di Federica Marengo venerdì 17 novembre 2023
-Nella 622° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata gli attacchi russi sul Paese. Le Forze russe, infatti, hanno lanciato nella notte dieci droni kamikaze, nove dei quali sono stati distrutti dalle difese aeree di Kiev e vi sono stati settantadue scontri in prima linea.
Colpite, la città di Chuhuiv, nella regione ucraina orientale di Kharkiv e le regioni di Vinnytsia, Dnipropetrovsk e Sumy, dove le forze armate di Mosca hanno bombardato cinque comunità (la comunità che ha registrato attacchi più intensi ,circa ventisei, è stata quella di Druzhbivka) e Khmelnytskyi.
Cinquantotto raid russi, poi, secondo il capo dell’amministrazione militare regionale, Oleksandr Prokudin sono stati registrati anche sulla regione di Kherson, dove sei persone sono rimaste uccise. Tra gli obiettivi presi di mira, quartieri residenziali di città e villaggi, edifici amministrativi, un negozio , una struttura medica e stazioni di servizio.
Esplosioni sono state udite questa mattina a Sebastopoli, nella Crimea occupata,mentre l’agenzia statale ucraina che gestisce il settore del nucleare, Energoatom, ha fatto sapere che i russi continuano a violare i requisiti tecnici per il funzionamento delle attrezzature nella centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Nella dichiarazione di Energoatom, si legge, infatti: “Nella Znpp temporaneamente occupata, gli invasori russi continuano a violare i requisiti tecnici per il funzionamento delle attrezzature. Ciò vale principalmente per le unità di potenza 2, 4 e 6 dello Znpp, ma gli occupanti non rispettano una serie di requisiti tecnologici progettati per garantire il funzionamento sicuro e corretto delle apparecchiature anche su altri reattori. L’agenzia sottolinea ad esempio che i russi utilizzano petrolio di fabbricazione russa per la centrale elettrica diesel di riserva, che produce schiuma quando viene riscaldato e ciò porta a una diminuzione della pressione del sistema e allo spegnimento automatico dei generatori diesel. Questa, insieme ai tentativi di trasferire le unità di potenza da uno stato ‘freddo’ sicuro a uno stato ‘caldo, è un grave violazione dei requisiti imposti dalla legislazione nucleare ucraina e aumenta la probabilità di un incidente radioattivo”.
Sempre restando in tema di energia e infrastrutture energetiche, il governo ucraino, tramite una nota del ministro dell’Energia , ha comunicato che “Migliaia di persone che vivono vicino al fronte in Ucraina sono rimaste senza elettricità dopo gli attacchi russi agli impianti energetici”, spiegando che “I recenti bombardamenti sula città di Kherson hanno lasciato più di 28.000 persone senza elettricità. Solo nell’ultimo giorno 3.000 persone sono rimaste senza corrente. Inoltre, i danni a una linea nella regione di Donetsk hanno completamente isolato la città di Kostyantynivka, e 122 insediamenti sono ancora in blackout. È stato colpito anche un edificio a Kharkiv di proprietà di un fornitore privato di energia, lasciando 17.600 persone senza elettricità”.
Tuttavia, il Corpo dei Marines ucraini, in un post su Facebook, ha fatto sapere che “Le Forze di Difesa ucraine hanno condotto una serie di azioni di successo sulla riva sinistra del fiume Dnipro nel settore di Kherson, in collaborazione con altre unità delle Forze di Difesa, riuscendo a conquistare diversi punti d’appoggio. Durante i combattimenti, gli occupanti russi hanno subito pesanti perdite in termini di uomini e attrezzature”.
I militari, hanno poi aggiunto, più tardi, in una nota, che: “I pesanti combattimenti continuano, abbiamo respinto le forze russe per prendere piede attraverso il fiume nella regione di Kherson. Sono in corso operazioni di sabotaggio, raid e ricognizione”.
Il ministero della Difesa di Mosca, però, ha dichiarato che: “Le forze armate russe hanno ucciso nell’ultima settimana 460 soldati ucraini mentre cercavano di attraversare il fiume Dnipro nella regione di Kherson per raggiungere la sponda orientale controllata dai russi”.
Secondo l’ ultimo rapporto dell’intelligence britannica, pubblicato su X, la Russia ha probabilmente iniziato a utilizzare per la prima volta l’aereo di sorveglianza ‘A-50 Mainstay D’ per l’identificazione di obiettivi in Ucraina da segnalare al suo sistema missilistico di difesa aerea a lungo raggio Sa-21. Ciò sarebbe dovuto al fatto che Mosca è preoccupata per la prospettiva che l’Ucraina schieri aerei da combattimento forniti dall’Occidente, pertanto esiste una possibilità realistica che la Russia sia disposta ad accettare maggiori rischi portando il Mainstay più vicino alla prima linea per svolgere efficacemente il suo nuovo ruolo.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky, il quale ha ringraziato i militari ucraini impegnati nei combattimenti sulla riva sinistra del fiume Dnipro,e ha affermato che “Mosca vuole un Maidan3 per rimuoverlo e sta cercando di seminare divisione nella società ucraina ,creando caos all’interno del Paese” ,ha dichiarato, secondo quanto riportato da Bloomberg, che: “Lo spostamento dell’attenzione sulla guerra tra Israele e Hamas ha rallentato le consegne di proiettili di artiglieria all’Ucraina, minando lo sforzo bellico di Kiev. I combattenti in Medio Oriente sono alla ricerca di proiettili da 155 millimetri, un componente chiave per le forniture di armi di cui l’Ucraina ha bisogno per respingere l’invasione russa”.
Martedì scorso, il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, aveva affermato che l’Ue, probabilmente, non sarà in grado di realizzare il suo piano di fornire all’Ucraina un milione di proiettili di artiglieria entro marzo 2024 a causa dello stato della produzione dell’industria della difesa e degli ostacoli burocratici.
Ma il ministro per le Industrie strategiche ucraino, Oleksandr Kamyshin, all’indomani del colloquio telefonico di ieri tra il ministro della Difesa italiano, Crosetto e il suo omologo ucraino, Umerov sugli aiuti militari e la cooperazione con i produttori italiani per la produzione congiunta in Ucraina, ha annunciato su Telegram che : “Produttori italiani collaboreranno con quelli ucraini per lo sviluppo dell’industria della difesa di Kiev. Ho incontrato il Segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, rappresentante del governo e i principali produttori italiani in vari settori della difesa. Durante l’incontro, abbiamo concordato di unire le forze nello sviluppo dell’industria aeronautica e nella protezione dello spazio aereo, nello sminamento e nella produzione di automobili e tecnologie. L’Italia è il nostro partner strategico che ha sostenuto l’Ucraina fin dai primi giorni dell’invasione su vasta scala, mantenendo la sua posizione e le sue intenzioni fino ad oggi. Ne abbiamo ricevuto un’altra conferma”.
Proprio il ministro della Difesa italiano, Crosetto, alla consegna del premio “Italia Informa” 2023, in merito alla situazione sul campo, ha dichiarato: “L’attuale “fase di stallo in Ucraina dopo l’inverno può portare a una fase diplomatica. Quando inizierà la campagna elettorale in Europa e negli Usa potrebbe generarsi una pressione tale da portare a costruire un tavolo di pace. Abbiamo davanti un inverno difficile. Gli ucraini non dispongono di aeronautica a differenza dei russi. Ci sarà un ultimo tentativo di spallata”.
A Mosca, nel frattempo, la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha approvato il bilancio dello Stato ,che prevede un aumento del 25% della spesa pubblica nel 2024 e uno stanziamento record destinato alla Difesa. Come ha spiegato il Presidente della Duma stesso, Vyacheslav Volodin, “La spesa in materia di Difesa, per la prima volta nella storia della Russia moderna, dovrebbe superare gli investimenti in ambito sociale. Il bilancio statale per il periodo 2024-2026 è stato studiato appositamente per finanziare le forze armate e mitigare l’impatto delle 17mila e 500 sanzioni varate contro la Russia. Il Partito comunista russo ha votato contro il bilancio perché prevede pensioni basse e un sostegno finanziario insufficiente per gli anziani. Il bilancio sarà ora sottoposto al Consiglio della Federazione, la Camera alta del Parlamento russo, per l’approvazione prima di essere firmato dal Presidente Vladimir Putin”.
Inoltre, l’agenzia di stampa ufficiale del governo di Kim Jong Un, la Kcna, ha reso noto che “Il ministro russo delle Risorse naturali Alexander Kozlov, che questa settimana ha guidato una delegazione a Pyongyang, ha chiesto di ‘rafforzare a tutti i livelli’ le relazioni tra Russia e Corea del Nord”.
Il ministro russo delle Risorse naturali ,Alexander Kozlov, quindi, ha dichiarato: “La nostra mentalità è quella di rafforzare i legami con la Corea del Nord su tutti i fronti. Gli obiettivi fissati da Vladimir Putin saranno raggiunti. Durante la sua visita, le due parti hanno discusso questioni relative al commercio, alle risorse minerarie, all’istruzione, allo sport, alla protezione della fauna selvatica e alla cultura. Si è parlato anche di un’esplorazione congiunta di giacimenti d’oro, ferro e terre rare, così come dell’aumento degli scambi universitari e sportivi tra i due Paesi”.
Pochi giorni prima dell’inizio dei colloqui, il Segretario di Stato americano Antony Blinken aveva descritto i legami tra Pyongyang e Mosca come “crescenti e pericolosi”.
Tutto ciò, mentre la Corea del Sud accusa il governo di Kim Jong Un di aver fornito al Presidente Putin armi usate contro l’Ucraina, in cambio di una consulenza sui satelliti militari.
Il numero uno del Cremlino, Putin, invece, ha affermato che “In molti, proprio come me, fino al 2014 non avrebbero mai pensato che ci sarebbe stato un tale conflitto tra Russia e Ucraina”. “Se prima del 2014 mi avessero detto che invece era possibile, avrei detto: sei pazzo? Ma ammetto che la gente non ha seguito, non ha capito cosa stava succedendo”, mentre il ministero della Giustizia russo ha chiesto alla Corte Suprema di mettere fuori legge “il movimento internazionale pubblico Lgbt, in quanto, secondo il ministero, le attività del movimento Lgbt in Russia presenterebbero elementi di “estremismo”, in particolare “l’incitamento all’odio sociale e religioso”.
La Corte Suprema prenderà in esame la richiesta in un’udienza fissata per il 30 novembre.
Un alto funzionario UE, ha poi fatto sapere che “il via libera dei 27 all’avvio dei negoziati di adesione con l’Ucraina”, che sarà sul tavolo del prossimo Consiglio Europeo di dicembre, è “a rischio”, in quanto “Gli Stati membri ,stando ai primi sondaggi informali , hanno delle remore sul giudizio espresso dalla Commissione riguardo alle riforme attuate al 90% da Kiev e sul secondo rapporto previsto a marzo. Alcuni leader si domandano quindi se allora non sia più opportuno aspettare in generale però è l’intera strategia” verso l’Ucraina ad essere messa in dubbio dai 27, ora che ci si avvicina al secondo anniversario di guerra. Ovvero il ‘whatever it takes’ sbandierato sinora. Diversi Paesi, l’Ungheria certo, ma non solo, ad esempio tutti gli Stati neutrali, ora parlano apertamente della necessità di negoziati di pace con la Russia. La svolta che alcuni si aspettavano con la controffensiva ucraina non si è materializzata mentre la Russia si è mossa verso un’economia di guerra, c’è dunque un dibattito in corso sul fatto che l’Europa abbia i mezzi per continuare a sostenere Kiev e vi sono dubbi anche sull’impegno degli Stati Uniti”.
©Riproduzione riservata