di Federica Marengo lunedì 11 settembre 2023
-Nella 557° giornata di guerra in Ucraina sono proseguiti gli attacchi missilistici e i raid con droni sia da parte ucraina che da parte russa. Colpite dalle forze russe : le regioni di Zaporizhzhia e di Dnipro, dove sarebbero stati abbattuti tutti i droni russi, mentre missili ad alta velocità” (ipersonici) si starebbero dirigendo verso Kryvyi Rih, città natale del Presidente ucraino Zelensky, nella regione di Dnipropetrovsk.
Tuttavia, la Difesa di Kiev ha fatto sapere di aver riconquistato 4 piattaforme petrolifere in Crimea e di aver liberato altri 2 chilometri quadrati di territorio a Bakhmut (per un totale, finora, di 49 chilometri quadrati) e una parte di Optine,via d’accesso per la regione di Donetsk.
Sul fronte russo, invece, immagini satellitari, pubblicate dal media Yle ,mostrano che la Russia ha costruito in breve tempo nuovi siti militari vicino al confine finlandese e che le basi vengono utilizzate dalla Brigata artica dell’esercito della Federazione.
Secondo il Financial Times, che ha citato funzionari dell’Alleanza Atlantica, la Nato terrà l’anno prossimo la più grande esercitazione di comando congiunto dai tempi della Guerra Fredda, coinvolgendo 31 Paesi e la Svezia. All’esercitazione, pianificata per respingere un’eventuale aggressione russa contro uno dei membri dell’alleanza, parteciperanno più di 40mila truppe. L’operazione dovrebbe iniziare nella primavera del 2024 e dovrebbe includere tra le 500 e le 700 missioni di combattimento aereo, coinvolgendo più di 50 navi e circa 41mila truppe.
In merito alla guerra in Ucraina, il capo dello stato maggiore degli Stati Uniti ,Mark Milley, che lavora al Pentagono, in un centro di comando segreto , dove tutte le informazioni raccolte dai campi di battaglia dell’Ucraina sono quotidianamente monitorate dal suo staff, ha dichiarato ai microfoni di Cbs News: “Mai visto combattimenti come quelli in Ucraina. Ho preso parte a molti scontri a fuoco. Sono saltato in aria diverse volte, su veicoli, mine, ordigni esplosivi improvvisati. Ma non ho mai visto questa intensità”.
Il segretario di Stato USA, Blinxen , invece, in merito a un possibile negoziato tra Ucraina e Russia, ai microfoni di Abc News, ha detto: “Finora non abbiamo indicazioni che Vladimir Putin abbia qualche interesse in un’opera di diplomazia significativa. Se lo facesse, penso che gli ucraini saranno i primi a impegnarsi, e noi saremo proprio dietro di loro. Tutti vogliono che questa guerra finisca. Al momento i colloqui di pace sono fuori discussione perché “ci vogliono due persone per ballare un tango”.
Intanto, mentre si attende l’invio da parte degli USA di missili a lungo raggio e di altre armi, il Presidente ucraino Zelensky, in un’intervista all’Economist, ha dichiarato: “Alcuni alleati potrebbero vedere le recenti difficoltà dell’Ucraina sul campo di battaglia come un motivo per negoziare con la Russia, ma questo è un brutto momento perché Putin vede la stessa cosa. Devo essere pronto, e deve esserlo anche la mia squadra, per una lunga guerra, ed emotivamente sono pronto. Il presidente russo Vladimir Putin cerca di indebolire l’Ucraina, ma la stessa Russia è fragile. Putin non capisce che perderà in una lunga guerra. Perché non importa se è sostenuto dal 60% o dal 70% dei russi. No, sarà la sua economia a perdere”.
Per quanto riguarda l’invio da parte degli USA di missili a lungo raggio, ma anche di altre armi, ha spiegato: “Per quanto riguarda l’Atacms, parlerò di nuovo con il Presidente Biden. Questo non è il primo dialogo. Ci stiamo muovendo. Spero che li otterremo in autunno. Per noi è molto importante non fare pause in questa controffensiva, e ne abbiamo molto bisogno. Il Paese ha grande bisogno di armi a lunga distanza, sistemi a lungo raggio, artiglieria, proiettili. Spero di poter parlare con il Presidente Biden. Per me sono molto importanti i suoi pensieri e il suo sostegno. Penso che possa voltare pagina in questa guerra. Una volta l’ha fatto con gli Himars, è stato molto importante”.
Infine, riguardo alla controffensiva , chiudendo ai negoziati con Mosca, il Presidente ucraino Zelensky, ha evidenziato : “Tutti vogliamo raggiungere il successo e il lieto fine. Ma questo non è un film di un’ora e mezza. Questo è un contrattacco. Non è un film a lieto fine, non avremo un lieto fine. Abbiamo perso molte persone. Dobbiamo riconoscerlo. E la vittoria è l’unica cosa che può portare alla liberazione dell’Ucraina e impedire alla Russia di attaccare altri Paesi: gli Stati baltici, la Polonia, e tutti noi torniamo all’Unione Sovietica”.
Infine, sempre il Presidente Zelensky, più tardi, accolta la ministra degli Esteri tedesca Baerbock, in visita a sorpresa a Kiev, ha scritto su X: “Ringrazio il cancelliere Scholz, la sua squadra e tutti i tedeschi per aver sostenuto l’Ucraina, in particolare nei settori della difesa e della finanza.. Abbiamo discusso con Baerbock le misure per migliorare le nostre capacità di difesa aerea e di artiglieria, proteggere il sistema energetico e promuovere la ripresa dell’Ucraina”.
La stessa ministra Baerbock, che stamane arrivando a Kiev ha dichiarato che “Il posto dell’Ucraina è nell’Unione Europea”, ha promesso altri 20 milioni di euro per gli aiuti umanitari all’Ucraina e ha chiesto pazienza al governo ucraino in merito alla fornitura da parte di Berlino dei missili da crociera Tauru. Quest’ultima, ha poi incontrato anche il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, che ha ringraziato la Germania per le armi già consegnate, in particolare per l’efficacia dei carri armati antiaerei ‘Cheetah’ e, tornando a sollecitare Berlino per una rapida decisione in merito alla consegna dei Taurus a Kiev, si è detto sicuro che alla fine i missili saranno consegnati, ma di non capire perché la Germania stia perdendo tempo nell’invio.
La ministra degli Esteri tedesca Baerbok ha quindi spiegato che la Germania ha il timore che i missili possano essere usati da Kiev per colpire obiettivi sul territorio russo.
In Russia, invece, a Vladivistok, si dovrebbe tenere nelle prossime ore l’incontro tra il Presidente russo Putin e l’omologo nordcoreano, Kim Jong-un, confermato da entrambe le parti, per discutere dell’alleanza (anche militare) tra i due Paesi.
Il portavoce del Cremlino, Peskov, inoltre, nel consueto punto stampa, parlando della possibile ripresa dei negoziati con l’Ucraina, della questione della mancata proroga dell’accordo sulle esportazioni del grano dai porti ucraini, alla luce della richiesta all’Occidente di rimuovere le sanzioni alla Russia su cibo e fertilizzanti e, commentando l’esito delle elezioni Amministrative indette a Mosca e nei territori (illegittimamente) annessi e occupati in Ucraina, ha sottolineato : “Al momento, non ci sono i presupposti per riprendere il processo negoziale con Kiev sulla guerra in Ucraina. Fin dall’inizio, la parte russa e il presidente Vladimir Putin sono rimasti aperti ai negoziati. Il dialogo con l’Europa è ormai inutile, ma la Russia spera di riprenderlo in futuro. L’Europa è sotto forte pressione da parte di Washington. Riguardo le elezioni concluse ieri, i risultati hanno probabilmente confermato nel modo più assoluto il consolidamento della società attorno alla leadership del Paese. La stragrande maggioranza dei governatori eletti sono quelli che hanno ricevuto il sostegno del Presidente. Pertanto, il Presidente gode del sostegno assoluto della popolazione. Questa è una grande opportunità e allo stesso tempo una grande responsabilità. Il Presidente non ha ancora annunciato che si candiderà, ma se dovesse farlo, non troverà contro di sé una vera concorrenza. Quanto all’accordo del grano, il Presidente Putin e il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan hanno concordato che, se necessario, non aspetteranno ancora un anno per incontrarsi e che potrebbero incontrarsi abbastanza velocemente”.
Proprio in merito alle elezioni Amministrative nei territori ucraini occupati da Mosca, l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrell, ha reso noto: “L’8-10 settembre sono state organizzate elezioni regionali e locali in Russia e illegalmente anche nei territori dell’Ucraina temporaneamente occupati dalla Russia. L’Unione Europea condanna fermamente lo svolgimento di queste illegittime ‘elezioni’ nella Repubblica autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli e in alcune parti delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson. Respingiamo con forza questo ulteriore futile tentativo della Russia di legittimare o normalizzare il suo controllo militare illegale e il tentativo di annessione di parti dei territori ucraini, come condannato nella risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite adottata il 12 ottobre 2022. Si tratta di un’altra palese violazione del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite, e dell’indipendenza, della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. L’Unione Europea non riconosce e non riconoscerà né lo svolgimento di queste cosiddette “elezioni” né i loro risultati. La leadership politica russa e coloro che sono coinvolti nell’organizzazione delle elezioni dovranno affrontare le conseguenze di queste azioni illegali”.
Nell’ambito delle alleanze della Russia con i Paesi della piattaforma Brics (Brasile, India, Cina e Sudafrica), il Presidente brasiliano Lula ha rettificato le dichiarazioni rilasciate al termine del G20 di New Delhi riguardo un possibile salvacondotto per il Presidente Putin , qualora prendesse parte al G20 del 2024 a presidenza proprio del Brasile, sottolineando che sull’arresto del numero uno del Cremlino deciderà la Magistratura.
Nel frattempo, la Commissione Europea ha diffuso un aggiornamento sui beni russi la cui importazione è vietata all’interno dell’Ue. Il divieto ora copre tutte le auto e non sono più quelle di lusso (ovvero sopra i 1.900 centimetri cubici di motore).
Infine, il cardinale Zuppi, a margine dei lavori della comunità di Sant’Egidio a Berlino, ha dichiarato: “Dev’essere una pace, scelta dagli ucraini, con le garanzie, l’impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti. L’audacia della pace. Sui tempi della missione in Cina , i tempi notoriamente sono eterni, i tempi della Santa Sede e i tempi della Cina sono notoriamente molto lunghi. I duri giudizi di Kiev su papa Francesco non mettono a rischio la sua missione di pace. Non credo, no, non credo, anche perché nessuno ha mai parlato di mediazione, non è mai stata una mediazione. E’ sempre stata una missione, lo spiegò subito il Papa e lo ha ridetto, qual è la sua aspettativa di questa missione e che appunto non era e non è la ‘mediazione’, ma è aiutare. Credo che sia così chiaro e penso che se ci sono delle nubi ovviamente si sono già chiarite o si chiariranno: sono comprensibili in una tensione così forte. Credo che il governo e il popolo ucraino conoscono il sostegno che la Chiesa e papa Francesco hanno sempre avuto per la loro sofferenza”.
Il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, anch’egli a Berlino al medesimo incontro internazionale della comunità di Sant’Egidio, in risposta ai giornalisti sull’iniziativa di pace della Santa Sede per l’Ucraina, ha detto: “Noi sosteniamo tutte le iniziative di pace purché alla fine sia una pace giusta che è quella che garantisca indipendenza e libertà all’Ucraina. Ma l’ho detto anche in occasione della mia visita la scorsa settimana a Pechino. Ho detto a Wang Yi che noi guardiamo con favore alla missione del cardinale Zuppi voluta da papa Francesco perché è una missione di pace. Noi siamo per la pace e vogliamo che si costruisca la pace. Contiamo anche che la Cina faccia la sua parte per convincere la Russia a lasciare i territori occupati dell’Ucraina, come sosteniamo anche l’iniziativa di Erdogan per ricostruire quello che era il corridoio del Mar Nero per fornire cereali ai Paesi africani. Quindi tutto ciò che favorisce la pace noi lo sosteniamo, ma ripeto, la conclusione non può che essere una pace che preveda l’indipendenza e la libertà dell’Ucraina”.
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