di Federica Marengo sabato 2 dicembre 2023
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Nella 636° giornata di guerra in ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Come riportato dall’Aeronautica militare di Kiev, citata da Ukrinform, infatti, undici sono stati i droni kamikaze russi “Shahed” di fabbricazione iraniana” lanciati dalla Crimea, dieci dei quali sono stati abbattuti dalla contraerea di Kiev nella regione di Odessa, cui si è aggiunto un missile di crociera Kh-59 lanciato sulla regione di Dnipropetrovsk, anch’esso abbattuto.
Secondo RBC-Ucraina, che riporta quanto scritto da ” Suspilne”, esplosioni sono state registrate nella periferia di Dnipro, e allarmi aerei sono scattati nelle regioni di Dnipropetrovsk, Mykolaiv e Kherson.
Il ministero dell’Interno ucraino, poi, ha fatto sapere che l’artiglieria russa ha distrutto due abitazioni e ucciso un civile nella cittadina ucraina di Chasiv Yar, nel Donetsk, vicino a Bakhmut e che si continua a combattere anche ad Avdiivka, contrastando così il tentativo delle forze russe di sfondare.
A Melitopol, invece, la direzione dell’intelligence militare ucraina (Gur) ha affermato che “le forze della resistenza ucraina hanno ucciso soldati russi e danneggiato un deposito di carburante nella città”.
Infine, secondo il Presidente dell’agenzia atomica ucraina Energoatom, Petro Kotin, stanotte, la centrale nucleare di Zaporizhzhia è stata “sull’orlo di un incidente nucleare e radioattivo”, a causa di un blackout completo dell’impianto, risolto questa mattina. Per Kotin: “Gli occupanti (russi) non sono interessati alla sicurezza della centrale e continueranno a creare situazioni pericolose, ricattando il mondo intero con incidenti nucleari e radioattivi “.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky ha dichiarato che “E’necessaria una maggiore mobilitazione per una svolta strategica incentrata sulla difesa, a seguito di una controffensiva poco brillante nelle regioni meridionali dell’Ucraina”.
Inoltre, un nuovo pacchetto di aiuti militari, comprendente sistemi di rilevamento dei droni e fucili di precisione, è stato inviato in Ucraina dalla Germania. Come si legge sul sito del Governo tedesco: “La Germania sostiene l’Ucraina fornendo attrezzature e armi, che provengono dalle forniture delle Forze armate federali e dalle forniture dell’industria finanziata con i fondi del governo federale per lo sviluppo delle capacità di sicurezza”.
L’Ambasciata ucraina presso la Santa Sede, invece, ha reso noto che il capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Zelensky, Yermak, ha avuto un colloquio telefonico con il cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Cei e inviato di Papa Francesco per la missione di pace in Ucraina e in Russia, nel corso del quale ha ringraziato quest’ultimo per la sua partecipazione diretta al processo del ritorno in patria di un minore ucraino, già deportato in Russia.
Kiev, poi, sarebbe a lavoro per la riapertura dell’aeroporto internazionale e per la riapertura degli stadi.
Amnesty International, invece, in un nuovo rapporto reso pubblico, in vista della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, ha fatto sapere che “Gli anziani, le persone con disabilità, sono le prime vittime della guerra tra Russia ed Ucraina. Perché non riescono ad ottenere cure e alloggi adeguati”, in quanto “L’invasione russa su larga scala dell’Ucraina ha messo in crisi il già sovraccarico sistema sanitario ucraino. Di conseguenza molte persone anziane, comprese quelle con disabilità, sono rimaste separate dalle loro famiglie in una condizione di segregazione e isolamento. I costanti attacchi indiscriminati della Russia, molti dei quali costituiscono crimini di guerra, hanno costretto milioni di civili ucraini ad abbandonare le loro abitazioni”.
Ciò, mentre il media russo indipendente Meduza, citando testimoni oculari e canali Telegram locali, ha riportato la notizia secondo cui “La polizia di Mosca ha condotto incursioni durante la notte in diversi club Lgbtq”. Il 30 novembre scorso, la Corte Suprema russa ha dichiarato il movimento sociale internazionale Lgbt una organizzazione estremista e ne ha vietato le attività.
Restando in Russia, il Presidente Putin , nelle scorse ore, ha firmato un decreto, con effetto immediato, per aumentare il numero dei militari nelle forze armate russe di quasi 170mila persone, pari a circa il 15%, “per via delle crescenti minacce al Paese legate all’operazione militare speciale e alla continua espansione della Nato”. Secondo il ministero della Difesa russo, “non è prevista la mobilitazione in relazione a questo decreto”.
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