istituzionale della nazione ucraina, in piena sinergia con gli intendimenti dell’Unione europea e degli alleati occidentali e a mantenere un costante dialogo con il Parlamento in riferimento all’andamento del conflitto e sugli sviluppi politici e diplomatici”.
Poi, nel corso della replica, il ministro della Difesa ha dato via libera anche alla risoluzione di Iv-Azione e +Europa e a quella del Pd , di cui ha però richiesto la riformulazione del punto 4, che recitava: “Adoperarsi, già a partire dal prossimo vertice europeo, affinché vengano superate le resistenze dell’Ungheria sul sostegno agli aiuti europei per l’Ucraina”, chiedendo fosse eliminato “dell’Ungheria”. Respinte, invece, le risoluzioni di M5s e Avs.
Sul fronte della diplomazia vaticana, l’Arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk ha riferito di una lettera di Papa Francesco (dello scorso 3 gennaio) in risposta ad una lettera inviata dal Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina il 29 dicembre scorso, dopo che la Russia ha compiuto l’attacco missilistico più grande su tutto il territorio ucraino dall’inizio della guerra, nella quale il Pontefice ha definito le operazioni belliche russe che colpiscono la popolazione civile e le infrastrutture vitali dell’intero Paese come “ignobili e inaccettabili” ,affermando che “non possono essere giustificate in alcun modo”.
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