di Federica Marengo giovedì 21 dicembre 2023
-Nella 655° giornata di guerra in Ucraina sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese.
Secondo l’Aeronautica militare ucraina, le forze di difesa aerea di Kiev sono state attivate in 12 regioni, quali gli oblast di Kiev, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Cherkasy, Kherson, Zaporizhzhia, Mykolaiv, Khmelnytskyi, Sumy, Poltava, Chernihiv e Kirovohrad e su trentaquattro droni lanciati ne sono stati abbattuti trentacinque.
Colpita poi anche la regione meridionale di Nikopol, dove 2 donne sono rimaste uccise, così come gli impianti minerari di Toretsk, nella regione orientale di Donetsk, dove 3 persone sono rimaste uccise e 5 ferite.
Sul fronte russo, invece, il ministero della Difesa ha reso noto che l’artiglieria ha distrutto alcune postazioni delle forze ucraine vicino alla città di Donetsk, mentre il capo di Stato maggiore interforze russo, il Generale Valery Gerasimov, ricevendo gli addetti militari delle ambasciate straniere per un bilancio del 2023, ha dichiarato che “Le truppe russe in Ucraina ,espandono costantemente le zone sotto il loro controllo in tutte le direzioni, lungo l’intera linea del fronte, conducendo con successo una difesa attiva” e che “La tanto pubblicizzata controffensiva da parte dell’Ucraina e dei suoi alleati nella Nato è fallita. In sei mesi di controffensiva, le perdite nemiche in tutte le direzioni ammontano a circa 160mila persone, più di 3mila veicoli corazzati da combattimento, inclusi 766 carri armati, nonché 121 aerei e 23 elicotteri”. Pertanto, “L’aumento delle forniture di armi occidentali al regime di Kiev e lo schieramento in battaglia di riserve strategiche deciso dal comando ucraino non hanno cambiato la situazione sul campo”, ma hanno “soltanto aumentato il numero di perdite delle unità delle forze armate ucraine”, in particolare verso il Mar d’Azov e la Crimea.
Infine, il ministero della Difesa russo ha riferito che le forze di Mosca hanno distrutto un missile ucraino sul Mar d’Azov.
Secondo il rapporto dell’Istituto per lo studio della guerra (Isw),Think tank USA, “Gli eserciti ucraino e russo continuarono a condurre battaglie di posizione lungo l’intera linea di contatto; attualmente sono in corso combattimenti tra gli alleati nord-occidentali e sud-occidentali di Bakhmut. Va notato che l’esercito russo ha recentemente realizzato una piccola avanzata a nord di Bakhmut. Dalle immagini di geolocalizzazione rilasciate il 19 dicembre, le truppe di Mosca stanno avanzando a sud-ovest di Spirny, che si trova a 25 chilometri a nord-est di Bakhmut”.
A tal proposito, la Difesa ucraina ha ammesso i progressi compiuti da Mosca intorno ad Avdiivka. Inoltre, il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, in un’intervista al giornale tedesco Bild, ha detto che “Tutti gli uomini ucraini in età militare tra i 25 ei 60 anni, anche quelli che si trovano all’estero, dovrebbero presentarsi ai centri di reclutamento delle forze armate ,perché “vogliamo giustizia per tutti, perché ne va del nostro Paese”, spiegando che “il reclutamento dovrebbe avvenire su base volontaria, altrimenti c’è la possibilità di incorrere in sanzioni”, ma che “si sta ancora discutendo cosa accadrà se non verranno volontariamente”, in quanto “non è una punizione difendere e servire il proprio Paese. E’ un onore”.
Intanto, mentre il Presidente ucraino Zelensky, che ha ringraziato via X il Primo ministro della Nuova Zelanda Christopher Luxon per il sostegno ricevuto, ha partecipato alla colazione di preghiera di Natale, in occasione della quale, in un videomessaggio, ha detto: “Sono felice che Kiev sia una di quelle capitali dove regna la libertà e le persone possono praticare liberamente la propria fede. Sono orgoglioso di tutti coloro che difendono la nostra libertà e, nonostante tutta la potenza del male russo, dimostrano che la nostra forza unita è più efficace”, da Bruxelles, la Presidente della Commissione UE, Von der Leyen ha annunciato ,tramite X, l’ erogazione all’Ucraina degli ultimi 1,5 miliardi di euro del pacchetto di sostegno da 18 miliardi di euro per il 2023, sottolineando: “Dobbiamo trovare un accordo per continuare a fornire all’Ucraina il sostegno di cui ha bisogno per riprendersi, ricostruire e riformarsi. Siamo al fianco del nostro vicino, amico e aspirante membro”.
Tuttavia, il Premier ungherese Orban,nel corso della conferenza stampa di fine anno, svoltasi a Budapest, ha assicurato che “il suo governo continuerà a opporsi alla portata e alla tempistica dei finanziamenti proposti per l’Ucraina“, ribadendo che “manterrà la sua posizione quando i leader dell’Ue si incontreranno nuovamente a febbraio per trattare l’argomento”. Secondo quest’ultimo, i piani per fornire all’Ucraina denaro nei prossimi anni dovrebbero essere limitati a un’assistenza più a breve termine e i finanziamenti non dovrebbero provenire da modifiche al bilancio dell’Ue, ma basarsi su contributi individuali dei Paesi membri.
Orban,poi ha annunciato di aver accettato l’invito del Presidente ucraino Zelenksy a tenere un incontro bilaterale in futuro e che l’incontro è stato concordato durante una breve conversazione a margine della cerimonia di giuramento del nuovo Presidente argentino, Javier Milei, che si è tenuta il 10 dicembre scorso.
Il ministro per le Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, ha annunciato di aver incontrato a Varsavia il suo omologo polacco del nuovo governo europeista di Donald Tusk, Dariusz Klimczak, per discutere di come sbloccare la protesta dei camionisti polacchi al confine fra i due Paesi contro l’importazione di prodotti agricoli che sta danneggiando l’economia ucraina.
A Mosca, invece, il Presidente russo Putin ha inaugurato a distanza l’autostrada russa M-12 Vostok (Oriente) verso Kazan, capitale della repubblica federata del Tatarstan. Putin ha partecipato tramite collegamento video all’avvio della circolazione lungo l’ultimo tratto del percorso.
In missione in Tunisia, il ministro degli Esteri russo Lavrov, che oggi è stato ricevuto al Palazzo di Cartagine dal Presidente Saied. Secondo la nota diramata dalla presidenza tunisina: “Saied ha passato in rassegna i vari aspetti delle relazioni storiche tra Tunisia e Russia, sottolineando la preoccupazione della Tunisia di rafforzare ulteriormente i forti legami di amicizia e di cooperazione che esistono tra i due paesi, in particolare nei settori dell’agricoltura, dei cereali, dell’energia, del turismo, della cooperazione culturale e scientifica e degli scambi di studenti. Da parte sua, Sergei Lavrov ha portato i saluti di Vladimir Putin, presidente della Federazione e la sua accoglienza favorevole per le riforme intraprese dalla Tunisia a diversi livelli. Lavrov ha inoltre espresso la piena disponibilità del suo Paese a rafforzare ulteriormente le strette relazioni con la Tunisia in diversi settori, quali i cereali, l’energia, la sanità, l’istruzione superiore, gli scambi culturali, le moderne tecnologie e lo spazio, in particolare in vista della convocazione della riunione congiunta commissioni all’inizio del prossimo anno, oltre a continuare a sviluppare gli scambi commerciali. Questo incontro ha rappresentato anche l’occasione per uno scambio di opinioni su un certo numero di questioni regionali e internazionali di interesse comune”.
Il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov, invece, ha fatto sapere che “La Russia è pronta ad una risposta assolutamente simmetrica, se l’Unione europea deciderà di procedere con la confisca dei profitti dai depositi della Banca centrale russa congelati in Paesi europei per destinarli a beneficio dell’Ucraina, come propone la Commissione di Bruxelles.
Infine, in merito alle elezioni presidenziali di marzo 2024,l ‘ex giornalista televisiva russa Yekaterina Duntsova ha fatto domanda per candidarsi contro il Presidente Putin. L’ex reporter , sostenitrice dello stop alla guerra, ha presentato i documenti alla commissione elettorale centrale russa per registrare formalmente la sua candidatura. Per poter avanzare come candidata, dovrà raccogliere 300.000 firme in tutto il Paese entro il 31 gennaio.
Quanto agli USA, nella serata di ieri, la portavoce della Casa Bianca, Karin Jean-Pierre, ha dichiarato che: “L’amministrazione Biden ritiene che i negoziati al Senato americano sulla riforma migratoria, che dovrebbero portare anche allo sblocco di un nuovo pacchetto di aiuti su larga scala all’Ucraina da parte dei repubblicani, si stiano muovendo nella giusta direzione. I negoziati stanno andando nella giusta direzione. Per questo è molto importante che il Congresso raggiunga un accordo sull’adozione della richiesta di finanziamento supplementare per la sicurezza nazionale, che comprende tra le altre cose ulteriori aiuti a Kiev.
Dobbiamo farlo, molto rapidamente. E per questo invitiamo i repubblicani al Congresso a non ritardare; è di fondamentale importanza per gli Stati Uniti continuare a fornire assistenza in materia di sicurezza a Kiev vista anche la situazione sul campo. Washington ritiene infatti che le truppe russe potrebbero intensificare le operazioni offensive nell’est dell’Ucraina, in particolare nella zona di Avdiivka, una volta che il terreno gelerà”.
In ultimo, in Italia, il ministro della Difesa, Crosetto, in un’intervista a Il Foglio, ha dichiarato: “L’Italia farà la sua parte per contrastare l’attività terroristica di destabilizzazione degli houthi e tutelare la prosperità del commercio, garantendo la libertà di navigazione. Quanto alla guerra in Ucraina, Meloni ha ragione. In Ucraina si stabilisce se il futuro sarà di pace o di guerra, se sarà basato sulle regole del diritto internazionale o sul caos. L’Italia, anche nel 2024, continuerà a inviare le armi necessarie all’Ucraina per difendersi. Per Crosetto, “la comunità internazionale però oggi ha il dovere di pensare se sia possibile ottenere attraverso la politica ciò che non è stato finora possibile ottenere fino in fondo attraverso le armi. Bisogna partire dallo stato attuale del fronte, rendersi conto di ciò che si è riconquistato, di ciò che si è mantenuto e di ciò che la controffensiva non riesce a riconquistare. Se si parte da questo presupposto, è chiaro che da una fase di conflitto militare sia necessario passare a una fase di negoziato politico”.
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