di Federica Marengo venerdì 15 settembre 2023
-Nella 561° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti i raid russi sulle regioni del centro-Ovest e del Sud-Est del Paese. Colpite, infatti, con diversi gruppi di droni: la regione occidentale ucraina di Khmelnytsky e Vinnytsia, nella parte centrale.
A Sud-Est, invece, sotto attacco una zona residenziale della città di Novaya Kakhovka, nella regione di Kherson, sulla riva orientale del Dnipro.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Ria Novosti, “il 75% del territorio della regione di Kherson sarebbe sotto il controllo russo e parte della riva occidentale del Dnipro, inclusa Kherson, sarebbe controllata dalle forze armate ucraine”.
Tuttavia, il portavoce dello Stato maggiore, Andrii Kovalev, ha dichiarato alla Tv nazionale che le truppe russe stanno arretrando vicino Bakhmut, incalzate dall’avanzata delle unità ucraine, e starebbero frenando l’avanzata dei russi nelle zone di Avdiïvka e Marin (Est)”, cosicché, “le azioni offensive russe a Lastochkino, Avdiïvka, Bohdanivka non avrebbero avuto successo”. Successivamente, le forze armate ucraine hanno annunciato la liberazione dei villaggi di Klishchiivka e Andriivka, proprio a sud di Bakhmut ,nella regione di Donetsk.
Il portavoce della Terza brigata d’assalto ucraina, Alexander Borodin, che ha parlato a United News, ha fatto sapere che il villaggio di Andriivka, vicino a Bakhmut, è stato completamente distrutto a causa dei combattimenti e che, per questo, è impossibile issare una bandiera ucraina a testimonianza della vittoria.
La terza Brigata d’assalto separata dell’esercito di Kiev, invece, citata da Rbc-Ucraina, ha fatto sapere che “la 72ma Brigata meccanizzata della Federazione russa è stata completamente sconfitta in due giorni e che sono stati eliminati il capo dell’intelligence della brigata nemica, e quasi tutta la fanteria, insieme con gli ufficiali e una quantità significativa di equipaggiamento”.
L’intelligence britannica, poi, in merito agli attacchi delle forze armate ucraine alla flotta russa a Sebastopoli, nel Mar Nero, ha riferito che : “Nonostante il ministero della Difesa russo abbia minimizzato i danni alle navi, prove pubbliche indicano che la Minsk (una nave da sbarco) è stata quasi certamente distrutta a livello funzionale, mentre il (sottomarino) Rostov ha probabilmente subito danni catastrofici”.
Il canale Telegram della Sbu, il servizio di sicurezza ucraino, ha reso noto che un drone navale “sperimentale” ucraino ,”Sea Kid”, avrebbe colpito e danneggiato la nave lanciamissili russa Samum, che ha dovuto essere rimorchiata per riparazioni.
Giovedì, il ministero della Difesa di Mosca aveva dichiarato che un tentativo di colpire con droni marini la Samum vicino al porto di Sebastopoli era stato sventato, usando le armi in dotazione sull’unità lanciamissili.
Intanto, il Financial Times ha reso noto che , la prossima settimana (secondo fonti dell’Afp, l’incontro sarebbe previsto per il 21 settembre), il Presidente ucraino Zelensky si recherà a Washington per incontri ad alto livello per raccogliere sostegno per ulteriori aiuti a Kiev, dopo aver partecipato all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sempre secondo il quotidiano britannico, il Presidente Zelensky incontrerà il Presidente USA, Biden alla Casa Bianca e i parlamentari a Capitol Hill, per poi visitare il Pentagono e incontrare il segretario alla Difesa Austin.
Ciò, mentre al vaglio del Congresso è lo stanziamento di 24 miliardi di dollari di fondi aggiuntivi per l’Ucraina per continuare a sostenere i suoi sforzi militari fino all’inizio del 2024 e l’Amministrazione Biden starebbe decidendo se fornire all’Ucraina i missili a lungo raggio noti come Atacms, il cui invio Kiev sollecita da tempo.
Il segretario di Stato USA, Blinken, in una conferenza stampa con la ministra degli Esteri tedesca Baerbock,ha sottolineato: “Putin in Ucraina ha fallito, il suo obiettivo era cancellarla dalla mappa e non ci è riuscito”, ribadendo che: “Gli Stati Uniti non consentono aggressione su suolo russo con le loro armi ma la decisione ultima spetta agli ucraini”.
Il Presidente ucraino Zelensky, tramite il social X, ha rivolto gli auguri a tutte le comunità ebraiche “in Ucraina e nel mondo” che oggi celebrano Rosh ha-Shanà, il capodanno ebraico”, augurandosi “che il nuovo anno porti un nuovo inizio e la speranza di un futuro più luminoso” e “che possa dare la forza al bene di trionfare sul male e alla pace di essere ristabilita”.
Auguri che sono stati riecheggiati dal ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, sempre tramite, X: “Buon Rosh ha-Shanà a tutti gli ebrei qui in Ucraina e in tutto il mondo. Mi auguro che il nuovo anno porti pace, armonia e salute in ogni famiglia e comunità” e “che porti la vittoria del bene sul male“.
Il consigliere presidenziale ucraino, Podolyak, invece, tornando sulle notizie relative all’aereo del fondatore e capo della brigata Wagner, Prigozhin , precipitato in territorio russo, in un’intervista a Rainews24, ha dichiarato: “Wagner ha smesso di esistere il 24 giugno, era solo questione di tempo, non esiste più. I mercenari in Bielorussia erano pochi e stanno lasciando il paese, altri vertici dell’organizzazione saranno presto eliminare. Non li vedremo più né in Bielorussia, né in Africa e nemmeno in Ucraina, Putin ora vuole solo trincerarsi nelle zone occupate, per quello bastano i mobilitati. Rispetto alle prospettive della guerra, ha poi affermato che “un cessate il fuoco è il sogno di Putin perché gli permetterebbe di congelare la guerra, di renderla meno intensiva, di rimanere sulla linea del fronte dei territori occupati e di continuare a utilizzare questi territori. E questo ovviamente significherebbe che l’Ucraina avrà perso completamente perché la questione chiave per Putin è non perdere la guerra. Cosa significa non perdere la guerra?, significa che la Russia rimane sui territori occupati, dopodiché Putin potrà investire nella sfera miliare del proprio Paese per continuare ad attaccare l’Ucraina, che diventerebbe una specie di zona grigia. Quindi l’Ucraina in questo caso perderebbe. La Russia vuole annientare lo Stato ucraino, quindi il congelamento della guerra significherebbe la sconfitta dell’Ucraina. Putin non giocherà secondo le regole e finché rimarrà sul nostro territorio non farà altro che annientarci”.
Proprio in merito alla questione della brigata Wagner, secondo il Wall Street Journal, una missione diplomatica e militare congiunta degli Stati Uniti dovrebbe visitare la Libia alla fine di settembre per cercare di convincere il generale Khalifa Haftar ad espellere i mercenari della compagnia paramilitare russa Wagner e incoraggiarlo a unificare le sue forze con quelle controllate dalle fazioni rivali.
Per il quotidiano USA, la Russia starebbe attivamente cercando di ottenere accesso per le sue navi da guerra a un porto in Libia (Bengasi o Tobruk) e, recentemente , vi sarebbero stati alcuni incontri tra alti funzionari russi e Haftar sulla possibilità di concedere alla Federazione russa il diritto di attracco a lungo termine in un porto dell’Est della Libia.
Secondo fonti vicine alla delegazione americana, gli Stati Uniti vorrebbero ottenere la creazione di una zona cuscinetto rispetto ai disordini nel Sahel, area che ha visto un’impennata delle attività jihadiste, cruciale in fatto di flussi migratori.
Il governo britannico, tramite nota, ha fatto sapere che ,a partire da oggi, l’organizzazione mercenaria russa del Gruppo Wagner è ufficialmente inserita nella lista del Regno Unito delle organizzazioni terroristiche, dopo che il Parlamento ha approvato la misura il 6 settembre scorso.
Il canale Telegram Grey Zone, vicino alla stessa Wagner,ha reso noto che il generale russo Serghei Surovikin, ex comandante delle operazioni militari in Ucraina, rimosso recentemente dal comando delle forze aerospaziali ,dopo che il suo nome era stato associato da vari media occidentali e canali Telegram russi alla tentata ribellione del capo della Wagner, Yevgeny Prigozhin, sarebbe ricomparso in Algeria.
Lo stesso canale Telegram Grey Zone ha pubblicato delle fotografie di Surovikin con ufficiali e autorità locali, in cui il generale apparirebbe vestito con una sorta di tuta militare color sabbia ,ma senza mostrine e gradi.
Grey Zone non fa ipotesi sull’attività in Algeria di Surovikin, che secondo alcuni media dopo la rimozione dal comando era in attesa di essere assegnato ad un incarico all’estero, ma spiega che, recentemente , i Paesi africani ,dove la Wagner è ancora presente, sarebbero stati visitati dal viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov e dal vice capo dell’intelligence militare (Gru), Vladimir Alekseev.
Il ministero della Difesa aveva annunciato il 22 agosto scorso, un giorno prima della morte di Prigozhin in un incidente aereo, che Yunus-Bek Yevkurov si era recato, su invito del maresciallo Khalifa Haftar in Libia, uno dei Paesi africani in cui è più forte la presenza della Wagner.
La notizia è poi stata confermata dal quotidiano russo Kommersant.
Sul fronte russo, Mosca ha dichiarato di aver distrutto un centro di controllo droni ucraino nel Donetsk, mentre un video di propaganda bellica, diffuso dal ministero della difesa russo , mostra il ministro Shoigu in visita allo stabilimento russo di Zvezda di Primorye, per ispezionare i sottomarini nucleari. Al riguardo, lo stesso Shoigu ha dichiarato: “La Russia sta lavorando alla costruzione di nuovi tipi di sottomarini nucleari, sistemi robotici e droni sottomarini. Entro la fine dell’anno, Mosca varerà due nuovi sottomarini e dieci navi. I sottomarini saranno l’ ‘Imperatore Alessandro III’, che trasporterà missili strategici, e il ‘Krasnoyarsk’, con missili da crociera. Tra le navi vi sarà la fregata ‘Ammiraglio Golovko”.
All’indomani dell’incontro tra il Presidente russo Putin e il suo omologo nord-coreano, Kim Jong un, che, dopo una tappa a Komsomolsk sull’Amur per visitare fabbriche di aerei militari , è giunto a Kramatorsk,il portavoce del Cremlino, Peskov,ha ribadito come il suddetto incontro non si sia concluso con alcun accordo firmato, “nemmeno nel campo della cooperazione militare”.
Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, invece, parlando a una tavola rotonda sulla crisi ucraina, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, avrebbe affermato: “Gli sforzi del Vaticano continuano e l’inviato di Papa Francesco Matteo Zuppi verrà di nuovo in Russia. Siamo pronti a incontrare tutti, pronti a parlare con tutti”.
In merito , il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Zuppi, terminata la sua missione in Cina, è giunto a Palermo direttamente da Pechino, per partecipare alla messa, in cattedrale, a trenta anni dall’omicidio di padre Pino Puglisi, precisando che non parlerà degli incontri in Cina, in quanto dovrà prima relazionare a Papa Francesco e ,confermando l’urgenza di riprendere il dialogo in Ucraina per garantire la pace.
Quindi, ha spiegato ai microfoni di Tv2000: “C’è stata una grande attenzione da parte del governo cinese. Una discussione franca con l’inviato per l’Ucraina, con un importante scambio di vedute anche di prospettive per il futuro. Tutti devono spingere nella stessa direzione, che deve essere quella di trovare la chiave di una pace giusta e sicura. L’apertura del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a parlare e incontrare l’inviato del Papa per la pace in Ucraina è importante , perché la pace si fa dialogando e trovando gli spazi possibili e necessari. È sicuramente una dichiarazione positiva e va nella direzione auspicata da Papa Francesco. La palla non è solo nel campo ucraino. Devono giocare tutti. L’Ucraina ha già giocato e ha presentato anche le sue proposte. In realtà ,per la pace devono giocare tutti quanti”.
Nel frattempo, il Presidente russo Putin ha incontrato a Sochi il suo omologo bielorusso Lukashenko per discutere dei negoziati appena conclusisi con il leader nordcoreano Kim Jong-un, anche alla luce della proposta di Lukashenko di una “cooperazione a tre fra Mosca, Minsk e Pyongyang”.
Nel corso di tali incontro ,il Presidente russo Putin avrebbe affermato: “Le relazioni tra Russia e Bielorussia si stanno sviluppando in modo costante e affidabile, continuano i contatti e le consultazioni sulle relazioni e sull’interazione, soprattutto nella sfera economica”, mentre il Presidente bielorusso Lukashenko, si sarebbe congratulato con Putin per il risultato delle elezioni regionali.
Inoltre, secondo quanto riferito dall’agenzia Tass, il numero uno del Cremlino, in merito alla riapertura dei negoziati con Kiev, avrebbe affermato: “La Russia non ha mai rifiutato negoziati sull’Ucraina, se la controparte li vuole, che lo dica”.
Poi, smentendo le voci relative a volontari provenienti dalla Corea del Nord che potrebbero recarsi al fronte, Putin ha precisato: “Non ne abbiamo bisogno. Quest’anno sono stati firmati circa 300mila contratti con le Forze armate della Federazione Russa. Persone che , voglio sottolinearlo ancora una volta, sono pronte a sacrificare la propria vita nell’interesse della loro Patria, difendendo gli interessi della Russia”.
A tal riguardo, secondo i media USA, l’ambasciatore di Cuba in Russia, Julio Antonio Garmendia Peña, avrebbe affermato che il suo governo non impedirà ai cittadini cubani di arruolarsi nell’esercito russo e di combattere in Ucraina, spiegando: “Non abbiamo nulla contro i cubani che vogliono semplicemente firmare un contratto e partecipare legalmente a questa operazione con l’esercito di Mosca, ma ci opponiamo all’illegalità e a operazioni che con la legalità non hanno nulla a che fare”.
Il 4 settembre scorso, le autorità cubane avevano diffuso un rapporto nel quale si dava notizia di un giro di traffico di esseri umani ,volto a reclutare cittadini cubani per la guerra della Russia contro Kiev. Il Ministero degli Esteri cubano aveva replicato affermando che Cuba “ha una posizione storica ferma e chiara contro il mercenarismo” e che “Cuba non fa parte della guerra in Ucraina”.
Quanto alla questione delle esportazioni di grano ucraino, la Commissione UE ha riferito di aver deciso di “revocare le restrizioni adottate in aprile, e in scadenza oggi, per le esportazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall’Ucraina sul territorio di Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania, Paesi, che ne avevano richiesto una estensione fino alla fine dell’anno”.
In cambio della revoca, “l’Ucraina ha accettato di adottare un piano di azione per prevenire eventuali distorsioni del mercato nei Paesi membri confinanti”.
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