di Federica Marengo giovedì 9 novembre 2023
-Nella 615° giornata di guerra in Ucraina, all’indomani della raccomandazione da parte della Commissione UE al Consiglio di avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldavia all’Unione europea, tema che sarà al centro del vertice a Bruxelles, dei leader dei 27 Stati, del 14-15 dicembre, il Presidente ucraino Zelensky, ha scritto su X, commentando: “In questo giorno storico per l’Ucraina e la Moldavia, sono stato felice di parlare con la presidente Maia Sandu. Ci siamo congratulati per il rapporto della Commissione europea che raccomanda l’apertura dei negoziati di adesione all’Ue con i nostri Paesi. Abbiamo concordato di coordinare i prossimi passi congiunti. Abbiamo anche discusso dell’assistenza dell’Ucraina nell’evacuazione dei cittadini moldavi da Gaza, nonché della formula di pace. Ho ringraziato la Moldavia per aver partecipato al recente incontro di Malta”.
Tuttavia, all’interno dell’Unione, l’Ungheria sembra frenare sull’avvio di negoziati per l’ adesione alla UE dell’Ucraina. Il portavoce del Premier ungherese, Orban, Zoltan Kovacs, infatti, ha riportato su X le dichiarazioni del ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, che ha espresso la preoccupazione che l’Ucraina non sia pronta per l’adesione all’Ue “a causa dei conflitti in corso, che potrebbero portare la guerra in Ue”.
Il ministro Szijjarto, inoltre, ha sottolineato “l’incapacità dell’Ucraina di soddisfare i criteri di candidatura all’Ue”, per via delle”violazioni dei diritti delle minoranze” (nella regione ucraina della Transcarpazia abita la minoranza ungherese) , chiedendo di dare priorità all’integrazione nell’Ue dei Paesi dei Balcani occidentali, in particolare alla Serbia” ed “ha accolto con favore lo status di candidato della Georgia” , decisione “attesa da tempo”.
La notizia della richiesta della Commissione UE al Consiglio europeo di avviare i negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione, è stata poi commentata dal portavoce del Cremlino, Peskov, che, in ‘intervista a Pavel Zarubin, ha detto: “La promessa di un ingresso nell’Ue per Kiev è come la carota appesa davanti al carro in genere per un asino o un cavallo da tiro. Molto probabilmente stiamo parlando di una carota legata, per così dire, davanti al carro; difficilmente si tratta di promesse reali”.
Stamane, poi, la Vicepremier ucraina Olga Stefanishyna, in una conferenza stampa a Kiev, ha dichiarato: “L’Ucraina dovrebbe essere in grado di completare il processo di adesione all’Unione europea in due anni, dato l’attuale ritmo delle riforme e dei negoziati, ma questo periodo non è ancora ufficialmente iniziato”.
Restando in UE, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione non vincolante che esprime preoccupazione per le lacune esistenti nel regime sanzionatorio nei confronti della Russia e chiede un maggiore controllo e maggiori sforzi per limitare la possibilità che Mosca eluda le restrizioni, evidenziando che la Russia ha la capacità di aggirare misure quali le sanzioni relative ai tetti ai prezzi del petrolio introdotte dai Paesi dell’UE, oltre che dalla cosiddetta Price Cap Coalition. Nella risoluzione , pertanto, legge: “Si rileva anche che le importazioni nell’Ue di prodotti petroliferi realizzati con petrolio russo da paesi come l’India sono aumentate, creando essenzialmente una scappatoia per l’ingresso nell’Ue per il petrolio del Cremlino. Componenti occidentali critici trovano ancora la via verso la Russia attraverso paesi come Cina, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Kazakistan, Kirghizistan e Serbia. Si esprime profonda preoccupazione anche per il commercio in corso di beni critici per la guerra, oggetto di sanzioni tra gli Stati membri e Mosca, e per le segnalazioni secondo cui paesi come l’Azerbaigian effettuerebbero operazioni di riciclaggio per rivendere il gas russo. L’Unione europea rimane ancora uno dei maggiori clienti della Russia per i combustibili fossili, a causa delle continue importazioni di gas da gasdotto e GNL, nonché di varie eccezioni al divieto di importare petrolio greggio e prodotti petroliferi. Il mercato dell’Ue deve essere chiuso ai combustibili fossili russi. Si chiede all’Ue e ai suoi Stati membri di rafforzare e centralizzare a livello dell’Ue il controllo sull’attuazione delle sanzioni e di sviluppare un meccanismo per la prevenzione e il monitoraggio dell’elusione delle stesse. Si invita inoltre l’UE a rafforzare il coordinamento sull’applicazione delle sanzioni esistenti sulle esportazioni di petrolio russo, a chiudere adeguatamente il mercato dell’Ue per i combustibili fossili di origine russa e a tutte le grandi società petrolifere russe, a Gazprombank, alle loro filiali, nonché ai loro consigli di amministrazione e ai loro dirigenti. L’Ue dovrebbe collaborare con il G7 per abbassare sostanzialmente il tetto al prezzo del petrolio ed i prodotti petroliferi russi. Si invita a imporre un divieto totale sulle importazioni nell’UE di GNL e gas di petrolio liquefatto russi e sulle importazioni di combustibili e altri prodotti petroliferi da paesi terzi, se tali prodotti sono stati fabbricati utilizzando petrolio russo. Si auspica che l’UE proibisca le esportazioni di petrolio e GNL russi attraverso il territorio dell’UE e introduca limiti di prezzo e di volume alle importazioni nell’UE di fertilizzanti russi e bielorussi. Si chiede infine alla Commissione europea e ai Paesi dell’UE di estendere le sanzioni per includere un divieto totale di commercializzazione e taglio di diamanti di origine russa o riesportati dalla Russia verso l’UE e di trovare una soluzione giuridica che consenta la confisca dei beni russi congelati e il loro utilizzo per la ricostruzione dell’Ucraina”.
Il Presidente ucraino Zelensky, intanto, firmata la proroga delle leggi marziali fino a febbraio 2024, intervenendo in videocollegamento con una conferenza organizzata da Reuters, come da lui stesso riportato su Telegram, ha affermato: “L’unico modo per fermare la guerra sarebbe il ritiro dei militari russi dall’Ucraina occupata. Lo faranno, vedrete che lo faranno. Nel mio intervento ho parlato in dettaglio delle nostre motivazioni, del piano di de-occupazione dei territori ucraini, dell’importanza di nuove tempestive forniture di armi da parte dei partner e dei preparativi per soddisfare i requisiti dell’ingresso nell’Unione europea”.
Più tardi, in un discorso che ha condiviso su Telegram, ha affermato: “L’Ucraina sta lavorando con tutti i partner per ottenere sistemi di difesa aerea. Kiev sta cercando di aggiungere forza al nostro scudo di difesa aerea praticamente ogni settimana anche perché quanto più protetti saranno i cieli ucraini, le città e i villaggi, tanto maggiori saranno le opportunità di attività economica per il nostro popolo. Qualunque cosa accada nel mondo, l’Ucraina avrà la forza di difendere la propria sovranità. Ringrazio tutti i militari che combattono sul fronte, soprattutto nelle zone più calde di Avdiivka, Maryinka, Kupyansk e Bakhmut”.
Il ministro degli Esteri Kuleba, invece, sui Social, ha evidenziato: “Chi sostiene che l’Ucraina dovrebbe negoziare con la Russia per la pace è disinformato o fuorviato o, peggio ancora, pro-Mosca. Coloro che sostengono che l’Ucraina dovrebbe negoziare con la Russia ora sono disinformati o fuorviati, oppure si schierano con la Russia e vogliono che Putin possa prendersi una pausa prima di un’aggressione ancora più grande. Kiev ha avuto centinaia di colloqui con Mosca dal 2014, quando i separatisti sostenuti dalla Russia hanno preso il controllo di aree dell’Ucraina orientale e Mosca ha annesso la penisola di Crimea. Per chi ha la memoria corta: tra il 2014 e il 2022, l’Ucraina ha tenuto circa 200 colloqui con la Russia. Durante questo periodo, sono stati raggiunti 20 accordi di cessate il fuoco, tutti rapidamente violati dalla Russia. Tutto questo lavoro diplomatico, non ha impedito a Putin di lanciare una brutale invasione totale dell’Ucraina il 24 febbraio 2022”.
Il segretario di Stato Antony Blinken , invece, in un incontro con la stampa insieme con il ministro degli Esteri della Repubblica di Corea (Corea del Sud) Park Jin, a Seul, ha dichiarato: “La guerra del presidente (Vladimir) Putin contro l’Ucraina è stata un fallimento strategico praticamente sotto ogni aspetto, compreso il fatto che ha avvicinato i partner di questa regione (indopacifico, ndr) ai partner di tutto il mondo. Corea, Giappone, Australia e Nuova Zelanda partecipano ora regolarmente e attivamente alle riunioni della NATO. Come ha affermato il presidente Yoon, la sicurezza europea e quella indo-pacifica sono ormai veramente indivisibili”.
Il segretario della Nato, Stoltenberg, a Berlino ,prima di un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha detto ai cronisti: “L’uscita della Russia dai grandi trattati sul controllo degli armamenti è un “comportamento sconsiderato” che “rende il mondo più pericoloso”. Poi, ha invitato i partner dell’Alleanza Atlantica a “non allentare il sostegno militare all’Ucraina nella lotta contro gli aggressori russi. Dobbiamo continuare a dare agli ucraini le armi di cui hanno bisogno per rimanere forti sul campo di battaglia, in modo che possano essere forti al tavolo dei negoziati domani. Ringrazio per il contributo la Germania, secondo sostenitore dell’Ucraina dopo gli Stati Uniti. In particolare, per la consegna di veicoli da combattimento di fanteria e carri armati, nonché di sistemi di difesa aerea. Questi contributi aiutano l’Ucraina a difendere la propria libertà. E contribuiscono a mantenere l’Europa sicura”.
A tal proposito, il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, ha reso noto che “Quasi la metà del bilancio statale per il 2024 sarà speso per l’esercito. Il bilancio statale per il 2024 è stato adottato! Ringraziamo i parlamentari per il loro sostegno e la loro posizione costruttiva. Il bilancio stabilisce chiaramente le priorità. Tutte le nostre risorse interne saranno utilizzate per resistere e sconfiggere il nemico. Quasi il 50% delle nostre spese è destinato alla difesa e alla sicurezza dell’Ucraina”.
Quanto alle esportazioni di grano ucraino, malgrado lo stop determinato dall’uscita della Russia dall’accordo mediato da Turchia e Onu, il Vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov, ha fatto sapere su X che “Il corridoio alternativo di esportazione dell’Ucraina per il Mar Nero funziona nonostante il recente attacco russo a una nave civile. Novantuno navi hanno esportato 3,3 milioni di tonnellate di prodotti agricoli e metallici da quando il corridoio ha iniziato a funzionare in agosto”.
Sul campo, nel frattempo, mentre l’intelligence ucraina ha rivendicato la responsabilità dell’autobomba che ha ucciso Mikhail Filiponenko, membro delle autorità filorusse nella regione di Luhansk, annunciando la preparazione di nuove operazioni in Crimea, e le forze di difesa di Kiev hanno fatto sapere , tramite social, di “aver eliminato circa 308.720 militari russi dal 24 febbraio 2022 a oggi, di cui 1.080 nelle ultime 24 ore”, il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk, Serhii Lysak,in un post su Telegram, ha riferito che “Un missile russo è stato abbattuto nella notte nell’oblast di Dnipropetrovsk, che “i bombardamenti sul distretto di Nikopol non si sono fermati” e, che “le forze russe occupanti hanno colpito la comunità di Marhanets con l’artiglieria pesante. Non sono state segnalate vittime”.
Il generale Oleksandr Tarnavskyi, capo del gruppo di forze meridionali dell’Ucraina,invece, ha detto che ,le truppe attorno ad Avdiivka “stanno fermamente mantenendo le loro difese”, come confermato anche da funzionari ucraini.
I filorussi occupanti a Kherson hanno fatto sapere che cinque persone sarebbero state uccise in un attacco missilistico da parte delle forze armate ucraine sulla città di Skadovsk, parte controllata proprio dalle forze di Mosca.
Il Centro nazionale di resistenza ucraina ha poi reso noto che tale attacco avrebbe preso di mira una struttura temporanea del servizio di sicurezza russo Fsb, ma la notizia non è stata ancora confermata.
Il governatore filorusso di Sebastopoli, Mikhail Razvozhaev, ha poi dichiarato che l’esercito russo ha abbattuto un obiettivo aereo sopra il mare nella città.
Proprio a Kherson, secondo il ministro dell’Interno ucraino Ihor Klymenko, le forze russe hanno attaccato un quartiere residenziale, uccidendo un uomo di 72 anni e ferendo altri tre civili. Secondo l’ufficio del procuratore, l’attacco è stato effettuato utilizzando l’artiglieria. Secondo i funzionari, quattro edifici a più piani, diverse case, un centro di distribuzione di aiuti umanitari, una chiesa, un istituto scolastico, linee elettriche, infrastrutture di fornitura di gas e garage sono stati danneggiati nell’attacco.
L’intelligence britannica, poi, nel suo aggiornamento quotidiano, ha rilevato che: “A seguito delle perdite riportate la settimana scorsa di diversi sistemi missilistici terra-aria (SAM) a lungo raggio” da parte della Russia, Mosca “avrà molto probabilmente bisogno di riallocare i SAM che proteggono abitualmente luoghi istanti” della Federazione. I principali SAM russi a lungo raggio, come l’SA-21, sono in grado di colpire bersagli a distanze fino a 400 km. Posizionati in luoghi strategicamente importanti e lungo i confini della Russia, se rimossi sarebbe quasi certamente indebolita la difesa aerea della Russia nelle sue aree periferie.Per questo, la ridistribuzione delle risorse strategiche di difesa aerea dimostra ulteriormente come il conflitto ucraino continui a sovraestendere le forze armate russe e metta a dura prova la sua capacità di mantenere le difese di base in tutta la sua vasta area”.
Da Mosca, l’ex Presidente Dmitry Medvedev e oggi vice segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale, durante una visita al poligono e centro di addestramento di Alabino, ha reso noto che “Sono oltre 410 mila dall’inizio dell’anno i russi che si sono arruolati come contrattisti nelle forze armate. Non assistiamo ad alcuna diminuzione dei contrattisti. Al contrario vediamo un aumento nel numero di coloro che sono pronti a difendere la loro patria, il nostro Paese”.
In ultimo, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Zakharova, tornando sul tema della telefonata fake alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha affermato: “Sui media italiani è stata lanciata una campagna anti-russa e circolano un gran numero di fake. E’ francamente sconcertante assistere ai tentativi da parte dei principali media italiani e di una serie di zelanti rappresentanti dell’establishment politico italiani di concentrare questa storia sulle accuse contro Mosca. Siamo accusati di aver pianificato tale azione, una mostruosa sciocchezza. Mosca non ha nulla a che fare con questo, per non abboccare a una tale esca è necessario costruire un adeguato servizio di protocollo e di sicurezza delle informazioni, ma anche questo potrebbe non bastare. Mi appello al governo di Roma: fate mea culpa”.
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