di Federica Marengo martedì 21 novembre 2023
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-Nella 625° giornata di guerra in Ucraina, vi sono state due visite a sorpresa a Kiev: quella del ministro della Difesa tedesco, Pistorius e quella del Presidente del Consiglio UE, Michel.
Il ministro della Difesa tedesco, Pistorius è arrivato a sorpresa, per una visita volta a riaffermare il sostegno di Berlino all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia e nel corso di quest’ultima ha avuto un colloquio con l’omologo, Umierov e con il Presidente Zelensky.
Appena arrivato, il ministro della Difesa tedesco ha deposto fiori al memoriale degli eroi di Maidan a Kiev, per poi fare il punto sul conflitto e sull’efficacia degli aiuti inviati a Kiev dalla Germania. Una settimana fa, infatti, le autorità tedesche avevano annunciato un aumento dell’aiuto militare alle Forze Armate ucraine, con la consegna di una decina di carri Leopard 1A5, camion, mezzi corazzati ed altro materiale bellico.
In totale, gli aiuti della Germania a Kiev per il 2023 ammontano a 5,4 miliardi, da sommare ai 2 miliardi del 2023.
Sempre a Kiev, si è recato il Presidente del Consiglio UE, Michel per una visita lampo nel corso della quale ha incontrato Zelensky, per poi partecipare alla cerimonia per la commemorazione dei dieci anni dell’Euromaidan e avere un confronto con la Presidente moldava Maia Sandu, anche lei a Kiev.
Al centro dei colloqui, il processo di adesione all’UE , in vista del Consiglio europeo di dicembre nel quale i leader UE dovranno decidere se dare il via libera o meno all’apertura dei negoziati, così come raccomandato dalla Commissione.
A tal proposito, il Presidente del Consiglio UE, Michel, al termine dell’incontro con il Presidente Zelensky, ha dichiarato ai cronisti, in un punto stampa: “Sono qui per mostrare il grande sostegno dell’Ue all’Ucraina, in un giorno importante: dieci anni fa gli ucraini hanno scelto l’Europa e alcuni sono morti. Ma il prossimo Consiglio Europeo sarà difficile, il rapporto della Commissione sull’allargamento non è bianco o nero, ha delle sfumature, e io sono rimasto sorpreso per il rapporto ulteriore di marzo: lavoro per un Consiglio di successo, ma a volte il fallimento è parte del processo dell’Ue, non è un mistero che alcuni Paesi sono cauti sull’allargamento. L’ingresso dell’Ucraina e della Moldavia nell’Ue è un nostro interesse strategico e io farò tutto il possibile per far sì che a dicembre il Consiglio Europeo dia l’avvio ai negoziati. L’apertura dei negoziati lancerebbe il messaggio che dell’Ue ci si può fidare e allo stesso tempo sarebbe un messaggio di unità al Cremlino. Dieci anni fa gli ucraini si sono ribellati per dire sì alla libertà e all’Europa, contro la corruzione e per lo Stato di diritto: è una data che entrerà nella storia del nostro continente”.
A sua volta, in merito, il Presidente ucraino Zelensky, che stamane ha ricordato su X la rivolta di Maidan del 2013, definendola : “La prima vittoria della guerra odierna”, ha detto: “Vorrei che l’apertura dei negoziati di adesione all’Ucraina si basasse su fatti concreti, non ci aspettiamo regali e capiamo che si tratta di un processo di merito. Ma abbiamo rispettato le 7 raccomandazioni al 100% e questa decisione sarebbe importante per mobilitare il popolo ucraino e mostrerebbe che difendiamo i nostri valori coi fatti e non solo con le parole: se non saremo uniti daremo una extra vittoria a Vladimir Putin”.
Poi, riguardo alla visita della Presidente della Moldavia Sandu, anch’ella quest’oggi a Kiev, su X, ha evidenziato: “È molto simbolico che la presidente moldava Maia Sandu sia oggi in visita in Ucraina, dieci anni dopo che gli ucraini hanno scelto il loro futuro” con le manifestazioni di piazza Maidan. Nei colloqui avuti con Sandu “ci siamo concentrati sulla sicurezza, sull’espansione delle nostre esportazioni attraverso la Moldavia, sulla cooperazione transfrontaliera, sulle sfide energetiche che le nostre nazioni devono affrontare e, naturalmente, sulla nostra integrazione nell’Ue” .
Sempre il Presidente ucraino Zelensky, poi, intervistato dal Sun ha rivelato si essere scampato, dall’inizio della guerra, ad almeno cinque o sei attentati alla sua vita da parte della Russia. Il primo tentativo di eliminazione, sarebbe stato compiuto il 24 febbraio 2022 dalle forze speciali russe che penetrarono a Kiev. Inoltre, alla domanda se l’Ucraina, qualora si presentasse l’occasione, potrebbe arrivare al punto di uccidere il Presidente russo Putin, Zelensky ha risposto che “questa è una guerra e l’Ucraina ha tutto il diritto di difendere la propria terra”.
A tali dichiarazioni, ha così replicato il portavoce del Cremlino, Peskov, che ha sottolineato: “Gli ucraini non hanno il modo di attentare alla vita del presidente russo Vladimir Putin. Se ricordate dall’Ucraina hanno minacciato verbalmente Putin a vari livelli e molte volte. Siamo perfettamente consapevoli di questo, ma non ci riusciranno”.
Intanto, sul campo, secondo quanto riportato dalle forze ucraine, queste ultime sono state impegnate nel contenere i crescenti attacchi russi intorno alla città orientale di Bakhmut e hanno ottenuto “qualche successo anche dopo aver attraversato la sponda orientale del fiume Dnipro, nella regione meridionale di Kherson”. I combattimenti, poi, si sono concentrati anche sulla città di Avdiivka.
Il ministro dell’Interno ucraino, Ihor Klymenk, poi, ha reso noto che ,nella tarda serata di ieri, le forze russe hanno lanciato quattro missili contro un ospedale e una miniera nell’oblast di Donetsk, uccidendo almeno una persona e ferendone sei. Due missili , hanno colpito un ospedale a Selydove, danneggiando due edifici ospedalieri e causando almeno otto feriti.
Il ministero dell’Energia ucraino, invece, come riportato da Ukrinform, ha fatto sapere che una persona è stata uccisa nell’attacco missilistico russo della notte scorsa contro la miniera di Kotlyarevska, nella città di Novohrodivka, nel Donetsk .
Secondo Rbc Ucraina, che cita fonti proprie, i soldati ucraini avrebbero attaccato un gruppo di truppe russe della 810° Brigata di Marina nella regione di Kherson. Decine di loro sarebbero stati uccisi e altre centinaia sarebbero stati feriti. L’attacco sarebbe avvenuto come vendetta per l’uccisione, il 3 novembre, di quasi venti soldati della 128° brigata colpiti con un missile Iskander-M verso Zaporizhzhia mentre celebravano una ricorrenza.
Il portavoce dell’Aeronautica militare ucraina, Yuriy Ignat, come riportato da Rbc-Ucraina, ha dichiarato che “Il drone d’attacco Shahed-238 modificato di produzione iraniana, recentemente presentato a Teheran, è un obiettivo più difficile da identificare a causa di una serie di sue caratteristiche: ha un motore a reazione ed è anche equipaggiato con una guida radar diversa. Inoltre, lo schema dei colori dello Shahed-238, consente alle munizioni di sbarramento missilistico di essere meno visibili nel cielo. Tuttavia, non ci sono ancora informazioni sulla ricezione da parte della Russia di questi droni aggiornati. Il nuovo Shahed-238 modificato è stato presentato in tre versioni con diversi sistemi di guida”.
Sul fronte russo, invece, secondo quanto dichiarato dal ministro della Difesa, Shoigu, l’esercito russo sta respingendo “tutte le operazioni di sbarco ucraine” sulla sponda occupata del fiume Dnipro, nel sud dell’Ucraina, dove Kiev ha annunciato progressi.
Abbattuti, inoltre, un drone ucraino sulla regione russa di Kursk e un altro su quella di Oryol, mentre la flotta russa del Pacifico ha reso noto che navi da guerra russe e indiane stanno conducendo una esercitazione congiunta nel Golfo del Bengala.
L’ambasciatore delegato per ‘i Crimini di Kiev del ministero russo degli Esteri, ha dichiarato, durante un punto stampa, che: “Le truppe ucraine effettuano ogni giorno fino a 300 attacchi contro le infrastrutture civili sul territorio russo. Il numero di attacchi contro obiettivi civili sul nostro territorio effettuati dalle forze armate ucraine raggiunge i 200-300 al giorno. Per ogni attacco, ha aggiunto, si verificano tra “i 60 e i 70 feriti tra i civili, a volte anche 100”.
In ultimo, secondo il rapporto quotidiano pubblicato dall’intelligence britannica su X, “La Russia non lancia missili da crociera dalla sua flotta di bombardieri da quasi due mesi, probabilmente per accumulare una scorta sostanziale di queste armi. È molto probabile che Mosca utilizzerà questi missili se , come l’anno scorso , deciderà di attaccare di nuovo le infrastrutture critiche del Paese durante l’inverno.
Tra il 18 e il 19 novembre le forze russe hanno lanciato sull’Ucraina circa 50 droni kamikaze, soprattutto nella direzione di Kiev e uno degli obiettivi era probabilmente quello di degradare le difese aeree nemiche in vista di un’eventuale campagna invernale contro le infrastrutture energetiche del Paese”.
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