di Federica Marengo venerdì 1°settembre 2023
-Nella 547° giornata di guerra in Ucraina, come annunciato dallo Stato maggiore di Kiev e, come confermato dal think thank USA, dell’ISW e dalla Casa Bianca, è proseguita l’avanzata delle forze armate di Kiev in direzione di Bakhmut , di Melitopol e Zaporizhzhia, dove hanno preso il via stamane le elezioni per il rinnovo dei consigli comunali, mentre i media ucraini hanno reso nota la notizia di un bombardamento russo su Kherson, che ha provocato la morte di una persona e di allarmi bomba in tutte le scuole di Kiev, nel primo giorno dell’anno scolastico.
La Difesa russa, invece, che ha reso operativo il nuovo missile balistico strategico Sarmat, capace di colpire qualunque obiettivo in tutto il mondo, e il Ministero degli Esteri, hanno fatto sapere di aver abbattuto dei droni ucraini sulle regioni di Bryansk, Mosca, Kurchatov, Pskov, Kursk e Belgorod, di aver respinto un tentativo di sbarco delle forze speciali ucraine sulla costa della Crimea, dove, secondo l’intelligence britannica, Mosca avrebbe creato una barriera di navi affondate attorno al Ponte locale, e di aver conquistato alture chiave vicino a Kupyansk, nel Nord-Est del Paese.
Sul fronte armi, poi, un’azienda britannica produttrice di gran parte delle attrezzature occidentali utilizzate contro l’invasione russa ha dichiarato di voler produrre artiglieria direttamente in Ucraina, suscitando la reazione del portavoce del Cremlino, Peskov, che ha dichiarato: “Se tale multinazionale britannica aprirà siti di produzione di armamenti in Ucraina, essi diventeranno obiettivi militari che le forze russe potranno colpire. Ovviamente ogni sito per la produzione di armamenti, specialmente se sono usati contro di noi, diventeranno oggetto di speciale attenzione delle nostre forze”.
Gli USA, invece, hanno fatto sapere di essersi attivati per la fornitura a Kiev di missili aria-aria e che a metà settembre arriveranno in Ucraina 10 carri armati Abrams, prime unità delle 31 promesse.
Sempre in tema di armi, il capo dei servizi d’intelligence militari ucraini (Gur), Budanov, in un’intervista all’emittente Rbc-Ukraine ,ha dichiarato che: “La Federazione Russa ha recentemente consegnato le prime testate nucleari alla Bielorussia, com’era stato annunciato mesi fa da Vladimir Putin, ma il Paese di Aleksandr Lukashenko non le può usare, perché non ha ricevuto la necessaria preparazione. I missili a corto raggio Iskander con testata nucleare tattica sono un mezzo di deterrenza nucleare, ma anche un mezzo per alzare la posta in gioco. Prima della consegna era stato compiuto un addestramento con l’uso di simulatori. Ma il capo del Gur ha aggiunto di aver letto documenti originali russi dai quali emerge che “la Bielorussia è completamente impreparata all’uso di queste armi”.
Intanto, il Presidente ucraino, Zelensky, oggetto, come reso noto dal capo della Direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino, di diversi piani sventati per ucciderlo, intervenendo al Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha sottolineato: “Se la Russia non lascerà la Crimea e gli altri territori occupati nell’Est dell’Ucraina non ci potrà essere una pace sostenibile in Ucraina e quindi nemmeno in Europa. Osservate quello che è successo in Crimea. L’occupazione ha portato civiltà, turismo, business? Niente di tutto questo. L’Ucraina e tutti gli altri Paesi che fanno riferimento al diritto internazionale non riconoscono che la Crimea appartenga alla Federazione russa, non lo riconoscono nemmeno le aziende: quindi ci sarebbe una situazione di caos permanente, non sostenibile. È quello che vuole la Russia: una penisola che attraeva turisti e affari ora è un territorio occupato e militarizzato e non può crescere. Per uscire da questo, ci sono due strade, quella diplomatica e quella militare. Le truppe russe dovrebbero lasciare la penisola senza pressione, per salvaguardare vite: così come noi ci prendiamo cura della nostra gente, Putin dovrebbe pensare alla sua. Il supporto dell’Italia è fondamentale. La nostra collaborazione con l’Italia è fondamentale ogni giorno e non abbiamo mai avuto dubbi rispetto alla forza delle decisioni dell’Italia nei nostri confronti rispetto al supporto per l’Ucraina. Vogliamo ringraziare l’Italia per il sostegno politico che ci ha dato e anche l’Ue per aver sostenuto la nostra candidatura e gli impegni per garantire la sicurezza del nostro Paese. Sono certo che questo sia il momento delle decisioni forti per la nostra sicurezza e per l’Europa. E’ impossibile andare a negoziare con Putin con queste premesse, perché non riesce a rispettare le sue promesse, le sue parole. Circa la morte del comandante della milizia Wagner, Yevgeny Prigozhin, non ci preoccupa che sia stato ucciso un terrorista, ma questo atto vuol dire chenon ci possiamo fidare di Putin e delle sue parole.Se è vero che Putin ha ucciso Prigozhin, ci sta ulteriormente rivelando la sua debolezza. Nonostante fosse un terrorista, faceva quello che gli aveva ordinato Putin. Prigozhin aveva cercato di marciare su Mosca, vuol dire che Putin non riusciva a difendere il suo Stato. Questa è debolezza. La marcia verso Mosca di Prigozhin vuol dire che non tutte le forze erano sotto il comando di Putin e poi valutiamo il comportamento di Putin. Prima gli fa promesse, poi lo uccide, questo dimostra quanto siano deboli le sue parole. Riguardo la Russia, vediamo chiaramente chi è il nemico. Non c’è forza dall’altro lato, hanno soldati e armamenti ma sono solo capaci di bombardare le nostre case. Stanno solo commettendo crimini contro l’umanità. Il mondo lo vede tutto questo. Chi vede forza in chi attacca un aereo civile, chi vede forza in un Paese che ha un leader che si deve spostare con un treno blindato nel suo Paese, chi vede forza in quello che stanno facendo in Africa. Il terrore non significa forza, cerca di nascondere la debolezza”.
Il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, invece, in merito alla controffensiva, ha evidenziato: “L’Ucraina non sta fallendo, ma andando avanti nella sua controffensiva. Se l’Ucraina stesse fallendo, probabilmente sarei il primo a dire la verità. Ma non stiamo fallendo: stiamo andando avanti, inostri partner che ci aiutano, compresi gli Stati Uniti, capiscono che le cose si stanno muovendo nella giusta direzione. E capiscono che non c’è alcun tipo di rallentamento. Succede semplicemente perché è dura. E’ una lotta dura”.
A Mosca, invece, il portavoce del Cremlino Peskov , confermando l’incontro del Presidente russo Putin con l’omologo turco Erdogan del 4 settembre a Sochi, in Russia, ha sottolineato: “Il dispiegamento di impianti di produzione militare in Ucraina non contribuirà a diminuire le tensioni e a risolvere il conflitto in corso. Lo spiegamento di strutture per la produzione di armi sul territorio dell’Ucraina, ovviamente, non aiuterà a disinnescare la tensione e a risolvere il conflitto intorno all’Ucraina. Questo fatto non influenzerà l’operazione militare speciale della Russia. Il portavoce ha aggiunto che queste strutture, se implementate dall’Occidente, diventeranno legittimi “obiettivi” militari per le forze russe”, mentre il ministro degli Esteri russo Lavrov, in un incontro con gli studenti e i docenti dell’Istituto statale di Mosca per le relazioni internazionali (Mgimo), sul tema del ripristino dell’accordo del grano ha detto: “Il lavoro pratico sulle consegne gratuite di grano russo a sei paesi africani è già iniziato. ‘Parlando di sicurezza alimentare, si sta già organizzando il lavoro pratico per implementare le consegne gratuite di grano russo, come ha annunciato il presidente Putin al vertice Russia-Africa, ai sei paesi africani più bisognosi (Burkina Faso, Zimbabwe, Mali, Somalia, Repubblica Centrafricana ed Eritrea). Si prevede di fornire fino a 50mila tonnellate di grano a ciascuno Stato”.
Il ministro degli Esteri turco, Fidan, invece, che domani incontrerà il Ministro della Difesa russo Shoigu, per preparare l’incontro dei presidenti di Turchia e Russia , dopo un colloquio con il ministro degli Esteri russo, Lavrov,ha fatto sapere che : “Il documento delle nazioni Unite, redatto tenendo conto dei suggerimenti turchi, può diventare la base per il rilancio dell’Iniziativa sul grano del Mar Nero. Il ripristino dell’Iniziativa del Mar Nero per i cereali era in cima all’agenda dell’incontro di Mosca”.
Secondo le agenzie russe, poi, il Presidente russo Putin incontrerà presto anche il Presidente cinese Xi Jinping. Proprio in Cina, si recherà domani il Vicepremier e ministro degli Esteri italiano, nonché Tajani, che, nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la sede di FI, ha detto: “Continueremo a batterci per l’indipendenza dell’Ucraina, vogliamo una pace giusta sosteniamo tutte le azioni, compresa quella di Erdogan per il grano nel Mar Nero e perché Zaporizhzhia possa essere zona franca. Domani partirò per una missione in Cina per affrontare aspetti economici e commerciali ma insisterò perché la Cina spinga Putin e Cremlino a più miti consigli per raggiungere un accordo per una pace giusta”.
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